UNO, DUE, XI! UN PRESIDENTE “DOROTEO” PER LA CINA? - SARA’ XI JINPING IL PROSSIMO LEADER DI PECHINO - SI CHIUDE IL CONGRESSO DEL PARTITO COMUNISTA: IL PREMIER SARA’ LI KEQIANG - IL NUOVO COMANDANTE IN CAPO SCELTO PER LA SUA CAPACITA’ DI MEDIARE TRA FAZIONI IN LOTTA - SPOSATO CON UNA FAMOSA CANTANTE, XI HA VISSUTO PER SETTE ANNI IN UNA GROTTA DURANTE LA RIVOLUZIONE CULTURALE - PIU’ TOSTO LI KEQIANG, “L’UOMO DELLA CENSURA”…

1 - CINA, I MISTERI DEL CONGRESSO...
Ilaria Maria Sala per "la Stampa"

Il 18esimo Congresso del Partito Comunista, in corso a Pechino, chiuderà il 15 novembre, con l'annuncio dei nuovi membri del Politburo, inclusi Xi Jinping e Li Keqiang. Il primo, sembra ormai certo, diventerà il nuovo Presidente cinese e il secondo il nuovo Primo Ministro. La data del Congresso è stata spostata di circa un mese rispetto a quanto si sapeva, visto che così funziona la Cina, con nulla di certo e ora stessa cosa vale per la chiusura dell'assemblea, prolungata di un giorno.

Negli ultimi mesi sembra che le tensioni all'interno del Pcc, di cui si sono viste alcune indicazioni con lo scandalo legato a Bo Xilai, ex-Segretario di Partito di Chongqing, ora in disgrazia, e con il ritorno sulla scena dell'ex Presidente, Jiang Zemin, abbiano portato agli spostamenti di data, e ad alcune modifiche dell'ultima ora. Ma da giovedì tutto dovrebbe essere concluso, e resterà solo da vedere in che direzione i nuovi dirigenti vorranno portare il Paese più popolato del pianeta.

2 -IL PRESIDENTE XI JINPING: UN "PRINCIPE" ROSSO PRUDENTE CHE DOVRÀ RIFORMARE IL PAESE...
Ilaria Maria Sala per "la Stampa"

La decisione sembra essere stata presa nel 2007, al 17esimo Congresso del Partito comunista: Xi Jinping entrò a far parte del Politburo, e il futuro gli riservava le massime cariche. Oggi si attende solo l'annuncio ufficiale, che lo nominerà Segretario generale del Partito e, da marzo prossimo, Presidente della Cina. «Il fatto», dice Bao Pu, editore e analista politico a Hong Kong, «è che non abbiamo idea di come sia stato scelto. Non lo sapremo mai: non esiste una procedura definita, e se rivelassero al pubblico come selezionano i dirigenti, la questione della loro mancanza di legittimità si farebbe acuta».

Di Xi non si sa molto: fa parte dei cosiddetti «principi», in quanto suo padre era Xi Zhongxun, un veterano della Lunga Marcia. E' nato nel 1953, e cresciuto a Zhongnanhai, dove vivono molti alti funzionari di Partito. Quando il padre era in disgrazia durante la Rivoluzione culturale, Xi junior venne inviato in campagna, e per sette anni ha vissuto in una grotta nello Shanxi in una delle zone più dure e amare della Cina. L'esperienza avrebbe potuto allontanarlo dal Partito. Invece ne è uscito determinato a mostrare la sua fedeltà e affidabilità.

Per il resto, non è tanto quello che si sa di lui, quanto quel poco che si sa sulle posizioni che ha assunto: è stato segretario del Pcc a Shanghai, poi vice alla Commissione Militare. Ha visitato gli Stati Uniti quando era governatore di un villaggio nell'Hebei, ed è stato incaricato delle Olimpiadi, ma le speranze che si ripongono in lui come possibile riformatore vengono per lo più dal fattore anagrafico: Xi è cresciuto in una Cina che ha conosciuto, e beneficiato, delle riforme e dell'apertura economica.

