ignazio visco fabio panetta

TUTTO COME DAGO-ANTICIPATO: DANIELE FRANCO MOLLA LA RAGIONERIA GENERALE E TORNA IN BANKITALIA, MA VISCO IMPONE PANETTA COME DG DI VIA NAZIONALE. IL RUOLO DI MATTARELLA - PANETTA È STATO NEGLI ANNI FORTEMENTE CRITICO DEL ''BAIL IN'', E DELLE REGOLE STABILITE PER GLI ''STRESS TEST'' CHE NEL 2014 HANNO PENALIZZATO PIÙ DI ALTRE LE BANCHE ITALIANE. UNA POSIZIONE NETTA, CHE LEGA E M5S HANNO MOSTRATO DI APPREZZARE

 

DAGOSPIA DEL 19 MARZO 2019: ROSSI SE NE VA PERCHÉ VISCO PREFERISCE PANETTA. TORNA DANIELE FRANCO?

http://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/gialloverdi-ma-non-rossi-direttore-generale-bankitalia-salvatore-198709.htm

 

 

1. MATTARELLA DIFENDE BANKITALIA IL SEGNALE DI VISCO AL GOVERNO

Federico Fubini per il “Corriere della Sera

 

vincenzo la via, salvatore rossi, ignazio visco, valeria sannucci, luigi federico signorini, fabio panetta

Il cuore della questione, secondo Ignazio Visco, non riguarda le scelte sull' economia o sul bilancio, né le banche e neanche la politica. Riguarda le istituzioni: la loro indipendenza e i rapporti fra di esse. È questa la preoccupazione che ieri pomeriggio ha spinto il governatore della Banca d' Italia a salire al Quirinale per parlare a Sergio Mattarella, poche ore prima delle nuove nomine nel direttorio di Via Nazionale. E in buona parte è sempre questa la preoccupazione che ieri mattina - ma separatamente - aveva indotto il capo dello Stato a chiamare i presidenti di Senato e Camera, Elisabetta Casellati e Roberto Fico, per esprimere dubbi sulla portata del mandato della Commissione parlamentare sulle banche.

 

Le due partite nella giornata di ieri hanno viaggiato su binari diversi. Eppure tutti gli attori di questa partita, nelle istituzioni come nelle forze politiche, capiscono che la posta in gioco è la stessa: la tenuta della piena autonomia delle autorità monetarie e di vigilanza, quelle che in tutta l' area euro non rispondono mai ai governi. L' integrità dei loro poteri è uno dei fattori ai quali si guarda non solo da Bruxelles o Francoforte. Anche dai mercati e dalle agenzie di rating l' attenzione all' assetto delle istituzioni e alla separazione dei poteri in Italia è alta, a maggior ragione ora che è chiaro a tutti come il debito pubblico salirà quest' anno e forse anche nel 2020.

Vista dagli uffici di Visco, questa non è una sfida a scacchi fra inquilini di palazzi romani.

 

FABIO PANETTA

In gioco non c' è la vanità dei singoli. È una partita per il funzionamento del sistema di regole del Paese. Sono in fondo queste le considerazioni che hanno indotto il governatore a visitare Mattarella ieri pomeriggio per chiarirgli la propria posizione. Su indicazione dello stesso governatore, il Consiglio superiore si stava preparando a indicare tre nomi nel direttorio di Via Nazionale: la promozione di Fabio Panetta a direttore generale e numero due dell' istituto, l' ingresso come vicedirettori generali di Daniele Franco e Alessandra Perrazzelli. Il tema che Visco ha indicato a Mattarella non riguardava le tre persone, ma il metodo: secondo la legge italiana e l' ordinamento europeo l' istituto di Via Nazionale «è indipendente», ha ripetuto il governatore ieri. È ai suoi organi che spetta di indicare le proprie figure di vertice, meno quella del governatore stesso: senza interferenze, neanche indirette, da parte del potere politico.

 

Visco ha spiegato al Quirinale che teneva al fatto le tre nuove nomine passassero in un solo pacchetto, senza enucleare quella del solo Panetta. Su quest' ultimo non sembrano esserci riserve nel mondo politico, né nella maggioranza né all' opposizione. Quella di Panetta, da tempo ai vertici della Banca d' Italia, è una figura che chiunque abbia governato negli ultimi anni conosce bene.

