giuseppe conte piovono soldi euro

RECOVERY DA RICOVERO - L'ITALIA SPENDE SOLO UN TERZO DEI FONDI UE CHE HA A DISPOSIZIONE: ALTRI AIUTI EUROPEI NON SAPREMO COME UTILIZZARLI E STIAMO SPRECANDO SETTIMANE SOLO A CAPIRE IN QUALI SETTORI IMPIEGARLI - MA IL PROBLEMA NON RIGUARDA SOLO I GIALLOROSSI: I DATI TREMENDI DELLA CORTE DEI CONTI UE PARLANO DI UN 30% DI FONDI UTILIZZATI DAL 2014 A OGGI. QUINDI INCLUSI RENZI, GENTILONI E CONTE-1. SERVIREBBE UNA RIVOLUZIONE BUROCRATICA (CIAO CORE)

 

Tobia De Stefano per “Libero quotidiano

 

C'è una notizia buona e poi ce n' è una cattiva, ma purtroppo alla fine il saldo è negativo.

giuseppe conte roberto gualtieri

Parliamo di soldi e di quella montagna di risorse che Bruxelles si appresta a trasferire agli Stati membri attraverso il Recovery Fund che per la sola Italia vale 209 miliardi, di cui 82 a fondo perduto e 127 di prestiti. Ecco, la buona notizia è che dopo mesi di impasse, il Consiglio Ue e il Parlamento europeo hanno trovato un accordo sul pacchetto economico che comprende sia il Bilancio 2021-2027 che il Recovery.

 

In buona sostanza, il Parlamento aveva chiesto di incrementare le risorse del bilancio di una quarantina di miliardi, mentre il Consiglio non aveva intenzione di spingersi oltre i 9 miliardi aggiuntivi. Il lungo lavoro di compromesso ha portato a un incremento di 16 miliardi che arriveranno principalmente dalle multe sulla concorrenza comminate alle multinazionali che non rispettano le norme europee.

 

marco zanni

Un successo? La maggioranza parla - neanche a dirlo - di un accordo al rialzo. «È una vittoria dell' Europarlamento - spiega la deputata Ue del Pd Patrizia Toia - in particolare per l' incremento dei fondi sull' Erasmus e sui programmi per la ricerca scientifica e per la sanità». Mentre per le opposizioni si tratta di un compromesso al ribasso. «Dopo lunghe settimane di trattative - spiega l' europarlamentare della Lega Marco Zanni - la montagna ha partorito un topolino. Il Parlamento si è impuntato su richieste utopiche che hanno contribuito a ritardare l' intesa, ottenendo ben poco rispetto alle richieste iniziali».

 

TEMPO PERSO

 Ma al di là della disputa politica a noi interessano i fatti. E i fatti dicono che per trovare l' intesa in un momento di profonda crisi economica provocata dalla pandemia, Parlamento e Consiglio hanno perso una decina di settimane. Tempo vitale per la sopravvivenza di imprese e cittadini. E che quest' intesa - di certo fondamentale - non rappresenta affatto l' ultimo scoglio da superare prima che i fondi di Next Generation EU, i famosi 209 del Recovery Fund, arrivino in Italia.

 

C' è da ottenere la ratifica dei 27 Parlamenti dell' Unione che non sarà certo una passeggiata. Basti ricordare che nel caso del fondo creato per il lavoro (Sure), ci sono voluti più di tre mesi per incassare il via libera dalle singole assemblee. Poi c' è da mettere in piedi un programma credibile per spenderli. E qui arriviamo alla brutta notizia di cui parlavamo all' inizio.

 

URSULA VON DER LEYEN

Da una parte, infatti, il piano che dovrebbe nascere dalla sintesi dei circa 600 progetti elaborati dai ministeri e consegnati al ministro Amendola (Affari europei) è inesistente. Dall' altro, ieri la Corte dei Conti Ue ci ha spiegato in numeri che siamo inaffidabili e che il nostro vero problema più che ottenerle è quello di riuscire a spendere le risorse che ci vengono messe a disposizione dall' Europa. Perché, dati alla mano, fino allo scorso anno non ci siamo riusciti.

 

IL CONFRONTO

Secondo le stime contenute nella relazione annuale, nel 2019 l' Italia ha sfruttato solo il 30,7% dei fondi (il 26% al Mezzogiorno contro il 32% del Centro-Nord), a fronte di una media Ue che sfiora il 40%. Siamo al penultimo posto, peggio di noi fa solo la Croazia. Una classifica dove spicca il 66% di spesa della Finlandia, il 61% dell' Irlanda e il 57% del Lussemburgo.