E' sposato con una cantante nota e attraente, Peng Liyun, che ha corteggiato con determinazione pur avvertendola che non avrebbe avuto molto tempo per la famiglia. Un po' di colore in un Politburò grigio. Il suo merito principale è stato sapersi presentare come capace di placare fazioni e divisioni, e piacere a riformisti e conservatori.

Xi Jinping ha curato il secondo volume di una «Storia del Partito» sugli anni del maoismo. Un'occasione, forse, per dare una versione della storia un po' più vicina alla realtà, che rendesse conto delle tante sofferenze causate da Mao, non ultimo al padre di Xi. Invece il libro segue in tutto la linea canonica, e Mao emerge come sempre in modo positivo. Potrà un uomo così prudente svelare un gusto per riforme e liberalizzazioni, per di più di natura politica?

3 - IL PREMIER LI KEQIANG: L'UOMO DELLA CENSURA CHE DA GIOVANE VOLEVA LA DEMOCRAZIA...
Ilaria Maria Sala per "la Stampa"

Appena un soffio, dicono, e Li Keqiang sarebbe potuto diventare Presidente e Segretario generale del Pcc, come avrebbe forse voluto Hu Jintao, il leader uscente. Invece, pur essendosi fatto le ossa nella Lega comunista giovanile (il feudo di Hu) sarebbe rimasto vittima della lotta per il potere che si dice abbia opposto Hu al suo predecessore, Jiang Zemin. Non che si abbia altro che voci di corridoio, per cui ogni spiegazione su come sono state decise le posizioni dei prossimi massimi leader cinesi va presa con un po' di scetticismo.

Nato nel 1955 nell'Anhui, è un apparatchik che ha fatto la sua carriera senza significativi appoggi familiari. Ha un master in legge e un dottorato in economia, parla abbastanza bene l'inglese, da studente, nell'Università di Pechino nota per il suo attivismo politico, era favorevole alle elezioni e alla democrazia, ma sembra che abbia abbandonato queste fantasie. Chi lo guarda convinto che soddisferà le speranze dei riformisti, pensando ai suoi anni di gioventù.

Chi pensa che non proporrà niente di nuovo guarda invece agli Anni 90, quando Li era segretario di partito dello Henan, tristemente nota per essere una delle regioni maggiormente colpite dall'Aids per trasfusioni non sicure. Quando emersero le responsabilità delle autorità locali che avevano convinto i contadini a vendere il sangue per produrre plasma, senza badare ai metodi dei prelievi e delle trasfusioni, Li impose il silenzio stampa.

Per cinque anni il problema non venne nemmeno ammesso, con conseguenze catastrofiche. Certo, il contagio per lo più avvenne quando lui non era a capo dello Henan, ma una volta arrivato e resosi conto di quanto stava accadendo, ha preferito la censura.

A livello economico le credenziali riformiste di Li sembrano essere un po' meno aleatorie: ha spesso criticato il peso eccessivo delle aziende statali e molti lo considerano fra gli architetti del programma di stimoli che ha consentito alla Cina di evitare la crisi del 2008-2009.

Ma di nuovo, non è tanto la persona in sé quanto il sistema che determinerà se, e fino a che punto, sarà possibile procedere con ulteriori riforme e liberalizzazioni, in particolare nel campo della libertà di espressione e della «democrazia interna al Partito», tema caro ai riformatori più prudenti. Wen Jiabao, il primo ministro uscente, ha spesso auspicato maggior democrazia e giustizia sociale: ma non ha saputo, potuto o voluto nessuna apertura concreta. Che il suo successore possa fare molto di più?

 

XI JINPING MENTRE PIANTA UN ALBERO A PECHINO jpegLI KEQIANG SMORFIE DI JIANG ZEMIN POSTATE SUL TWITTER CINESE WEIBO STRETTA DI MANO TRA HU JINTAO E JIANG ZEMIN jpegHU JINTAO E WEN JABAO jpegWEN JABAO MAO TSE TUNGmao tse tung

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