 

daniele franco

Nei suoi diversi ruoli in Via Nazionale ha collaborato strettamente prima sulla crisi del debito, poi sui dissesti bancari con tutti gli inquilini di Palazzo Chigi dal 2011: Mario Monti, Enrico Letta, Matteo Renzi e Paolo Gentiloni, poi Giuseppe Conte. Per lui hanno avuto parole di apprezzamento sia leader del Pd come Carlo Calenda, che esponenti gialloverdi. Si tratta di un banchiere centrale senza contiguità politiche, che negli ultimi anni ha polemizzato con Bruxelles o la Banca centrale europea sulla gestione delle crisi bancarie. Visco fa molto affidamento su di lui, come aveva fatto Mario Draghi da governatore in Via Nazionale.

 

Ma Visco stesso ieri era preoccupato che nel governo Conte qualcuno cercasse di spacchettare la nomina di Panetta, non controversa, per fermare invece le altre due. Daniele Franco, ragioniere dello Stato in uscita, era stato oggetto di attacchi dei 5 Stelle durante la stagione di bilancio in autunno. E Alessandra Perrazzelli, ex amministratore delegato di Barclays in Italia, ha un profilo molto adatto ai negoziati sulla banche in Europa ma non è una figura nota ai gialloverdi.

 

I timori del governatore poggiano su un' esperienza concreta: da due mesi il Consiglio dei ministri blocca la conferma di Luigi Federico Signorini nel direttorio, che dovrebbe essere composto di quattro persone più Visco stesso.

 

Il governo non ha potere di veto sui membri designati del direttorio, deve solo esprimere un parere non vincolante per poi mandare le nomine alla firma di Mattarella. Ma nel caso di Signorini non si pronuncia, ha bloccato la procedura e ora il tempo stringe: se lo stallo proseguisse, visti i posti in scadenza, il 10 maggio il direttorio della Banca d' Italia resterebbe con soli due componenti - Visco e Panetta - dunque quasi alla paralisi. Con le designazioni di ieri si apre così una fase nuova, in cui ora tocca al governo muovere.

ignazio visco

 

Delicata è anche la questione della Commissione parlamentare sulle banche, al punto che Mattarella su di essa ha voluto vedere Casellati e Fico. Il capo dello Stato non è contrario alla commissione, ma trova strano che il suo mandato sia così ampio: si dovrebbe occupare di banche, assicurazioni (vigilate da Banca d' Italia), agenzie di rating e dunque dell' intero rapporto fra Paese, mercati finanziari e sistema di governo europeo.

 

Il Quirinale non lo dice apertamente, ma vuole evitare che una commissione con un mandato così vasto si trasformi in un sistema di pressione su Via Nazionale e altri attori pubblici o privati. O che sia disegnata per mettere in scena audizioni aggressive, spettacolari ma alla fine senza costrutto a figure dei mercati, delle istituzioni italiane o di quelle europee. La caccia pubblica al capro espiatorio non sarebbe il modo migliore per portare il Paese fuori da una recessione che, da nove mesi, continua.

 

 

2. LA SCELTA DI PANETTA, DIRETTORE GENERALE IL RITORNO DI FRANCO

Fabrizio Massaro per il “Corriere della Sera”

 

La Banca d' Italia ha indicato un nuovo direttorio, l' organo collegiale che guida l' istituto centrale. Ieri sera in poco più di due ore le proposte del governatore Ignazio Visco sono state accolte dal Consiglio superiore della Banca d' Italia con la promozione - come nelle attese - dell' attuale vicedirettore generale Fabio Panetta, 59 anni, a nuovo direttore generale, prendendo il posto di Salvatore Rossi che nei giorni scorsi aveva dato l' indisponibilità a una riconferma.

 

Con lui sono stati nominati nel direttorio due nuovi vicedirettori: Daniele Franco, 65 anni, che rientra in Banca d' Italia dopo sei anni come Ragioniere generale dello Stato, e l' avvocato Alessandra Perrazzelli, 57 anni, ex country manager italiano di Barclays e attuale vicepresidente della multiutility lombarda A2a: è una professionista scelta all' esterno del perimetro di Via Nazionale, selezionata dal cacciatore di teste cui Bankitalia si è rivolto, Egon Zehnder.

 

IGNAZIO VISCO

Quella di Panetta è una scelta autonoma della Banca d' Italia ma risulta comunque gradita alla maggioranza Lega-M5S: viene dunque rispettata l' esigenza di autonomia di Via Nazionale ma si va anche incontro alle richieste di «discontinuità» in Bankitalia che nelle scorse settimane erano arrivate dai leader dei due partiti, Luigi Di Maio e Matteo Salvini. Le bordate di Lega e Cinque Stelle sulla necessità di un «azzeramento» dei vertici di Bankitalia si erano associate al congelamento della conferma dell' altro vicedg, Luigi Federico Signorini, avvenuta a metà febbraio ma lasciata da settimane in standby dal Consiglio dei ministri.

