UNA MANOVRA CI SALVERÀ? - RENZI E PADOAN SFIDANO BRUXELLES CON UNA LEGGE DI STABILITÀ ESPANSIVA DA 36 MILIARDI DI EURO: LOTTA ALL’EVASIONE PER 3,8 MLD, SGRAVI A FAMIGLIE E PARTITE IVA E RESTA IL BONUS DEGLI 80 EURO

Lorenzo Salvia e Mario Sensini per “il Corriere della Sera

 

matteo renzi pier carlo padoanmatteo renzi pier carlo padoan

La manovra di bilancio per il 2015 sale a 36 miliardi di euro, con 18 miliardi di tasse in meno, una riduzione della spesa pubblica di 15 miliardi e una clausola di salvaguardia per l’eventuale correzione del deficit pubblico di 3,4 miliardi di euro, ovvero quello 0,25% del prodotto interno lordo che ci chiede la Ue, e che il governo proverà ad evitare fino all’ultimo. L’impostazione generale non cambia ed anzi, l’aumento della dimensione della manovra, ne accentua le caratteristiche espansive.

 

matteo renzi pier carlo padoanmatteo renzi pier carlo padoan

Sono confermati il bonus di 80 euro ai lavoratori dipendenti (9,5 miliardi), cui si aggiungono 500 milioni per le famiglie numerose, la possibilità di avere il Tfr maturando in busta paga (la garanzia statale alle banche costa 100 milioni), l’eliminazione della componente lavoro dall’Irap (5 miliardi), gli incentivi alle assunzioni a tempo indeterminato (1,9 miliardi), la riforma degli ammortizzatori sociali (1,5), l’allentamento del Patto di Stabilità per i Comuni (un miliardo), ma nella manovra entra anche un nuovo regime di favore per le piccole partite Iva, con sgravi per 800 milioni.

matteo renzi pier carlo padoanmatteo renzi pier carlo padoan

 

BONUS PER L’EDILIZIA

Il bonus da 80 euro per i lavoratori dipendenti al di sotto dei 26 mila euro lordi l’anno viene confermato ma cambia forma: sarà una detrazione vera e propria e quindi uno sgravio fiscale e non una spesa come figura oggi in bilancio, con un conseguente alleggerimento della pressione fiscale. Non c’è il meccanismo del quoziente familiare che avrebbe alzato la soglia di reddito per le famiglie numerose e con un solo stipendio.

 

L’intervento sarebbe costato troppo, in compenso viene creato un fondo da 500 milioni di euro per le famiglie, che sarà utilizzato per un sostegno per i nuovi nati fino al terzo anno di età e l’esenzione del ticket per le famiglie con figli. Confermato anche il meccanismo dell’anticipo in busta paga del Tfr, il trattamento di fine rapporto. Su base volontaria, sarà possibile chiedere fino al 100% della somma maturata nel corso dell’anno. Prorogati di un anno i bonus fiscali del 65 e del 50% per gli adeguamenti energetici e sismici e per le ristrutturazioni edilizie. Sulla scuola viene confermato lo stanziamento di un miliardo di euro per l’assunzione degli insegnanti precari.

TASSETASSE

 

PREMI PER LE ASSUNZIONI

La componente costo del lavoro diventa totalmente detraibile dall’Irap, l’imposta sulle attività produttive. Si tratta di un taglio da 6,5 miliardi di euro (anche se l’effetto sul bilancio sarà di 5 miliardi) che avvantaggerà soprattutto le grandi imprese, lasciando fuori quelle senza dipendenti, il 70% del totale. La novità vera riguarda le partite Iva: pagherà tasse a forfait chi guadagna meno di 15 mila euro lordi l’anno a prescindere dall’età.

 

In sostanza viene esteso il cosiddetto regime dei minimi, con 800 milioni di euro a beneficio di 900 mila persone. Per azzerare i contributi alle aziende che assumeranno con il nuovo contratto a tutele crescenti, cioè a tempo indeterminato ma senza articolo 18, il governo mette sul piatto 1,9 miliardi di euro. Mentre un altro miliardo e mezzo viene stanziato per gli ammortizzatori sociali.

 

PARTITE 
IVA 
PARTITE IVA

Le risorse deriveranno intanto da uno slittamento del deficit pubblico dal 2,2% del pil, cui sarebbe sceso naturalmente, al 2,9%, un’operazione che vale 11 miliardi di euro, ma soprattutto dai tagli di spesa, che secondo il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, valgono 15 miliardi nel 2015. La maggior parte dei risparmi sarà a carico delle amministrazioni centrali dello Stato (6,1 miliardi), e realizzata attraverso la centralizzazione degli acquisti, mentre le Regioni contribuiranno con 4 miliardi (di cui una parte deriveranno dalla sanità), i Comuni con 1,2 miliardi e le province con 1 miliardo.

