il governatore sardo solinas

SOLINAS HA FATTO IL MIRACOLO: LA MOLTIPLICAZIONE DELLE PROVINCE E DELLE POLTRONE! - I CAPOLUOGHI IN SARDEGNA SONO DIVENTATI 12: C'È PURE LANUSEI, 5 MILA ABITANTI. CHE SENSO HA? QUELLO DI DISTRIBUIRE UN PO' DI NUOVI POSTI PRESIDENZIALI - SULL'ISOLA TRIONFA LO SPRECO: LO STAFF DELLA GUNTA HA SUPERATO I 6 MILIONI DI COSTI, IL NUOVO SEGRETARIO GENERALE PIGLIA UNO STIPENDIO PIÙ ALTO DI QUELLO DI MATTARELLA...

Gian Antonio Stella per il "Corriere della Sera"

 

christian solinas

Viva l'Ogliastra, il mare dell'Ogliastra, il pane pistoccu dell'Ogliastra! Ma ha senso che un'entità locale con un terzo degli abitanti del quartiere romano di ponte Milvio, di questi tempi, diventi una provincia con addirittura due capoluoghi, Tortolì e Lanusei, che svetta in coda, si fa per dire, con 5.283 anime?

 

Eppure la Regione Sardegna tira diritto. E punta in questi giorni a rendere operativa la riforma votata tre settimane fa per fare dell'isola la terra con più capoluoghi provinciali d'Italia e forse del pianeta: dodici. Uno ogni 133.000 abitanti.

 

CHRISTIAN SOLINAS

Erano tre, una volta, le province sarde. Cagliari, Sassari, Nuoro. Nel 1974 fu aggiunta Oristano. Nel 2001, con il governatore berlusconiano Mauro Pili, ne arrivarono (con operatività dal 2005) altre quattro: Carbonia-Iglesias, Medio Campidano, Ogliastra e Olbia-Tempio.

 

Spazzate via tutte e quattro dal referendum del 2012, trionfalmente passato (il quorum era basso: un terzo degli aventi diritto) con il 97% dei voti. Uno smacco. Corretto nel 2016 con l'istituzione della Città metropolitana di Cagliari (che con sedici comuni del circondario arrivava quasi a un terzo dei sardi) e la fusione del territorio restante più quello del Medio Campidano e di Carbonia-Iglesias uniti nella nuova provincia del Sud Sardegna.

 

christian solinas

Fin qui la (tormentata) storia recente. Ma poteva la maggioranza di Christian Solinas eletta nella primavera 2019 dal centrodestra e dal Psd'A storicamente di sinistra ma spostato ora dall'altra parte, rinunciare a mettere mano una volta di più al pasticcio?

 

Certo, non era facilissimo per la destra (il cui governatore forzista Ugo Cappellacci si era battuto nel 2011 «per l'abolizione delle Province») e più ancora per la Lega (lo stesso Roberto Calderoli, uomo di punta leghista per le riforme, aveva proposto da ministro «non la soppressione completa» ma di tutte quelle province «che non raggiungono i 300 mila abitanti») fare dietro-front sulla tanto invocata volontà popolare.

 

Ma come rinunciare a una distribuzione di poltrone a tanti clientes, distribuzione spacciata perfino in questi mesi di pandemia e di vacche magre per una scelta democratica di apertura al dialogo in quei territori?

 

E così, mentre la pubblica opinione aveva la testa fissa sulle angosce del coronavirus, dei morti quotidiani, delle residenze per anziani, la maggioranza a guida lego-sardista è andata avanti anche su temi meno prioritari.

