vladimir putin angela merkel

SE SIAMO IN QUESTA SITUAZIONE, È (ANCHE) COLPA DI ANGELA MERKEL - IL PROFESSOR ANGELO BOLAFFI: “LA MERKEL HA GROSSE RESPONSABILITÀ NELL'AVER ACCRESCIUTO LA DIPENDENZA DELL'EUROPA DAL GAS RUSSO. LEI HA PENSATO AGLI INTERESSI DEL SUO PAESE. L'IDEA DI NON AVERE PIÙ IL GAS FORNITO DA PUTIN SIGNIFICAVA, AI SUOI OCCHI, LIMITARE LE POSSIBILITÀ DELL'INDUSTRIA TEDESCA E COMPRIMERE IL BENESSERE DELLA POPOLAZIONE TEDESCA” - “NON ILLUDIAMOCI: LA GERMANIA NON CAMBIA DA UN GIORNO ALL'ALTRO, È COME UN TRANSATLANTICO, POSSENTE MA LENTA NEGLI SPOSTAMENTI: PRIMA DI INVERTIRE LA ROTTA CI METTE MOLTO, NON È UNA BARCHETTA”

angelo bolaffi 2

Gianluca Veneziani per “Libero quotidiano”

 

Quanto l'Europa di oggi, incapace di avere un ruolo al tavolo delle trattative con Putin e pressoché interamente dipendente dal gas russo, è figlia della Merkel? Lo chiediamo ad Angelo Bolaffi, illustre germanista e autore di pregiati saggi sul modello tedesco e la crisi europea.

 

Prof. Bolaffi, questa crisi dimostra che la Merkel ha lasciato un'Europa debole, nano politico più di prima?

merkel putin

«Non direi più debole, perché almeno ora l'Europa è unita contro Putin. Se pensiamo alle divisioni manifestate in altre crisi, dai migranti all'indebitamento di alcuni Paesi, l'Europa si era mostrata più fragile altre volte.

 

Resta però il fatto che l'Ue non ha una politica estera e una difesa comuni. La Merkel aveva intravisto il problema, dicendo che gli europei debbono prendere coscienza del loro destino e non possono fare affidamento su altri. Ma non l'ha risolto.

zelensky merkel macron putin

 

E ormai lei fa parte di un'epoca geopolitica finita, quella fondata sulla convinzione che l'Europa fosse destinata a vivere in pace».

 

Guardando indietro, quali sono i principali errori compiuti dalla Merkel nel rapporto con Putin?

«Per cominciare, la Merkel era convinta che, coltivando un legame basato sul commercio, si potesse tenere buono Putin e lasciare aperto un canale di comunicazione con lui. E lì ha sbagliato di grosso. L'idea che dove passano le merci non ci sono guerre è un'illusione.

MILITARI RUSSI PRENDONO IL CONTROLLO DELLA CRIMEA

 

In secondo luogo, la Merkel era stata lungimirante nel definire Putin un bugiardo inaffidabile, ma non è stata in grado di passare ai fatti dopo l'invasione della Crimea nel 2014.

le vie del gas russo

 

Se l'Occidente e l'Europa merkeliana avessero reagito diversamente, forse Putin avrebbe capito che c'era una linea rossa da non superare. In quel caso invece c'è stata una reazione troppo blanda. Ci volevano sanzioni molto più pesanti, come quelle di adesso. Ma del senno di poi sono piene le fosse».

 

putin schroeder

Quali aspetti hanno pesato allora in quella reazione morbida?

 «Tre fattori. Il primo è l'aver assecondato la scelta di Obama di disinteressarsi dell'Europa e di volgere lo sguardo al Pacifico. Obama ha lasciato fare a Putin in Crimea, convinto che la Russia fosse ormai una potenza regionale.