Adesso il clima politico sembra andare verso un rasserenamento. Le nomine?

 

«Le accettiamo», è stato ieri sera il commento di un esponente grillino di primo piano. La prossima mossa ora spetta al governo: il complesso iter procedurale prevede l' approvazione delle nomine con decreto del presidente della Repubblica promosso dal presidente del Consiglio dei ministri, di concerto col ministro dell' Economia, sentito il Consiglio dei ministri. L' attesa è che passino non solo le tre nomine decise ieri ma anche quella di Signorini: «Anche Signorini», aggiunge l' esponente M5S. Anche questo sarebbe un modo per garantire l' indipendenza della Banca d' Italia accogliendo nel contempo il segnale di discontinuità, dato che su cinque componenti del Direttorio, ben tre sono nuovi (anche se uno dei membri, Panetta, cambia solo di ruolo).

salvatore rossi con la moglie

 

La distensione dei rapporti tra Bankitalia e il governo era cominciata già negli scorsi giorni, con l' incontro tra il premier Giuseppe Conte e il governatore. Poi il passo indietro di Rossi ha sbloccato l' impasse dando il via a un gioco di nomine a incastro. Ieri mattina il passaggio di Visco al Quirinale ha definito il quadro.

 

La scelta di Panetta, in carica dal 10 maggio, è di rilievo per la storia professionale del banchiere centrale. Romano, classe 1959, sposato, a Palazzo Koch dal 1985 dopo la laurea alla Luiss nel 1982, dal 2010 al 2012 è stato responsabile del Rapporto sulla stabilità finanziaria. Da oltre sei anni vicedg di Bankitalia, membro del board della Vigilanza unica Bce, Panetta è stato negli anni fortemente critico delle regole del «bail in», secondo la linea tracciata dalla Banca d' Italia, e delle regole stabilite per gli «stress test» che nel 2014 hanno penalizzato più di altre le banche italiane.

 

Una posizione netta, quella di Panetta, che Lega e M5S hanno mostrato di apprezzare, in particolare lo scorso gennaio quando Panetta ha definito la normativa sul «bail in» introdotta in Europa come «una reazione rabbiosa dopo la crisi finanziaria globale» e dopo le centinaia di miliardi spesi dagli Stati (ma non dall' Italia) per salvare le banche.

 

VISCO E MATTARELLA

Nei delicati confronti con la Commissione Ue per il salvataggio (poi non riuscito) delle quattro banche e poi per Popolare di Vicenza e Veneto Banca si è sempre detto a favore del ricorso al Fondo interbancario di tutela dei depositi (Fitd), che la Ue ha considerato per anni come aiuto di Stato venendo però smentita dai giudici europei pochi giorni fa. Il modello cui Panetta guarda sono gli Usa dove «i depositanti non hanno mai perso un soldo» perché lì «interviene un' autorità pubblica che ha un credito illimitato, che non chiede un soldo al Tesoro».

 

Anche le altre figure sono di primo piano: Daniele Franco lascia Via XX Settembre - era stato rinnovato per un solo anno - e dopo sei Finanziarie torna in Bankitalia, dove era entrato nel 1979 lavorando al servizio studi e dove è rimasto fino al 2013. L' outsider Alessandra Perrazzelli, avvocato, prende il posto di Valeria Sannucci: laurea a Genova, studi anche alla New York University School of Law, già numero uno di Barclays, è una sostenitrice delle «quote rosa»; è stata per tre anni, dal 2010 al 2013, presidente di Valore D, l' associazione di manager che promuove la diversità di genere nelle posizioni di vertice delle aziende.

