voto del parlamento europeo - risoluzione su gaza netanyahu salvini tajani meloni

LA SOLITA EUROPA BALBETTANTE – LA RISOLUZIONE SU GAZA, APPROVATA DAL PARLAMENTO EUROPEO DOPO DUE ANNI DI DISCUSSIONI, È UN TESTO ANNACQUATO, CHE NON PREVEDE ALCUNA SANZIONE CONTRO IL GOVERNO ISRAELIANO E NON USA LA PAROLA “GENOCIDIO” – IL TESTO INVITA GLI STATI MEMBRI A RICONOSCERE LA PALESTINA “PER SOSTENERE LA SOLUZIONE A DUE STATI” – LA RISOLUZIONE HA MESSO IN EVIDENZIA LA SPACCATURA NEL GOVERNO ITALIANO SUL TEMA GAZA. I PARTITI DI MAGGIORANZA HANNO VOTATO IN TRE MODI DIVERSI: A FAVORE FORZA ITALIA, CONTRO LA LEGA, ASTENUTI I MELONIANI…

1 - L’UE TROVA L’INTESA SU GAZA E CONDANNA TEL AVIV RICONOSCERE LA PALESTINA”

Estratto dell’articolo di Marco Bresolin per “la Stampa”

 

voto del parlamento europeo - risoluzione su gaza

Il Parlamento europeo ha condannato l'azione del governo israeliano nella Striscia di Gaza, ha chiesto di adottare sanzioni contro Tel Aviv e ha invitato gli Stati membri a riconoscere la Palestina «per sostenere la soluzione a due Stati».

 

La risoluzione – seppur priva di qualsiasi effetto pratico – ha un elevato valore politico: per la prima volta da quando è iniziata l'offensiva nella Striscia in risposta agli attentati del 7 ottobre del 2023, l'Eurocamera è riuscita a consolidare una maggioranza attorno a un testo comune su un tema che sempre ha visto emergere significative divergenze tra i gruppi politici, ma soprattutto all'interno degli stessi, tra le varie delegazioni nazionali.

 

URSULA VON DER LEYEN BENJAMIN NETANYAHU

[…]  Ieri mattina, però, i gruppi di maggioranza hanno trovato un'intesa di massima sugli emendamenti che ha permesso di adottare il testo con 305 voti favorevoli, 151 contrari e ben 122 astensioni. In tutti i gruppi ci sono state spaccature, ma in sostanza i socialisti, i verdi e i liberali hanno votato in maggioranza a favore, con i popolari che invece si sono spaccati.

 

Come già era successo in alcune votazioni sull'Ucraina, i tre partiti che sostengono il governo Meloni a Roma si sono schierati su tre posizioni diverse: hanno votato a favore gli eurodeputati di Forza Italia, contro quelli della Lega, mentre i meloniani si sono astenuti.

 

benjamin netanyahu nella striscia di gaza

Compatta per il "sì" la delegazione del Partito Democratico, contraria invece quella del Movimento Cinque Stelle perché il testo della risoluzione è stato considerato troppo debole. Stesso argomento usato anche da Leoluca Orlando (eletto con Avs e membro dei Verdi), mentre Ilaria Salis (Avs che milita nel gruppo della Sinistra) si è astenuta.

 

Il testo adottato è frutto di un compromesso, contiene una dura condanna nei confronti dei «crimini barbari» di Hamas, definisce Israele «un partner strategico nella lotta al terrorismo nella regione» e riconosce il suo «inalienabile diritto all'autodifesa», seppur «nel rispetto del diritto internazionale», il che «non può giustificare azioni militari indiscriminate a Gaza».

 

STRISCIA DI GAZA - PALESTINESI AFFAMATI

 Il braccio di ferro più teso si è giocato sull'introduzione di un riferimento al «genocidio». Un passaggio fortemente voluto dai socialisti, ma osteggiato dal Ppe, che alla fine è stato rimosso.

 

La risoluzione, comunque, «condanna con forza il blocco degli aiuti umanitari a Gaza da parte del governo israeliano, che ha provocato una carestia nel Nord di Gaza» e chiede l'apertura di tutti i valichi di frontiera. C'è l'invito a ripristinare il mandato e i finanziamenti dell'Unrwa e il Parlamento «si oppone fermamente» all'attuale sistema di distribuzione degli aiuti.

