TENTATO SCIPPO D’INDAGINE - IL VERBALE DEL 19 APRILE 2012 DELLA PROCURA GENERALE DELLA CASSAZIONE DIMOSTRA CHE LE MANOVRE DEL QUIRINALE PER METTERE SOTTO TUTELA I PM INGROIA E C. NEL LORO LAVORO SULLA TRATTATIVA STATO-MAFIA DEL 1992-93 NON ERANO SOLO MILLANTERIE DI UN CONSIGLIERE GIURIDICO DEL CAPO DELLO STATO, COME LORIS D’AMBROSIO, O VAGHEGGIAMENTI DI UN POLITICO IN PENSIONE, COME NICOLA MANCINO - LA TELEFONATA DEL 12 MARZO TRA D’AMBROSIO E MANCINO…

Marco Lillo per Il Fatto

Avocazione. La parola che configura giuridicamente l'incubo di ogni pm, cioé lo scippo di un'inchiesta al titolare da parte del suo superiore, compare su un verbale del 19 aprile 2012 della Procura generale della Cassazione e riguarda l'inchiesta sulla trattativa Stato-mafia.

Quel documento, composto di tre pagine, dimostra che le manovre del Quirinale per mettere sotto tutela i pm Antonio Ingroia, Antonino Di Matteo, Lia Sava e Francesco Del Bene nel loro duro lavoro sulla trattativa Stato-mafia del 1992-93 non erano solo millanterie di un consigliere giuridico del capo dello stato, come Loris D'Ambrosio, o vagheggiamenti di un politico in pensione, come Nicola Mancino.

Il documento del 19 aprile è il verbale della riunione che si è tenuta quel giorno nel palazzo di piazza Cavour. Alla riunione partecipano quattro persone, oltre al procuratore generale della Cassazione Gianfranco Ciani, e al procuratore nazionale antimafia Piero Grasso, ci sono i due segretari generali, Antonio Mura e Carmelo Sgroi.

Il passaggio chiave del verbale che pubblichiamo è: "Il Procuratore nazionale (il capo della Dna Piero Grasso, ndr) evidenzia la diversità dei vari filoni d'indagine (su stragi a Palermo e Firenze e sulla trattativa a Palermo, ndr) e la loro complessità (accentuata anche dalla contemporanea pendenza di processi in fase dibattimentale). Precisa (sempre Grasso, ndr) di non avere registrato violazioni del protocollo del 28 aprile 2011, tali da poter fondare un intervento di avocazione a norma dell'art. 371-bis cpp".

Piero Grasso insomma dice al procuratore generale Ciani, suo superiore, che dopo avere fatto una prima riunione con le tre procure su questo tema il 28 aprile 2011, nella quale aveva fissato dei paletti, non ha nessuna intenzione di avocare l'indagine sulla trattativa, togliendone il coordinamento alla Procura di Palermo.

L'unica cosa che Grasso si impegna a fare è una relazione: "Il Procuratore nazionale antimafia rimetterà al Procuratore generale un'informativa scritta". La riunione verbalizzata è il frutto delle insistenti telefonate dell'ex presidente del Senato al consigliere giuridico del Capo dello Stato Loris D'Ambrosio e del lavorio di quest'ultimo su Giorgio Napolitano. Il presidente però, stando a quanto dice D'Ambrosio al telefono, condivide integralmente la sua impostazione gradita a Mancino e segue passo passo il tentativo di intervenire - tramite il Pg della Cassazione e il procuratore nazionale Piero Grasso - sulla Procura di Palermo, proprio come voleva Mancino.

Per capire il clima è utile riportare la telefonata del 12 marzo tra Loris D'Ambrosio e Nicola Mancino. D'Ambrosio afferma che il presidente si interessa personalmente della questione al punto che parlerà con Grasso personalmente . Alle ore 18 e 49 Mancino chiama D'Ambrosio.

