VESPRI SICILIANI - A PALERMO GRILLO SFONDA E LO STATO VA ALLA SBARRA - AL VIA IL PROCESSO SULLA “TRATTATIVA”: INGROIA IN AULA MA TRA UNA SETTIMANA VOLA IN GUATEMALA - PEZZI GROSSI DELLA PRIMA REPUBBLICA ACCUSATI DI AVER CEDUTO ALLA MAFIA PER NON FARE LA FINE DI SALVO LIMA - TRA GLI ACCUSATI (FALSA TESTIMONIANZA) NICOLA MANCINO, ACCUSATO DA CLAUDIO MARTELLI - SUL PROCESSO L’OMBRA DELLE TELEFONATE DI NAPOLITANO…

Attilio Bolzoni per "la Repubblica"

Oggi lo Stato processa se stesso a Palermo. E prova ad avventurarsi nei suoi territori più oscuri, rovistando fra i suoi depositi di segreti, ministeri e alti comandi. È la prima volta che uomini delle istituzioni e uomini di mafia si ritrovano insieme - imputati - in un'aula di giustizia.

È l'ultima volta invece che vedremo nel bunker di Palermo il procuratore della repubblica Antonio Ingroia, il magistrato che di questa complicatissima e contestatissima inchiesta è stato l'anima, il pubblico ministero intorno al quale negli ultimi mesi si è acceso un grande fuoco di polemiche. Qui, oggi, sui banchi dell'accusa per l'apertura del giudizio sulla cosiddetta trattativa fra Stato e mafia e poi, fra poco più di una settimana, dall'altra parte del mondo - in Guatemala - a dare la caccia ai trafficanti su incarico delle Nazioni Unite.

Stato e mafia fianco a fianco nella grande aula di Pagliarelli, periferia estrema della città circondata da borgate che hanno scritto il romanzo nero palermitano fra gli anni 80 e gli anni 90, quartieri generali di quei sicari mafiosi che, poco prima e poco dopo le stragi di Capaci e di via D'Amelio - si sarebbero scatenati per assaltare i palazzi del potere.
Il processo sulla trattativa parte proprio da questo punto: il negoziato con Cosa Nostra c'è stato perché alcuni uomini politici come l'ex ministro Calogero Mannino volevano salvarsi la pelle dopo l'uccisione di Salvo Lima.

Per non fare la fine del "colonnello" siciliano di Giulio Andreotti (e anche protettore dell'aristocrazia mafiosa) ucciso nel marzo del 1992, qualcuno avrebbe ordinato a qualcun altro di agganciare i capi dei Corleonesi e intavolare con loro una mediazione. Per evitare altro sangue. Come è finita, purtroppo lo sappiamo. Gli uomini politici sono rimasti tutti vivi e Giovanni Falcone e Paolo Borsellino sono saltati in aria.

È la tesi dei procuratori palermitani, quella che sosterranno da stamattina all'udienza preliminare davanti al giudice Piergiorgio Morosini e davanti agli avvocati di 12 imputati eccellenti. Non solo Totò Riina e Bernardo Provenzano, non solo il piccolo e vaneggiante Massimo Ciancimino, ma anche l'ex ministro degli Interni Nicola Mancino e lo stesso Mannino, il senatore Marcello Dell'Utri, gli ufficiali dei carabinieri Antonino Subranni e Mario Mori e Giuseppe De Donno, praticamente la catena di comando del Ros di vent'anni fa.

Tutti uno accanto all'altro - tranne Mancino - accusati di «attacco a corpo politico dello Stato», tutti citati in migliaia di carte che ricostruiscono i retroscena della trattativa. A colpi di bombe e di cancellazioni di 41 bis, con clamorose minacce e clamorosi cedimenti, promesse di non uccidere più e promesse di non "infierire" più sul popolo mafioso.