 

L'emiciclo ha poi espresso il suo sostegno alle proposte di Ursula von der Leyen, che mercoledì ha annunciato la sospensione del sostegno bilaterale dell'Ue a Israele e la sospensione parziale dell'accordo di associazione per quanto riguarda le agevolazioni commerciali.

 

voto del parlamento europeo - risoluzione su gaza

Per quest'ultima misura, però, è necessario il via libera a maggioranza qualificata da parte degli Stati membri: a causa soprattutto del "no" di Italia e Germania, finora non era stato possibile raggiungere questa soglia sulla proposta, molto meno ambiziosa, di sospendere la partecipazione di Israele al programma di ricerca HorizonEurope.

 

Dall'Eurocamera c'è anche la richiesta di «indagini complete su tutti i crimini di guerra» e il sostegno all'ipotesi di sanzionare i coloni violenti e i ministri israeliani Bezalel Smotrich e Itamar Ben Gvir, oltre all'appello ai Paesi membri per «valutare la possibilità di riconoscere lo Stato di Palestina». […]

 

2 - ITALIA IN ORDINE SPARSO A STRASBURGO IL GOVERNO VOTA IN TRE MODI DIVERSI

Estratto dell’articolo di Federico Capurso per “la Stampa”

 

GIORGIA MELONI - BENJAMIN NETANYAHU

Può venire il mal di testa di fronte al groviglio dei partiti italiani di centrodestra e centrosinistra chiamati ieri a votare la risoluzione per Gaza. […]

 

Alla fine il resoconto della seduta fotografa il Pd favorevole, i Cinque stelle contrari, e Avs che riesce persino a dividersi (l'esponente della Sinistra Ilaria Salis si astiene, mentre Leoluca Orlando dei Verdi vota contro).

 

A destra si aggiungono altri bastoncini allo shangai politico, con Forza Italia che vota a favore, la Lega contro e Fratelli d'Italia che preferisce astenersi. Ognuno gioca sempre un po' a differenziarsi dagli alleati per racimolare consenso, sapendo bene che le risoluzioni del Parlamento Ue non sono vincolanti. Stavolta però il testo aveva una sua forza simbolica.

 

MATTEO salvini CON BIBI netanyahu

Va detto che le due delegazioni europee dei forzisti e dei meloniani hanno trattato a lungo per provare a convergere sul via libera. La sintonia tra Popolari e Conservatori, d'altronde, viene coltivata dall'inizio della legislatura europea.

 

Non era la risoluzione dei sogni per nessuno dei due, ma i forzisti hanno voluto mandare «un segnale» e aiutare la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen, che proviene dalla loro stessa famiglia, quella dei Popolari, in questa operazione per ricompattare intorno a sé il pezzo più di sinistra della sua maggioranza, da tempo critico per il suo atteggiamento su Gaza.

 

STRISCIA DI GAZA

Per il capodelegazione di FdI Carlo Fidanza, invece, il testo «non ha raggiunto l'equilibrio che avremmo voluto». Dunque, meglio l'astensione. Gli europarlamentari di Meloni sarebbero stati anche disposti a ingoiare la parte di risoluzione in cui si invitano blandamente i Paesi membri a «valutare» il riconoscimento della Palestina. […]

 

Quel che li ha frenati è stato il passaggio del testo in cui si appoggia la proposta di von der Leyen di «una sospensione parziale, relativa agli aspetti commerciali, dell'accordo di associazione Ue-Israele». Dicono fosse «poco chiara». Ma soprattutto sottolineano quanto sia «importante, per noi, non rompere l'asse con il governo tedesco», anch'esso contrario alla sospensione degli accordi commerciali.

 

Per mandare un segnale di buona volontà al loro elettorato, come i forzisti, si dicono però favorevoli a sanzioni che colpiscano i ministri di estrema destra del governo israeliano, Berzalel Smotrich e Itamar Ben Gvir.

 

BENJAMIN NETANYAHU A GAZA

Colpire singole persone o sospendere degli accordi commerciali con uno Stato, per i meccanismi dell'Unione europea, fa però tutta la differenza del mondo. Nel primo caso serve l'unanimità, e nel centrodestra sanno benissimo che l'unanimità non si raggiungerà mai perché l'Ungheria, ad esempio, è fermamente contraria a sanzionare i ministri israeliani.

