chiara giannini nicola lagioia francesco polacchi salone del libro

SALOON DEL LIBRO – SI CHIUDE L’EDIZIONE PIÙ CONTESTATA DI SEMPRE DELL’EVENTO TORINESE, CON LA LEGA CHE CHIEDE LA TESTA DEL DIRETTORE NICOLA LAGIOIA DOPO IL CASINO FATTO CON L’ESCLUSIONE DELLA CASA EDITRICE ALTAFORTE, VICINA A CASAPOUND – ASSE PD-M5S, CON CHIAMPARINO E APPENDINO CHE DIFENDONO IL PREMIO STREGA 2015: “NON SI TOCCA” – LA BORGONZONI: "NESSUNO HA CHIESTO SCUSA PER LA LISTA ANTIDEMOCRATICA DI CHRISTIAN RAIMO"

Luca Ferrua per “la Stampa”

 

nicola lagioia salone del libro

Nel giorno del trionfo del Salone del Libro di Torino arriva l’attacco frontale. A chiedere la testa del direttore Nicola Lagioia è Fabrizio Ricca, segretario della Lega a Torino e in corsa per un posto in Regione: «Deve dimettersi e deve fare lo stesso il suo direttivo. Non è francamente accettabile che il direttore di un evento importante come il Salone del Libro, in crescita e con una credibilità democratica internazionale da difendere, faccia partire un boicottaggio contro lo stesso evento che organizza».

 

chiara giannini al salone del libro 8

Il tema sul tavolo è ancora la cacciata della casa editrice vicina a CasaPound, ma le parole del trentratreenne consigliere comunale a Torino non giungono a caso perché il suo comunicato appare su WhatsApp pochi minuti dopo un incontro - in una delle stanze di Palazzo Chiablese, sede della Soprintendenza torinese - con la sottosegretaria del Mibac Lucia Borgonzoni con il candidato del centrodestra alla Regione Alberto Cirio. Lo stesso Cirio che più tardi interverrà sull’argomento: «Certo è che, se saremo noi alla guida della Regione, il Salone dovrà essere un luogo in cui la libertà di espressione viene garantita a tutti. Non accetteremo un’impostazione

salone del libro di torino

che miri a piegarlo alle sensibilità politiche di turno».

 

Il fuoco incrociato fa alzare in pochi minuti gli scudi della sindaca Appendino e del presidente della Regione Chiamparino a difesa di Lagioia e della scelta del Salone – ma presa dalla politica - di cacciare l’editore AltaForte. La sindaca Cinquestelle ha i toni più forti: «Non permetteremo alla Lega di distruggere il lavoro di tre anni col quale abbiamo faticosamente salvato il Salone. Nicola Lagioia, direttore della rinascita del Salone, non si tocca, è patrimonio della città. Se la Lega vuole prendersela con qualcuno se la prenda con chi si è assunto la responsabilità politica della scelta, ovvero la sottoscritta». Il direttore del Salone diventa il vessillo intorno al quale Città e Regione, Pd e Cinquestelle, si compattano e anche Chiamparino rincara la dose: «Lagioia non si tocca, ha saputo raccogliere l’eredità del Salone, rilanciarla, rafforzarla. È il direttore ideale in questo momento e per i prossimi anni. Ci sono i risultati a dimostrarlo».

sergio chiamparino chiara appendino 1

 

Fronte compatto come lo è stato in questi giorni tutto il Salone nel nome dell’antifascismo. Un fronte subito pronto a ricordare che per cambiare il direttore ci vogliono i voti di tutto il comitato di indirizzo e che la Regione ne ha solo uno su otto.

