furlan barbagallo camusso sindacalisti

SINDACATI FURBETTI – NEI “730” FATTI COMPILARE AI CAF DEI SINDACATI C’È SEMPRE L’INDICAZIONE DEL 5 PER MILLE E SPESSO È IRREGOLARE – L’AGENZIA DELLE ENTRATE SI È INSOSPETTITA DI TANTA GENEROSITÀ VERSO ORGANIZZAZIONI VICINE A CGIL, CISL E UIL

Maurizio Belpietro per “Libero Quotidiano

 

Anni fa, Stefano Livadiotti, giornalista dell' Espresso con la passione di scovare privilegi e misfatti, scrisse un libro raccontando i trucchi del sindacato per fare soldi. Fra tanti sistemi, nel volume se ne raccontava uno che riguardava il 5 per mille. Nel capitolo si spiegava come i centri di assistenza fiscale vicini alle confederazioni fossero riusciti a lucrare sulla quota Irpef che ogni contribuente può decidere di destinare ad associazioni di volontariato e di ricerca. «Se la percentuale di italiani che indica un beneficiario del 5 per mille in media si assesta intorno al 55%, nel caso di chi si rivolge ai centri di assistenza fiscale di Cgil, Cisl e Uil si arriva all' 80 per cento», scrisse il collega.

tassetasse


Livadiotti si incaricò anche di seguire le piste, ovvero di conoscere i beneficiari di tanta generosità, scoprendo che spesso chi presentava la dichiarazione dei redditi tramite Caf donava il 5 per mille a un' associazione legata allo stesso al Caf. Insomma, con una mano gli uffici del sindacato compilavano il 730, con l' altra incassavano.


Una montagna di soldi, non spiccioli. Già nel 2007, anno in cui Livadiotti mandò in stampa la sua inchiesta, la somma superava i 400 milioni, ossia una bella torta di fondi pubblici che finivano spartiti fra le organizzazioni vicine al sindacato. All' epoca il giochino del 5 per mille era provvisorio, ma il governo Prodi si incaricò di renderlo stabile e l' incarico di scrivere le regole definitive fu affidato a chi il sindacato lo conosceva bene, ossia il senatore Giorgio Benvenuto, ex segretario della Uil.


C'è da stupirsi dunque se oggi, a otto anni di distanza dal libro-denuncia di Livadiotti, si scopre che secondo l' Agenzia delle Entrate quasi il 9 per cento delle donazioni del 5 per mille è irregolare e quasi sempre a favore delle associazioni vicine al Caf che compila la denuncia? Ovvio che no, siamo nella regola delle truffe annunciate.

TASSETASSE


Con una sola differenza rispetto al passato, ovvero che nel frattempo la cifra accantonata per le associazioni di volontariato è cresciuta fino a raggiungere il mezzo miliardo.


Cinquecento milioni in cui la parte da leone la fanno le organizzazioni vicine agli stessi Caf. L' Agenzia delle Entrate ha scoperto che in molti casi sono i funzionari del centro ad aggiungere la donazione, spessissimo all' insaputa del contribuente. A spingere l' Agenzia a veder chiaro nella faccenda è stata la Corte dei Conti, la quale s' era un po' insospettita di fronte a tanta generosità a senso unico.

AGENZIA ENTRATE ROMAAGENZIA ENTRATE ROMA


Certo, bisogna riconoscere che per i controlli c'è voluto un po' di tempo: dalla denuncia di Livadiotti ad oggi fanno otto anni e ancora non è sicuro che ora la mangiatoia sia stata chiusa definitivamente. Probabilmente no, perché in Italia lo spreco è per sempre, mentre darci un taglio è molto difficile.


Ne sanno qualcosa i tecnici del Parlamento che in queste ore stanno lavorando sulla spesa e sulle coperture della manovra. Nonostante il diluvio di parole che ogni giorno viene dispensato dal nostro presidente del Consiglio, ai funzionari di Camera e Senato che si occupano del Bilancio non tornano i conti.

 

Ancora non è chiaro come sarà finanziato il taglio di Imu e Tasi sulla prima casa, operazione che secondo il governo costerebbe 3,5 miliardi. Secondo Renzi la riduzione delle imposte sarà finanziata con i soldi della spending review, ossia con i risparmi sul bilancio statale, riducendo sprechi e oneri vari, tuttavia ad oggi nessuno sa indicare a quanto ammonti il presunto tesoretto e dunque si viaggia al buio.

rossella orlandirossella orlandi


Uguale navigazione nell' oscurità riguarda la copertura delle clausole di salvaguardia, ossia di quegli aumenti fiscali che dovrebbero scattare in automatico se non ci saranno i tagli alla spesa pubblica previsti nel 2014 e nel 2015.

 

Il governo si è impegnato a non alzare l' Iva sui beni di largo consumo, ma per rispettare la promessa servirebbe un gettito di 16,8 miliardi nel 2016, che diventeranno 26,2 nel 2017 e quasi 29 nel 2018.


