goffredo bettini

SE UNO NON LE LEGGESSE, PENSEREBBE A UNA BARZELLETTA - BETTINI DÀ LA 4523^ INTERVISTA PER DIRE CHE SERVE UN ''ADEGUAMENTO'' DELLA SQUADRA DI GOVERNO. È UNA SPECIE DI GIOCO SETTIMANALE IN CUI BISOGNA TROVARE IL SINONIMO PIÙ BAROCCO DELLA PAROLA "RIMPASTO". C'È STATO IL ''TAGLIANDO'', POI LA ''VERIFICA'', IL ''CAMBIO DI PASSO'', L'''ALLARGAMENTO DELLA MAGGIORANZA'', LA ''CHIAMATA DELLE ENERGIE MIGLIORI'', IL ''RIASSETTO'', LA ''RACCOLTA DEI CONTRIBUTI DELLE ALTRE FORZE''

 

Alessandro De Angelis per www.huffingtonpost.it

 

Goffredo Bettini, il premier Conte incontrerà i leader di partito in settimana. Ha aperto una verifica o è il solito metodo di “troncare e sopire”? In fondo non ha mai negato tavoli e incontri, poi però è tutto rimasto come prima. Pensi al famoso tavolo sulle riforme…

goffredo bettini dopo tre ore di dibattito con renzi e d'alema

No. Conte è pienamente consapevole che è il momento di dire la verità. È il momento della massima lealtà. Degli impegni solenni. Il Pd va al confronto con questo stato d’animo. Che è quello che serve di fronte alle responsabilità nei prossimi anni, di impiegare bene per il riscatto dell’Italia le risorse ingenti che, se sprecate, non torneranno più.

 

Diciamo la verità, allora: una coalizione litigiosa con minacce di crisi, un Governo paralizzato, una discussione sulle cabine di regia, la mancanza di un minimo di solennità politica in un momento drammatico per il paese. Si può dire che così non si va avanti così?

È un momento delicato. Ma sono fiducioso. In questi mesi Conte e il suo Governo hanno affrontato bene prove tremende. Non sono mancati errori. Ma i risultati sono di gran lunga superiori. Ora occorre chiudere con la fase dell’emergenza (anche se incombe ancora la coda avvelenata della pandemia) per affrontare la ricostruzione. È indispensabile maggiore unità, solidità e visione politica comune da parte della maggioranza che sostiene il governo. C’è da fare un passo in avanti da parte di tutti.

 

Le chiedo un giudizio meno diplomatico. Siamo il paese con più morti in Europa, e il paese dove la guida esprime meno visione e determinazione. Che effetto le fa il raffronto tra le lacrime della Merkel e l’allegro dibattito italiano sulle cabine di regia? 

Ha ragione: stiamo ancora combattendo una guerra dolorosa e spietata contro il virus. Ecco perché in questi giorni abbiamo stroncato ogni argomento relativo a rimpasti od organigrammi. Abbiamo solo proposto un confronto politico e programmatico che ci renda più forti nel gestire anche l’emergenza. Del resto ci sarà tempo per discutere, quando navigheremo in acque meno agitate. Detto questo, ritengo ingiusta ogni critica riferita alla sensibilità umana del Governo circa gli effetti della pandemia. Non scherziamo. 

goffredo bettini

 

Sensibilità politica nell’affrontarla. Si sarebbe detto una volta: “Connessione sentimentale col paese”. E anche solennità. Il paragone con Merkel e Macron è impietoso.

In Italia siamo stati i primi ad anteporre la salvezza delle vite umane rispetto al mero calcolo economico. Siamo stati anche criticati per questo. Dai negazionisti e dalla destra. Da una parte degli scienziati e anche da non pochi commentatori sui media. E oggi, di fronte a dati giornalieri così alti circa le vittime, penso che debbano essere assunti provvedimenti ancora più rigorosi ed efficaci. Come si sta facendo in Germania.

 

Questa volta non siete stati troppo severi verso Renzi, che ha minacciato la crisi se Conte non rinuncerà ai “pieni poteri”: una cabina di regia per gestire la ricostruzione con poteri superiori ai ministri, un Parlamento sostituito dalle dirette Facebook, una tendenza ad accentrare poteri come nel caso della fondazione sulla cybersecurity. Dice eresie o sottolinea delle questioni che condivide? 

