david sassoli beppe grillo

RINNEGARE IL MES PER PUNTARE AL COLLE - SASSOLI ED ENRICO LETTA SCARICANO IL FONDO SALVA-STATI: VISTO CHE È DIVENTATO KRYPTONITE POLITICA TANTO VALE TRASFERIRE I FONDI ALLA COMMISSIONE. IL PRESIDENTE DEL PARLAMENTO UE CHIEDE ANCHE LA CANCELLAZIONE DEL DEBITO CREATO DURANTE LA PANDEMIA - CHI VUOLE ESSERE ''QUIRINABILE'' NON PUÒ CHE INIZIARE A FARSI AMICI I GRILLINI (300 PARLAMENTARI!) SPOSANDO QUALCUNA DELLE LORO BATTAGLIE…

 

1. VI SPIEGO COME NASCE LA CAPRIOLA DI SASSOLI SUL MES

Giuseppe Liturri per www.startmag.it

 

In politica, come più in generale nella vita, è ovviamente possibile cambiare opinione. Con un’unica avvertenza: almeno salvare le apparenze provando a chiedere scusa se, fino ad un attimo prima, si è sostenuto esattamente il contrario.

DAVID SASSOLI OSPITA BEPPE GRILLO AL PARLAMENTO UE 1

Ma pare che né il presidente del Parlamento Europeo David Sassoli, né l’ex presidente del Consiglio Enrico Letta, abbiano questa sensibilità.

 

Oggi il primo ha dichiarato, in un’intervista a Repubblica, che il Mes è “ormai è anacronistico” e che “l’Europa deve cancellare i debiti per Covid”. Ha poi aggiunto che “il Mes è da riformare. Lasciare nel congelatore 400 miliardi sarebbe intollerabile. Va creato un Tesoro a livello europeo, i bond del Recovery devono diventare un modello definitivo”. E ancora: “Oggi quale paese con il Recovery, l’allentamento del Patto, Sure ed Eurobond si avvarrà del Mes? Nessuno“. Quindi, “per rendere utile il Mes serve discontinuità: è necessario riformarlo e renderlo uno strumento comunitario, non più intergovernativo”.

Il secondo ha invece commentato su Twitter che “Fondi Mes sanità si sarebbero potuti usare a mio avviso. Ma Stati e opinioni pubbliche non si fidano. Prenderne atto e riformare radicalmente il tutto, trasferendo quei 400 miliardi alla Commissione che li può usare bene contro la recessione”.

 

A Letta facciamo subito rilevare che non è una questione di “fiducia”. Non siamo al banco della frutta e non stiamo dubitando della maturazione dei pomodori. Qui si tratta di uno strumento che ha ben determinati vincoli giuridici, non cancellabili con una pacca sulla spalla di Gentiloni o Dombrovskis, finalizzata ad assicurare che andrà tutto bene. Sarebbe l’ora di smetterla di considerarci dei creduloni.

enrico letta

Sassoli è invece lo stesso che da marzo ad oggi ha fatto almeno una decina di dichiarazioni pubbliche a favore del Mes, anche con toni piuttosto ultimativi.

 

 

Lo ricordiamo il 13 aprile a “Che tempo che fa” sfoderare tutta la sua sicumera affermando che “stare a discutere sul Salvastati è inutile, non c’è più, è sospeso”. Il 6 giugno si esibiva sul quotidiano Avvenire dichiarando che “il Mes mette a disposizione fino a 37 miliardi, un’enormità per il sistema sanitario italiano, allo 0,1% di interessi e con scadenze di minimo dieci anni. Non ci sono condizioni capestro o Troika. Sono meravigliato di un dibattito che è solo italiano”. Ancora il 25 luglio, presentava il Mes come “un’opportunità insuperabile”. E potremmo proseguire a lungo.

