adolfo urso

MA LO SANNO IN AMERICA CHE URSO FACEVA AFFARI CON L’IRAN? – NON TUTTI SI RICORDANO IL PASSATO IMPRENDITORIALE DEL PRESIDENTE DEL COPASIR, CHE NEI PROSSIMI GIORNI ANDRÀ A WASHINGTON PER TESSERE UNA RETE DI CONTATTI CON L’AMMINISTRAZIONE USA PER CONTO DELLA MELONI – QUANDO STAVA PER ESSERE ELETTO CAPO DEL COMITATO SUI SERVIZI, VENNE FUORI UNA STORIA INTERESSANTE SULLA SUA SOCIETÀ, LA “ITALY WORLD SERVICE”: PER ANNI HA AVUTO RAPPORTI CON TEHERAN, UNO DEI NEMICI STORICI DEGLI STATI UNITI…

ADOLFO URSO

1 - COPASIR, GLI AFFARI DELL’AZIENDA DI URSO CHE PROSPERAVA SOLO CON L’IRAN

Estratto dell’articolo di Giuliano Foschini e Fabio Tonacci per www.repubblica.it – 30 maggio 2021

 

[…] Urso […] è anche un imprenditore che, per anni, è stato in affari con l'Iran. Non esattamente un Paese neutro e neutrale. La storia ruota attorno alla Italy World Service srl, una società di consulenza in cui Urso ha avuto ruoli operativi e la rappresentanza legale, prima di cedere le quote al figlio nel luglio 2017.

 

ADOLFO URSO GIORGIA MELONI

La Iws "opera - si legge nei documenti depositati alla Camera di commercio - nel settore della consulenza e assistenza a professionisti e imprese", in particolare "nella internazionalizzazione delle loro attività". Urso ha sempre sostenuto che il core business della società fosse diffuso, avendo nel portafoglio clienti aziende italiane che operano nei paesi del Golfo, ma anche in Turchia, Sudafrica e Albania.

 

elisabetta belloni adolfo urso copasir 1

Analizzando i bilanci, però, si scopre qualcosa di diverso. La Iws nel 2016 fattura 425mila euro, nel 2017 350mila, nel 2018 147mila e nel 2019 crolla a 57mila, quando le perdite sono addirittura superiori al fatturato. Cosa accade? Due cose, a leggere i verbali di assemblea. La prima. Nel luglio 2017 Urso, che ha appena compiuto sessant'anni, decide di candidarsi al Senato quindi lascia il timone della Iws al figlio, pur mantenendo una quota di minoranza nel pacchetto azionario. La seconda: a marzo del 2018 viene chiusa la sede di Teheran dove erano impiegate una dipendente e una collaboratrice. Dunque: senza Urso e senza Iran, gli incassi si riducono quasi a zero. Com'è possibile? […]

LIZ TRUSS SU UN CARRO ARMATO

 

2 - LA RETE DI MELONI TRA USA ED EUROPA

Adalberto Signore per “il Giornale”

 

Quando ieri è stato ufficializzato che sarà Liz Truss il nuovo leader del Partito conservatore britannico e, quindi, il successore di Boris Johnson a Downing Street, in molti dentro FdI hanno pensato a un segno del destino.

 

Facile, infatti, trovare più di una similitudine tra la Truss e Giorgia Meloni - dalla collocazione politica al fatto di essere coetanee - e altrettanto banale immaginare che la sua nomina a primo ministro del Regno Unito possa essere di buon auspicio in vista delle elezioni del 25 settembre.

 

Al di là delle suggestioni, però, di certo c'è che la rete internazionale su cui sta lavorando ormai da tempo la Meloni si va ulteriormente rafforzando. La leader di FdI, infatti, ha ben chiaro che se davvero toccherà a lei andare a Palazzo Chigi è proprio su quel fronte che si rischia di più.

 

FRANCO GABRIELLI ADOLFO URSO

Soprattutto se resterà la divergenza di vedute con la Lega dell'alleato Matteo Salvini, in particolare sulla cosiddetta guerra del gas. Proprio ieri, infatti, Vladimir Putin ha fatto sapere che «le forniture riprenderanno solo con la revoca delle sanzioni», un affondo che ha fatto schizzare il prezzo del gas e che irrigidisce di molto le posizioni. Rischiando, inevitabilmente, di allargare la distanza tra Meloni e Salvini su un punto che è determinante per quella che sarà la percezione dell'Italia all'estero dopo il 25 settembre.

