italia euro crac

UN PRESIDENTE DA OFFRIRE AI MERCATI - MASSIMO FRANCO: "LA SFIDA E' QUELLA DI INDIVIDUARE PER IL QUIRINALE UNA PERSONALITÀ COME MATTARELLA IN GRADO DI GARANTIRE LA STESSA COESIONE E UN'UGUALE CREDIBILITÀ INTERNAZIONALE. PER QUANTO SIA IMPOPOLARE TOCCARE QUESTO TEMA, SI TRATTA ANCHE DI APPARIRE E ESSERE AFFIDABILI AL COSPETTO DI FONDI DI INVESTIMENTO CHE SCOMMETTONO SULLA TENUTA DELL'ITALIA SUL PIANO FINANZIARIO"

Massimo Franco per il "Corriere della Sera"

 

mario draghi sergio mattarella

Viene un sospetto: che la pioggia di veti contro l'elezione di Mario Draghi al Quirinale sia arrivata un po' troppo presto. È bastato che nella conferenza stampa di fine anno il premier si dichiarasse a disposizione delle istituzioni, per fare uscire allo scoperto un'ostilità strisciante da settimane. Attraversa le truppe grilline, come il Pd, pezzi di Forza Italia e della Lega, e l'estrema sinistra. E può essere catalogata come la volontà di alcuni settori del sistema politico di rifiutare un «esterno» alla presidenza della Repubblica: anche se in parallelo ne vengono tessute le lodi come capo del governo.

SALVINI BERLUSCONI MELONI

 

E per giustificare il veto si lascia capire che Draghi porterebbe al voto anticipato: epilogo improbabile perché il Parlamento vuole sopravvivere fino al termine della legislatura. Il risultato è che a nemmeno tre settimane dall'inizio delle votazioni a Camere riunite, lo scenario rimane in bilico e privo di novità sostanziali. E viene da chiedersi se i prossimi giorni solidificheranno o squaglieranno almeno alcune delle pregiudiziali. Dopo il discorso di congedo del capo dello Stato uscente, Sergio Mattarella, rimane la sensazione che manchi qualunque indicazione sul suo successore.

 

sergio mattarella e mario draghi

L'unica è quella che riguarda la silhouette di una persona «super partes». Ma il tono e la sostanza delle parole di Mattarella sembravano fatti apposta per impedire qualunque speculazione, interpretazione o preferenza. La situazione, dunque, è come sospesa. Non esistono indizi di un'intesa o anche solo di un tentativo di trovarla. I partiti rivendicano un nuovo protagonismo ma continuano a mostrarsi in attesa degli eventi, senza la capacità di indirizzarli e governarli.

SALVINI MELONI BERLUSCONI

 

Qualcuno sostiene che negli ultimi giorni è diventata più trasparente l'inclinazione di Enrico Letta a sostenere la candidatura di Draghi: almeno come garanzia di un presidente «di tutti». Una conferma sarebbe fornita dalla maldestra entrata a gamba tesa contro il premier, accusato di volersi «autoeleggere», da parte di Massimo D'Alema, pronto a rientrare nel Pd dopo la fallimentare scissione a sinistra.

MASSIMO DALEMA ENRICO LETTA

 

Ma l'uscita appare soprattutto la controprova di una resistenza ideologica e minoritaria contro Draghi, che cerca di trovare sponde nel Parlamento. Non a caso, Letta l'ha liquidata con parole dure e nette. La verità è che tutti cercano «un altro Mattarella», perché da lui si sono sentiti garantiti senza eccezioni. Il tema, però, è chi possa rappresentare un segnale di continuità e di unità rispetto alla sua presidenza in una stagione diversa. La fase aperta con Draghi a Palazzo Chigi risulta solo in apparenza uguale all'attuale che si sta chiudendo.

 

mattarella e mario draghi al quirinale

La sfida diventa dunque quella di individuare un «nuovo», non «un altro» Mattarella. Non un clone, ma una personalità in grado di garantire la stessa coesione e un'uguale credibilità internazionale; e di rassicurare e insieme stimolare i partiti a capire che solo rimettendosi in discussione possono uscire dal cono d'ombra di discredito nel quale si sono infilati. E, per quanto sia impopolare toccare questo tema, si tratta anche di apparire e essere affidabili al cospetto di fondi di investimento che scommettono sulla tenuta dell'Italia sul piano finanziario.

 

ugo zampetti sergio mattarella

Di fronte a uno scenario così complesso, al momento le risposte sono «di testimonianza», o «di bandiera». Preludono, al meglio, a fissare posizioni di partenza degne della tattica ciclistica del «surplace», dell'immobilismo studiato in attesa di capire come trarne vantaggio. Mattarella ha tolto alibi a chi voleva utilizzare la sua sagoma per coprire il «no» a Draghi. I «no» alla sua rielezione ribaditi dal leghista Matteo Salvini e dalla leader della destra d'opposizione, Giorgia Meloni, cancellano le condizioni politiche che potrebbero, in teoria, riproporla.