 

DAVID SASSOLI URSULA VON DER LEYEN

Cos’è accaduto a Sassoli? Ha improvvisamente studiato qualche documento? Attività che lo avrebbe portato, come facciamo noi da mesi, a concludere che il Mes è uno strumento impraticabile? Difficile, direi quasi impossibile.

 

È molto più prosaicamente accaduto che mercoledì 11, un sancta sanctorum della religione europeista, come il think tank Jacques Delors di Berlino, ha pubblicato un paper ad opera del vice direttore il giurista Lucas Guttenberg, che prende atto dell’”impraticabilità politica” del Mes così com’è ora, suggerisce di mettere da parte la proposta di riforma tuttora in discussione e propone di reinventarlo del tutto all’interno del perimetro legale della Ue.

 

Insomma un ordine di riposizionamento – del quale non è difficile individuare la matrice politica risalendo fino a Parigi – a cui Sassoli ha docilmente e, quasi alla lettera, obbedito.

Ancora più imbarazzante l’uscita sulla cancellazione del debito. Sassoli non è un quisque de populo e non può non sapere che gli attuali acquisti di titoli di Stato da parte della Bce sono eseguiti sotto una serie di condizioni che li rendono compatibili, salvo incursioni della Corte tedesca di Karlsruhe, con l’articolo 123 del TFUE. Quindi se proprio ci tiene – e noi qui siamo da tempo a favore della detenzione in perpetuo sui libri della Bce dei titoli acquistati sin dal 2015 -cerchi di convincere prima la Signora Lagarde che, sul punto è stata estremamente chiara, e poi ritorni munito di argomenti più solidi.

 

christine lagarde

 

 

PROPOSTA «SOVRANISTA» DI SASSOLI: ABOLIAMO IL DEBITO

Gian Maria De Francesco per “il Giornale

 

«Ci sono disperazione e miseria, iniziano ad aprirsi crepe sociali: dobbiamo avviare una grande riforma per dare più governo e più sovranità all' Unione». Così David Sassoli, presidente del Parlamento europeo, in una intervista a Repubblica ha proposto la cancellazione dei debiti accumulati dai governi per rispondere al Covid. L' esponente del Pd ha inoltre auspicato l' emissione di Eurobond in maniera permanente e un nuovo Mes gestito direttamente dalle istituzioni europee e riforma dei trattati per eliminare il diritto di veto nell' Ue.

 

stefano fassina foto di bacco

La proposta ha avuto un' ottima accoglienza in Italia, soprattutto da parte di Leu. «L' idea di cancellare i debiti contratti per contrastare la diffusione del Covid-19 e la revisione del Mes sono due punti fondamentali per la tenuta delle democrazie europee», ha commentato il portavoce di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni. «Proposte lungimiranti», gli ha fatto eco l' ex segretario Pd, Maurizio Martina. «Finalmente», ha chiosato l' ex viceministro dell' Economia, Stefano Fassina (Leu) sostenendo la necessità di «trasformare in titoli perpetui il debito pubblico acquistato dalle banche centrali nazionali durante la pandemia su input Bce».

 

Analogo entusiasmo da parte della sinistra non si era però registrato nel maggio 2018 quando Lega e M5s fecero filtrare una prima bozza del contratto di governo che avrebbe portato alla formazione del primo esecutivo Conte. Quel testo proponeva la cancellazione di 250 miliardi di debito pubblico italiano acquistati dalla Bce con il quantitative easing per dare respiro alle casse dello Stato. Un' ipotesi che si sarebbe dovuto accompagnare con un acquisto forzoso da parte degli italiani di un fondo costituito da immobili pubblici.

 

CARLO CALENDA

Insomma, a seconda delle stagioni, la medesima proposta può essere geniale o pessima. Certo, l' idea di Salvini e Di Maio, concentrata solo sul debito italiano, avrebbe creato problemi di credibilità al Paese sui mercati internazionali oltre a confliggere con lo statuto della Bce. Ma anche la proposta Sassoli non è molto migliore. Come ha spiegato Carlo Calenda, «l' Europa non è un' entità astratta: se cancella i debiti deve metterci dei soldi e i soldi derivano dal bilancio e il bilancio lo sostengono gli Stati».