Il processo dovrà accertare se loro - questi imputati - sono stati o meno i protagonisti del patto, dovrà accertare per conto di chi centinaia di mafiosi in quella stagione sono stati liberati dal carcere duro, dovrà accertare su mandato di chi gli ufficiali del Ros hanno tentato abboccamenti con Totò Riina attraverso l'ex sindaco di Palermo Vito Ciancimino. Sott'accusa per avere detto il falso c'è anche il ministro della Giustizia del tempo Giovanni Conso, la sua posizione però è stata stralciata.

Non quella di Nicola Mancino - ex presidente del Senato ed ex presidente del Csm - al centro delle ormai famosissime telefonate con il Quirinale che hanno infiammato l'estate del 2012. In questo processo Mancino deve rispondere di falsa testimonianza, un'accusa solo apparentemente più lieve di quella degli altri imputati: è sospettato infatti di avere mentito. Non lo tira in ballo un pentito di mafia ma un altro ministro, il Guardasigilli Claudio Martelli. Sapeva delle trattative in corso fra i carabinieri e don Vito? Martelli dice di sì, Mancino nega.

La sua difesa probabilmente chiederà subito un rinvio del giudizio palermitano in attesa che la Corte Costituzionale si pronunci sulla sorte di quelle quattro telefonate casualmente intercettate fra l'ex ministro e il presidente Napolitano, poi proverà a fare processare Nicola Mancino lontano dalla Sicilia. A Roma, dal tribunale dei ministri. Schermaglie procedurali. Le associazioni antimafia e l'unione cronisti hanno chiesto che l'udienza preliminare sia aperta al pubblico, le difese sicuramente si opporranno. Fra un mese si saprà se ci sarà il rinvio a giudizio degli imputati.

Il processo non è ancora cominciato ma si intuisce già che qualcosa manca. Manca un pentito che sveli cosa è avvenuto davvero a cavallo delle stragi. Ma non un pentito di mafia. Quello che è sempre mancato in quest'inchiesta è un pentito di Stato.

 

INGROIA ALLA FESTA IDV DI VASTO ingroia jpegGIULIO ANDREOTTI SULLA SEDIA A ROTELLE falcone e borsellinoCALOGERO MANNINO MANCINO NICOLA VITO GAMBERALE E CLAUDIO MARTELLI

Ultimi Dagoreport

claudia conte

DAGOREPORT - CHI È, CHI NON È E CHI SI CREDE DI ESSERE CLAUDIA CONTE, LA “GIORNALISTA, SCRITTRICE, "EVENT PRODUCER", OPINIONISTA” CHE IMPERVERSA TRA TV, EVENTI PUBBLICI E ISTITUZIONALI - COME MAI HA PRESENTATO ALLA CAMERA DEI DEPUTATI DI UN LIBRO DI GABRIEL GARKO?!?! - PERCHÉ LA 33ENNE DI CASSINO È STATA SCELTA PER “RIFLETTERE” SULL’EREDITÀ DI ALDO MORO NEL MAGGIO 2023, ALLA PRESENZA DEL MINISTRO DELL’INTERNO, MATTEO PIANTEDOSI, E DEL PREZZEMOLONE MOLLICONE? - SUI SOCIAL DILAGANO LE SUE FOTO CON MINISTRI, ALTE GERARCHIE MILITARI, CONDUTTORI TV E PERFINO PAPA FRANCESCO – PRESENZA FISSA A PRESENTAZIONI DI LIBRI, CENE E GALA, LA BELLA CLAUDIA HA INIZIATO COME ATTRICE, POI HA TROVATO UNA MINIERA D’ORO NEL SOTTOBOSCO DELLA ''BENEFICENZA'', DELLA ''SOLIDARIETÀ'' E DELLE "LEGALITÀ" – TRA LIBRI, LE OSPITATE, I PREMI DI OGNI TIPO, E' ARRIVATO L’INCARICO PIÙ PRESTIGIOSO: LA PRESENTATRICE DEL TOUR DELLA NAVE AMERIGO VESPUCCI, IN GIRO PER IL MONDO. A QUALE TITOLO LE È STATO AFFIDATO? E PERCHÉ PROPRIO A LEI? AH, SAPERLO...