Una montagna di miliardi certo non facile da trovare nel bilancio pubblico, perché sprecare è più facile che risparmiare. Quando si regalano soldi pubblici infatti non protesta nessuno, ma anzi, come nel caso dei Caf, c' è chi ringrazia per la donazione. Al contrario, quando si impugnano le forbici, c' è sempre chi strilla e un governo a caccia di voti, che magari pensa di avvicinare l' ora delle elezioni, non ha certo intenzione di inimicarsi gli elettori.

Stefano Livadiotti e signora Stefano Livadiotti e signora


Risultato: nonostante ci sia chi usa i centri di assistenza fiscale come un bancomat, è difficile che il governo ci metta mano, rivedendo la legge. Più facile che alla fine si pieghi ai diktat della Ue, che proprio ieri ha bocciato il taglio delle tasse sulla casa, invitando l' esecutivo ad alzarle, insieme con Iva e imposta di successione.

 

Renzi ha risposto che il fisco è di sua competenza e non riguarda Bruxelles, ma forse - vista la confusione - sarebbe stato meglio dire che le tasse sono una faccenda di sua incompetenza.


maurizio.belpietro@liberoquotidiano.it @BelpietroTweet

 

Ultimi Dagoreport

giovambattista giovanbattista fazzolari vitti

FLASH – ROMA VINCE SEMPRE: IL SOTTOSEGRETARIO FAZZOLARI, DA SEMPRE RISERVATISSIMO E RESTÌO A FREQUENTARE I SALOTTI, ORA VIENE PIZZICATO DA DAGOSPIA NEL “SALOTTO” DI PIAZZA SAN LORENZO IN LUCINA, SPAPARANZATO AI TAVOLI DI “VITTI”, DOVE POLITICI, GIORNALISTI E POTENTONI AMANO ATTOVAGLIARSI (DENIS VERDINI FACEVA LE RIUNIONI LI' E CLAUDIO LOTITO AMA GOZZOVIGLIARE DA QUELLE PARTI, SPILUCCANDO NEI PIATTI ALTRUI) – ANCHE “FAZZO” È ENTRATO NELLA ROMANELLA POLITICA DE “FAMOSE DU’ SPAGHI”: L’EX DIRIGENTE DI SECONDA FASCIA DELLA REGIONE LAZIO CHIACCHIERA CON UN CANUTO SIGNORE DI CUI VORREMMO TANTO CONOSCERE L’IDENTITÀ. I DAGO-LETTORI POSSONO SBIZZARIRSI: HANNO QUALCHE SUGGERIMENTO PER NOI?

giampaolo rossi rai report sigfrido ranucci giovanbattista fazzolari francesco lollobrigida filini

DAGOREPORT – RAI DELLE MIE BRAME: CHIAMATO A RAPPORTO L'AD GIAMPAOLO ROSSI ALLA CAMERA DEI DEPUTATI DOVE SI E' TROVATO DAVANTI, COL DITO ACCUSATORIO, I PLENIPOTENZIARI RAI DEI TRE PARTITI DI MAGGIORANZA: GASPARRI (FI), MORELLI (LEGA) E FILINI (FDI) CHE, IN CORO, GLI HANNO COMANDATO DI TELE-RAFFORZARE LA LINEA DEL GOVERNO - IL PIÙ DURO È STATO IL SOTTOPANZA DI FAZZOLARI. FILINI SPRIZZAVA FIELE PER L’INCHIESTA DI “REPORT” SUI FINANZIAMENTI DI LOLLOBRIGIDA ALLA SAGRA DEL FUNGO PORCINO - ROSSI, DELLE LORO LAMENTELE, SE NE FOTTE: QUANDO VUOLE, IL FILOSOFO CHE SPIEGAVA TOLKIEN A GIORGIA NELLE GROTTE DI COLLE OPPIO, PRENDE IL TELEFONINO E PARLA DIRETTAMENTE CON LA PREMIER MELONI... - VIDEO

giorgia meloni daria perrotta giancarlo giorgetti

FLASH – GIORGIA MELONI HA DETTO A BRUTTO MUSO AL RAGIONERE GENERALE DELLO STATO, DARIA PERROTTA: “QUESTO È UN ESECUTIVO POLITICO E NON TECNICO”. IL CENTRODESTRA HA GIÀ SILURATO IL DG DEL TESORO, ALESSANDRO RIVERA, HA LIQUIDATO L’EX RAGIONIERE BIAGIO MAZZOTTA E HA ACCOMPAGNATO ALL’USCITA IL DIRETTORE DELLE PARTECIPATE, MARCELLO SALA. ORA SE LA PRENDE ANCHE CON LA FEDELISSIMA DI GIANCARLO GIORGETTI, CHE NON È CERTO UNA PERICOLOSA COMUNISTA, NÉ UNA OSTILE “MANDARINA” IN QUOTA “DEEP STATE”. A DESTRA COSA PRETENDONO DA MEF E RAGIONERIA? CHE SIANO USI A OBBEDIR TACENDO? DAVANTI AI TRISTI NUMERI, NON CI SONO IDEOLOGIE O OPINIONI…

