SYRIZA POCO E MALE - NEL GIORNO DEL POSSIBILE ACCORDO CON I CREDITORI, TSIPRAS PERDE PEZZI DELLA SUA MAGGIORANZA: QUATTRO MINISTRI VERSO L’USCITA - L’ALA PIÙ DURA DI SYRIZA È CONTRARIA AL PIANO DI RIFORME E VUOLE ELEZIONI IMMEDIATE PER RISOLVERE L’IMPASSE

Ettore Livini Matteo Pucciarelli per “la Repubblica”

 

Zoe KonstantopoulouZoe Konstantopoulou

Oggi (forse) la Grecia firmerà il compromesso per evitare il default. Quale governo lo dovrà attuare è però da ieri un’incognita. Il voto di venerdì notte in Parlamento ha fatto implodere gli equilibri interni di Syriza. Il governo ha incassato un plebiscito bulgaro: 251 sì e 32 no. La maggioranza però ha perso i pezzi: Yanis Varoufakis se n’è andato al mare per “motivi familiari”.

 

La presidente della Camera Zoe Konstantopoulou – amatissima dalla base - si è astenuta a sorpresa, come due ministri e altri 5 parlamentari. Sei deputati hanno marcato visita per non dire sì mentre due, trozkisti del Dea, hanno votato contro. Risultato: l’ok è arrivato solo grazie alla stampella delle opposizioni. Dal governo sono arrivati 145 voti su 300 seggi. Tsipras ha convocato ieri mattina alle 5 un vertice d’emergenza tra i suoi.

 

Alexis Tsipras, Eric Toussaint et Zoe KonstantopoulouAlexis Tsipras, Eric Toussaint et Zoe Konstantopoulou

Quattro ministri “ribelli” potrebbero dare le dimissioni a breve. E già si parla di rimpasto, elezioni anticipate o governo di unità nazionale. «Ora conta andare a Bruxelles e fare l’accordo. Di quello che è successo stanotte ne parleremo da lunedì» dice Tsipras all’alba, stremato dopo le 31 ore che rischiano di cambiare per sempre Syriza e lo scenario politico in Grecia. Ecco la loro cronaca.

 

Giovedì 9 luglio, ore 22. Il premier ha deciso. Le banche sono chiuse da due settimane, il paese è in ginocchio. Lui e i suoi hanno lavorato tutto il giorno a una bozza di compromesso con l’ex Troika: 12 miliardi di sacrifici in cambio di un piano di aiuti e un taglio al debito. Il premier sa che rischia di dividere il partito. Ma è deciso. Parte la mail per Bruxelles, Francoforte e Washington.

TSAKALOTOS VAROUFAKIS 2TSAKALOTOS VAROUFAKIS 2

 

Venerdì 10 luglio, ore 8. Si riunisce il gruppo parlamentare di Syriza. Tsipras è diretto: «Vi dico la verità, senza fingere che sia tutto perfetto. È la fine di una dura battaglia. Ci sono sacrifici, ma rinegozieremo il debito», spiega. Piattaforma di sinistra, la minoranza forte di 40 voti decisivi in aula, si mette di traverso. E dopo tre ore di discussione arriva il primo siluro: «Il compromesso non rispetta il programma del partito» dice Panagiotis Lafazanis, ministro all’Energia e leader dei radicali. Syriza e Governo iniziano a scricchiolare.

 

Zoe KonstantopoulouZoe Konstantopoulou

Ore 17. Si susseguono decine di incontri ad alta tensione per mediare. «Non possiamo tradire referendum ed elettori. Avevamo promesso di non firmare nuovi memorandum e di chiudere con l’austerity» dicono i ribelli. «Non potete far cadere il primo governo di sinistra della Grecia!», chiede la maggioranza. Arriva un’intesa dal sapore democristiano. La Piattaforma di sinistra voterà sì. Ma sarà un sì a proseguire le trattative e non al compromesso. Strette di mano, sorrisi e tutti in Parlamento.

 

tsipras junckertsipras juncker

Ore 23.51 . Inizia il dibattito. Konstantopoulou non è sulla poltrona di presidente. Strano. Parla Alexis Tsipras («non è l’accordo che volevamo, ma è il migliore possibile »). Le opposizioni fanno i loro distinguo ma promettono il sì. Il ministro della difesa Panos Kammenos – more solito – alza i toni: «L’intesa non mi piace ma non voglio la guerra civile e sangue nelle strade!». E’ un altro sì. Tutto sembra filare liscio. Tsipras rimane fino alle 2.45 ad ascoltare tutti. Poi esce all’improvviso. E tutti capiscono che c’è qualcosa che non quadra.