giuseppe conte elly schlein matteo ricci giorgia meloni francesco acquaroli

DAGOREPORT - COME E' RIUSCITO CONTE, DALL’ALTO DEL MISERO 5% DEI 5STELLE NELLE MARCHE, A TENERE IN OSTAGGIO IL PD-ELLY? - L'EX ''AVVOCATO DEL POPOLO'' È RIUSCITO A OTTENERE DALLA "GRUPPETTARA CON L'ESKIMO" LE CANDIDATURE DI ROBERTO FICO IN CAMPANIA E PASQUALE TRIDICO IN CALABRIA, E SENZA SPENDERSI GRANCHE' PER MATTEO RICCI. ANZI, RIEMPIENDO I MEDIA DI DISTINGUO E SUPERCAZZOLE SULL’ALLEANZA (“NON SIAMO UN CESPUGLIO DEL PD”) – IL PIU' MADORNALE ERRORE DEL RIFORMISTA RICCI E' STATO DI FAR SALIRE SUL PALCO L'"ATTIVISTA" DEL NAZARENO, AGITANDOSI PER GAZA ANZICHE' PER UNA REGIONE DOVE LA GLOBALIZZAZIONE HA IMPOVERITO LE INDUSTRIE (SCAVOLINI, TOD'S, ETC.), LA DISOCCUPAZIONE E' ARRIVATA E I MARCHIGIANI SI SONO SENTITI ABBANDONATI - VISTO IL RISCHIO-RICCI, E' ARRIVATA LA MOSSA DA CAVALLO DELLA DUCETTA: ''ZONA ECONOMICA SPECIALE'' E UNA PIOGGIA DI 70 MILIONI DI AIUTI...

al-thani netanyahu trump papa leone bin salman hamas

DAGOREPORT – STASERA INIZIA LA RICORRENZA DI YOM KIPPUR E NETANYAHU PREGA CHE HAMAS RIFIUTI IL PIANO DI PACE PER GAZA (ASSEDIATO IN CASA DALLE PROTESTE E DAI PROCESSI, PIÙ DURA LA GUERRA, MEGLIO È). NON A CASO HA FATTO MODIFICARE LAST MINUTE IL TESTO RENDENDOLO PIÙ DIFFICILE DA ACCETTARE PER I TERRORISTI CHE, A LORO VOLTA, INSISTONO SU TRE PUNTI: UN SALVACONDOTTO PER I CAPI; UN IMPEGNO A CREARE LO STATO DI PALESTINA; IL RITIRO DELL’ESERCITO ISRAELIANO, ANCHE DALLA ZONA CUSCINETTO – PRESSING FORTISSIMO DI VATICANO, ONU E PAESI ARABI PER CHIUDERE L'ACCORDO – EMIRI E SCEICCHI INFURIATI PER IL RUOLO DI TONY BLAIR, CHE BOMBARDÒ L’IRAQ SENZA MAI PENTIRSI – L’UMILIAZIONE DI “BIBI” CON LA TELEFONATA AL QATAR: L’EMIRO AL THANI NON HA VOLUTO PARLARE CON LUI E HA DELEGATO IL PRIMO MINISTRO – L’OBIETTIVO DEI “FLOTILLEROS” E L’ANTISEMITISMO CHE DILAGA IN EUROPA

luca zaia matteo salvini roberto vannacci

IL CORAGGIO SE UNO NON CE L'HA, MICA SE LO PUO' DARE! LUCA ZAIA, ETERNO CACADUBBI, NICCHIA SULLA CANDIDATURA ALLE SUPPLETIVE PER LA CAMERA: ORA CHE HA FINALMENTE LA CHANCE DI TORNARE A ROMA E INCIDERE SULLA LEGA, DUELLANDO CON VANNACCI E SALVINI CONTRO LA SVOLTA A DESTRA DEL CARROCCIO, PREFERISCE RESTARE NEL SUO VENETO A PIAZZARE QUALCHE FEDELISSIMO – SONO ANNI CHE MUGUGNANO I “MODERATI” LEGHISTI COME ZAIA, FEDRIGA, GIORGETTI, FONTANA MA AL MOMENTO DI SFIDARE SALVINI, SE LA FANNO SOTTO...

