DOPO LA “PIETÀ” PER L’ANORESSICA GIULIA LIGRESTI, LA CANCELLIERI PUÒ MAI BIASIMARE I PERMESSI PREMIO CONCESSI A UN CAMORRISTA E A UN SERIAL KILLER, POI EVASI? CERTO CHE NO! - DAP: “LE FUGHE SONO UN PREZZO DA PAGARE. QUEI PREMI SONO UN SEGNO DI CIVILTÀ”

1 - SERIAL KILLER:CANCELLIERI,CARCERE SAPEVA SUA STORIA
(ANSA) - Sia il magistrato di sorveglianza che il carcere erano a conoscenza dell'ampio curriculum criminale di Bartolomeo Gagliano, il serial killer non rientrato nel carcere di Genova dopo un permesso premio. Lo ha detto il ministro della Giustizia, Annamaria Cancellieri, riferendo alla Camera sulla vicenda.

"Dico questo - ha sottolineato il ministro - per sgombrare il campo dagli equivoci sorti dopo le prime dichiarazioni del direttore del carcere di Marassi che sembrava sostenere che il carcere non aveva conoscenza della storia criminale del detenuto, cosa smentita dalla corrispondenza intercorsa tra la direzione del carcere e la magistratura di sorveglianza". Il giudice di sorveglianza "ha concesso il permesso sulla base di tutti gli elementi di conoscenza che erano necessari al fine di adottare quella delicata decisione, stando alle risultanze sin ad ora acquisite"

2 - SERIAL KILLER: CANCELLIERI, NO A EMOTIVITÀ SU PERMESSI
(ANSA) - "Non è da un singolo episodio che si possono trarre conclusioni affrettate ed emotive su istituti irrinunciabili per l'attuazione del principio costituzionale della rieducazione della pena". Lo ha detto il ministro della Giustizia, Cancellieri, riferendo alla Camera sul serial killer non rientrato in carcere dopo un permesso premio.

3 - SERIAL KILLER: CANCELLIERI, MENO DI 1% VIOLAZIONI PERMESSI
(ANSA) - Nel 2011 sono stati concessi 21.923 permessi premio a detenuti con 48 mancati rientri, nel 2012 25.275 permessi e 52 mancati rientri ed analoghi sono i dati del 2013. "Si tratta di una percentuale di violazione di molto inferiore all'1%. Senza contare che, nella maggior parte dei casi, gli evasi vengono ricondotti all'interno del carcere". Lo ha detto il ministro della Giustizia, Cancellieri, riferendo alla Camera sul serial killer non rientrato nel carcere di Genova dopo un permesso premio.

4 - "LE FUGHE SONO UN PREZZO DA PAGARE QUEI PREMI SONO UN SEGNO DI CIVILTÀ"
Corrado Zunino per "la Repubblica"


Luigi Pagano è il vicedirettore del Dap, il dipartimento del ministero della Giustizia che amministra le carceri italiane, ed è stato direttore di San Vittore, a Milano, per sedici anni. Comprende lo sbigottimento generale per le due evasioni con il timbro: un serial killer e un camorrista accompagnati alla fuga. Dice, però, che questi due casi non possono mettere in discussione «un sistema che funziona».

Perché il sistema funziona?
«Lo dicono i numeri. Cinquantadue evasioni nel 2012, a fronte di 25.200 permessi premio richiesti. Tenendo conto che ogni detenuto può richiedere e usufruire di più di un permesso, la percentuale di non rientri è intorno al due per cento. E se allarghiamo le evasioni a tutte le misure alternative, lavoro all'esterno, semilibertà, l'evasione resta intorno al 5%».

Si possono concedere permessi premio a un assassino seriale di prostitute e travestiti e a un camorrista contiguo con il clan?
«Nella storia italiana abbiamo concesso permessi premio e misure alternative a quasi tutti i brigatisti rossi. Non è scappato nessuno. Da quindici anni abbiamo dato il lavoro esterno a Vincenzo Andraous, il boia delle carceri. Non è scappato e non è tornato a uccidere. Il recupero del detenuto è un pezzo della nostra Costituzione e non esiste altro modo di certificarlo se non concedendo un graduale ritorno alla società, facendolo uscire. Ci sono margini di rischio, certo, ma l'Europa ci ha già detto che dobbiamo osare di
più non di meno».

Si può parlare dei due casi di cronaca?
«Sì, iniziando a dire che a Gagliano mancava poco più di un anno alla fine pena, a Esposito mancavano sei mesi. Erano nelle condizioni di usufruire di permessi».

Tecnicamente, tutto regolare. Ma si può dare un premio a Gagliano? Ascolti questa psichiatra: "È paradossale come a un soggetto così pericoloso siano stati dati permessi. Gagliano entra e esce dal carcere dagli anni '80, non c'è stata una valutazione precisa dello stato psicologico del detenuto".
«Nel caso di Genova la valutazione è stata attenta, mi stanno arrivando le relazioni. Il magistrato di sorveglianza conosceva il soggetto e il suo passato, il direttore del carcere di Marassi pure. A lui spetta una sintesi da girare al magistrato insieme a un parere non vincolante. Lo psichiatra del carcere è intervenuto e non ha trovato nulla da obiettare. Per Gagliano parliamo del secondo permesso concesso, dopo il primo era rientrato. No, non c'è stato errore».

E nel caso del pentito di camorra di nuovo riallineato? Aveva partecipato alla faida di Scampia, aveva già tentato un'evasione.
«Lì ho informazioni ancora da valutare. Sabato mattina è uscito beneficiando di un permesso orario e la sera non è rientrato. Anche per lui era il secondo. Che vogliamo fare, cancellare ventisette anni di civiltà? I permessi premio sono stati introdotti dalla legge Gozzini nel 1986 e, dice la mia esperienza, hanno funzionato, stanno funzionando. Le poche fughe sono uno scotto che devi pagare».


La regola generale è aurea, l'applicazione ha delle falle. Un camorrista, se esce, viene risucchiato dal gruppo criminale: o riparte con loro o dovrà fuggire per sempre.
«Tutto vero, ma abbiamo esempi di camorristi e mafiosi che, permesso in mano, non sono scappati».

Concedere i permessi è una questione di umanità?
«Di più, aiuta la società. Un recuperato è un pericolo in meno per tutti quanti, due casi non possono inquinare il sistema».

 

BARTOLOMEO GAGLIANO cancellieri adnkronos x BARTOLOMEO GAGLIANO LUIGI PAGANO Giovanni Tamburino

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