
SALVINI IL GUASTAFESTE: LANCIA L’OFFENSIVA SU FISCO, LAVORO E PENSIONI. E FA INCAZZARE GLI ALLEATI – IL CARROCCIO TORNA ALLA CARICA SULLA QUINTA ROTTAMAZIONE DELLE CARTELLE. E, ABBANDONATO IL SOGNO DI “SMONTARE LA FORNERO”, VUOLE BLOCCARE L’AUMENTO DELL’ETÀ PENSIONABILE. PECCATO CHE MANCHINO LE COPERTURE – IL SEGRETARIO LEGHISTA STOPPA IL MES (“UN CAPPIO AL COLLO DELL'UE”) E GIORGETTI TORNA A CHIEDERE ALL'UE LA PROROGA DEL PNRR OLTRE IL 2026, NONOSTANTE I MELONIANI FOTI E FITTO ABBIANO ESCLUSO L’IPOTESI…
Estratto dell’articolo di Luca Monticelli per “La Stampa”
matteo salvini giancarlo giorgetti voto di fiducia sulla manovra 2024 foto lapresse
È partita la lunga rincorsa della Lega in vista del cantiere estivo della manovra. L'offensiva economica si concentra su fisco, lavoro e pensioni ed è portata avanti con la regia di Claudio Durigon, Armando Siri, Alberto Bagnai e Alberto Gusmeroli.
Proprio in questi giorni le iniziative leghiste registrano un'accelerazione. L'obiettivo è quello di portare avanti il programma elettorale con la sponda del ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti, tenendo sotto pressione gli alleati preoccupati che le proposte messe in campo dal Carroccio si mangino le poche risorse a disposizione.
La madre di tutte le battaglie è rappresentata dalla quinta rottamazione delle cartelle, il cui progetto originario prevede 120 rate in dieci anni senza interessi né sanzioni e con la possibilità di mantenere il piano di pagamento dilazionato anche con sette rate non versate. [...]
A favorire questa strategia è il ministro Giorgetti, impegnato nella ricerca delle coperture. Lo stato maggiore salviniano è convinto che le risorse necessarie si aggirino intorno al miliardo, una cifra che – se confermata dal Mef – renderebbe fattibile il provvedimento.
Ovviamente occorre il via libera di Fratelli d'Italia e Forza Italia che invece hanno sempre considerato prioritario il taglio di due punti dell'aliquota Irpef al 35% per i redditi tra 28 mila e 50 mila euro.
giancarlo giorgetti giorgia meloni matteo salvini
Capitolo lavoro. Il sottosegretario Durigon ha annunciato che oggi il gruppo depositerà una proposta di legge in materia di salari che stabilisce una flat tax al 5% per i primi cinque anni a vantaggio dei giovani under 35. Un'iniziativa che la Lega considera la risposta al salario minimo chiesto a gran voce dal centrosinistra e dalla Cgil.
Poi ci sono le pensioni. Abbandonato il sogno di «smontare la Fornero» e con l'impossibilità di tornare all'oneroso sistema delle quote, il massimo sforzo si focalizza sullo stoppare l'aumento dell'età pensionabile.
L'Istat ha registrato un aumento dell'aspettativa di vita che si tramuterebbe in un incremento di tre mesi dell'età pensionabile a partire dal 2027.
matteo salvini saluta claudio durigon foto di bacco (3)
Fumo negli occhi dei leghisti tanto che lo stesso Giorgetti ha promesso un impegno per sterilizzare l'aumento. Anche in questo caso, però, le coperture non sono indifferenti (almeno un miliardo), perci ò il veicolo migliore dove inserire la norma pare essere proprio la legge di Bilancio.
Nel dibattito è tornato d'attualità il Mes, il meccanismo europeo di stabilità che serve da paracadute finanziario per il fondo salva banche. Lunedì all'Eurogruppo Giorgetti ha ribadito ai colleghi che in Parlamento non ci sono i numeri per ratificarlo e quindi l'Italia resta l'unico Paese a non averlo approvato.
DECIMA MES - MEME BY EMILIANO CARLI
Non solo Matteo Salvini ribadisce che la Lega «non ratificherà mai» quello che considera «un cappio al collo dell'Ue», ma lancia una provocazione: «Rispondiamo proponendo di liquidare la quota italiana per riprenderci i nostri quindici miliardi con cui potremmo abbassare le tasse, fare investimenti e aumentare le pensioni». [...]
Più flessibile l'atteggiamento di Forza Italia: «Non siamo contrari per principio, ma non è la priorità. Saremmo pronti a votare il Mes se ci fosse il controllo democratico», spiega Antonio Tajani.
Ieri all'Ecofin Giorgetti è intervenuto anche sul fondo Safe da 150 miliardi che Bruxelles sta mettendo a punto per dare la possibilità agli Stati di chiedere dei prestiti finanziati con debito comune sostenendo così la spesa nella difesa. [...]
Quel che sta a cuore al ministro dell'Economia è la proroga della scadenza del Pnrr oltre l'estate del 2026 «per aumentare il margine di bilancio a disposizione degli Stati membri e rispondere all'esigenza di aumentare la spesa per la difesa». Un ragionamento che non collima con la posizione di Fratelli d'Italia: il ministro Tommaso Foti e il commissario Ue Raffaele Fitto hanno più volte bocciato l'idea di una proroga del Pnrr.
giorgia meloni tommaso foti - foto lapresse
raffaele fitto presenta le modifiche al pnrr 3