donald trump volodymyr zelensky donald trump nobel pace

DAGOREPORT – DONALD TRUMP È OSSESSIONATO DAL NOBEL PER LA PACE: LE BOMBE DI NETANYAHU SU GAZA E I MISSILI DI PUTIN SULL’UCRAINA SONO GLI UNICI OSTACOLI CHE HA DI FRONTE – CON “BIBI” È STATO CHIARO: LA PAZIENZA STA FINENDO, LA TREGUA NON SI PUÒ ROMPERE E NON CI SONO PIANI B, COME HA RICORDATO AL PREMIER ISRAELIANO MARCO RUBIO (IN GRANDE ASCESA ALLA CASA BIANCA A DANNO DI VANCE) – DOMANI L’ACCORDO CON XI JINPING SU DAZI, TIKTOK, SOIA E NVIDIA (E STI CAZZI DI TAIWAN). IL PRESIDENTE CINESE SI CONVINCERÀ ANCHE A FARE PRESSIONE SUL SUO BURATTINO PUTIN? SE NON LO FARÀ LUI, CI PENSERÀ L’ECONOMIA RUSSA AL COLLASSO…

sangiuliano gasdia venezi giuli

SULLA SPOLITICA CULTURALE DELLA “DESTRA MALDESTRA” – ALBERTO MATTIOLI: “CI RENDEMMO SUBITO CONTO CHE DA SANGIULIANO C’ERA NULLA DA ASPETTARSI, A PARTE QUALCHE RISATA: E COSÌ È STATO. GIULI AVEVA COMINCIATO BENE, MOSTRANDO UNA CERTA APERTURA E RIVENDICANDO UN PO’ DI AUTONOMIA, MA MI SEMBRA SIA STATO RAPIDAMENTE RICHIAMATO ALL’ORDINE - CHE LA DESTRA ABBIA PIÙ POLTRONE DA DISTRIBUIRE CHE SEDERI PRESENTABILI DA METTERCI SOPRA, È PERÒ UN FATTO, E PER LA VERITÀ NON LIMITATO AL MONDO CULTURALE - IL PROBLEMA NON È TANTO DI DESTRA O SINISTRA, MA DI COMPETENZA. CHE BEATRICE VENEZI NON ABBIA IL CURRICULUM PER POTER FARE IL DIRETTORE MUSICALE DELLA FENICE È PALESE A CHIUNQUE SIA ENTRATO IN QUALSIASI TEATRO D’OPERA - (PERCHE' SULL’ARENA DI VERONA SOVRINTENDE - BENISSIMO - CECILIA GASDIA, DONNA E DI DESTRA, SENZA CHE NESSUNO FACCIA UN PLISSÉ?)’’

alessandro giuli pietrangelo buttafuoco arianna giorgia meloni beatrice venezi nicola colabianchi nazzareno carusi tiziana rocca giulio base

''L’ESSERE STATI A CASA MELONI O DI LA RUSSA NON PUÒ ESSERE L’UNICO O IL PRIMO REQUISITO RICHIESTO PER LE NOMINE CULTURALI’’ - LETTERA A DAGOSPIA DI PIERLUIGI PANZA: “SONO TRA LE ANIME BELLE CHE QUANDO GIORGIA MELONI HA VINTO LE ELEZIONI HA SPERATO CHE, AL POSTO DEL PLURIDECENNALE AMICHETTISMO ROMANO DI SINISTRA SI AVVIASSE UN METODO, DICIAMO SUPER-PARTES, APERTO (MAGARI ANCHE SOLO PER MANCANZA DI CANDIDATI) E TESO A DELINEARE UNA CULTURA LIBERALE LEGATA AL PRIVATO O ALLE CONFINDUSTRIE DEL NORD… POVERO ILLUSO. IL SISTEMA È RIMASTO LO STESSO, APPLICATO CON FEROCE VERIFICA DELL’APPARTENENZA DEL CANDIDATO ALLA DESTRA, MEGLIO SE ROMANA DI COLLE OPPIO, PER GENEALOGIA O PER ADESIONE, MEGLIO SE CON UNA PRESENZA AD ATREJU E CON UN LIBRO DI TOLKIEN SUL COMODINO - LE NOMINE DI GIULI, BUTTAFUOCO, CRESPI, VENEZI, COLABIANCHI, BASE & ROCCA, IL PIANISTA NAZARENO CARUSI E VIA UNA INFINITÀ DI NOMI NEI CDA, NELLE COMMISSIONI (IN QUELLA PER SCEGLIERE I 14 NUOVI DIRETTORI DEI MUSEI C’È SIMONETTA BARTOLINI, NOTA PER AVER SCRITTO "NEL BOSCO DI TOLKIEN, LA FIABA L’EPICA E LA LINGUA")