 

BERLUSCONI E CAPPELLACCI

Come l'abnorme gonfiamento degli organici dello staff della presidenza e della giunta con un'impennata di costi che secondo le opposizioni potrebbe superare complessivamente i sei milioni di euro, l'assegnazione al nuovo Segretario Generale di uno stipendio di 285.600 euro (46.600 più di quello dato al capo dello Stato, 14 volte il Pil pro capite dei sardi) o la soppressione dell'Asl unica voluta nel 2017 dall'allora governatore Francesco Pigliaru (scelta assai contestata) per ripristinare le otto vecchie aziende sanitarie (Cagliari, Sassari, Sulcis, Nuoro, Gallura, Ogliastra, Oristano, Medio Campidano) con dotazione allegata di otto direttori generali, otto direttori sanitari, otto direttori amministrativi eccetera eccetera...

 

CAPPELLACCI

La meno comprensibile, però, anche per la sconfessione del risultato referendario di qualche anno fa, è la scelta di scombussolare ancora una volta le competenze territoriali. Con la nascita dopo Cagliari di un'altra Città metropolitana (Sassari), la conferma delle province di Nuoro e Oristano e il sostanziale ripristino, con un'etichetta ritoccata, delle province soppresse dopo la consultazione popolare.

 

Ed ecco la «circoscrizione territoriale della Provincia del Nord-Est Sardegna, con capoluogo nei Comuni di Olbia e Tempio», quella «dell'Ogliastra con capoluogo nei Comuni di Tortolì e Lanusei», quella «del Sulcis Iglesiente, con capoluogo nei Comuni di Carbonia e Iglesias» e quella «del Medio Campidano, con capoluogo nei Comuni di Sanluri e Villacidro».

 

FRANCESCO PIGLIARU

Totale otto enti provinciali (solo due con più dei 300 mila abitanti teorizzati dalla Lega Nord prima della metamorfosi salviniana) per un totale di dodici capoluoghi. Un bel po' di poltrone presidenziali distribuite provvisoriamente in tempi brevi («entro e non oltre trenta giorni dalla scadenza del termine») dalla «Giunta regionale con propria deliberazione, su proposta dell'Assessore competente in materia di enti locali» fino «all'insediamento degli organi di governo la cui elezione», anche se non è ancora chiara la formula, «deve svolgersi entro il 31 dicembre 2021».

 

Purché le nuove assegnazioni stiano bene a tutti: il Comune di Genoni, ad esempio, ha via via traslocato nell'ultimo secolo (amministrativamente) dalla provincia di Cagliari a quella di Nuoro, di Oristano, della Provincia del Sud e infine a quella di Cagliari.

 

eugenio zoffili matteo salvini christian solinas dopo la vittoria del centrodestra in sardegna 1

Tutto ok? Può darsi. Sennò i consigli comunali possono optare all'unanimità per cambiar provincia. O fare un referendum. C'è chi dirà: «Ecco un esempio di democrazia!». Vedremo. Certo è assai diversa la scelta della giunta sardo-leghista sulle concessioni balneari.

 

Ricordate? I sette comuni di diverso colore politico (Arzachena, Olbia, Posada, Loiri-Porto San Paolo, Cagliari, Quartu e Orosei) che si erano opposti alla mega-proroga fino al 2033 voluta dal primo governo giallo-verde, proroga totalmente condivisa dal governo Solinas, furono commissariati.

 

christian solinas e flavio briatore

Ma con la legge 12 aprile 2021 n. 7 che fissa le nuove province, la Regione va oltre. E tra le proteste dell'opposizione trainata dal Gruppo Progressisti, ha deciso di cambiare la «legge regionale n. 9 del 2006 in materia di demanio marittimo» sottraendo una volta per tutte ai comuni sardi la competenza su quelle concessioni da anni al centro di un braccio di ferro tra l'Europa e l'Italia.

 

D'ora in avanti, dice la nuova legge, «la disciplina (...) e l'adozione degli atti generali di indirizzo per la redazione dei Piani comunali di utilizzazione dei litorali» e «il rilascio di tutte le concessioni sui beni del demanio della navigazione interna, del mare territoriale e del demanio marittimo non attribuite allo Stato spettano alla Regione Sardegna».