 

BARACK OBAMA CON ANGELA MERKEL

Dimenticava che è una potenza con le bombe atomiche. Inoltre c'è stata una sottovalutazione delle vere intenzioni di Putin. L'Occidente ha imposto un po' di sanzioni ma ha pensato ingenuamente: che vuoi che faccia Putin, dopo tutto la Crimea è russa... Il terzo aspetto è il senso di colpa tedesco.

 

Per la Germania era un incubo ritrovarsi in guerra contro la Russia, a cui nella seconda guerra mondiale aveva provocato 20 milioni di morti. Più in generale la guerra non faceva più parte del lessico politico europeo: l'Europa è cresciuta con l'idea "mai più conflitti", e quindi la guerra era esclusa già a livello di principio».

 

vladimir putin angela merkel

Che colpe ha invece la Merkel nell'aver messo l'Europa alla mercé del gas russo?

«Dopo l'invasione della Crimea bisognava iniziare a porsi la domanda: come facciamo a meno del gas russo? Nel 2014 non era ancora progettato il Nord Stream 2, quindi la Germania ne poteva fare ancora a meno.

 

La Merkel ha perciò grosse responsabilità nell'aver accresciuto la dipendenza dell'Europa dal gas russo. Lei ha pensato agli interessi del suo Paese. L'idea di non avere più il gas fornito da Putin significava, ai suoi occhi, limitare le possibilità dell'industria tedesca e comprimere il benessere della popolazione tedesca.

 

angelo bolaffi

Ma ci sono responsabilità diffuse in tutta Europa: mentre ci mettevamo alle dipendenze del gas russo, in Italia protestavamo contro il Tap, il gasdotto che ci procura gas dall'Azerbaijan, perché portarlo in Puglia avrebbe comportato la rimozione di qualche ulivo...».

 

La presenza di Merkel almeno riusciva un po' a tenere a bada Putin?

«La Merkel è stata brava a gestire le crisi interne all'Europa, meno quelle internazionali. Putin ha invaso la Crimea quando al potere in Europa c'era la Merkel, insomma gliel'ha fatta sotto il naso, come del resto a tutti gli altri leader occidentali».

VLADIMIR PUTIN OLAF SCHOLZ

 

Però, non a caso, Putin ha invaso l'Ucraina, quando l'Europa non aveva più alla guida la Cancelliera.

«Be', sicuramente l'uscita di scena della Merkel ha pesato su di lui in senso psicologico. Putin aveva un rapporto preferenziale con la Merkel. Loro due si sono parlati 27 volte, non c'è precedente nella diplomazia internazionale. Il venir meno della Merkel per Putin ha significato: l'Europa mi volge le spalle, non ho più nessuna figura di statura con cui parlare.

 

bombardamento russo sul centro commerciale a podil, kiev ucraina 1

Anzi, al potere in Germania sono arrivati i Verdi che non vogliono il gas ma la transizione ecologica. Putin ha avuto la sensazione che anche l'ultimo canale con l'Europa, quello del commercio, stesse per saltare».

 

Lei aveva definito Scholz un "Angelo Merkel", la continuazione in un altro partito della Cancelliera. Oggi non è più così?

«Scholz si era presentato come il prosecutore del merkelismo. Ma si è trovato di fronte all'inatteso, la guerra: E ha fatto una svolta che lo ha portato fuori dal modello merkeliano. Si pensi alla volontà di dare una risposta dura a Putin sul piano militare e di puntare sul riarmo della Germania. La storia fa gli uomini molto più di quanto gli uomini facciano la storia. Scholz si è trovato da un giorno all'altro leader per caso, come è successo a Zelensky».

navi russe in crimea

 

Scholz tiene aperto il canale del dialogo con Putin, laddove Biden preferisce il muro contro muro. Chi ha ragione?

«Giocano al poliziotto buono e al poliziotto cattivo. La logica è: armiamo gli ucraini. Ma allo stesso tempo, per fare la pace, trattiamo col nemico».

 

volodymyr zelensky angela merkel 1

La von der Leyen è stata esclusa da molti tavoli importanti tra i leader. Alla debolezza del ruolo somma una debolezza politica personale?

