
MA SE UNO FA IL MATEMATICO, PERCHE’ DEVE IMPROVVISARSI POLITOLOGO? - PIERGIORGIO ODIFREDDI, DOPO AVER FATTO INCAZZARE LA DESTRA CON LA SPARATA A “L’ARIA CHE TIRA” SULLA MORTE DI CHARLIE KIRK (“SPARARE A MARTIN LUTHER KING O A UN RAPPRESENTANTE MAGA NON È LA STESSA COSA”) PROVA A METTERE UNA PEZZA: “NON INTENDEVO GIUSTIFICARE LA VIOLENZA. CREDO CHE SE UNO PREDICA LA PACE È PIÙ ASSURDO CHE VENGA UCCISO, MENTRE CHI DISSEMINA ODIO E INCITA AL RIARMO SI ESPONGA MAGGIORMENTE A RITORSIONI. QUESTO NON SIGNIFICA CHE IO NE SIA CONTENTO, COME HA DETTO MELONI, O CHE LO TROVI GIUSTO. LE PERSONE PERÒ NON SONO TUTTE UGUALI E NON C'È NULLA DI MALE NEL DIRLO” – E LA SOSTANZA DEL SUO RAGIONAMENTO NON CAMBIA: SE DISSEMINI ODIO, TI ESPONI A “RITORSIONI”
Estratto dell’articolo di Francesco Rigatelli per “la Stampa”
«Non ho fatto neanche il militare, si figuri se incito alla violenza». Il matematico impenitente Piergiorgio Odifreddi, 75 anni, non è nuovo alle posizioni spericolate, ma non ci sta a passare per un facinoroso dopo il suo intervento a L'aria che tira su La 7 criticato dalla premier Meloni.
Lei sostiene che non sia uguale sparare a Martin Luther King e a Charlie Kirk, è così?
«Mi pare logico. Nella trasmissione non mi hanno fatto finire il ragionamento, ma non intendevo giustificare la violenza. Semplicemente credo che se uno predica la pace è più assurdo che venga ucciso, mentre chi dissemina odio e incita al riarmo si esponga maggiormente a ritorsioni. Questo non significa che io ne sia contento, come ha detto Meloni, o che lo trovi giusto. Le persone però non sono tutte uguali e non c'è nulla di male nel dirlo».
La premier le ha posto quattro domande, cominciamo dalla prima: intende che ci siano persone a cui è legittimo sparare in base alle loro idee?
«No, non è mai legittimo sparare a nessuno. Neppure a chi sostiene tesi estremiste».
Seconda domanda, ci sono persone a cui è meno grave sparare perché non se ne condividono le idee?
«Neppure, come ho detto penso solo che se si predica la non violenza ci si possono aspettare reazioni miti. Se invece si scaldano gli animi ci si possono attendere risultati peggiori. Chi semina vento raccoglie tempesta o chi di spada ferisce di spada perisce. Ma non c'è nessuna giustificazione nel mio ragionamento».
Terza domanda, ci sono persone a cui è comunque comprensibile che venga voglia di sparare in base alle loro idee?
«Questo è diverso. Capisco che qualcuno possa reagire male in date situazioni. Non certo io, e non lo approvo, ma la vita di un giovane disadattato può essere influenzata da stimoli negativi».
Quarta domanda, bisogna pensare a pene inferiori per chi spara a un esponente di destra, magari prevedendo come attenuante il fatto che le sue idee siano impresentabili?
«No, ma nemmeno di superiori come sembra proporre Salvini parlando di pena di morte, non prevista nel nostro ordinamento, solo per seguire Trump che l'ha subito invocata nel caso Kirk. Meloni in questo senso è più moderata, o se vogliamo più ignava perché aspetta sempre le posizioni degli altri».
A cosa si riferisce?
«La premier si è rivelata efficace in molte situazioni, ma in politica estera è troppo dipendente da Trump e nell'Ue cerca di barcamenarsi. […]».
Come l'ha presa tutta questa attenzione da parte della premier?
«Non mi fa né piacere né dispiacere. Mi sembra una tempesta in un bicchier d'acqua, quasi imbarazzante da spiegare. […]».
C'è un clima d'odio oggi secondo lei?
«È palpabile. Basta sentire i discorsi del segretario della Nato Rutte. L'Occidente è troppo ricco rispetto al resto del mondo. Una guerra mondiale sarà inevitabile se non ce ne rendiamo conto».
E in Italia c'è un clima d'odio?
«È un riflesso di quello internazionale. Siamo al noi contro loro. L'Occidente contro i Brics. […]».
Putin è un pericolo per l'Ue?
«Sono tre anni che c'è la guerra in Ucraina e si è capito che la sua potenza militare non è in grado di andare oltre. Al di là delle sue volontà non è riuscito a prendere neanche Kiev». […]