 

varoufakis e tsiprasvaroufakis e tsipras

Sabato 11 luglio, ore 2.46. Konstantopoulou, pantaloni neri e camicia bianca, chiede di parlare. Tsipras resta fuori dall’aula. E lei sgancia la bomba destinata a far saltare gli equilibri di Syriza. «Il premier ha combattuto bene. Ma altra austerity non la voto. E per rispetto al governo, mi astengo». Gelo nell’emiciclo. I parlamentari – premier compreso, scurissimo in volto – rientrano e si vota. E’ chiaro da subito che i patti sono saltati. «Paron » (“Presente”, vale a dire astenuto) dice un primo uomo dell’ala radicale. La chiama continua. Arrivano altri due “Paron”. Si astiene il ministro del lavoro Dimitris Stratoulis. La ferita tra le due anime di Syriza si allarga. “Panagiotis Lafazanis” dice la scrutatrice. “Paron”. Tsipras resta di sasso.

Panos KammenosPanos Kammenos

 

Ore 3.15 . I numeri certificano la spaccatura. I deputati sciamano verso l’uscita. Il premier rimane seduto sulla sua poltrona. L’unico che si avvicina (aria di grandi intese, dice qualcuno) è Evangelos Meimarakis, reggente di Nea Demokratia. Si stringono la mano con un sorriso tirato. Il premier è infuriato per il tradimento. I suoi gli allungano un documento fresco di stampa. E’ una nota di 15 uomini di Lafazanis: «Abbiamo detto sì per salvare il governo. Ma non voteremo le riforme ». Tsipras incrocia Kammenos e gli fa i complimenti: i 13 di Anel hanno detto sì. Poi si chiude in ufficio. Vuole la testa dei ribelli. Tira fuori dal cassetto il regolamento di condotta fatto firmare a tutti all’atto della candidatura, che prevede la revoca del seggio in caso di indisciplina. Il fido Nikos Pappas lo calma.

 

PANOS KAMMENOS ALEXIS TSIPRASPANOS KAMMENOS ALEXIS TSIPRAS

Ore 5.00. Il premier convoca una riunione d’emergenza dei vertici del partito. Tsakalotos è assente, deve partire per Bruxelles. Agli altri, gelido, illustra la situazione. «La maggioranza non c’è più». Quattro ministri sono pronti a farsi da parte. Decolla l’idea di un rimpasto. Lo spettro è un governo di unità nazionale per firmare il compromesso con la Ue, la pietra tombale sul partito che si spaccherebbe in due. I “falchi” spingono per elezioni immediate. Syriza nei sondaggi sfiora il 40%. Tsipras non ha rivali veri né a destra né alla sua sinistra. E la legge gli consentirebbe (è passato meno di un anno dalle scorse elezioni) di decidere in autonomia le liste, riempiendole di fedelissimi. Ma il paese è in grado di reggere a un mese di campagna elettorale? Se ne riparlerà domani, dopo Bruxelles. E’ ora di andare a letto. Syriza, di sicuro, si risveglierà diversa.

Ultimi Dagoreport

troisi papa leone carocci monda

CIAK! LA MESSA È FINITA: ANDATE IN PACE AL CINEMA "TROISI", COSÌ FATE FELICI IL SUO DOMINUS VALERIO CAROCCI E QUEL DISOCCUPATO A CACCIA DELLA BIENNALE VENEZIANA, ANTONIO MONDA - MENTRE LA SETTIMA ARTE IN ITALIA, SOTTO IL DOMINIO DELL’ARMATA BRANCA-MELONI, STA VIVENDO UNA DELLE SUE FASI PIÙ COMATOSE, TRA SALE VUOTE E “SINISTRI” TAGLI AL TAX-CREDIT DEL MINISTRO GIULI-VO, PAPA LEONE XIV RUGGISCE IN FAVORE DELLE SALE CINEMATOGRAFICHE (MA DA QUANDO IN QUA IL PONTEFICE SI OCCUPA DI RIEMPIRE LE SALE, ANZICHÉ PREOCCUPARSI DI RIEMPIRE LE CHIESE?) - L'UNICO CINEMA CHE BENEFICIA DELLA GLORIA DI PREVOST È IL "TROISI", GESTITO DA CAROCCI CHE, IN DUPLEX CON ANTONIO MONDA, HA CONVINTO IL CARDINALE JOSE' TOLENTINO DE MENDOZA NELLA DIVINA MISSIONE DI ORGANIZZARE AL CINEMA "TROISI" NOVE INCONTRI CON REGISTI E ATTORI INTERNAZIONALI, SOTTO IL PATROCINIO DEL SANTA SEDE - GRATIS? MANCO PER NIENTE. PER ACCEDERE ALLA SALA BISOGNERÀ SBORSARE 8 EURO. E COSÌ SIA - CAROCCI E LA NOTA STAMPA DEL "PICCOLO AMERICA" CHE RILANCIA LE PAROLE DEL PAPA...

