1. UN PONTEFICE CON CONTRATTO A TEMPO DETERMINATO, PARLA FRANCESCO SUL VOLO DI RITORNO DA ISRAELE: “IO FARÒ QUELLO CHE IL SIGNORE MI DIRÀ DI FARE. MA CREDO CHE BENEDETTO NON SIA UN CASO UNICO. È SUCCESSO CHE NON AVEVA PIÙ FORZA E ONESTAMENTE, DA UOMO DI FEDE TANTO UMILE, HA PRESO QUESTA DECISIONE” 2. “IO PENSO CHE DOBBIAMO GUARDARE A BENEDETTO COME A UNA ISTITUZIONE, LUI HA APERTO LA PORTA DEI PAPI EMERITI. SE CE NE SARANNO ALTRI, DIO LO SA. UN VESCOVO DI ROMA CHE SENTE LE FORZE VENIR MENO, CREDO DEBBA FARSI LE STESSE DOMANDE DI BENEDETTO” 3. CONTRO LA PEDOFILIA: “ORA CI SONO TRE VESCOVI SOTTO INDAGINE. DI UN ALTRO, CONDANNATO, STO STUDIANDO LA PENA. È UN REATO TANTO BRUTTO: UN SACERDOTE CHE FA QUESTO, TRADISCE IL CORPO DEL SIGNORE. DEVE PORTARE UN MINORE ALLA SANTITÀ E INVECE NE ABUSA. FARÒ UN PARAGONE: È COME FARE UNA MESSA NERA”

Gian Guido Vecchi per ‘Il Corriere della Sera'

Dice che «abusare di un minore è come fare una messa nera», parla sereno della possibilità di dimissioni e di altri «Papi emeriti», risponde a tutto, salvo le europee: «In questi giorni ho pregato il Padre Nostro, non ho notizie delle elezioni». Sul volo El Al LY514, Francesco ha l'aria stanca ma, come promesso, arriva sorridente in fondo all'aereo per parlare ai settanta giornalisti che lo seguono da tutto il mondo e hanno preparato alcune domande, libere e non preannunciate.

Anche questa è stata una giornata lunga. La preghiera al Muro occidentale e la scelta di lasciare fra le pietre il Padre nostro scritto di suo pugno in spagnolo, «con le parole che mi ha insegnato mia mamma». L'appello dalla Spianata delle moschee, «nessuno strumentalizzi con la violenza il nome di Dio!», e l'incontro allo Yad Vashem con sei sopravvissuti alla Shoah («mai più, Signore, mai più»), ai quali si è chinato a baciare la mano. La corona di fiori sulla tomba di Herzl, fondatore del sionismo, e la visita fuori programma al monumento per le vittime di attentati, «non più terroristi nel mondo!».

Santità, è stato un viaggio massacrante. Se un domani sentisse di non avere più forza, farebbe la stessa scelta di Benedetto XVI?
«Io farò quello che il Signore mi dirà di fare, bisogna pregare per cercare la Sua volontà. Ma credo che Benedetto non sia un caso unico. È successo che non aveva più forza e onestamente, da uomo di fede tanto umile, ha preso questa decisione. Settant'anni fa quasi non esistevano i vescovi emeriti. Cosa succederà con i Papi emeriti? Io penso che dobbiamo guardare a Benedetto come a una istituzione, lui ha aperto una porta, la porta dei Papi emeriti. Se ce ne saranno altri, Dio lo sa, ma la porta è aperta. Un vescovo di Roma che sente le forze venir meno, credo debba farsi le stesse domande di Benedetto».

Santità, come ha pensato ai gesti di questo viaggio? La preghiera al muro di divisione, l'invito a Peres e Abu Mazen in Vaticano, baciare la mano dei sopravvissuti alla Shoah...
«I gesti più autentici sono quelli che non si pensano, vengono così. Come è stato allo Yad Vashem. L'invito rivolto ai due presidenti, invece, era un po' pensato perché la preghiera si svolgesse là, da loro, ma c'erano troppi problemi logistici: dove si va? Non è facile. Alla fine mi è venuto di dire quello».