 

E le direttive dell'Europa? Bah... Intendiamoci: porre questo tema spinosissimo oggi, alla vigilia delle vacanze agognate dai turisti ma più ancora dagli operatori, dopo mesi così pesanti, non sarebbe proprio il caso. Ma da qui all'eternità...

Ultimi Dagoreport

emanuele orsini romana liuzzo luiss sede

FLASH! – IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, EMANUELE ORSINI, HA COMINCIATO IL "RISANAMENTO" DELL’UNIVERSITÀ "LUISS GUIDO CARLI" ALLONTANANDO DALLA SEDE DELL’ATENEO ROMANO LO SPAZIO OCCUPATO DALLA "FONDAZIONE GUIDO CARLI" GUIDATA DALL’INTRAPRENDENTE ROMANA LIUZZO, A CUI VENIVA VERSATO ANCHE UN CONTRIBUTO DI 350 MILA EURO PER UN EVENTO ALL’ANNO (DAL 2017 AL 2024) - ORA, LE RESTA SOLO UNA STANZETTA NELLA SEDE LUISS DI VIALE ROMANIA CHE SCADRÀ A FINE ANNO – PRIMA DELLA LUISS, LA FONDAZIONE DELLA LIUZZO FU "SFRATTATA" DA UN PALAZZO DELLA BANCA D’ITALA NEL CENTRO DI ROMA...

rai giampaolo rossi gianmarco chiocci giorgia meloni bruno vespa scurti fazzolari

DAGOREPORT - RIUSCIRÀ GIAMPAOLO ROSSI A DIVENTARE IL CENTRO DI GRAVITÀ DELL’INDOMABILE BARACCONE RAI? - IL “FILOSOFO” DEL MELONISMO HA TENUTO DURO PER NON ESSERE FATTO FUORI DAL FUOCO AMICO DEL DUPLEX SERGIO-CHIOCCI. A “SALVARE” IL MITE ROSSI ARRIVÒ IL PRONTO SOCCORSO Di BRUNO VESPA, CON IL SUO CARICO DI MEZZO SECOLO DI VITA VISSUTA NEL FAR WEST DI MAMMA RAI - A RAFFORZARE LA SUA LEADERSHIP, INDEBOLENDO QUELLA DI CHIOCCI, È INTERVENUTA POI LA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI, “BRUCIANDO” IN PIAZZA IL DESIDERIO DI GIORGIA DI ARRUOLARLO COME PORTAVOCE - L’OPERAZIONE DI ROSSI DI ESSERE IL BARICENTRO IDEOLOGO E PUNTO DI RIFERIMENTO DI TELE-MELONI, SI STA SPOSTANDO SUI TALK-SHOW E L’INTRATTENIMENTO, A PARTIRE DALLA PROBABILE USCITA DI PAOLO DEL BROCCO, DA UNA DOZZINA DI ANNI ALLA GUIDA “AUTONOMA” DELLA CONSOCIATA RAI CINEMA, IN SCADENZA AD APRILE 2026 - IL NOME CHE SCALPITA PER ANDARLO A SOSTITUIRE, È UN AMICO FIDATO DI ROSSI, L’ATTUALE DIRETTORE DEL DAY-TIME, LO SCRITTORE-POETA-CANTANTE-SHOWMAN ANGELO MELLONE - MENTRE A RAI FICTION...