D: eccomi presidente... io ho parlato con il presidente e ho parlato anche con Grasso

Mancino (M): si

D: Ma noi non vediamo molti spazi purtroppo, perché no... ma adesso probabilmente il presidente parlerà con Grasso nuovamente... eh... vediamo un attimo anche di vedere con Esposito... qualche cosa... ma non.... la vediamo difficile insomma la cosa ecco

M: oh... ma visto che Grasso coordina Caltanissetta, non può coordinare tutte e due le procure?

D: ma io gliel'ho detto pure oggi a Grasso. Grasso mi ha risposto va bene. Ma io in realtà, il consiglio superiore mi ha fatto una normativa, però non mi serve niente. Questa è il... in realtà è lui che non vuole fare...

M: eh... ho capito

D: è chiaro?

M: e io non lo so dove vogliono andare a finire... 20 anni, 25 anni, 3... non lo so insomma

D: per adesso, dunque, mi ha detto il presidente di parlare con Grasso di vederlo eh... e vediamo un po'

M: eh, perché io vedo che per Macaluso (Emanuele, direttore del Riformista, molto vicino a Napolitano Ndr) batte sulla tesi dell'unicità dell'indagine

D: si, si, ma questo gliel'ho detto al Presidente... l'ho visto

M: eh, perché non è che anche sul 41 bis indaga Caltanissetta, che fa? Caltanissetta va in una direzione e quelli possono andare in un'altra direzione? Ma non lo so se c'è serietà... poi da questo punto di vista, ecco...

D: ma, io riesco, guardi, io adesso ripeto, dopo aver parlato col presidente riparlo anche con Grasso e vediamo un po'... lo vedrò nei prossimi giorni, vediamo un po'. Però, lui... lui proprio oggi dopo parlandogli, mi ha detto: ma sai lo so non posso intervenire... capito, quindi mi sembra orientato a non intervenire. Tant'è che il presidente parlava di... come la procura nazionale sta dentro la procura generale, di vedere un secondo con Esposito (procuratore generale della Cassazione uscente Ndr).

D: Certo. Ma io comunque riparlerò con Grasso perché il presidente mi ha detto di risentirlo. Però io non lo so... francamente... lui è ancora orientato a non fare niente questa è la verità

M: No perché poi la mia preoccupazione e che... ritenere che dal confronto con Martelli... Martelli ha ragione e io ho torto e mi carico implicazione sul piano, diciamo, sul piano processuale

D: ecco, io insomma, noi, ecco, parlando col presidente se Grasso non fa qualcosa, la vediamo proprio difficile qualunque cosa. Adesso lo possiamo, lo possiamo rivedere magari lo vede il presidente un giorno di questi, più di questo non... (....)

D: qui il problema che si pone è il contrasto di posizione oggi ribadito pure da Martelli... e non so se mi sono spiegato, per cui diventa tutto cioè... la posizione di Martelli.... tant'è che il presidente ha detto: ma lei ha parlato con Martelli... eh... indipendentemente dal processo diciamo, così...

M: ma io non è che posso parlare io con Martelli... che fa

D: no no... dico no... io ho detto guardi non credo...ho detto signor Presidente, comunque non lo so. A me aveva detto che aveva parlato con Amato (presidente del consiglio all'epoca dei fatti Ndr) giusto...e anche con Scalfaro... (....)

Grasso al Fatto precisa: "Ho incontrato il Presidente Napolitano solo in occasioni ufficiali, l'ultima volta il 23 maggio a Palermo e non mi hai mai parlato di Mancino. Come ho già detto me ne ha parlato D'Ambrosio e io ho sempre risposto sul piano giuridico spiegando che ho poteri di avocazione delle indagini ma nel caso in questione non sussistevano i requisiti perché il coordinamento tra Procure si era svolto secondo regole".

Quanto al verbale della riunione del 19 aprile, alla domanda del Fatto se fosse stato lui a parlare di avocazione o se ci fosse stata una richiesta del pg Ciani in tal senso, Grasso replica: "Nessuna richiesta palese. Mi chiesero come esercitavo i poteri di coordinamento. Mi sono limitato a ribadire che non vi erano i requisiti per un'avocazione e che il coordinamento si era svolto secondo le regole".