«Va riconosciuto che lei è stata la prima a parlare di Commissione geopolitica, capendo che in Europa non bastava più parlare di economia. Ciò detto, a livello militare l'Ue non può avere un ruolo perché non ha un ministro della Difesa, ma potrebbe fare di più a livello politico. Bisognerebbe perciò che la von der Leyen faccia un viaggio a Kiev, insieme al presidente del Consiglio europeo, e prometta l'entrata dell'Ucraina nell'Ue».

URSULA VON DER LEYEN DURANTE IL COLLEGAMENTO DI ZELENSKY

 

È pensabile un ruolo della Merkel come mediatrice nelle trattative tra Russia e Ucraina?

«È un gioco che facciamo solo in Italia, nessun giornale tedesco ne parla. Viceversa Schroeder è molto legato a Putin e parla con gli oligarchi, quelli che portano consenso allo Zar. Le sue azioni hanno un peso: se sono rose, fioriranno».

 

IN CRIMEA PER PUTIN

Zelensky, intervenendo al Bundestag, ha accusato la Germania di aver costruito un muro che separa l'Ucraina dall'Europa e di pensare solo all'economia. Ha ragione?

«Zelensky ha toccato il tasto giusto per far sentire in colpa i tedeschi. Ha ragione perché è stato un errore enorme consentire la costruzione del Nord Stream 2.

 

E la standing ovation che il Parlamento tedesco gli ha riservato dimostra la consapevolezza degli errori fatti: quanto più c'è cattiva coscienza, tanto più si applaude. Il suo discorso contribuirà a indurre la Germania a ripensare il ruolo dell'Europa nel mondo che verrà. Un mondo che prevede l'uso della forza e della guerra».

angelo bolaffi

 

Da questa crisi verrà fuori una Germania ridimensionata?

«No, verrà fuori la terza Germania del secondo Dopoguerra. C'è stata la prima Germania, quella di Adenauer, renana-atlantista. Poi la seconda, della Repubblica di Berlino, riunificata alla fine della guerra fredda.

 

La terza Germania dovrà prendere coscienza di un'Europa che arriva ai confini con la Russia e affrontare di nuovo il tema della guerra e dell'equilibrio geopolitico. Ma non illudiamoci: la Germania non cambia da un giorno all'altro, è come un transatlantico, possente ma lenta negli spostamenti: prima di invertire la rotta ci mette molto, non è una barchetta».

MILITARI RUSSI PRENDONO IL CONTROLLO DELLA CRIMEA MEETING DI HANNOVER MERKEL E PUTIN merkel e putin a mosca 1merkel e putin a mosca 3mariupol devastata dai russi 3carro armato russo distrutto dal drone 4mariupol devastata dai russi 2mariupol devastata dai russi 1bombardamento russo sul centro commerciale a podil, kiev ucraina 10MILITARI RUSSI PRENDONO IL CONTROLLO DELLA CRIMEA

Ultimi Dagoreport

pippo baudo senato

SI E' SPENTO A 89 ANNI IL MITOLOGICO PIPPO BAUDO - L’UOMO CHE HA SCOPERTO TUTTI (PER PRIMO SE STESSO), DEMOCRISTIANO DI FERRO, HA ATTRAVERSATO CRISI DI GOVERNO E CAMBIAMENTI IN RAI E VANTA IL RECORD DEI FESTIVAL DI SANREMO CONDOTTI (13) – QUANDO SFIORÒ LA CRISI INTERNAZIONALE, NEL 1986, PER LO SKETCH DEL TRIO SOLENGHI-MARCHESINI-LOPEZ SULL'AYATOLLAH KHOMEINI. E QUANDO LANCIÒ BEPPE GRILLO CHE PRONUNCIÒ LA CELEBRE BATTUTA SU BETTINO CRAXI: "SE IN CINA SONO TUTTI SOCIALISTI, A CHI RUBANO?" (VIDEO) - "LO SHOWMAN DELLA TRADIZIONE, IL SUPERCONDUTTORE, L’ORGANIZZATORE DI UN INTRATTENIMENTO SEMPRE SINTONIZZATO SUL PENULTIMO PARADIGMA DEL CONSENSO POPOLARE, SENZA SQUILLI REAZIONARI E SENZA STRILLI AVANGUARDISTICI: CLASSI MEDIE, PUBBLICO MEDIO, SENSIBILITÀ MEDIA. PERCHÉ BAUDO È IL CENTRO. CULTURALE, POLITICO, SOCIALE" (EDMONDO BERSELLI)