Ultimi Dagoreport

pupi avati antonio tajani

DAGOREPORT! PUPI, CHIAGNE E FOTTI – ASCESE, CADUTE E AMBIZIONI SBAGLIATE DI PUPI AVATI, “CONSIGLIERE PER LE TEMATICHE AFFERENTI AL SETTORE DELLA CULTURA” DI ANTONIO TAJANI - IL REGISTA CHE AI DAVID HA TIRATO STOCCATE ALLA SOTTOSEGRETARIA AL MIC, LUCIA BORGONZONI, È LO STESSO CHE HA OTTENUTO DAL DICASTERO FONDI PER OLTRE 8 MILIONI DI EURO TRA IL 2017 E IL 2023 – L’IDEA DI UN MINISTERO DEL CINEMA AVALLATA DA TAJANI (“IL GOVERNO VALUTERÀ") PER TOGLIERE I QUASI 700 MILIONI DI EURO CHE IL MIC HA IN PANCIA PER PROMUOVERE, A SPESE DEI CITTADINI, IL CINEMA ITALICO – IL SEQUESTRO DEI BENI PER EVASIONE IVA DA 1,3 MILIONI CON L'INCREDIBILE REPLICA DI PUPI: “NON E’ UN BEL MOMENTO PER IL CINEMA ITALIANO...” - LA SUA SOCIETA', ‘’DUEA FILM’’, CHE DA VISURA PRESSO LA CAMERA DI COMMERCIO DI ROMA È IN REGIME DI CONCORDATO PREVENTIVO, DEVE A CINECITTÀ CIRCA 400 MILA EURO PER UTILIZZO DEGLI STUDI - L’86ENNE AVATI STA PER INIZIARE IL SUO 46ESIMO FILM (“NEL TEPORE DEL BALLO”) PER UN BUDGET DI 3,5 MILIONI CHE GODE GIÀ DI UN DOVIZIOSO FINANZIAMENTO DI RAI CINEMA DI UN MILIONE... – VIDEO

al thani bin salman zayed donald trump netanyahu saudita sauditi

DAGOREPORT – DOMANI TRUMP VOLA NEL GOLFO PERSICO, AD ATTENDERLO MILIARDI DI DOLLARI E UNA GRANA - PER CAPIRE QUANTI AFFARI SIANO IN BALLO, BASTA APRIRE IL PROGRAMMA DEL FORUM DI INVESTIMENTI USA-ARABIA SAUDITA. CI SARANNO TUTTI I BIG DELL’ECONOMIA USA: MUSK, ZUCKERBERG, ALTMAN, BLACKROCK, CITIGROUP, ETC. (OLTRE AL GENERO LOBBISTA DI TRUMP) - SAUDITI, EMIRATINI E QATARIOTI SONO PRONTI A FAR FELICE L'AMERICA "MAGA". MA PER INCASSARE LA CUCCAGNA, TRUMP QUALCOSA DEVE CONCEDERE: I REGNI MUSULMANI ARABI PERDEREBBERO LA FACCIA SENZA OTTENERE IL RICONOSCIMENTO DI UNO STATO PALESTINESE - L'INCONTRO DEI MINISTRI DEGLI ESTERI SAUDITA E IRANIANO PER UNA PACE TRA SCIITI E SUNNITI - PRESO PER IL NASO DA PUTIN SULL’UCRAINA E COSTRETTO DA XI JINPING A RINCULARE SUI DAZI, IL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA HA DISPERATAMENTE BISOGNO DI UN SUCCESSO INTERNAZIONALE, ANCHE A COSTO DI FAR INGOIARE IL ROSPONE PALESTINESE A NETANYAHU…

starmer - zelensky - macron - tusk - merz - a kiev giorgia meloni fico putin

DAGOREPORT – DOVEVA ESSERE UNA “PONTIERA”, GIORGIA MELONI ORMAI È UNA “PORTIERA”. NEL SENSO CHE APRE E CHIUDE IL PORTONE AGLI OSPITI IN ARRIVO A PALAZZO CHIGI: L’ULTIMO CHE SAREBBE DOVUTO ARRIVARE TRA FRIZZI E LAZZI È ROBERT FICO, IL PREMIER SLOVACCO UNICO LEADER EUROPEO PRESENTE ALLA PARATA MILITARE, A MOSCA, SCAMBIANDOSI SMANCERIE CON PUTIN - PER NON PERDERE LA FACCIA, LA DUCETTA HA DOVUTO RIMANDARE LA VISITA DI FICO A ROMA AL 3 GIUGNO - QUESTI SONO I FATTI: L’AUTOPROCLAMATASI “PONTIERA”, TOLTA LA PROPAGANDA RILANCIATA DAI TROMBETTIERI DI ''PA-FAZZO'' CHIGI, NON CONTA NIENTE SULLO SCENA INTERNAZIONALE (LA PROVA? IL VIAGGIO DI MACRON, MERZ, STARMER E TUSK A KIEV E IL LORO ACCORDO CON TRUMP) - RUMORS: IL TEDESCO MERZ PERPLESSO SUL VIAGGIO IN ITALIA DI LUGLIO. E MELONI PUNTA A INTORTARLO DOMENICA ALLA MESSA DI INIZIO PONTIFICATO DI LEONE XIV, IN PIAZZA SAN PIETRO...