elly schlein tafazzi

DAGOREPORT: IL “NUOVO PD” DI ELLY NON ESISTE - ALIMENTATA DA UN'AMBIZIONE SFRENATA, INFARCITA SOLO DI TATTICISMI E DISPETTI, NON POSSIEDE L'ABILITÀ DI GUIDARE LA NOMENKLATURA DEL PARTITO, ISPIRANDOLA E MOTIVANDOLA - IL FATIDICO "CAMPOLARGO" NON BASTA PER RISPEDIRE NELLE GROTTE DI COLLE OPPIO L'ARMATA BRANCA-MELONI. NELLE MARCHE IL PD-ELLY SUBISCE IL SORPASSO DELLE SORELLE D'ITALIA - QUELLO CHE INQUIETA È LO SQUILIBRIO DELLA DUCETTA DEL NAZARENO NELLA COSTRUZIONE DELLE ALLEANZE, TUTTO IN FAVORE DI UN'AREA DI SINISTRA (M5S E AVS) IN CUI LEI STESSA SI È FORMATA E A CUI SENTE DI APPARTENERE, A SCAPITO DI QUELLA MODERATA, SPAZIO SUBITO OCCUPATO DALLA SCALTRISSIMA DUCETTA DI VIA DELLA SCROFA, CHE HA LANCIATO AMI A CUI HANNO ABBOCCATO LA CISL E COMUNIONE E LIBERAZIONE - CHE ELLY NON POSSIEDA VISIONE STRATEGICA, CAPACITÀ DI COMUNICAZIONE, INTELLIGENZA EMOTIVA, PER FRONTEGGIARE IL FENOMENO MELONI, E' LAMPANTE - OCCORRE URGENTEMENTE, IN VISTA DELLE POLITICHE 2027, RISPEDIRE ELLY SUI CARRI DEI GAY-PRIDE, PUNTANDO, DOPO LE REGIONALI D'AUTUNNO, SU UNA NUOVA LEADERSHIP IN SINTONIA COI TEMPI TUMULTUOSI DI OGGI

raoul bova beatrice arnera

DAGOREPORT: RAOUL, UN TRIVELLONE ''SPACCANTE''! - DAGOSPIA PIZZICA IL 54ENNE BOVA ATTOVAGLIATO ALL'ORA DI PRANZO AL RISTORANTE “QUINTO”, A ROMA, IN COMPAGNIA DELLA FASCINOSA TRENTENNE BEATRICE ARNERA, CON CUI RECITA NELLA FICTION “BUONGIORNO, MAMMA”, ATTUALMENTE IN ONDA SU CANALE5 – GLI AVVENTORI DEL RISTORANTE NON HANNO POTUTO FARE A MENO DI NOTARE L'AFFETTUOSA INTIMITÀ TRA I DUE ATTORI: BACI GALEOTTI, ABBRACCI E CAREZZE FURTIVE FINO A UN INASPETTATO E IMPROVVISO PIANTO DI BOVA – DOPO LO SCANDALO DEGLI AUDIO PICCANTI INVIATI A MARTINA CERETTI, DIFFUSI DA FABRIZIO CORONA, CHE HANNO TENUTO BANCO TUTTA L’ESTATE, ORA QUEL MANZO DI BOVA SI RIMETTE AL CENTRO DELLA STALLA…