 

lucia borgonzoni foto di bacco (2)

Se il fronte Pd-Cinquestelle fa quadrato intorno a Lagioia la Lega non lascia solo il giovane Ricca e nel tardo pomeriggio scende in campo anche la sottosegretaria del Mibac Lucia Borgonzoni che sposta il mirino dalla vicenda CasaPound: «Tutta questa storia è cominciata quando Christian Raimo, consulente di Lagioia, ha fatto su Facebook la sua lista di proscrizione. Ha puntato il dito su Buttafuoco, Giuli, Borgonovo, Francesco Giubilei e altri. Una lista talmente antidemocratica che chi non si indigna non ha capito cos’è la democrazia». «Raimo - aggiunge la sottosegretaria - si è dimesso e posso dire che non me ne importa nulla, ma il Salone non ha mai chiesto scusa né preso le distanze da uno dei componenti dello staff del suo direttore. Lagioia è ancora in tempo per scusarsi: ci sono persone che dopo quella lista sono state minacciate di morte o hanno vissuto il Salone sorvegliate dalla Digos. Mi stupisco che Chiamparino e soprattutto Appendino non si siano resi conto della gravità di quel gesto. La polemica è cominciata tutta lì. Non valuto il Salone bello o brutto, un successo o un insuccesso. Valuto antidemocratica quella lista».

nicola lagioia salone del libro 4francesco polacchi al salone del libro di torino 2

 

La sensazione è che la polemica non sia finita anche perché dalle parole di Appendino il Comune Cinquestelle, che ha lavorato in operosa armonia con la giunta piemontese a guida Pd, prepara le trincee nel caso a guidare la Regione arrivi il centrodestra: «La Lega la smetta di strumentalizzare patrimoni del territorio come il Salone per instillare polemiche di bassissimo livello che non servono a nessuno».

chiara giannini al salone del libro 5lucia borgonzoni foto di bacco (1)chiara giannini al salone del libro di torino 2lucia borgonzoni foto di bacco (5)chiara gianninni al salone del libro di torinosalone libro torino 2chiara giannini al salone del libro di torino 6chiara giannini al salone del libro 13chiara giannini al salone del libro di torino 3chiara giannini al salone del libro di torino 1francesco polacchi al salone del libro di torino 3chiara giannini al salone del libro 4chiara giannini al salone del libro 6francesco polacchi al salone del libro di torino 1chiara giannini al salone del libro 7chiara giannini al salone del libro 11chiara giannini al salone del libro 10chiara giannini al salone del libro 12chiara giannini al salone del libro 14francesco polacchi e chiara giannini presentano 'io sono matteo salvini'salone del libro di torino 3salone del libro di torino 2chiara gianninni al salone del libro di torino 1chiara giannini al salone del libro 9francesco polacchi chiara giannini e andrea antonininicola lagioia salone del libro 3francesco polacchi al salone del libro di torinonicola lagioia salone del libro 2chiara giannini al salone del libro 1nicola lagioia salone del libro 1chiara giannini al salone del libro di torinochiara giannini al salone del libro 3chiara giannini al salone del libro 2salone del libro di torino 1

Ultimi Dagoreport

ignazio la russa matteo salvini giorgia meloni maurizio lupi

DAGOREPORT: HOMO HOMINI “LUPI” - DIVENTATO UN BRAVO SOLDATINO DELLA FIAMMA, PER LA SERIE "IN POLITICA NON SI SA MAI...", IL MODERATISSIMO CIELLINO MAURIZIO LUPI SI BARCAMENA TRA I FRATELLI LA RUSSA E I FRATELLI D'ITALIA - ALLE LUSINGHE DI CANDIDARLO NEL 2027 A SINDACO DI MILANO DI 'GNAZIO, ORA AGGIUNGONO LE COCCOLE DELLA DUCETTA CHE SI E' SCAPICOLLATA ALL’ASSEMBLEA DEL NANO-PARTITO FONDATO DAL SOSIA DELLA FIGLIA DI FANTOZZI - ESSI': SE PASSA LA NUOVA LEGGE ELETTORALE, CON SOGLIA DEL 40%, ANCHE L’1% DI “NOI MODERATI” POTREBBE SERVIRE ALLA MELONA PER DE-SALVINIZZARE LA MAGGIORANZA... - VIDEO

antonio tajani pier silvio berlusconi marina roberto occhiuto deborah bergamini pietro labriola alessandro cattaneo