putin trump

DAGOREPORT - IL FATTO CHE PUTIN SIA RITORNATO A MOSCA CON L’ALLORO DEL VINCITORE, LA DICE LUNGA DI COME SIA ANDATO L’INCONTRO CON TRUMP. DEL RESTO, COME PUOI CONFRONTARTI CON GLI ESPERTI DIPLOMATICI RUSSI (SERGEI LAVROV E YURI USHAKOV), AFFIANCATO DA UN SEGRETARIO DI STATO COME MARCO RUBIO, NOTORIAMENTE A DIGIUNO DI GEOPOLITICA, E DA UN VENDITORE DI APPARTAMENTI COME STEVE WITKOFF? – PUTIN, SORNIONE, HA CERCATO DI CONVINCERE TRUMP DI TAGLIARE I LACCI E LACCIUOLI CON I LEADER EUROPEI - MISSIONE NON OSTICA VISTO I “VAFFA” ALLA UE, ULTIMO DEI QUALI LA GUERRA DEI DAZI - TRA VARI MOTIVI CHE MANTENGONO ACCESO UN INTERESSE DI TRUMP CON L’EUROPA, FA CAPOLINO L’EGO-SMANIA DI ESSERE INCORONATO, COME OBAMA, CON IL NOBEL DELLA PACE. ONORIFICENZA CHE VIENE PRESA A STOCCOLMA E NON A MAR-A-LAGO - E ADESSO COSA POTRÀ SUCCEDERE LUNEDÌ PROSSIMO NELLA SALA OVALE DOVE È ATTESO L’INCONTRO TRA TRUMP E ZELENSKY? LA PAURA CHE IL LEADER UCRAINO SI PRENDA UN’ALTRA DOSE DI SCHIAFFI E SBERLEFFI DAL TROMBONE A STELLE E STRISCE INCOLPANDOLO DI ESSERE IL RESPONSABILE DEL FALLIMENTO DELLA SUA TRATTATIVA CON MOSCA, HA SPINTO MACRON A CONVOCARE I ''VOLENTEROSI'' -OBIETTIVO: PREPARARE ZELENSKY AL SECONDO ROUND CON IL TEPPISTA DELLA CASA BIANCA...

giorgia meloni elly schlein

DAGOREPORT - COME DESTABILIZZARE IL NEMICO PIÙ INTIMO? SEGUITE IL METODO MELONI: AD OGNI INTRALCIO CHE SI INVENTA QUEL GUASTAFESTE DI SALVINI, LA MINACCIA DELLA DUCETTA È SEMPRE LA STESSA: ANDIAMO AL VOTO ANTICIPATO E VEDIAMO QUANTO VALE NELLE URNE ‘STO CARROCCIO - QUESTO RITORNELLO MELONIANO DI ANTICIPARE DI UN ANNO LE POLITICHE 2027, PERCHÉ NON LO FA SUO ANCHE ELLY SCHLEIN? ANZICHÉ STAR LÌ A PIAGNUCOLARE DI “SALARIO MINIMO”, DI “POLITICA INDUSTRIALE CHE NON C’È” E DI “CETO MEDIO IMPOVERITO”, SE L’ITALIA VA A PUTTANE, METTA L'ARMATA BRANCA-MELONI IN DIFFICOLTÀ: SI TOLGA L’ESKIMO DA GRUPPETTARA E LANCI LEI A GRAN VOCE UNA BELLA CAMPAGNA FATTA DI SLOGAN E FRASI AD EFFETTO PER CHIEDERE LO SFRATTO DEL GOVERNO, LANCEREBBE COSI' UN GUANTO DI SFIDA ALL’ARROGANZA DELLA DUCETTA, METTENDOLA IN DIFFICOLTÀ E NELLO STESSO TEMPO RIUSCIREBBE A TRASMETTERE AL POPOLO DISUNITO DELL’OPPOSIZIONE UN SENTIMENTO FORTE, AFFINCHE' IL SOGNO DI MANDARE A CASA GIORGIA MELONI POSSA DIVENTARE REALTÀ - SE OGGI, LA STORIA DEI NUOVI MOSTRI POLITICI SI FONDA SULL’IMMAGINARIO, COSA ASPETTA ELLY SCHLEIN A CAMBIARE MUSICA?