Piano, piano. Il Pd sul Recovery Fund, al di là del buon lavoro dei nostri ministri, ha da dire la sua. Vanno calibrati i poteri della task force rispetto a quelli delle strutture statali esistenti. E vanno selezionati con molta cura i progetti definitivi da sottoporre a Bruxelles. I contributi anche critici vanno accolti, ascoltati, esaminati. Renzi è parte indispensabile della maggioranza. Quindi ha il diritto di avanzarli. 

 

C’è un “però”?

franceschini bettini

C’è un “però”. Altra cosa è prendere occasione da questo per sfasciare il Governo, far intendere che si potrebbe cambiare il premier o addirittura la maggioranza. Questo atteggiamento il Pd lo contrasta fermamente. Conte ha dato ora tutte le garanzie per un dibatto vero, in grado anche di correggere la barra sul Recovery. Ho ascoltato parole e toni più pacati e di buonsenso anche dalla Boschi. Vedremo come evolverà il processo nelle prossime ore. 

A quanto pare Conte è pronto a discutere di tutto. Pensa che Renzi vada cercando pretesti per la crisi? Detta in modo un po’ grezzo. Secondo lei che vuole Renzi? Un Governo ter?

Credo che Renzi in questo momento sia molto incerto. Ma ora sa con certezza che il Pd, se cade questo Governo, spingerà per il voto anticipato. E poi Conte si è dimostrato saggio e disponibile. Credo che anche per Renzi la strada della ricomposizione sia la migliore. Senza che nessuno venga umiliato rispetto ai problemi che ha sollevato, in qualche caso reali nel merito.

 

Poi torniamo sul tema del voto. Le chiedo prima: ma il problema è la cabina o la regia? Nessun paese in Europa ha una struttura così “rococò” per ricostruzione, come dice Cassese. In Francia e Germania ci sono già online bandi di opere e servizi. Se il nostro Governo non è in grado e ha bisogno di tecnici, tanto vale fare un Governo tecnico, o no? Proprio questa roba è una ammissione di inadeguatezza della compagine di Governo.

Ripeto: la cosiddetta cabina di regia può essere assai utile per accelerare le decisioni, l’esecuzione delle opere e dotarci di alte professionalità insufficienti nell’attuale amministrazione pubblica. Va pensata bene, soprattutto in riferimento ai suoi poteri sostitutivi; alcuni dei quali vanno eliminati rispetto alla prima proposta giunta al Consiglio dei ministri.

goffredo bettini gianni letta giuseppe conte

 

Voi chiedete un cambio di passo. Bettini, mi consenta. Sono mesi che invocate “cambi di passo”, “svolte”, “nuovo slancio”. Lo avete fatto prima delle Regionali, dopo le Regionali, avete chiesto tavoli, fatto tavoli, ai tavoli non si è concluso nulla. Quindi, in che consiste questa “svolta”?

È vero. Da tempo chiediamo una ripartenza del Governo.  Il succo è questo: l’alleanza giallorossa è nata principalmente per fermare la destra. È rimasta unita grazie alla gestione dell’emergenza. Le elezioni, le risorse da conquistare in Europa, la pandemia. Oggi deve dimostrare di saper guidare la ricostruzione nazionale. Nel farlo, ci vuole non tanto la costrizione, ma la convinzione. Una maggiore unità politica e programmatica. Un compromesso alto e priorità inderogabili da presentare agli Italiani. Ci stiamo lavorando. Ma il processo è ancora in corso. Il Pd lo vuole concludere presto. 

Se capisco bene. Lei sta dicendo che si è politicamente chiusa una fase politica del Governo, quella di gestione dell’emergenza. E che si apre la fase del Governo politico della ricostruzione, in cui Conte deve coinvolgere di più i partiti. Ho capito bene? 

Ha capito benissimo. Zingaretti l’ha detto tante volte. Si è speso per questo, senza nulla pretendere per sé o per altri dirigenti del Pd.