 

La Corte bacchetta quasi tutti gli Stati dell' Ue, «L' assorbimento dei Fondi strutturali e di investimento europei - si legge nella relazione - continua ad essere più lento del previsto: a fine 2019, penultimo anno dell' attuale dotazione finanziaria settennale, era stato erogato solo il 40% (184 miliardi sui 465 disponibili) dei finanziamenti Ue stabiliti per il periodo 2014-2020 e ciò ha contribuito all' ulteriore aumento degli impegni non ancora liquidati, che a fine 2019 hanno raggiunto i 298 miliardi di euro», ma il fatto che l' Italia, uno dei Paesi più bisognosi, figuri al penultimo posto la dice lunga sulla nostra inadeguatezza.

gentiloni renzi

 

Colpa di Conte e compagni? Almeno su questo punto è difficile non assolvere i giallorossi. Il 30,7% di assorbimento fa infatti riferimento al bilancio 2014-2020 (che peraltro era partito ampiamente in ritardo) e le percentuali di spesa degli ultimi sette anni sono praticamente sovrapponibili a quelle del ciclo precedente.

 

Evidentemente si tratta di un problema strutturale, che proprio per questo può essere risolto solo da un governo forte e da ministri competenti che abbiano la capacità di stilare programmi di spesa chiari e dettagliati e di togliere un po' di croste dai gangli vitali delle istituzioni. Da un governo diverso da quello attuale.

Ultimi Dagoreport

emanuele orsini romana liuzzo luiss sede

FLASH! – IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, EMANUELE ORSINI, HA COMINCIATO IL "RISANAMENTO" DELL’UNIVERSITÀ "LUISS GUIDO CARLI" ALLONTANANDO DALLA SEDE DELL’ATENEO ROMANO LO SPAZIO OCCUPATO DALLA "FONDAZIONE GUIDO CARLI" GUIDATA DALL’INTRAPRENDENTE ROMANA LIUZZO, A CUI VENIVA VERSATO ANCHE UN CONTRIBUTO DI 350 MILA EURO PER UN EVENTO ALL’ANNO (DAL 2017 AL 2024) - ORA, LE RESTA SOLO UNA STANZETTA NELLA SEDE LUISS DI VIALE ROMANIA CHE SCADRÀ A FINE ANNO – PRIMA DELLA LUISS, LA FONDAZIONE DELLA LIUZZO FU "SFRATTATA" DA UN PALAZZO DELLA BANCA D’ITALA NEL CENTRO DI ROMA...

rai giampaolo rossi gianmarco chiocci giorgia meloni bruno vespa scurti fazzolari

DAGOREPORT - RIUSCIRÀ GIAMPAOLO ROSSI A DIVENTARE IL CENTRO DI GRAVITÀ DELL’INDOMABILE BARACCONE RAI? - IL “FILOSOFO” DEL MELONISMO HA TENUTO DURO PER NON ESSERE FATTO FUORI DAL FUOCO AMICO DEL DUPLEX SERGIO-CHIOCCI. A “SALVARE” IL MITE ROSSI ARRIVÒ IL PRONTO SOCCORSO Di BRUNO VESPA, CON IL SUO CARICO DI MEZZO SECOLO DI VITA VISSUTA NEL FAR WEST DI MAMMA RAI - A RAFFORZARE LA SUA LEADERSHIP, INDEBOLENDO QUELLA DI CHIOCCI, È INTERVENUTA POI LA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI, “BRUCIANDO” IN PIAZZA IL DESIDERIO DI GIORGIA DI ARRUOLARLO COME PORTAVOCE - L’OPERAZIONE DI ROSSI DI ESSERE IL BARICENTRO IDEOLOGO E PUNTO DI RIFERIMENTO DI TELE-MELONI, SI STA SPOSTANDO SUI TALK-SHOW E L’INTRATTENIMENTO, A PARTIRE DALLA PROBABILE USCITA DI PAOLO DEL BROCCO, DA UNA DOZZINA DI ANNI ALLA GUIDA “AUTONOMA” DELLA CONSOCIATA RAI CINEMA, IN SCADENZA AD APRILE 2026 - IL NOME CHE SCALPITA PER ANDARLO A SOSTITUIRE, È UN AMICO FIDATO DI ROSSI, L’ATTUALE DIRETTORE DEL DAY-TIME, LO SCRITTORE-POETA-CANTANTE-SHOWMAN ANGELO MELLONE - MENTRE A RAI FICTION...