 

Quanto al premier, ha contribuito a mettere tutti di fronte alle proprie responsabilità: anche se si avverte una persistente resistenza ad assumerle. Serve a poco parlare genericamente di «una donna al Quirinale», come ha fatto il leader del M5S, Giuseppe Conte; oppure additare ambiguamente la candidatura «di bandiera» di Silvio Berlusconi da parte del centrodestra, riservandosi già «piani B».

discorso di fine anno sergio mattarella 2021 5

 

Le manovre tese a moltiplicare potenziali candidati e candidate appaiono solo conferme del «surplace», non sforzi seri per trovare una soluzione condivisa: anche se non si può escludere che abbiano una loro logica perversa. Alla fine proprio qualche candidato «di bandiera» potrebbe capire che non si può imboccare un vicolo cieco, e trasformarsi di colpo in regista: mettendo i propri consensi a disposizione di una vera candidatura unitaria; e iscrivendo un'ipoteca determinante su un'elezione che a oggi risulta incerta. E può diventare ad alto rischio, se offrirà uno spettacolo di lacerazione e di caos: uno «spot» sul ritorno al passato.

Ultimi Dagoreport

antonio tajani giorgia meloni neri nero bambini immigrati migranti matteo salvini

DAGOREPORT – AH, TAJANI DELLE MERAVIGLIE! RICICCIARE PER L'ENNESIMA VOLTA LO IUS SCHOLAE E, DOPO UN BATTAGLIERO RUGGITO, RINCULARE SUBITO A CUCCIA (''NON E' LA PRIORITA'"), E' STATO UN FAVORE FATTO A GIORGIA MELONI, DETERMINATA A SEMINARE ZIZZANIA TRA LE FILE LEGHISTE SPACCATE DA VANNACCI, PER CUI UNA PROPOSTA DI LEGGE PER LA CITTADINANZA AI RAGAZZI CHE COMPLETANO GLI STUDI IN ITALIA, E' PEGGIO DI UNA BESTEMMIA SULL'ALTARE - IL MINISTRO DEGLI ESTERI (SI FA PER DIRE: SUGLI AFFARI INTERNAZIONALI DECIDE TUTTO LA STATISTA DELLA GARBATELLA), UNA VOLTA APPOGGIATO IL BIANCO TOVAGLIOLO SUL BRACCIO, SI E' PRESTATO COSI' A SPARARE UN AVVISO A MATTEO SALVINI: SI PREGA DI NON TIRARE TROPPO LA CORDA, GRAZIE!

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – OGGI DONALD TRUMP CHIAMERÀ VOLODYMYR ZELENSKY E GLI PRESENTERÀ “L’OFFERTA” DI PUTIN: “MAD VLAD” VUOLE IL RICONOSCIMENTO DELLE ZONE ATTUALMENTE OCCUPATE DAI SUOI SOLDATI (OLTRE ALLA CRIMEA, CHE CONSIDERA RUSSA DAL 2014). IL PIANO DEL TYCOON È CONVINCERE L’EX COMICO UCRAINO A DARE L’OK, E POI TORNARE DA PUTIN E FINIRE LA GUERRA. CON UNA SOTTESA MINACCIA: SE, NONOSTANTE LE REGIONI ANNESSE, MOSCA CONTINUASSE IL CONFLITTO, A QUEL PUNTO GLI USA SAREBBERO PRONTI A RIEMPIRE DI ARMI KIEV PER FARE IL CULO A STELLE E STRISCE ALLO ZAR DEL CREMLINO - MA QUANTO CI SI PUO' ANCORA FIDARE DELLE PROMESSE DI TRUMP, VISTE LE CAZZATE CHE HA SPARATO FINORA? 