 

Altri 3,8 miliardi saranno recuperati dall’evasione fiscale. Un miliardo scaturirà da una stretta sugli«split payments», cioè i versamenti Iva nell’ambito degli acquisti della pubblica amministrazione, quasi altrettanto dall’applicazione del reverse charge Iva ad alcuni servizi alle imprese, come pulizia, mensa e manutenzione.

 

NO A TAGLIO DETRAZIONI

DISOCCUPAZIONE GIOVANILE DISOCCUPAZIONE GIOVANILE

La stretta fiscale riguarderà anche le ristrutturazioni immobiliari, ma non a carico dei cittadini. Dovrebbe infatti aumentare la ritenuta d’acconto trattenuta dalle banche al momento del pagamento della fattura alle imprese (era al 10% poi fu ridotta al 4% e dovrebbe tornare all’8%).

 

Altri 700 milioni arriveranno dal rafforzamento degli strumenti dell’Agenzia delle Entrate per spingere i contribuenti alla compliance prima della fase dell’accertamento: ci dovrebbe essere un’estensione del ravvedimento operoso e la possibilità di integrare più agevolmente le dichiarazioni.

 

Sempre sul fronte delle maggiori entrate la manovra annovera altri 3,6 miliardi, che includono i 2,4 derivanti dall’aumento dell’aliquota sulle rendite finanziarie già decisa l’anno scorso e servita anche a coprire il bonus di 80 euro per quest’anno.

 

licenziamentolicenziamento

Tra le nuove misure spunta un aggravio delle imposte per le fondazioni di origine bancaria per 450 milioni di euro, e un aumento del prelievo sui rendimenti dei fondi pensione per una cifra analoga, cui si aggiungono 300 milioni che derivano dall’aumento dell’aliquota sulla rivalutazione del Tfr. Con la manovra saranno coperti anche 6,9 miliardi di spese «a politiche invariate», tra queste, oltre alle missioni di pace e al 5 per mille, ci sono i 3 miliardi che dovevano arrivare dal taglio delle detrazioni e che saranno coperti in altro modo.

 

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni alberto stefani luca zaia matteo salvini sondaggio

DAGOREPORT – VENETO DI PASSIONI PER IL CENTRODESTRA: LA VITTORIA DI ALBERTO STEFANI È SCONTATA, MA A CONTARE DAVVERO SARANNO I NUMERI! SECONDO IL SONDAGGIO DI PAGNONCELLI, IL GIOVANE LEGHISTA CON CIUFFO GIAMBRUNESCO È AL 62,8%, CONTRO UN MISERO 26,9% DEL CANDIDATO DI SINISTRA, GIOVANNI MANILDO. UN OTTIMO RISULTATO, MA SOLO SE NON SI RICORDA COSA AVVENNE CINQUE ANNI FA: ZAIA VINSE CON IL 76,79% DEI VOTI, E BASTÒ LA SUA LISTA, INSIEME A QUELLA DELLA LEGA, PER OTTENERE IL 61,5%. OGGI CI VUOLE TUTTO IL CENTRODESTRA UNITO PER RAGGIUNGERE LA STESSA CIFRA – LO SPETTRO DEL SORPASSO DI FDI SUL CARROCCIO: SE LE TRUPPE MELONIANE OTTENESSERO PIÙ VOTI, CHE FINE FAREBBE LA GIÀ FRAGILE LEADERSHIP DI SALVINI?

giorgia meloni matteo salvini antonio tajani giancarlo giorgetti

DAGOREPORT - COME MAI LADY GIORGIA INFLIGGE ALLA “NAZIONE”, IN VISTA DEL 2026, UNA FINANZIARIA COSÌ MICRAGNOSA, CORRENDO IL RISCHIO DI PERDERE CONSENSI? - UNA MISERIA DI 18 MILIARDI CHE, AL DI LÀ DELL’OPPOSIZIONE, STA FACENDO SPUNTARE LE CORNA DEL TORO AGLI ALLEATI SALVINI E TAJANI, MENTRE RUMOREGGIANO I VAFFA DI CONFINDUSTRIA E DEI MINISTRI COSTRETTI AD USARE L’ACCETTA AL BILANCIO DEI LORO DICASTERI (TAGLIO DI 89 MILIONI ALLA DISASTRATA SANITÀ!) – LA DUCETTA HA UN OTTIMO MOTIVO PER LA MANOVRA MIGNON: FINENDO SOTTO IL 3% DEL PIL, IL GOVERNO ALLA FIAMMA USCIRÀ CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER CONFEZIONARE NEL 2026 UNA FINANZIARIA RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON I TEMPI DELLE POLITICHE DEL 2027 - E GLI ITALIANI NELLA CABINA ELETTORALE POTRANNO COSÌ RICOMPENSARE LA BONTÀ DELLA REGINA GIORGIA…