orazio schillaci marcello gemmato paolo bellavite ed eugenio serravalle

DAGOREPORT – I DUE NO-VAX NOMINATI NEL COMITATO TECNICO SUI VACCINI SPACCANO FRATELLI D'ITALIA: MONTA IL PRESSING PER FAR DIMETTERE EUGENIO SERRAVALLE E PAOLO BELLAVITE DALL’ORGANISMO – IN MOLTI RITENGONO CHE IL RESPONSABILE POLITICO DELL’IMPROVVIDA DECISIONE SIA MARCELLO GEMMATO, FARMACISTA E POTENTE SOTTOSEGRETARIO ALLA SALUTE MELONIANO – IL MINISTRO ORAZIO SCHILLACI È FRUSTRATO DAI CONTINUI BLITZ POLITICI CHE LO PONGONO DI FRONTE A DECISIONI GIÀ PRESE: NON CONTA NULLA E TUTTI PRENDONO DECISIONI SULLA SUA TESTA. ORA SAREBBE INTENZIONATO A REVOCARE L’INTERO GRUPPO DI LAVORO SE I NO-VAX NON SLOGGIANO. ENTRO 48 ORE…

trump zelensky putin donald volodymyr vladimir

DAGOREPORT – ARMATI DI RIGHELLO, GLI SHERPA DI PUTIN E TRUMP SONO AL LAVORO PER TROVARE L’ACCORDO SULLA SPARTIZIONE DELL’UCRAINA: IL 15 AGOSTO IN ALASKA L’OBIETTIVO DEL TEPPISTA DELLA CASA BIANCA È CONVINCERE PUTIN AD “ACCONTENTARSI”, OLTRE DELLA CRIMEA, DEL DONBASS, RITIRANDOSI PERO' DALLE REGIONI UCRAINE OCCUPATE DALL'ESERCITO RUSSO: KHERSON E ZAPORIZHZHIA (CON LA SUA CENTRALE NUCLEARE) - TRUMP POTREBBE AGGIUNGERE LO STOP ALLE SANZIONI E CHISSÀ CHE ALTRO – PRIMA DI UN INCONTRO PUTIN- ZELENSKY, TRUMP PORTERA' I TERMINI DELLA PACE ALL'ATTENZIONE DEGLI ALLEATI EUROPEI DI KIEV - PER GARANTIRE L'EX COMICO CHE MOSCA NON SGARRERA', MACRON, MERZ E COMPAGNI PROPORRANNO L'INGRESSO DELL'UCRAINA NELL'UNIONE EUROPEA (CHE FA SEMPRE PARTE DELLA NATO) - PER L’ADESIONE UE SERVE L’OK DEI FILO-PUTINIANI ORBAN E FICO (CI PENSERÀ LO ZAR A CONVINCERLI) - UNA VOLTA FIRMATA, DOPO 6 MESI DEVONO ESSERE APERTE LE URNE IN UCRAINA - LA GAFFE: "VENERDI' VEDRO' PUTIN IN RUSSIA...": TRUMP SULLA VIA SENILE DI BIDEN? OPPURE....