roberto vannacci matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - UNO SPETTRO SI AGGIRA MINACCIOSO PER L'ARMATA BRANCA-MELONI: ROBERTINO VANNACCI - L’EX GENERALE DELLA FOLGORE STA TERREMOTANDO NON SOLO LA LEGA (SE LA VANNACCIZZAZIONE CONTINUA, ZAIA ESCE DAL PARTITO) MA STA PREOCCUPANDO ANCHE FRATELLI D’ITALIA - IL RICHIAMO DEL GENERALISSIMO ALLA DECIMA MAS E ALLA PACCOTTIGLIA DEL VENTENNIO MUSSOLINIANO (“IO FASCISTA? NON MI OFFENDO”)  ABBAGLIA LO “ZOCCOLO FASCIO” DELLA FIAMMA, INGANNATO DA TRE ANNI DI POTERE MELONIANO IN CUI LE RADICI POST-MISSINE SONO STATE VIA VIA DEMOCRISTIANAMENTE “PETTINATE”, SE NON DEL TUTTO SOTTERRATE - IL PROGETTO CHE FRULLA NELLA MENTE DI VANNACCI HA COME TRAGUARDO LE POLITICHE DEL 2027, QUANDO IMPORRÀ A SALVINI I SUOI UOMINI IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. ALTRIMENTI, CARO MATTEO, SCENDO DAL CARROCCIO E DO VITA AL MIO PARTITO - INTANTO, SI È GIÀ APERTO UN ALTRO FRONTE DEL DUELLO TRA LEGA E FRATELLI D’ITALIA: LA PRESIDENZA DEL PIRELLONE…

berlusconi john elkann

FLASH! – “AHI, SERVA ITALIA, DI DOLORE OSTELLO...”: DA QUALE FANTASTICA IPOCRISIA SPUNTA LA FRASE “MESSA IN PROVA” PER LIQUIDARE IL PATTEGGIAMENTO DI JOHN ELKANN, CONDANNATO A 10 MESI DI LAVORO DAI SALESIANI? - QUANDO TOCCÒ AL REIETTO SILVIO BERLUSCONI DI PATTEGGIARE CON LA GIUSTIZIA, CONDANNATO A UN ANNO DI LAVORO PRESSO UN OSPIZIO DI COLOGNO MONZESE, A NESSUNO VENNE IN MENTE DI TIRARE FUORI LA FRASE “MESSA IN PROVA”, MA TUTTI TRANQUILLAMENTE SCRISSERO: “SERVIZI SOCIALI”…

bomba doha qatar trump netanyahu epstein ghislaine maxwell

DAGOREPORT - COME MAI DONALD TRUMP,  PRESIDENTE DELLA PIÙ GRANDE POTENZA PLANETARIA, NON È NELLE CONDIZIONI DI COMANDARE SUL PREMIER ISRAELIANO BENJAMIN NETANYAHU? - COME E' RIUSCITO "BIBI" A COSTRINGERE L’IDIOTA DELLA CASA BIANCA A NEGARE PUBBLICAMENTE DI ESSERE STATO PREAVVISATO DA GERUSALEMME DELL'ATTACCO CONTRO ALTI ESPONENTI DI HAMAS RIUNITI A DOHA? - DATO CHE IL QATAR OSPITA LA PIÙ GRANDE BASE AMERICANA DEL MEDIO ORIENTE, COME MAI LE BOMBE SGANCIATE VIA DRONI SUI VERTICI DI HAMAS RIUNITI A DOHA SONO RIUSCITE A PENETRARE IL SISTEMA ANTIMISSILISTICO IRON DOME ('CUPOLA DI FERRO') DI CUI È BEN DOTATA LA BASE AMERICANA? - TRUMP ERA STATO OVVIAMENTE AVVISATO DELL’ATTACCO MA, PUR CONTRARIO A UN BOMBARDAMENTO IN CASA DI UN ALLEATO, TUTTO QUELLO CHE HA POTUTO FARE È STATO DI SPIFFERARLO ALL’EMIRO DEL QATAR, TAMIN AL-THANI - SECONDO UNA TEORIA COMPLOTTISTICA, SOSTENUTA ANCHE DAL MOVIMENTO MAGA, NETANYAHU AVREBBE IN CASSAFORTE UN RICCO DOSSIER RICATTATORIO SUI SOLLAZZI SESSUALI DI TRUMP, FORNITO ALL’EPOCA DA UN AGENTE DEL MOSSAD ''SOTTO COPERTURA'' IN USA, TALE JEFFREY EPSTEIN...