 

Ultimi Dagoreport

emanuele orsini romana liuzzo luiss sede

FLASH! – IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, EMANUELE ORSINI, HA COMINCIATO IL "RISANAMENTO" DELL’UNIVERSITÀ "LUISS GUIDO CARLI" ALLONTANANDO DALLA SEDE DELL’ATENEO ROMANO LO SPAZIO OCCUPATO DALLA "FONDAZIONE GUIDO CARLI" GUIDATA DALL’INTRAPRENDENTE ROMANA LIUZZO, A CUI VENIVA VERSATO ANCHE UN CONTRIBUTO DI 350 MILA EURO PER UN EVENTO ALL’ANNO (DAL 2017 AL 2024) - ORA, LE RESTA SOLO UNA STANZETTA NELLA SEDE LUISS DI VIALE ROMANIA CHE SCADRÀ A FINE ANNO – PRIMA DELLA LUISS, LA FONDAZIONE DELLA LIUZZO FU "SFRATTATA" DA UN PALAZZO DELLA BANCA D’ITALA NEL CENTRO DI ROMA...

rai giampaolo rossi gianmarco chiocci giorgia meloni bruno vespa scurti fazzolari

DAGOREPORT - RIUSCIRÀ GIAMPAOLO ROSSI A DIVENTARE IL CENTRO DI GRAVITÀ DELL’INDOMABILE BARACCONE RAI? - IL “FILOSOFO” DEL MELONISMO HA TENUTO DURO PER NON ESSERE FATTO FUORI DAL FUOCO AMICO DEL DUPLEX SERGIO-CHIOCCI. A “SALVARE” IL MITE ROSSI ARRIVÒ IL PRONTO SOCCORSO Di BRUNO VESPA, CON IL SUO CARICO DI MEZZO SECOLO DI VITA VISSUTA NEL FAR WEST DI MAMMA RAI - A RAFFORZARE LA SUA LEADERSHIP, INDEBOLENDO QUELLA DI CHIOCCI, È INTERVENUTA POI LA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI, “BRUCIANDO” IN PIAZZA IL DESIDERIO DI GIORGIA DI ARRUOLARLO COME PORTAVOCE - L’OPERAZIONE DI ROSSI DI ESSERE IL BARICENTRO IDEOLOGO E PUNTO DI RIFERIMENTO DI TELE-MELONI, SI STA SPOSTANDO SUI TALK-SHOW E L’INTRATTENIMENTO, A PARTIRE DALLA PROBABILE USCITA DI PAOLO DEL BROCCO, DA UNA DOZZINA DI ANNI ALLA GUIDA “AUTONOMA” DELLA CONSOCIATA RAI CINEMA, IN SCADENZA AD APRILE 2026 - IL NOME CHE SCALPITA PER ANDARLO A SOSTITUIRE, È UN AMICO FIDATO DI ROSSI, L’ATTUALE DIRETTORE DEL DAY-TIME, LO SCRITTORE-POETA-CANTANTE-SHOWMAN ANGELO MELLONE - MENTRE A RAI FICTION...