 

giorgia meloni alla conferenza dei conservatori cpac, in florida 2

La leader di FdI ne è ben consapevole. Ecco perché non perde occasione per ribadire la sua ferma posizione filoatlantica, nettamente schierata a favore di Kiev e mai esitante nel condannare l'invasione dell'Ucraina decisa dal Cremlino.

 

Ecco perché ha accolto con favore la nomina della Truss, non solo ultraconservatrice e tatcheriana, ma anche decisamente a sostegno dell'Ucraina, tanto da aver ipotizzato un processo a Vladimir Putin in stile Norimberga. E poi, altro punto di grande intesa, sempre molto dura con la Cina che considera una vera e propria minaccia. Esattamente come la Meloni, che nel 2008 - allora ministro della Gioventù - criticò la scelta di tenere le Olimpiadi a Pechino. Infine, in qualità di presidente dei Conservatori europei, è nelle cose che la leader di FdI abbia un canale privilegiato con la Truss. I Tories, infatti, hanno dato un contributo determinante alla nascita dei Conservatori europei di cui oggi la Meloni è presidente.

ADOLFO URSO

 

E solo dopo la Brexit Raffaele Fitto - primo italiano ad entrare nei Conservatori e oggi uno degli «ambasciatori» della Meloni in Europa - ha preso il posto del britannico Syed Kamall come co-presidente del gruppo Ecr al Parlamento Ue.

 

Con la Truss, insomma, la leader di FdI avrà un canale privilegiato. Tanto che dopo il 25 settembre sarà proprio Londra la meta di uno dei suoi primissimi impegni internazionali. Non a caso, ieri la Meloni si è congratulata con il nuovo primo ministro del Regno Unito, dicendosi certa che «sarà possibile rafforzare» una «già consolidata collaborazione politica e culturale».

 

LORENZO GUERINI ADOLFO URSO

Per il resto - dovesse andare a Palazzo Chigi - l'idea è quella di fare i primi bilaterali di peso senza troppa fretta, magari a margine dei prossimi Consigli Ue in programma a Bruxelles. Oltre il fronte europeo c'è - ovviamente - quello atlantico. I buoni uffici con il Partito Repubblicano non sono un mistero, tanto che la Meloni è stata l'unico politico italiano ad essere invitata due volte - nel 2019 e lo scorso febbraio - alla Conservative Political Action Conference, la più grande conferenza politica del mondo conservatore.

Ma anche con i Democratici è aperta un'interlocuzione.

 

giorgia meloni alla conferenza dei conservatori cpac, in florida

E chissà che una mano non la stia dando pure Mario Draghi. Di certo - dopo le parole di approvazione verso la leader di FdI, arrivate dall'ex segretario di Stato americano Hillary Clinton - nei prossimi giorni sarà il presidente del Copasir Adolfo Urso ad andare a Washington. Dove, certamente, incontrerà esponenti dell'amministrazione americana. Una visita significativa, visto che l'esponente di Fratelli d'Italia - che anche grazie alla sua fondazione FareFuturo ha da decenni rapporti stretti con gli Stati Uniti - solo qualche giorno prima ha in agenda un viaggio a Kiev. Non un dettaglio, sopratutto considerando che proprio dal Copasir sono passati i quattro decreti sulle armi da inviare in Ucraina.

 

 

Ultimi Dagoreport

salvini rixi meloni bignami gavio

DAGOREPORT - I FRATELLINI D’ITALIA CI SONO O CI FANNO? SULLA QUESTIONE PEDAGGI, CI FANNO: FINGONO DI CASCARE DAL PERO DI FRONTE ALL’EMENDAMENTO LEGHISTA CHE AUMENTA IL COSTO DELLE AUTOSTRADE, MA SAPEVANO TUTTO DALL’INIZIO. QUELLO DEL CARROCCIO È STATO UN BALLON D’ESSAI PER VEDERE COSA SAREBBE SUCCESSO. MA DI FRONTE ALL’INDIGNAZIONE DI CONSUMATORI E OPPOSIZIONE LA MELONI HA ORDINATO LA RETROMARCIA – ORA IL CETRIOLONE PASSA AI CONCESSIONARI: CHE DIRANNO I VARI TOTO, BLACKSTONE, MACQUARIE E GAVIO DI FRONTE AL FORTE DIMAGRIMENTO DEI LORO DIVIDENDI? – I PIANI ECONOMICI FINANZIARI BLOCCATI E I MOLTI INCROCI DI GAVIO CON IL GOVERNO: HA APPENA VENDUTO 250MILA AZIONI DI MEDIOBANCA, FACENDO UN FAVORE, INDIRETTO A “CALTA” E ALLA SCALATA AL POTERE FINANZIARIO MILANESE PROPIZIATA DALLA FIAMMA MAGICA…