shooting calendario pirelli 2026

A PRAGA SI SVAGA! – UNA PARATA DI STELLE STA PER INVADERE LA CITTÀ DI FRANZ KAFKA: PER LA PRESENTAZIONE DEL CALENDARIO PIRELLI 2026 VENERDÌ 14, ALLA MUNICIPAL HOUSE, SONO ATTESI 500 ILLUSTRI OSPITI ACCOLTI DA MARCO TRONCHETTI PROVERA CHE AVRÀ AL SUO FIANCO TANTO BEL MONDO: DA TILDA SWINTON A GWENDOLINE CHRISTIE, GUERRIERA NEL ‘’TRONO DI SPADE’’, DALLE MODELLE IRINA SHAYK ED EVA HERZIGOVA, DALLA STILISTA SUSIE CAVE ALLA TENNISTA VENUS WILLIAMS, DA LUISA RANIERI A FAVINO – NON MANCHERÀ CHIARA FERRAGNI ALLACCIATA ALL’EREDE GIOVANNI TRONCHETTI PROVERA…

sigfrido ranucci giovambattista fazzolari

DAGOREPORT - UCCI UCCI, TUTTO SUL CASO RANUCCI: DAI PRESUNTI CONTATTI DI SIGFRIDO CON I SERVIZI SEGRETI PER L'INCHIESTA DI "REPORT" SUL PADRE DI GIORGIA MELONI AL PEDINAMENTO DI SIGFRIDO, CHE COINVOLGEREBBE FAZZOLARI, IL BRACCIO DESTRO (E TESO) DI LADY GIORGIA – RANUCCI, OSPITE IERI SERA DI BIANCA BERLINGUER, HA PRECISATO, MA CON SCARSA CHIAREZZA, COSA E' ACCADUTO NELLE DUE VICENDE: “NON SONO STATO SPIATO DA FAZZOLARI. SO CHE È STATO ATTIVATO UN MECCANISMO PER CAPIRE CHI FOSSE IL NOSTRO INFORMATORE. SI TEMEVA FOSSE QUALCUNO DEI SERVIZI, MA NON È ACCADUTO” - SULL'ALTRA VICENDA DEL PEDINAMENTO: "NON SO SE SONO STATO SEGUITO MATERIALMENTE" – RIGUARDO L'ATTENTATO: "NON HO MAI PENSATO CHE DIETRO CI FOSSE UNA MANO POLITICA" - DAGOSPIA CERCA DI FAR LUCE SUI FATTI E I FATTACCI... - VIDEO

giorgia meloni marina berlusconi antonio tajani

DAGOREPORT – IL DESIDERIO DI FARSI INCORONARE REGINA D'ITALIA, PER IL MOMENTO, LA MELONA LO DEVE RIPORRE NEL CASSETTO DEI SOGNI - L’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, BOCCIATA DA TUTTI I PARTITI CHE NON INTENDONO FINIRE CANNIBALIZZATI DALLA MELONI, STA MANDANDO IN PEZZI FORZA ITALIA - TAJANI FA IL POSSIBILISTA E GLI AZZURRI ESPLODONO. LASCIAMO POI PERDERE LA FAMIGLIA DI ARCORE CHE VEDREBBE SPARIRE IL NOME BERLUSCONI DAL SIMBOLO DEL PARTITO - A MILANO SI VOCIFERA DI UN TERRIBILE SCAZZO AL CALOR BIANCO TRA UN TAJANI IN MODALITA' RIBELLE E CRISTINA ROSSELLO, VICINISSIMA A MARINA - L'IDEONA DI FARSI INCORONARE "SUA MAESTA' GIORGIA I" FA STORCERE IL NASO ANCHE AI VARI POTENTATI SOTTERRANEI DEI FRATELLINI D’ITALIA (LOLLOBRIGIDA-LA RUSSA-RAMPELLI)...

zaia stefani salvini meloni fico schlein de luca

DAGOREPORT – L'ESITO DELLE REGIONALI IN VENETO, CAMPANIA E PUGLIA E' GIA’ SCRITTO MA SARA' IMPORTANTISSIMO PER “PESARE” OGNI PARTITO IN VISTA DELLE STRATEGIE PER LE POLITICHE DEL 2027 – I VOTI DELLE VARIE LISTE POTREBBERO CAMBIARE GLI EQUILIBRI INTERNI ALLE COALIZIONI: SE IN CAMPANIA E PUGLIA LE LISTE DI DECARO E DI DE LUCA FARANNO IL BOTTO, PER L'EX ROTTAMATRICE DI ''CACICCHI'' ELLY SCHLEIN SAREBBE UNO SMACCO CHE GALVANIZZEREBBE LA FRONDA RIFORMISTA DEL PD - ANCHE PER CONTE, UN FLOP DEL SUO CANDIDATO ALLA REGIONE CAMPANIA, ROBERTO FICO, SCATENEREBBE LA GUERRIGLIA DEI GRILLINI CHE DETESTANO L'ALLEANZA COL PD - LADY GIORGIA TIENE D’OCCHIO LA LEGA: SE PRECIPITA NEI CONSENSI IN VENETO, DOVE E' STATA FATTA FUORI LA LISTA ZAIA, PROVEREBBE A SOSTITUIRE IL MALCONCIO CARROCCIO CON AZIONE DI CARLETTO CALENDA...