 

NICOLA MANCINO E GIORGIO NAPOLITANOAntonio Ingroia LORIS D AMBROSIOGIANFRANCO CIANI CON NAPOLITANOPIERO GRASSO VERBALE RIUNIONE TRA GRASSO E PG CIANI jpegNICOLA MANCINO EMANUELE MACALUSO giorgio napolitano

Ultimi Dagoreport

donald trump

FLASH – COME STA IN SALUTE DONALD TRUMP? DOPO LE FOTO HORROR DELLE CAVIGLIE FORMATO ZAMPOGNA DEL PRESIDENTE, ANCHE NEGLI STATES INIZIANO A FARSI DELLE DOMANDE - C’È UNA CORRENTE DEL PARTITO DEMOCRATICO, VICINA A BERNIE SANDERS, CONVINTA CHE LA SALUTE DI TRUMP SIA PIÙ TRABALLANTE DI QUANTO I MEDICI DELLA CASA BIANCA NON VOGLIANO AMMETTERE. I PUGNACI DEPUTATI DEM STAREBBERO VALUTANDO DI CHIEDERE L’ISTITUZIONE DI UNA COMMISSIONE MEDICA INDIPENDENTE PER VALUTARE LE REALI CONDIZIONI DEL PRESIDENTE…

jackie kennedy e gianni agnelli a ravello nel 1962

JOHN KENNEDY E’ STATO IL PIÙ INFEDELE PUTTANIERE DEL XX SECOLO MA SUA MOGLIE JACQUELINE S’ATTACCAVA COME UN’IDROVORA A OGNI AUGELLO A PORTATA DI MANO (DAI DUE COGNATI ROBERT E TED PASSANDO PER SINATRA, BEATTY, MARLON BRANDO E VIA CHIAVANDO) - L’8 AGOSTO 1962, TRE GIORNI DOPO LA MORTE DI MARYLIN MONROE, JACKIE (INCAZZATA PER LE INDISCREZIONI SULLA LIAISON TRA IL MARITO E L’ATTRICE) RAGGIUNSE RAVELLO, SULLA COSTIERA AMALFITANA: FU ACCOLTA COME UNA REGINA DALL’ALLUPATISSIMO GIANNI AGNELLI – PER JACKIE, RAVELLO FECE RIMA CON PISELLO E LA VACANZA DIVENNE UN’ALCOVA ROVENTE (“LA VACANZA PIÙ BELLA DELLA SUA VITA”, RIPETEVA) AL PUNTO DA TRATTENERSI PIU’ DEL PREVISTO FINCHÉ NON PIOMBARONO 007 AMERICANI A PRELEVARLA COME UN ALMASRI QUALUNQUE PER RIPORTARLA A WASHINGTON DAL MARITO CORNUTO E INCAZZATO - LA VORACE JACKIE IMPARÒ A FARE BENE I POMPINI GRAZIE ALL'ATTORE WILLIAM HOLDEN: “ALL'INIZIO ERA RILUTTANTE, MA UNA VOLTA PRESO IL RITMO, NON SI FERMAVA PIÙ” –PER RIPICCA CI FU ANCHE UNA LIASON MARELLA AGNELLI-JOHN KENNEDY (CONFIDENZA DI INFORMATISSIMA SOCIALITE) - VIDEO