DAGOREPORT – QUALCOSA DI GROSSO SI STA MUOVENDO IN FORZA ITALIA: STUFA DI ESSERE PRESA PER I FONDELLI DAL PARACULISMO POLITICO DI TAJANI E DEI SUOI COMPARI SETTANTENNI GASPARRI E BARELLI, MARINA BERLUSCONI DA' IL VIA LIBERA AL CAMBIO DI LEADERSHIP IN FORZA ITALIA: IL PRESCELTO E' ROBERTO OCCHIUTO, REDUCE DA UNA TRIONFALE RICONFERMA ALLA PRESIDENZA DELLA REGIONE CALABRIA - IL PROSSIMO 17 DICEMBRE IL 56ENNE GOVERNATORE LANCERÀ LA SUA CORRENTONA NAZIONALE IN UN LUOGO SIMBOLO DEL BERLUSCONISMO, PALAZZO GRAZIOLI, CONTORNATO DAI FEDELISSIMI DELLA CAVALIERA DI ARCORE, i "NORDISTI" DEBORAH BERGAMINI E ALESSANDRO CATTANEO - CHE C'AZZECCA ALL'EVENTO DI OCCHIUTO, LA PRESENZA DELL'AD DI TIM, PIETRO LABRIOLA? C'ENTRA LO SMANTELLAMENTO DEL SERVIZIO CLIENTI "TELECONTACT" DI TIM...

antonio angelucci tommaso cerno alessandro sallusti

FLASH – UCCI UCCI, QUANTI SCAZZI NEL “GIORNALE” DEGLI ANGELUCCI! NON SI PLACA L’IRA DELLA REDAZIONE CONTRO L’EDITORE E I POCHI COLLEGHI CHE VENERDÌ SI SONO ZERBINATI ALL'AZIENDA, LAVORANDO NONOSTANTE LO SCIOPERO CONTRO IL MANCATO RINNOVO DEL CONTRATTO NAZIONALE E PER CHIEDERE ADEGUAMENTI DEGLI STIPENDI (ANCHE I LORO). DOPO LO SCAMBIO DI MAIL INFUOCATE TRA CDR E PROPRIETÀ, C’È UN CLIMA DA GUERRA CIVILE. L’ULTIMO CADEAU DI ALESSANDRO SALLUSTI, IN USCITA COATTA (OGGI È IL SUO ULTIMO GIORNO A CAPO DEL QUOTIDIANO). AL NUOVO DIRETTORE, TOMMASO CERNO, CONVIENE PRESENTARSI CON L'ELMETTO DOMANI MATTINA...

elly schlein giuseppe conte giorgia meloni rocco casalino

DAGOREPORT - QUESTA VOLTA, ROCCO CASALINO HA RAGIONE: ELLY SCHLEIN SULLA QUESTIONE ATREJU “HA SBAGLIATO TUTTO” - LA GRUPPETTARA DEL NAZARENO, CHIEDENDO UN FACCIA A FACCIA CON GIORGIA MELONI, HA DIMOSTRATO DI ESSERE ANCORA UNA VOLTA UN’ABUSIVA DELLA POLITICA. HA SERVITO SUL PIATTO D’ARGENTO ALLA DUCETTA L’OCCASIONE DI FREGARLA, INVITANDO ANCHE GIUSEPPE CONTE PER UN “THREESOME” IN CUI LA PREMIER AVREBBE SPADRONEGGIATO – IN UN CONFRONTO A TRE, CON ELLY E PEPPINIELLO CHE SI SFANCULANO SULLA POLITICA INTERNAZIONALE, DAL RIARMO ALL’UCRAINA, E FANNO A GARA A CHI SPARA LA “PUTINATA” O LA “GAZATA” PIÙ GROSSA, LA DUCETTA AVREBBE VINTO A MANI BASSE – QUEL FURBACCHIONE DI CONTE NON SI TIRA INDIETRO: NONOSTANTE LA DEM SI SIA SFILATA, LUI CONFERMA LA SUA PRESENZA AL DIBATTITO: "MI DISPIACE DEL FORFAIT DI ELLY, PER ME È IMPORTANTE CHE CI SIA UN CONFRONTO E POTEVAMO FARLO ANCHE INSIEME. POTEVAMO INCALZARE LA PREMIER..."

