renzi boschi etruria

VOLEVANO RIFILARE UN “BIDONE” - PARLA MARINA NATALE, EX RESPONSABILE ACQUISIZIONI UNICREDIT: “GUARDAMMO LE BANCHE IN DIFFICOLTA’ PER EVENTUALI FUSIONI. MA BANCA ETRURIA NON CI SEMBRO’ NELLE CONDIZIONI” – ALL’EPOCA IL PATRIMONIO DELL’ISTITUTO NON ESISTEVA QUASI PIU’ 

 

Andrea Greco per la Repubblica

 

ghizzoni boschi etruria

Per due motivi la piccola Banca Etruria ex popolare si trova oggi mostrificata nelle polemiche della commissione inquirente sulle banche. Non solo perché era la banca della circoscrizione - e del padre, e del fratello - di Maria Elena Boschi, che ora i renziani difendono a spada tratta contro i fendenti di tutti gli altri. Ma perchè è un piccolo macigno sul sentiero del governo di Renzi, che le crisi bancarie hanno subito reso più accidentato.

 

Lo era diventato, un macigno, per le condizioni critiche del suo attivo, e poi per i connessi e reiterati tentativi di Boschi e altri membri del governo di risollevare un istituto che rovinando poteva nuocere ai Boschi e a Renzi. Oggi in commissione a Roma ci sarà Federico Ghizzoni, ex ad di Unicredit cui tre anni fa fu chiesto dalla ministra per le Riforme (e poi dall' allora presidente di Etruria, Lorenzo Rosi) di annacquare nel colosso italo-tedesco i mali della banca aretina, che così sarebbe uscita dai radar.

MARINA NATALE

 

Ghizzoni, che da sette mesi non commenta la versione rivelata da Ferruccio de Bortoli in Poteri forti ( o quasi), dovrebbe oggi confermare gli incontri avuti dal novembre 2014 e le richieste di Boschi di interessarsi. Il banchiere piacentino, che all' epoca non gradì quelle che aveva vissuto come interferenze, passò le carte a Marina Natale, vice dg Unicredit che si occupava di acquisizioni.

 

«In quegli anni i dossier delle banche italiane in difficoltà li abbiamo guardati tutti più di una volta, per possibili fusioni - ha raccontato di quei mesi la manager che ora guida la Sga, società pubblica di recupero crediti - ma Etruria non ci sembrò nelle condizioni». A quell' epoca il patrimonio, spianato dalle svalutazioni su crediti erogati per anni con manica larga, non esisteva quasi più: e dopo anni di ispezioni e pressioni poco risolutive, alla Banca d' Italia non restò che mandare i commissari, che nel febbraio 2015 seppero solo dirigere Etruria verso gli scogli della risoluzione di novembre.

IGNAZIO VISCO

 

Ad Arezzo, dopo un trentennio di piccole aggregazioni sotto l' egida di Elio Faralli, massone e mentore dei proprietari terrieri d' impronta contadina, era partita una contesa con i poteri cattolici imperniati sull' ex Dc Giuseppe Fornasari. Proprio lo scontro portò ad aumentare i crediti verso l' immobiliare, e a ingraziarsi i consiglieri introducendo in cda uomini nuovi e forestieri: dal 2009, con "il golpe bianco", il bandolo passò a Fornasari, con la maggioranza di 13 consiglieri che in breve si indebiteranno con la stessa banca per 185 milioni (compresi i cinque sindaci atti ai controlli), con 198 fidi incagliati o in sofferenza.

zonin popolare vicenza

 

Già nel 2012 la banca dovette accantonare un miliardo; nel 2013 l' ispezione di Bankitalia rilevò il «degrado irreversibile», e a dicembre Visco impose ai vertici di trovare «un partner adeguato» e sparire. Nel 2014, mentre la banca nominava consulenti che trovassero partner, puntò in parallelo sulla carta Boschi. Il padre Pier Luigi, in cda nel 2011 in rappresentanza delle coop, da maggio 2014 è vicepresidente.

 

lorenzo rosi pier luigi boschi

«Una figura di non grande visibilità in città - racconta un ex banchiere Etruria che lo ha conosciuto - ma il successo travolgente della figlia fece sperare in possibili aiuti». Tre mesi prima "Meb" aveva giurato come ministra del governo Renzi. I mille giorni dell' esecutivo renziano sono stati costellati dalle crisi bancarie - ben dieci -, anche se non certo per responsabilità soggettive. Ma è un fatto che, sottotraccia, le difficoltà di Etruria hanno mosso e fatto muovere, in modo più e meno opportuno, ministri, autorità e operatori. Il tentativo con Unicredit è fra tanti.

