ARRIBA ALIERTA! (E ANCHE TELECOM , CON TIM BRASIL, E’ ANDATA) - RIUNIONI “SEGRETE” A ROMA, TELEFONICA E’ GIA’ PADRONA A CASA NOSTRA

Massimo Sideri per il "Corriere della Sera"

Forse è presto per ribattezzarla da subito «Telecom España». Ma per essere una società in cui Telefonica non dovrebbe ancora mettere piede nemmeno in termini di governance Telecom Italia sta seguendo il suo corso intensivo di spagnolo con un impegno encomiabile. Le «lezioni» per la prima linea dei manager come i capi dell'Information technology, della Rete e degli Acquisti si sono già tenute in ripetuti incontri segreti sia a Roma che a Madrid.

Ad orchestrarli Julio Linares, evidentemente sempre uomo di fiducia di Cesar Alierta nonostante, durante il 2012, un confronto teso si concluse con la fine del suo incarico come Chief operating officer. Eppure Linares fino ad aprile e maggio (rispettivamente le due scadenze naturali del cda di Telecom e di Telefonica) è sempre un uomo che siede nei board delle due società e dunque si può muovere con una certa fluidità.

D'altra parte l'amministratore delegato del gruppo italiano, Marco Patuano, ha già dato il suo beneplacito all'operazione di spagnolizzazione di Telecom parlando con tutti i suoi diretti riporti, a parte coloro che all'interno dell'azienda sono considerati ancora uomini di Bernabè, l'ex presidente esecutivo che fino alle sue dimissioni arrivate poche settimane fa era l'uomo forte anche in termini di deleghe.

Lo stesso Patuano ieri ha incontrato a Roma Alierta con il quale aveva già condiviso il piano che verrà presentato il 7 novembre. È vero che i due manager siedono nello stesso consiglio di amministrazione e, dunque, il fatto che si parlino potrebbe apparire ininfluente. Ma allo stesso tempo potrebbero apparire irrituali incontri fuori dai contesti ufficiali dei board visto che sulla base degli accordi presi in fase di aumento di capitale la governance, per ora, resta ai soci italiani.

Il risultato più eclatante dell'influenza dei conquistadores, almeno in termini storici, è la morte in culla del piano di scorporo della rete, inviso a Telefonica. Si procederà con il modello della cosidetta equivalence of inputs . Ma sarà solo «fumus». Di quello scorporo votato dal consiglio di amministrazione di Telecom nel 30 maggio del 2013 - oggi sarebbero 5 mesi esatti - ormai non se ne discuterà più. Peraltro era stato voluto fortemente dallo stesso Patuano.

Per inciso, il progetto era stato depositato anche presso l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni guidata da Angelo Cardani con cui era iniziato un confronto sugli aspetti regolatori che, peraltro, hanno lasciato in stand-by anche tutti gli altri operatori telefonici.
In parallelo sono state chiuse le comunicazioni telefoniche anche con la Cdp per un possibile ingresso nella nuova società.

Le lezioni di spagnolo non si sono limitate però alle grandi strategie industriali. Quello che sta cambiando è la stessa operatività della macchina. Negli incontri tra i capi di Telecom e i capi (un po' più capi) di Telefonica si è discusso di gestione dei Capex e degli Opex, in sostanza del livello degli investimenti e dei costi nelle varie aree. Per una fonte dell'azienda che ha confermato gli incontri di Madrid e Roma si sarebbe discusso solo di allineamento alle best practice s spagnole che si sostanzierebbero in una sforbiciata dei costi (Opex) anche in termini di rete. Ma in discussione ci sarebbero anche dei tagli dei Capex, almeno fino a dicembre visto che dal 2014 dovrà entrare in azione il nuovo piano.

Chiaramente gli spagnoli si guardano bene per ora dal toccare i Capex della rete di Telecom Italia (che comunque in termini di ebitda rappresenta oltre il 60% dell'intero gruppo) ma in altri settori tra i quali ci sarebbe anche la rete superveloce mobile (Lte) è stato messo in discussione anche l'investimento. Nella sostanza il rischio è che, nonostante le promesse di non intaccare l'italianità di Telecom ribadite da Alierta anche ieri di fronte al premier Enrico Letta, la struttura si avvicini o si comporti come una country sales company di Telefonica.

D'altra parte anche per i fornitori esterni di Telecom Italia, sia di hardware che di software, Telefonica non solo è un cliente molto più grande da tenere buono, ma è anche il nuovo capo. Nel medio periodo non è peregrino immaginare che per i consumatori italiani ci siano anche dei ritardi temporali nell'arrivo dei prodotti di più alta fascia che non vengono distribuiti in tutti i Paesi contemporaneamente.

Tutto senza considerare la vera partita con la quale Telefonica potrebbe ripagarsi dell'investimento per acquisire il controllo di Telecom: Tim Brasil. Ma lì, per capirne qualcosa, bisognerà rispolverare il dizionario di portoghese-spagnolo.

 

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