 

Nel secondo caso è necessaria la maggioranza qualificata, ed è per questo che l'asse con il governo della Germania, per Forza Italia e FdI, è così importante: se uno dei due Paesi si spostasse, dicendosi favorevole a sospendere gli accordi con Israele, ci sarebbe la seria possibilità di ottenere una maggioranza qualificata in Europa e di far passare la proposta. Insomma, sembra che nessuno voglia colpire davvero Israele. Men che meno la Lega, dall'inizio del conflitto schierata al fianco del governo Netanyahu. […]

STRISCIA DI GAZA

Ultimi Dagoreport

gender club degrado roma pina bausch matteo garrone

25 ANNI FA SPUNTÒ A ROMA UN CLUB IN MODALITÀ DARK-ROOM: AL "DEGRADO", IMMERSO NEL BUIO, SI FACEVA SESSO SENZA IL SENSO DEL PECCATO, IN MEZZO A TUTTI. UNO ‘’SBORRIFICIO” CHE NON HA AVUTO EGUALI E CHE DEMOLÌ I MURI DIVISORI TRA ETERO-BI-GAY-LESBO-TRANS-VATTELAPESCA - PER 9 ANNI, “CARNE ALLEGRA” PER TUTTI. OGNUNO VENIVA E SI FACEVA I CAZZI SUOI, E QUELLI DEGLI ALTRI. IL "DEGRADO'' POTEVA ESSERE RIASSUNTO IN UNA DOMANDA: CHI È NORMALE? - DAGO-INTERVISTA ALL’ARTEFICE DEL BORDELLO: “SCORTATA DA MATTEO GARRONE, UNA NOTTE È APPARSA PINA BAUSCH IMPEGNATA AL TEATRO ARGENTINA. SI ACCENDONO LE LUCI E UNA TRAVESTITA URLO': “AO' SPEGNETELE! IO STAVO A FA’ UN BOCCHINO. NUN ME NE FREGA ‘N CAZZO DE 'STA PINA!”

giorgia meloni alberto stefani luca zaia matteo salvini sondaggio

DAGOREPORT – VENETO DI PASSIONI PER IL CENTRODESTRA: LA VITTORIA DI ALBERTO STEFANI È SCONTATA, MA A CONTARE DAVVERO SARANNO I NUMERI! SECONDO IL SONDAGGIO DI PAGNONCELLI, IL GIOVANE LEGHISTA CON CIUFFO GIAMBRUNESCO È AL 62,8%, CONTRO UN MISERO 26,9% DEL CANDIDATO DI SINISTRA, GIOVANNI MANILDO. UN OTTIMO RISULTATO, MA SOLO SE NON SI RICORDA COSA AVVENNE CINQUE ANNI FA: ZAIA VINSE CON IL 76,79% DEI VOTI, E BASTÒ LA SUA LISTA, INSIEME A QUELLA DELLA LEGA, PER OTTENERE IL 61,5%. OGGI CI VUOLE TUTTO IL CENTRODESTRA UNITO PER RAGGIUNGERE LA STESSA CIFRA – LO SPETTRO DEL SORPASSO DI FDI SUL CARROCCIO: SE LE TRUPPE MELONIANE OTTENESSERO PIÙ VOTI, CHE FINE FAREBBE LA GIÀ FRAGILE LEADERSHIP DI SALVINI?

giorgia meloni matteo salvini antonio tajani giancarlo giorgetti

DAGOREPORT - COME MAI LADY GIORGIA INFLIGGE ALLA “NAZIONE”, IN VISTA DEL 2026, UNA FINANZIARIA COSÌ MICRAGNOSA, CORRENDO IL RISCHIO DI PERDERE CONSENSI? - UNA MISERIA DI 18 MILIARDI CHE, AL DI LÀ DELL’OPPOSIZIONE, STA FACENDO SPUNTARE LE CORNA DEL TORO AGLI ALLEATI SALVINI E TAJANI, MENTRE RUMOREGGIANO I VAFFA DI CONFINDUSTRIA E DEI MINISTRI COSTRETTI AD USARE L’ACCETTA AL BILANCIO DEI LORO DICASTERI (TAGLIO DI 89 MILIONI ALLA DISASTRATA SANITÀ!) – LA DUCETTA HA UN OTTIMO MOTIVO PER LA MANOVRA MIGNON: FINENDO SOTTO IL 3% DEL PIL, IL GOVERNO ALLA FIAMMA USCIRÀ CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER CONFEZIONARE NEL 2026 UNA FINANZIARIA RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON I TEMPI DELLE POLITICHE DEL 2027 - E GLI ITALIANI NELLA CABINA ELETTORALE POTRANNO COSÌ RICOMPENSARE LA BONTÀ DELLA REGINA GIORGIA…

