
SI INFIAMMA LO SCONTRO TRA SALVINI E MELONI – IL CAPOGRUPPO AL SENATO, MASSIMILIANO ROMEO, HA ESCLUSO CATEGORICAMENTE DI BARATTARE IL VENETO PER LA LOMBARDIA, COME INVOCATO DA FRATELLI D’ITALIA: “IN LOMBARDIA SI VOTA TRA TRE ANNI, MI SEMBRA UN PO’ PRESTO E FRETTOLOSO METTERE LE DUE COSE SULLO STESSO TAVOLO” (IN ALTRE PAROLE, IL CARROCCIO A MOLLARE LA LOMBARDIA NON CI PENSA) – IN ATTESA DEL SUMMIT DI MAGGIORANZA, GIRA UNO SCHEMA DI MASSIMA CHE PREVEDE IL VENETO ALLA LEGA, LA CAMPANIA A FRATELLI D’ITALIA E LA PUGLIA A FORZA ITALIA…
Giuseppe Alberto Falci per il “Corriere della Sera” - Estratti
MASSIMILIANO ROMEO E MATTEO SALVINI
È dalla Campania che arrivano novità nella faticosa scelta dei candidati per le Regionali. Il centrodestra se la dovrà vedere contro Roberto Fico, sostenuto dal Campo largo. Michele Di Bari, prefetto di Napoli, avrebbe avviato la procedura per l’aspettativa.
Una mossa che di fatto farebbe pensare a una sua candidatura in quota centrodestra.
Una partita, quella campana, che, secondo le ultime indiscrezioni, potrebbe veder spuntare un altro candidato centrista sostenuto dai delusi della coalizione di governo e da alcuni centristi del centrosinistra che non intendono votare il grillino Fico.
giorgia meloni e antonio tajani conferenza sulla ricostruzione dell ucraina foto lapresse
Ma sono gli unici passi avanti nelle trattative interne alla maggioranza: il vertice che avrebbe dovuto sciogliere l’affaire candidature di Veneto, Puglia e Campania, è ancora da fissare. Tra un mugugno e un sospiro nel Transatlantico più di un parlamentare di centrodestra inizia a pensare che «una coalizione compatta come la nostra, che guida il Paese da oltre tre anni, dovrebbe avere già chiuso candidature e liste».
E invece tutto è ancora sospeso tra le pretese di Fratelli d’Italia, che da azionista di maggioranza vorrebbe dettare il gioco, le ambizioni della Lega al Nord e le preoccupazioni di Forza Italia che da colonna del centrismo della compagine di governo gradirebbe un riconoscimento. A proposito degli azzurri, Antonio Tajani, vicepremier e ministro degli Esteri, sostiene che dopo l’attacco in Polonia dei droni russi, ci siano «cose più urgenti di cui occuparsi, visto che non si vota domattina».
Nell’attesa il tempo scorre.
La Lega alza i decibel. Ieri è stato il turno del capogruppo al Senato, Massimiliano Romeo, che ha escluso categoricamente di barattare il Veneto per la Lombardia, come invocato da Fratelli d’Italia: «In Lombardia si vota tra tre anni, mi sembra un po’ presto e frettoloso mettere le due cose sullo stesso tavolo.
Alle ultime Regionali, sommando i voti della Lega a quelli della lista di Fontana, siamo andati molto vicini ai numeri di Fratelli d’Italia. Rispetto le legittime rivendicazioni degli alleati ma anche noi abbiamo il diritto di rivendicare il fatto di voler proseguire con i nostri presidenti di Regione». Come dire, la Lombardia non si tocca.
LORENZO FONTANA - FOTO LAPRESSE
Circola uno schema di massima che prevede il Veneto alla Lega, la Campania a Fratelli d’Italia e la Puglia a Forza Italia. La regione oggi guidata da Luca Zaia è il piatto forte, perché da quelle parti nella Seconda Repubblica il centrodestra ha sempre vinto e perché rappresenta un pezzo consistente del Pil nazionale. Alberto Stefani, enfant prodige del leghismo salviniano e vicesegretario federale, è in pole position.
Eppure nelle ultime ore è tornata a circolare una suggestione: la candidatura del presidente della Camera Lorenzo Fontana. Ipotesi complicata perché significherebbe riaprire nel pieno della legislatura la casella della terza carica dello Stato.
massimiliano romeo matteo salvini