vincent bollore john elkann andrea pignataro

CHE NELLA TESTA DI JOHN ELKANN FRULLI L’IDEA DI VENDERE “LA REPUBBLICA”, NON È UN MISTERO. GIÀ UN ANNO FA SI SPETTEGOLÒ DI TRATTATIVE A TORINO CON UNA CORDATA DI IMPRENDITORI E BANCHE MILANESI - ELKANN, COSÌ CHIC E COSÌ SNOB, AVREBBE GRADITO LA PRESENZA NELLA CORDATA DI UN NOME INTERNAZIONALE. ED ECCO SPUNTARE L’IMPOSSIBILE: VINCENT BOLLORÉ, PATRON DI VIVENDI E DELLA DESTRA OLTRANZISTA FRANCESE – L’ULTIMA INDISCREZIONE ACCREDITA UNA VOGLIA DI CARTA AL BOLOGNESE ANDREA PIGNATARO, SECONDO MILIARDARIO D’ITALIA - VERO, FALSO, INVEROSIMILE? QUELLO CHE È CERTO È CHE LA CRISI MONDIALE DELL’INDUSTRIA AUTOMOBILISTICA STA DIVENTANDO UN ‘’DRAMMA ECONOMICO’’, CON MINACCIA DI CHIUDERE LE FABBRICHE STELLANTIS, E LA LINEA ANTI-GOVERNATIVA DI “REPUBBLICA” È UNA FONTE DI GUAI, NON ESSENDO PER NULLA GRADITA (EUFEMISMO) DAI “VENDI-CATTIVI” DELLA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI….

alessandro giuli lucia borgonzoni manuela cacciamani mazzi rampelli giulio base film albatross 2025albatross angelo mellone perla tortora paolo petrecca alma manera

DAGO-CAFONAL! - DAI FRATELLI WARNER DI HOLLYWOOD AI FRATELLI D’ITALIA DI CINECITTÀ, IL CIAK È A DESTRA! - E VOILÀ! DOMANI SUGLI SCHERMI DEL BELPAESE ARRIVA "ALBATROSS", IL NUOVO IMMAGINARIO CAPOLAVORO DI GIULIO BASE, MARITATO TIZIANA ROCCA - ALL’ANTEPRIMA ROMANA, GOVERNO IN PRIMA FILA: TAPPETO ROSSO PER IL MINISTRO GIULI-VO DEL “PENSIERO SOLARE”; AVANTI I DIOSCURI RAI, ROSSI E MELLONE, FATE LARGO AL “GABBIANO SUPREMO” DI COLLE OPPIO, FABIO RAMPELLI, CON MOLLICONE DI SCORTA - NEL FOYER DEL CINEMA SI SBACIUCCHIANO PAOLO PETRECCA, DIRETTORE DI RAI SPORT, E L’AMATA ALMA MANERA - SE LUCIA BORGONZONI TIMBRA IL CARTELLINO PER LA LEGA, A TENERE ALTO IL PENNONE DI FORZA ITALIA C’È MAURIZIO GASPARRI, NEL '70 SEGRETARIO PROVINCIALE DEL FRONTE DELLA GIOVENTÙ – PER I DUE PRODUTTORI, PAOLO DEL BROCCO (RAI CINEMA) E GENNARO COPPOLA (COMPAGNO DI MANUELA CACCIAMANI, PRESIDENTE DI CINECITTA'), ‘STO “ALBATROSS” DI GIULIO BASE DEVE SUSCITARE VERAMENTE “GRANDE ATTENZIONE” VISTO CHE IL 18 GIUGNO SCORSO SAREBBE AVVENUTA UNA PROIEZIONE PRIVATA DEL FILM ALLA PRESENZA DI IGNAZIO LA RUSSA E DI SISTER ARIANNA MELONI…

cetrioloni per l italia - meme by edoardo baraldi giorgia meloni economia crisi soldi

DAGOREPORT - GIORGIA MELONI PUÒ FARE TUTTE LE SMORFIETTE CHE VUOLE MA A NATALE RISCHIA DI TROVARE SOTTO L'ALBERO UN'ITALIA IN GRANDE DIFFICOLTA' ECONOMICA. E SE I CITTADINI TROVERANNO LE TASCHE VUOTE, ANCHE IL PIU' INCROLLABILE CONSENSO PUO' SGRETOLARSI - IL POTERE D'ACQUISTO AUMENTA DELLO 0,9% ORA, MA NEGLI ULTIMI ANNI È CROLLATO DEL 20% - DA UN LATO L'INFLAZIONE TORNA A CRESCERE, DALL'ALTRO IL PIL CALA. E DAL 2026, CON LA FINE DEL PNRR, CHE HA "DROGATO" IL PRODOTTO INTERNO LORDO, LA SITUAZIONE NON POTRÀ CHE PEGGIORARE. SENZA CONSIDERARE L'EFFETTO TSUNAMI DEI DAZI DI TRUMP SU OCCUPAZIONE ED EXPORT - SE CI FOSSE UN'OPPOSIZIONE DECENTE, MARTELLEREBBE OGNI GIORNO SU QUESTI TEMI: SALARI DA FAME, TASSE CHE CONTINUANO A SALIRE, ECONOMIA CHE RISTAGNA. MA LA PRIORITÀ DI SCHLEIN SONO I GAY UNGHERESI E QUELLE DI CONTE E' FARE IL CANDIDATO PREMIER DEL CAMPO LARGO...