 

Mi spieghi meglio. Cosa dovrebbe fare e cosa si aspetta da Conte. Uscire da questo giro di incontri con un accordo di ripartenza? Andare in Aula e chiedere una nuova fiducia su un programma più dettagliato? Che cosa?

goffredo bettini beppe grillo 1

Dovrebbe, insieme ai leader dei partiti, riattivare i tavoli di lavoro della maggioranza momentaneamente interrotti, definire le linee della ripartenza. Non c’è bisogno per questo di chiedere una nuova fiducia. Semplicemente occorre, prima della conclusione del Consiglio dei ministri sul Recovery Fund, affrontare alcune modifiche che tengano conto delle osservazioni già avanzate in Parlamento. E poi garantire un iter rapido, trasparente, aperto anche al confronto con l’opposizione, per arrivare alle proposte definitive dell’Italia su tutto il piano, da portare poi in Europa. 

 

Nominiamo la paroloccia: rimpasto. È un tabù per il Pd pensare a un nuovo assetto di Governo?

No al rimpasto. Parola orribile. A conclusione del processo politico a cui ho accennato, il premier deciderà se adeguare gli assetti del Governo. Questo per noi non è un tabù. 

Bene, non è un tabù. Si può dire, usando un linguaggio antico, che lei sta suggerendo una “crisi pilotata”?

Nessuna crisi. Né al buio, né pilotata. Se si apre una crisi, non si sa mai dove si finisce. La politica si governa fino ad un certo punto, poi può rotolare autonomamente verso il baratro. Ho parlato di un adeguamento, che eventualmente valuterà Conte. 

 

In questo ragionamento manca sempre una subordinata. Lei dice che “serve una svolta”, ma non dice cosa dovrebbe fare il Pd se questa svolta non si realizza. Finora nulla. Non crede che avete confuso la governabilità con la donazione di sangue o col governismo senz’anima?

Guardi, il Pd ha dato l’anima in questi mesi. Con idee, programmi e azione concreta. Altro che senz’anima! Anche la generosità vuol dire avere un’anima. E noi siamo stati molto generosi. Se non avverrà una rigorosa ripartenza, non sarà il Pd, ma il Paese a pagarne il prezzo.

goffredo bettini (3)

Voi chiedete a Conte una iniziativa, quindi mediate. Conte media. Con tutto il rispetto: ma la grande idea qual è? La mossa. Mi pare un dibattito molto tattico.

È proprio quello che abbiamo chiesto: pensare al futuro, unirsi in una strategia di cambiamento del Paese. Altro che mossa!

Definirebbe ancora oggi Conte il “punto di riferimento dei progressisti europei”?

È certamente uno dei decisivi leader progressisti europei. E guida un’alleanza progressista. Se non si enfatizzano le parole, questo è un dato di fatto. 

 

Prima ha detto che se tutto precipita, l’alternativa è il voto. Pensa che si possa votare in piena pandemia, durante la messa a terra dei vaccini e, a proposito di svolte mancate, con una legge elettorale che consegna il paese alla destra?

Condivido: sarebbe un’avventura. Ecco perché penso che alla fine Renzi non romperà. Ma ora pensare a improbabili manovre sostitutive dell’attuale premier, a manovre velleitarie e del tutto confuse, a governi tecnici privi di qualsiasi autorità, significa ipotecare per anni il futuro della Repubblica. Meglio allora un voto che tagli corto con l’irresponsabilità di una classe dirigente che non sa, di fronte all’opportunità che pure l’Italia ha di fronte, disciplinarsi e dare il meglio di sé.

 

Sarebbe un’avventura per tutti. Insisto, come immagina che si possa andare al voto col Rosatellum? Con una coalizione, quella giallorossa, che non c’è e un premier che si presenterebbe con un fallimento?

Non immagino nulla. È un esito che non voglio prendere in considerazione. Ma se dovessimo essere costretti ad arrivarci, ci arriveremmo con la maggioranza e un premier disarcionati nel mezzo del loro lavoro apprezzato dagli italiani. E gli italiani capiranno. 

Bettini e Zingaretti

E quindi, Bettini, qual è l’alternativa alla svolta?

Lavorare per realizzarla. Non come uno scarto improvviso; piuttosto come il naturale evolversi del percorso realizzato fino ad ora. Altre alternative sono tutte fallimentari e pericolose.

 

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