pier silvio marina berlusconi marta fascina arcore

FLASH! - COL PRETESTO DI DARE UNA RIVERNICIATINA A VILLA SAN MARTINO (CHE HA SPESE DI MANUTENZIONE E SERVITU’ DI 220 MILA EURO ALL’ANNO), MARINA & PIER SILVIO SONO FINALMENTE RIUSCITI A FAR SLOGGIARE MARTA FASCINA E IL SUO PAPA’ ORAZIO, CHE NON L’ABBANDONA MAI, DALLA REGGIA DI ARCORE - ORA LA VEDOVA MORGANATICA E’ CONFINATA IN UNA DÉPENDANCE DEL VILLONE DI 130 METRI QUADRATI, DOVE PROBABILMENTE ALLA FINE RESTERÀ IMPEGNATISSIMA A CONTARE I 100 MILIONI DI EREDITA’ OTTENUTI DALLA BUONANIMA DI PAPI SILVIO…

ignazio la russa sergio mattarella

FLASH! – PER SOSTENERE I FRATELLINI D’ITALIA CIRIELLI E SANGIULIANO ALLE REGIONALI CAMPANE, SI È SCOMODATO PERSINO IL PRESIDENTE DEL SENATO, IGNAZIO LA RUSSA – CHE LA SECONDA CARICA DELLO STATO FACCIA CAMPAGNA ELETTORALE, FOTTENDOSENE DEL SUO RUOLO ISTITUZIONALE,  NON AVRÀ FATTO PIACERE PER NULLA A SERGIO MATTARELLA – D’ALTRONDE, IL PRESIDENTE LEGHISTA DELLA CAMERA DEI DEPUTATI, LORENZO FONTANA, NON CI PENSA ASSOLUTAMENTE DI SCAPICOLLARSI IN VENETO A SUPPORTO DEL CANDIDATO DEL CARROCCIO, ALBERTO STEFANI…

emanuele filberto di savoia - consulta dei senatori del regno

MONARCHIA UNICA VIA! – SABATO PROSSIMO A PALAZZO BORGHESE DI FIRENZE SI RIUNISCE QUEL CHE RESTA DEI MONARCHICI DE’ NOANTRI, PER LA SERATA DI GALA DELL’ORGANIZZAZIONE “CONSULTA DEI SENATORI DEL REGNO”. OSPITE D’ONORE “SUA ALTEZZA REALE” EMANUELE FILIBERTO DI SAVOIA – NELL’INVITO SONO BEN EVIDENZIALE LE “NOTE DI ETICHETTA”: “È CONSUETUDINE FARE L'INCHINO (C.D. CURTSY) AD UN'ALTEZZA REALE, DINANZI ALLA SUA PERSONA”, “NON È CONSUETUDINE (POICHÉ NON ELEGANTE) UTILIZZARE COSTANTEMENTE I TELEFONI CELLULARI” – AGLI UOMINI È “RICHIESTO IL COSIDDETTO ‘WHITE TIE-CRAVATTA BIANCA’ VALE A DIRE IL ‘FRAC’”. E PER LE DONNE? "È D’UOPO L’ABITO LUNGO. NON SONO AMMESSI..."

camille cheneaux mieli mario draghi

FLASH! - DALLO SPORT ALLA POLITICA, IL PASSO È BREVE. DOPO L’EX LANCIATRICE DI MARTELLO SILVIA SALIS, UN’ALTRA EX ATLETA SALE ALLA RIBALTA, L’ITALO-SVIZZERA CAMILLE CHENAUX - DOTATA DI UN DOTTORATO DI RICERCA IN RELAZIONI INTERNAZIONALI, LA NEO-POLITOLOGA HA STREGATO PAOLINO MIELI CHE A OTTOBRE HA PRESENTATO A ROMA IL SUO LIBRO: "CRISI DELLO STATO-NAZIONE E POPULISMI EUROPEI" - IERI È STATA LA VOLTA DI MARIOPIO DRAGHI, PREMIATO ALLA FONDAZIONE PRIMOLI, DI CONOSCERE LA FATALE CAMILLE… - VIDEO

2025croserossa croce rossa

CAFONALISSIMO DELLE “CROCEROSSINE” – CHIAMATE LA CROCE VERDE: AL “CHARITY GALA DINNER” CONTRO LA VIOLENZA DI GENERE (QUALE?), ORGANIZZATO DALLA CROCE ROSSA, SFILA LA "VIA TRUCIS" DI ROMA GODONA: LA FATALE MARIA ELENA BOSCHI CON ROSSETTO-SANGUE, IN COMPAGNIA DI UN UOMO MISTERIOSO (“È SOLO UN AMICO”), LAURA RAVETTO SMALTATA COME UNA VASCA DA BAGNO, CLAUDIA GERINI IN VERSIONE PIERROT (TRUCCO PALLIDO E OCCHIO SPERDUTO), SIMONA BRANCHETTI IRRICONOSCIBILE. E POI OVVIAMENTE LA PREZZEMOLONA DELLE FESTE ROMANE, CIOCIARE E ISTITUZIONALI: CLAUDIA CONTE, CON SCOLLO PERICOLOSO, CHE SI LANCIA SUL MINISTRO NORDIO PER L’IMMANCABILE SELFIE DA AGGIUNGERE ALLA SUA COLLEZIONE - IL ''SUB-DANDY'' MOLLICONE, LA SEMPRE BOMBASTICA-MILF ELEONORA DANIELE, NICOLETTA ROMANOFF, "E-VIRA" CARBONE, MONICA SETTA, BALZARETTI-ABBAGNATO, I DUE JIMMY (GHIONE E CANGIANO)...