roberto vannacci matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - UNO SPETTRO SI AGGIRA MINACCIOSO PER L'ARMATA BRANCA-MELONI: ROBERTINO VANNACCI - L’EX GENERALE DELLA FOLGORE STA TERREMOTANDO NON SOLO LA LEGA (SE LA VANNACCIZZAZIONE CONTINUA, ZAIA ESCE DAL PARTITO) MA STA PREOCCUPANDO ANCHE FRATELLI D’ITALIA - IL RICHIAMO DEL GENERALISSIMO ALLA DECIMA MAS E ALLA PACCOTTIGLIA DEL VENTENNIO MUSSOLINIANO (“IO FASCISTA? NON MI OFFENDO”)  ABBAGLIA LO “ZOCCOLO FASCIO” DELLA FIAMMA, INGANNATO DA TRE ANNI DI POTERE MELONIANO IN CUI LE RADICI POST-MISSINE SONO STATE VIA VIA DEMOCRISTIANAMENTE “PETTINATE”, SE NON DEL TUTTO SOTTERRATE - IL PROGETTO CHE FRULLA NELLA MENTE DI VANNACCI HA COME TRAGUARDO LE POLITICHE DEL 2027, QUANDO IMPORRÀ A SALVINI I SUOI UOMINI IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. ALTRIMENTI, CARO MATTEO, SCENDO DAL CARROCCIO E DO VITA AL MIO PARTITO - INTANTO, SI È GIÀ APERTO UN ALTRO FRONTE DEL DUELLO TRA LEGA E FRATELLI D’ITALIA: LA PRESIDENZA DEL PIRELLONE…

berlusconi john elkann

FLASH! – “AHI, SERVA ITALIA, DI DOLORE OSTELLO...”: DA QUALE FANTASTICA IPOCRISIA SPUNTA LA FRASE “MESSA IN PROVA” PER LIQUIDARE IL PATTEGGIAMENTO DI JOHN ELKANN, CONDANNATO A 10 MESI DI LAVORO DAI SALESIANI? - QUANDO TOCCÒ AL REIETTO SILVIO BERLUSCONI DI PATTEGGIARE CON LA GIUSTIZIA, CONDANNATO A UN ANNO DI LAVORO PRESSO UN OSPIZIO DI COLOGNO MONZESE, A NESSUNO VENNE IN MENTE DI TIRARE FUORI LA FRASE “MESSA IN PROVA”, MA TUTTI TRANQUILLAMENTE SCRISSERO: “SERVIZI SOCIALI”…

bomba doha qatar trump netanyahu epstein ghislaine maxwell

DAGOREPORT - COME MAI DONALD TRUMP,  PRESIDENTE DELLA PIÙ GRANDE POTENZA PLANETARIA, NON È NELLE CONDIZIONI DI COMANDARE SUL PREMIER ISRAELIANO BENJAMIN NETANYAHU? - COME E' RIUSCITO "BIBI" A COSTRINGERE L’IDIOTA DELLA CASA BIANCA A NEGARE PUBBLICAMENTE DI ESSERE STATO PREAVVISATO DA GERUSALEMME DELL'ATTACCO CONTRO ALTI ESPONENTI DI HAMAS RIUNITI A DOHA? - DATO CHE IL QATAR OSPITA LA PIÙ GRANDE BASE AMERICANA DEL MEDIO ORIENTE, COME MAI LE BOMBE SGANCIATE VIA DRONI SUI VERTICI DI HAMAS RIUNITI A DOHA SONO RIUSCITE A PENETRARE IL SISTEMA ANTIMISSILISTICO IRON DOME ('CUPOLA DI FERRO') DI CUI È BEN DOTATA LA BASE AMERICANA? - TRUMP ERA STATO OVVIAMENTE AVVISATO DELL’ATTACCO MA, PUR CONTRARIO A UN BOMBARDAMENTO IN CASA DI UN ALLEATO, TUTTO QUELLO CHE HA POTUTO FARE È STATO DI SPIFFERARLO ALL’EMIRO DEL QATAR, TAMIN AL-THANI - SECONDO UNA TEORIA COMPLOTTISTICA, SOSTENUTA ANCHE DAL MOVIMENTO MAGA, NETANYAHU AVREBBE IN CASSAFORTE UN RICCO DOSSIER RICATTATORIO SUI SOLLAZZI SESSUALI DI TRUMP, FORNITO ALL’EPOCA DA UN AGENTE DEL MOSSAD ''SOTTO COPERTURA'' IN USA, TALE JEFFREY EPSTEIN...