Nelle Chiesa si parla ormai di obbligo morale e legale contro la pedofilia. Ma che cosa farà, in concreto, quando un vescovo lo tradirà?
«In Argentina, dei privilegiati, diciamo: questo è un figlio di papà. Ecco, su questo problema non ci saranno figli di papà. Ora ci sono tre vescovi sotto indagine. Di un altro, condannato, sto studiando la pena. È un reato tanto brutto, e a me interessa la Chiesa: un sacerdote che fa questo, tradisce il corpo del Signore. Deve portare un minore alla santità e invece ne abusa. Farò un paragone: è come fare una messa nera. A giugno incontrerò a Santa Marta alcune persone abusate, ci sarà una messa. Si deve andare avanti, tolleranza zero».

Lei parla di Chiesa povera e per i poveri. A volte però vediamo scandali: l'appartamento di Bertone, la festa nel giorno delle canonizzazioni, il buco di 15 milioni allo Ior...
«Gesù una volta ha detto ai suoi discepoli: è inevitabile che ci siano scandali. Siamo umani e peccatori, gli scandali ci saranno. Il problema è evitare che siano di più. Nella amministrazione economica serve onestà e trasparenza. La Chiesa è sempre da riformare, dobbiamo stare attenti. Ma la nuova Segreteria per l'Economia aiuterà ad evitare scandali. Allo Ior sono stati chiusi circa 1.600 conti di chi non ne aveva diritto. Quanto al caso dei 15 milioni, è ancora sotto studio, non è ancora chiaro».

Potrete imparare qualcosa dagli ortodossi, ad esempio sul celibato?
«La Chiesa cattolica ha preti sposati, tra i cattolici di rito orientale. Il celibato non è un dogma di fede, è una regola di vita che io apprezzo tanto e credo sia un dono per la Chiesa. Non essendo un dogma di fede, c'è sempre la porta aperta. Ma non ne abbiamo parlato, con Bartolomeo. L'unità si fa camminando insieme. Dovremmo risolvere il problema della data di Pasqua, adesso è un po' ridicolo: il tuo Cristo quando resuscita, la settimana prossima?».

Ha intenzione di andare avanti con la causa di beatificazione di Pio XII, o aspetta che si aprano gli archivi?
«La causa è aperta, io mi sono informato ma ancora non c'è nessun miracolo. E senza un miracolo la beatificazione non va avanti. Quindi ora non posso pensare a questo».

Lei suscita molte aspettative, dalla pace tra israeliani e palestinesi alla comunione ai divorziati e risposati. Non teme fallimenti?
«L'incontro con i due presidenti sarà di preghiera, non per fare una mediazione. Ci riuniremo solo per pregare, ci sarà un rabbino e un esponente islamico, poi ognuno torna a casa. Ma la preghiera è importante. Quanto ai divorziati e risposati, il sinodo è sulla famiglia. Un tema ampio, i giovani non si sposano...

Non mi è piaciuto che alcune persone, anche nella Chiesa, parlassero come se la questione fosse solo quella. Bisogna comunque chiarire che i divorziati non sono scomunicati e non vanno trattati come scomunicati. Benedetto XVI per tre volte aveva suggerito di studiare le procedure di nullità matrimoniale. Studiare la fede con cui una persona si sposa».

Come risolverebbe la questione di Gerusalemme?
«Le misure concrete per la pace vanno discusse in un negoziato tra le parti. Io non mi sento competente, sarebbe una pazzia da parte mia. La Santa Sede ha la sua posizione dal punto di vista religioso: la città sia custodita come la capitale di tre religioni».

 

 

papa Francesco saluta la folla a Betlemme Papa Francesco saluta il Primo Ministro Netanyahu Papa Francesco scende da elicottero Papa Francesco saluta a Betlemme Papa Francesco saluta i bambini israeliani Papa Francesco pensieroso in elicottero Papa Francesco nel luogo in cui si pensa sia nato Gesu papa Francesco incontra il Presidente palestinese Mahmoud Abbas Papa Francesco si e spostato in elicottero Papa Francesco invita al dialogo fra israeliani e palestinesi