alessandro giuli beatrice venezi gianmarco mazzi

DAGOREPORT - A CHE PUNTO SIAMO CON IL CASO VENEZI? IL GOVERNO, CIOÈ IL SOTTOSEGRETARIO ALLA CULTURA GIANMARCO MAZZI, HA SCELTO LA STRATEGIA DEL LOGORAMENTO: NESSUN PASSO INDIETRO, “BEATROCE” IN ARRIVO ALLA FENICE DI VENEZIA NEI TEMPI PREVISTI, MENTRE I LAVORATORI VENGONO MASSACRATI CON DISPETTI E TAGLI ALLO STIPENDIO. MA IL FRONTE DEI RESISTENTI DISPONE DI UN’ARMA MOLTO FORTE: IL CONCERTO DI CAPODANNO, CHE SENZA L’ORCHESTRA DELLA FENICE NON SI PUÒ FARE. E QUI STA IL PUNTO. PERCHÉ IL PROBLEMA NON È SOLO CHE VENEZI ARRIVI SUL PODIO DELLA FENICE SENZA AVERE UN CURRICULUM ADEGUATO, MA COSA SUCCEDERÀ SE E QUANDO CI SALIRÀ, NELL’OTTOBRE 2026 - CI SONO DUE VARIABILI: UNA È ALESSANDRO GIULI, CHE POTREBBE RICORDARSI DI ESSERE IL MINISTRO DELLA CULTURA. L’ALTRA È LA LEGA. ZAIA SI È SEMPRE DISINTERESSATO DELLA FENICE, MA ADESSO TUTTO È CAMBIATO E IL NUOVO GOVERNATORE, ALBERTO STEFANI, SEMBRA PIÙ ATTENTO ALLA CULTURA. IL PROSSIMO ANNO, INOLTRE, SI VOTA IN LAGUNA E IL COMUNE È CONTENDIBILISSIMO (LÌ LO SFIDANTE DI SINISTRA GIOVANNI MANILDO HA PRESO UNO 0,46% PIÙ DI STEFANI)

emmanuel macron friedrich merz giorgia meloni donald trump volodymyr zelensky vladimir putin

DAGOREPORT – ET VOILA', ANCHE SULLA SCENA INTERNAZIONALE, IL GRANDE BLUFF DI GIORGIA MELONI È STATO SCOPERTO: IL SUO CAMALEONTISMO NON RIESCE PIÙ A BARCAMENARSI TRA IL TRUMPISMO E IL RUOLO DI PREMIER EUROPEO. E L'ASSE STARMER-MACRON-MERZ L'HA TAGLIATA FUORI – IL DOPPIO GIOCO DELLA "GIORGIA DEI DUE MONDI" HA SUPERATO IL PUNTO DI NON RITORNO CON LE SUE DICHIARAZIONI A MARGINE DEL G20 IN SUDAFRICA, AUTO-RELEGANDOSI COSÌ AL RUOLO DI “ORBAN IN GONNELLA”,  CAVALLO DI TROIA DEL DISGREGATORE TRUMP IN EUROPA - DITE ALLA MELONA CHE NON È STATO SAGGIO INVIARE A GINEVRA IL SUO CONSIGLIERE DIPLOMATICO, FABRIZIO SAGGIO… - VIDEO