shooting calendario pirelli 2026

A PRAGA SI SVAGA! – UNA PARATA DI STELLE STA PER INVADERE LA CITTÀ DI FRANZ KAFKA: PER LA PRESENTAZIONE DEL CALENDARIO PIRELLI 2026 VENERDÌ 14, ALLA MUNICIPAL HOUSE, SONO ATTESI 500 ILLUSTRI OSPITI ACCOLTI DA MARCO TRONCHETTI PROVERA CHE AVRÀ AL SUO FIANCO TANTO BEL MONDO: DA TILDA SWINTON A GWENDOLINE CHRISTIE, GUERRIERA NEL ‘’TRONO DI SPADE’’, DALLE MODELLE IRINA SHAYK ED EVA HERZIGOVA, DALLA STILISTA SUSIE CAVE ALLA TENNISTA VENUS WILLIAMS, DA LUISA RANIERI A FAVINO – NON MANCHERÀ CHIARA FERRAGNI ALLACCIATA ALL’EREDE GIOVANNI TRONCHETTI PROVERA…

sigfrido ranucci giovambattista fazzolari

DAGOREPORT - UCCI UCCI, TUTTO SUL CASO RANUCCI: DAI PRESUNTI CONTATTI DI SIGFRIDO CON I SERVIZI SEGRETI PER L'INCHIESTA DI "REPORT" SUL PADRE DI GIORGIA MELONI AL PEDINAMENTO DI SIGFRIDO, CHE COINVOLGEREBBE FAZZOLARI, IL BRACCIO DESTRO (E TESO) DI LADY GIORGIA – RANUCCI, OSPITE IERI SERA DI BIANCA BERLINGUER, HA PRECISATO, MA CON SCARSA CHIAREZZA, COSA E' ACCADUTO NELLE DUE VICENDE: “NON SONO STATO SPIATO DA FAZZOLARI. SO CHE È STATO ATTIVATO UN MECCANISMO PER CAPIRE CHI FOSSE IL NOSTRO INFORMATORE. SI TEMEVA FOSSE QUALCUNO DEI SERVIZI, MA NON È ACCADUTO” - SULL'ALTRA VICENDA DEL PEDINAMENTO: "NON SO SE SONO STATO SEGUITO MATERIALMENTE" – RIGUARDO L'ATTENTATO: "NON HO MAI PENSATO CHE DIETRO CI FOSSE UNA MANO POLITICA" - DAGOSPIA CERCA DI FAR LUCE SUI FATTI E I FATTACCI... - VIDEO

giorgia meloni marina berlusconi antonio tajani

DAGOREPORT – IL DESIDERIO DI FARSI INCORONARE REGINA D'ITALIA, PER IL MOMENTO, LA MELONA LO DEVE RIPORRE NEL CASSETTO DEI SOGNI - L’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, BOCCIATA DA TUTTI I PARTITI CHE NON INTENDONO FINIRE CANNIBALIZZATI DALLA MELONI, STA MANDANDO IN PEZZI FORZA ITALIA - TAJANI FA IL POSSIBILISTA E GLI AZZURRI ESPLODONO. LASCIAMO POI PERDERE LA FAMIGLIA DI ARCORE CHE VEDREBBE SPARIRE IL NOME BERLUSCONI DAL SIMBOLO DEL PARTITO - A MILANO SI VOCIFERA DI UN TERRIBILE SCAZZO AL CALOR BIANCO TRA UN TAJANI IN MODALITA' RIBELLE E CRISTINA ROSSELLO, VICINISSIMA A MARINA - L'IDEONA DI FARSI INCORONARE "SUA MAESTA' GIORGIA I" FA STORCERE IL NASO ANCHE AI VARI POTENTATI SOTTERRANEI DEI FRATELLINI D’ITALIA (LOLLOBRIGIDA-LA RUSSA-RAMPELLI)...