roberto vannacci matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - UNO SPETTRO SI AGGIRA MINACCIOSO PER L'ARMATA BRANCA-MELONI: ROBERTINO VANNACCI - L’EX GENERALE DELLA FOLGORE STA TERREMOTANDO NON SOLO LA LEGA (SE LA VANNACCIZZAZIONE CONTINUA, ZAIA ESCE DAL PARTITO) MA STA PREOCCUPANDO ANCHE FRATELLI D’ITALIA - IL RICHIAMO DEL GENERALISSIMO ALLA DECIMA MAS E ALLA PACCOTTIGLIA DEL VENTENNIO MUSSOLINIANO (“IO FASCISTA? NON MI OFFENDO”)  ABBAGLIA LO “ZOCCOLO FASCIO” DELLA FIAMMA, INGANNATO DA TRE ANNI DI POTERE MELONIANO IN CUI LE RADICI POST-MISSINE SONO STATE VIA VIA DEMOCRISTIANAMENTE “PETTINATE”, SE NON DEL TUTTO SOTTERRATE - IL PROGETTO CHE FRULLA NELLA MENTE DI VANNACCI HA COME TRAGUARDO LE POLITICHE DEL 2027, QUANDO IMPORRÀ A SALVINI I SUOI UOMINI IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. ALTRIMENTI, CARO MATTEO, SCENDO DAL CARROCCIO E DO VITA AL MIO PARTITO - INTANTO, SI È GIÀ APERTO UN ALTRO FRONTE DEL DUELLO TRA LEGA E FRATELLI D’ITALIA: LA PRESIDENZA DEL PIRELLONE…

berlusconi john elkann

FLASH! – “AHI, SERVA ITALIA, DI DOLORE OSTELLO...”: DA QUALE FANTASTICA IPOCRISIA SPUNTA LA FRASE “MESSA IN PROVA” PER LIQUIDARE IL PATTEGGIAMENTO DI JOHN ELKANN, CONDANNATO A 10 MESI DI LAVORO DAI SALESIANI? - QUANDO TOCCÒ AL REIETTO SILVIO BERLUSCONI DI PATTEGGIARE CON LA GIUSTIZIA, CONDANNATO A UN ANNO DI LAVORO PRESSO UN OSPIZIO DI COLOGNO MONZESE, A NESSUNO VENNE IN MENTE DI TIRARE FUORI LA FRASE “MESSA IN PROVA”, MA TUTTI TRANQUILLAMENTE SCRISSERO: “SERVIZI SOCIALI”…

bomba doha qatar trump netanyahu epstein ghislaine maxwell

DAGOREPORT - COME MAI DONALD TRUMP,  PRESIDENTE DELLA PIÙ GRANDE POTENZA PLANETARIA, NON È NELLE CONDIZIONI DI COMANDARE SUL PREMIER ISRAELIANO BENJAMIN NETANYAHU? - COME E' RIUSCITO "BIBI" A COSTRINGERE L’IDIOTA DELLA CASA BIANCA A NEGARE PUBBLICAMENTE DI ESSERE STATO PREAVVISATO DA GERUSALEMME DELL'ATTACCO CONTRO ALTI ESPONENTI DI HAMAS RIUNITI A DOHA? - DATO CHE IL QATAR OSPITA LA PIÙ GRANDE BASE AMERICANA DEL MEDIO ORIENTE, COME MAI LE BOMBE SGANCIATE VIA DRONI SUI VERTICI DI HAMAS RIUNITI A DOHA SONO RIUSCITE A PENETRARE IL SISTEMA ANTIMISSILISTICO IRON DOME ('CUPOLA DI FERRO') DI CUI È BEN DOTATA LA BASE AMERICANA? - TRUMP ERA STATO OVVIAMENTE AVVISATO DELL’ATTACCO MA, PUR CONTRARIO A UN BOMBARDAMENTO IN CASA DI UN ALLEATO, TUTTO QUELLO CHE HA POTUTO FARE È STATO DI SPIFFERARLO ALL’EMIRO DEL QATAR, TAMIN AL-THANI - SECONDO UNA TEORIA COMPLOTTISTICA, SOSTENUTA ANCHE DAL MOVIMENTO MAGA, NETANYAHU AVREBBE IN CASSAFORTE UN RICCO DOSSIER RICATTATORIO SUI SOLLAZZI SESSUALI DI TRUMP, FORNITO ALL’EPOCA DA UN AGENTE DEL MOSSAD ''SOTTO COPERTURA'' IN USA, TALE JEFFREY EPSTEIN...