edmondo cirielli maria rosaria campitiello paolo di maio

“INUTILE FRUSTARE UN CIUCCIO MORTO, CAMBIA SPACCIATORE” – A PARLARE NON È UN HATER ANONIMO MA UN VICEMINISTRO DELLA REPUBBLICA: EDMONDO CIRIELLI, ESPONENTE DI SPICCO DI FRATELLI D'ITALIA E NUMERO DUE DI TAJANI AGLI ESTERI, CHE SBROCCA SU FACEBOOK E INSULTA IL SINDACO DI NOCERA INFERIORE, PAOLO DI MAIO – A FAR ANDARE FUORI GIRI CIRIELLI È STATO UN POST DEL PRIMO CITTADINO SU ALCUNI INCARICHI DELLA COMPAGNA AL MINISTERO DELLA SALUTE, MARIA ROSARIA CAMPITIELLO – LA VIOLENTISSIMA REPRIMENDA DI CIRIELLI: “NELLA VITA PRIVATA NON HAI MAI FATTO NIENTE DI BUONO" - COME MAI CIRIELLI SE L’È PRESA COSÌ TANTO? FORSE SENTE LA SUA CANDIDATURA A GOVERNATORE DELLA CAMPANIA CHE SI ALLONTANA? O TEME UNA SCONFITTA BRUCIANTE, ASSAI PROBABILE SE IL CENTROSINISTRA RITROVA L’UNITÀ?

igor taruffi elly schlein

DAGOREPORT - QUALCUNO DICA A ELLY SCHLEIN CHE STA AFFONDANDO IL PD! - NON SOLO TOSCANA E UMBRIA, DALLA CAMPANIA ALLA SICILIA FINO ALLA PUGLIA, SI MOLTIPLICANO I PROBLEMI SUI “TERRITORI” - A FINIRE NEL MIRINO LO “SPICCIAFACCENDE” DI ELLY, IGOR TARUFFI, RESPONSABILE ORGANIZZAZIONE DEL NAZARENO. DOVE C’È LUI, C’È CASINO, VISTA LA SUA PROPENSIONE A SALVAGUARDARE I CACICCHI FEDELI ALLA MIGLIORE ALLEATA DEL GOVERNO MELONI - IN SUO SOCCORSO È ARRIVATO ANCHE IL BERSANIANO NICO STUMPO CHE NON RIESCE AD EVITARE I PASTICCI CHE "LO STRATEGA IN VERSIONE PIZZICAGNOLO" TARUFFI COMBINA A CAUSA DELLA SCARSA CONOSCENZA DELLE REGOLE E DELLE DIVERSE REALTA’ LOCALI. E PER LA PRIMA VOLTA…

giorgia meloni ursula von der leyen donald trump dazi matteo salvini

DAGOREPORT – LA LETTERINA DELL’AL CAFONE DELLA CASA BIANCA È UNA PISTOLA PUNTATA ALLA TEMPIA DEI LEADER EUROPEI, CUI È RIMASTA UNA SOLA VIA DI USCITA, QUELLA COSIDDETTA “OMEOPATICA”: RISPONDERE AL MALE CON IL MALE. LINEA DURA, DURISSIMA, ALTRIMENTI, ALLE LEGNATE DI TRUMP, DOMANI, ALL’APERTURA DELLE BORSE, SI AGGIUNGERANNO I CALCI IN CULO DEI MERCATI. LA CINA HA DIMOSTRATO CHE, QUANDO RISPONDI CON LA FORZA, TRUMP FA MARCIA INDIETRO - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” ORMAI È RIMASTA L’UNICA A IMPLORARE, SCODINZOLANTE, “IL DIALOGO” COL DAZISTA IN CHIEF, NEMMENO LE CIFRE CATASTROFICHE SULLE RIPERCUSSIONI DELLE TARIFFE USA SULLE  AZIENDE ITALIANE, TANTO CARE ALLA LEGA, HA FERMATO I DEMENZIALI APPLAUSI ALLA LETTERA-RAPINA DA PARTE DI MATTEO SALVINI – ASCOLTATE JOSEPH STIGLITZ, PREMIO NOBEL PER L’ECONOMIA: “TRUMP NON AGISCE SECONDO ALCUN PRINCIPIO ECONOMICO, NON CONOSCE LO STATO DI DIRITTO, È SEMPLICEMENTE UN BULLO CHE USA IL POTERE ECONOMICO COME UNICA LEVA. SE POTESSE, USEREBBE QUELLO MILITARE’’