orchesta la scala milano daniele gatti myung whun chung myung-whun ortombina fortunato

DAGOREPORT: CHE GUEVARA VIVE ALLA SCALA – ALLA FINE DEL 2026, SARÀ IL DIRETTORE D’ORCHESTRA COREANO MYUNG-WHUN CHUNG IL SUCCESSORE DI RICCARDO CHAILLY - IL CONIGLIO (CONIGLIO, NON CONSIGLIO) DI AMMINISTRAZIONE DELLA SCALA AVEVA SUGGERITO IL NOME DEL MILANESE DI FAMA MONDIALE DANIELE GATTI. MA LA CGIL DELL’ORCHESTRA, SOTTOTRACCIA, HA SUBITO FATTO CAPIRE CHE NON ERA DI SUO GRADIMENTO: A GATTI VENIVA “RIMPROVERATO” UN ATTEGGIAMENTO UN PO’ SEVERO VERSO GLI ORCHESTRALI (POCO INCLINI A NON FARE QUEL CHE VOGLIONO) – ORA I SINDACATI RECLAMANO L’AUMENTO DI PERSONALE (DEL RESTO, LA SCALA, HA SOLO MILLE DIPENDENTI!), AUMENTI RETRIBUTIVI, SCELTA DELL’UFFICIO STAMPA ALL’INTERNO DEL TEATRO, FINANCO LA RICHIESTA DI PARCHEGGIARE I MONOPATTINI NEL CORTILETTO INTERNO…

orcel giorgetti nagel castagna bpm unicredit

DAGOREPORT - RISIKO INDIGESTO: LA PROTERVIA DI GIORGETTI A DIFESA DI BPM DALLE GRINFIE DI UNICREDIT, INDISPETTISCE FORZA ITALIA E I FONDI CHE HANNO INVESTITO MILIARDI IN ITALIA - GLI SCAZZI SUL DECISIONISMO DI ORCEL NEL BOARD DI UNICREDIT: IL CDA PRENDE TEMPO SULL'OFFERTA DI SCAMBIO SU BPM, CHE LA LEGA CONSIDERA LA "SUA" BANCA - LA STILETTATA DI NAGEL A LOVAGLIO ("PER BUON GUSTO NON RIPERCORRO LA STORIA DEL MONTE DEI PASCHI") E L'INSOFFERENZA DI CALTAGIRONE PER IL CEO DI BPM, CASTAGNA...

keir starmer emmanuel macron e friedrich merz sul treno verso kiev giorgia meloni mario draghi olaf scholz ucraina donald trump

DAGOREPORT - IL SABATO BESTIALE DI GIORGIA MELONI: IL SUO VELLEITARISMO GEOPOLITICO CON LA GIORNATA DI IERI FINISCE NEL GIRONE DELL'IRRILEVANZA. LA PREMIER ITALIANA OGGI CONTA QUANTO IL DUE DI PICCHE. NIENTE! SUL TRENO DIRETTO IN UCRAINA PER INCONTRARE ZELENSKY CI SONO MACRON, STARMER, MERZ. AD ATTENDERLI, IL PRIMO MINISTRO POLACCO TUSK. NON C'È PIÙ, COME TRE ANNI FA, L’ITALIA DI MARIO DRAGHI. DOVE È FINITA L’AUTOCELEBRATOSI “PONTIERA” TRA USA E UE QUANDO, INSIEME CON ZELENSKY, I QUATTRO CABALLEROS HANNO CHIAMATO DIRETTAMENTE IL ‘’SUO CARO AMICO” TRUMP? E COME HA INCASSATO L’ENNESIMA GIRAVOLTA DEL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA CHE SI È DICHIARATO D’ACCORDO CON I VOLENTEROSI CHE DA LUNEDÌ DOVRÀ INIZIARE UNA TREGUA DI UN MESE, FUNZIONALE AD AVVIARE NEGOZIATI DI PACE DIRETTI TRA UCRAINA E RUSSIA? IN QUALE INFOSFERA SARANNO FINITI I SUOI OTOLITI QUANDO HA RICEVUTO LA NOTIZIA CHE TRUMP FA SCOPA NON PIÙ CON IL “FENOMENO” MELONI MA CON...