Ultimi Dagoreport

osnato fazzolari savona banco bpm

FLASH! – NONOSTANTE SIA FINITO NEL MIRINO DI FAZZOLARI (TRAMITE IL BRACCIO ARMATO, MARCO OSNATO), IL PRESIDENTE DELLA CONSOB, PAOLO SAVONA, NON È UN TIPINO FACILE DA “PIEGARE”, VISTA ANCHE LA SUA “SARDITUDINE”: SA CHE SE DOVESSE PARTIRE DA PALAZZO CHIGI L’ORDINE DI RASSEGNARE LE SUE DIMISSIONI, SI REGISTREREBBE UN PESANTISSIMO CONTRACCOLPO SULLA BORSA DI MILANO – COSE MAI VISTE NELLA GUERRA IN CORSO TRA LA FINANZA MILANESE E IL GOVERNO DI ROMA: IERI E' APPARSA UNA PAGINA DI PUBBLICITÀ SUL “GIORNALE” DI ANGELUCCI, CON CUI BANCO BPM, CARO ALLA LEGA DEL MINISTRO GIORGETTI, SPARA UN GIGANTESCO "NO" ALL’OPS DI UNICREDIT...

simone inzaghi arabia saudita massimiliano allegri antonio conte vincenzo italiano

DAGOREPORT - QUEL DEMONE DI SIMONE INZAGHI, ALLA VIGILIA DELLE DUE PARTITE PIÙ IMPORTANTI DELLA STAGIONE CON IL COMO IN CAMPIONATO E CON IL PSG IN CHAMPIONS, SAREBBE FORTEMENTE TENTATO DALL’OFFERTA DA 20 MILIONI DI PETRO-DOLLARI ANNUI DELL’AL HILAL - L'INTER, CON LA REGIA DI MAROTTA, STAREBBE GIÀ CERCANDO DI BLOCCARE IL CONTE MAX ALLEGRI, CHE AVREBBE RICEVUTO UN’OFFERTA DA 6 MILIONI DI EURO DAL NAPOLI DI AURELIONE DE LAURENTIIS CHE SI STA CAUTELANDO DAL PROBABILE ADDIO DI ANTONIO CONTE, CORTEGGIATO DALLA JUVENTUS – E IL MILAN, SFUMATO VINCENZO ITALIANO, CHE RESTA A BOLOGNA, STAREBBE VIRANDO SU…

rai giampaolo rossi giancarlo giorgetti silvia calandrelli antonio marano felice ventura

DAGOREPORT – COME MAI LA LEGA HA DATO L’OK A FELICE VENTURA, IN QUOTA FDI, E GIA' CAPO DEL PERSONALE RAI, AL DOPPIO INCARICO CON LA PRESIDENZA DI RAI PUBBLICITÀ? - DOPO LO SHAMPOO DI GIORGETTI ALL'AD ROSSI CHE VOLEVA LA DEM CALANDRELLI (IL MEF E' L'AZIONISTA AL 99,56% DELLA RAI), È ANDATA IN SCENA LA PIÙ CLASSICA DELLE SPARTIZIONI DI POTERE, SOTTO L'ABILE REGIA DI MARANO, PRESIDENTE PRO-TEMPORE DI VIALE MAZZINI, IN QUOTA LEGA: IL CARROCCIO, IN CAMBIO DELL’OK A VENTURA, OTTIENE DUE VICEDIREZIONI A RAISPORT (CON BULBARELLI E DE LUCA) - UN COLPO IMPORTANTE PER LA LEGA IN VISTA DELLE "SUE" OLIMPIADI INVERNALI MILANO-CORTINA (RAISPORT HA UNA SEDE A MILANO)...

il patriarca kirill con vladimir putin alla veglia pasquale

FLASH – QUANDO IL MINISTRO DEGLI ESTERI RUSSO, SERGEI LAVROV, CHIUDE LA PORTA ALNEGOZIATO IN VATICANO SOSTENENDO CHE NON SIA “ELEGANTE CHE PAESI ORTODOSSI (RUSSIA E UCRAINA) DISCUTANO IN UNA SEDE CATTOLICA” DELLA PACE, UTILIZZA UN ARGOMENTO PRETESTUOSO. INNANZITUTTO PERCHÉ L’UNITÀ ORTODOSSA SI È ROTTA CON L’INVASIONE DELL’UCRAINA DEL 2022 (LA CHIESA DI KIEV HA PRESO LE DISTANZE DA QUELLA DI MOSCA). E POI PERCHÉ RIVOLGERSI AL PAPA FAREBBE OMBRA AL PATRIARCA DI MOSCA, KIRILL, CHE HA BENEDETTO PUTIN E LA SUA “OPERAZIONE SPECIALE” PARLANDO DI “GUERRA SANTA…”