trump zelensky meloni putin

DAGOREPORT - DONALD TRUMP È STATO CHIARO CON ZELENSKY: SE CEDE LE QUATTRO REGIONI OCCUPATE DAI RUSSI, OLTRE LA CRIMEA, A PUTIN, USERÀ IL SUO SÌ PER MINACCIARE MOSCA. SE “MAD VLAD” NON ACCETTA DI CHIUDERE SUBITO IL CONFLITTO, ARMERÀ FINO AI DENTI KIEV – IL TYCOON PUTINIZZATO FINGE DISTANZA DALLO ZAR DEL CREMLINO: "VUOLE ANDARE FINO IN FONDO, CONTINUARE A UCCIDERE, NON VA BENE...". MA È SCHIACCIATO SULLE PRETESE DI MOSCA: HA PROMESSO A PUTIN CHE L’UCRAINA INDIRÀ ELEZIONI UN ATTIMO DOPO IL CESSATE IL FUOCO – LA RISATA DA VACCARO DEL CALIGOLA DI MAR-A-LAGO DI FRONTE ALLA CONFERENZA PER LA RICOSTRUZIONE BY GIORGIA MELONI: MA COSA VUOI RICOSTRUIRE SE C’È ANCORA LA GUERRA?

antonio tajani giorgia meloni neri nero bambini immigrati migranti matteo salvini

DAGOREPORT – AH, TAJANI DELLE MERAVIGLIE! RICICCIARE PER L'ENNESIMA VOLTA LO IUS SCHOLAE E, DOPO UN BATTAGLIERO RUGGITO, RINCULARE SUBITO A CUCCIA (''NON E' LA PRIORITA'"), E' STATO UN FAVORE FATTO A GIORGIA MELONI, DETERMINATA A SEMINARE ZIZZANIA TRA LE FILE LEGHISTE SPACCATE DA VANNACCI, PER CUI UNA PROPOSTA DI LEGGE PER LA CITTADINANZA AI RAGAZZI CHE COMPLETANO GLI STUDI IN ITALIA, E' PEGGIO DI UNA BESTEMMIA SULL'ALTARE - IL MINISTRO DEGLI ESTERI (SI FA PER DIRE: SUGLI AFFARI INTERNAZIONALI DECIDE TUTTO LA STATISTA DELLA GARBATELLA), UNA VOLTA APPOGGIATO IL BIANCO TOVAGLIOLO SUL BRACCIO, SI E' PRESTATO COSI' A SPARARE UN AVVISO A MATTEO SALVINI: SI PREGA DI NON TIRARE TROPPO LA CORDA, GRAZIE!

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – OGGI DONALD TRUMP CHIAMERÀ VOLODYMYR ZELENSKY E GLI PRESENTERÀ “L’OFFERTA” DI PUTIN: “MAD VLAD” VUOLE IL RICONOSCIMENTO DELLE ZONE ATTUALMENTE OCCUPATE DAI SUOI SOLDATI (OLTRE ALLA CRIMEA, CHE CONSIDERA RUSSA DAL 2014). IL PIANO DEL TYCOON È CONVINCERE L’EX COMICO UCRAINO A DARE L’OK, E POI TORNARE DA PUTIN E FINIRE LA GUERRA. CON UNA SOTTESA MINACCIA: SE, NONOSTANTE LE REGIONI ANNESSE, MOSCA CONTINUASSE IL CONFLITTO, A QUEL PUNTO GLI USA SAREBBERO PRONTI A RIEMPIRE DI ARMI KIEV PER FARE IL CULO A STELLE E STRISCE ALLO ZAR DEL CREMLINO - MA QUANTO CI SI PUO' ANCORA FIDARE DELLE PROMESSE DI TRUMP, VISTE LE CAZZATE CHE HA SPARATO FINORA?