IGNAZIO VISCO E MARIO DRAGHI

 

Sei mesi prima, nel maggio 2014, c' era stata Popolare di Vicenza, unica banca che - invitata con Bper e un fondo israeliano dagli advisor a visionare i conti per poi fare un' offerta - ebbe il coraggio di lanciare un' Opa in contanti sul 100% di Etruria, soluzione ben vista dalla Vigilanza. L' affondo inquietò molto i banchieri aretini, che temevano di perdere il giocattolo e la rigettarono un mese dopo senza neanche portarla al vaglio dell' assemblea sociale (anche per questo il cda è stato multato dalla vigilanza).

 

FABIO PANETTA

S' inquadra in quelle settimane la richiesta di incontro di Maria Elena Boschi al presidente della Consob Giuseppe Vegas: «Mi espresse preoccupazione per la fusione con Vicenza, le risposi che non era compito della Consob», ha detto in commissione l' ex parlamentare di Forza Italia.

 

 Almeno due gli incontri che la Boschi ebbe con il vice direttore generale di Bankitalia, Fabio Panetta: in aprile, poi nella seconda parte del 2014. Intanto Renzi faceva domande "bancarie" al suo superiore, Ignazio Visco: «La presi come una battuta», ha detto il governatore ieri. L' epilogo arriva nel 2015. A Capodanno il ministro per le Infrastrutture Graziano Delrio chiama il presidente della popolare dell' Emilia Romagna Ettore Caselli chiedendo se gli interessi Etruria.

GIANNI ZONIN E VINCENZO CONSOLI

 

E il 3 febbraio, a 8 giorni dal commissariamento, il dg di Veneto banca Vincenzo Consoli chiama prima il capo di Bankitalia in Toscana poi Boschi padre chiedendo di intercedere su Renzi, pensando a matrimonio a tre con Vicenza e Arezzo: «Domani in serata se ne parla, io ne parlo con mia figlia e col presidente». Poi la deriva.

Ultimi Dagoreport

sigfrido ranucci giovambattista fazzolari

DAGOREPORT - UCCI UCCI, TUTTO SUL CASO RANUCCI: DAI PRESUNTI CONTATTI DI SIGFRIDO CON I SERVIZI SEGRETI PER L'INCHIESTA DI "REPORT" SUL PADRE DI GIORGIA MELONI AL PEDINAMENTO DI SIGFRIDO, CHE COINVOLGEREBBE FAZZOLARI, IL BRACCIO DESTRO (E TESO) DI LADY GIORGIA – RANUCCI, OSPITE IERI SERA DI BIANCA BERLINGUER, HA PRECISATO, MA CON SCARSA CHIAREZZA, COSA E' ACCADUTO NELLE DUE VICENDE: “NON SONO STATO SPIATO DA FAZZOLARI. SO CHE È STATO ATTIVATO UN MECCANISMO PER CAPIRE CHI FOSSE IL NOSTRO INFORMATORE. SI TEMEVA FOSSE QUALCUNO DEI SERVIZI, MA NON È ACCADUTO” - SULL'ALTRA VICENDA DEL PEDINAMENTO: "NON SO SE SONO STATO SEGUITO MATERIALMENTE" – RIGUARDO L'ATTENTATO: "NON HO MAI PENSATO CHE DIETRO CI FOSSE UNA MANO POLITICA" - DAGOSPIA CERCA DI FAR LUCE SUI FATTI E I FATTACCI... - VIDEO

giorgia meloni marina berlusconi antonio tajani

DAGOREPORT – IL DESIDERIO DI FARSI INCORONARE REGINA D'ITALIA, PER IL MOMENTO, LA MELONA LO DEVE RIPORRE NEL CASSETTO DEI SOGNI - L’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, BOCCIATA DA TUTTI I PARTITI CHE NON INTENDONO FINIRE CANNIBALIZZATI DALLA MELONI, STA MANDANDO IN PEZZI FORZA ITALIA - TAJANI FA IL POSSIBILISTA E GLI AZZURRI ESPLODONO. LASCIAMO POI PERDERE LA FAMIGLIA DI ARCORE CHE VEDREBBE SPARIRE IL NOME BERLUSCONI DAL SIMBOLO DEL PARTITO - A MILANO SI VOCIFERA DI UN TERRIBILE SCAZZO AL CALOR BIANCO TRA UN TAJANI IN MODALITA' RIBELLE E CRISTINA ROSSELLO, VICINISSIMA A MARINA - L'IDEONA DI FARSI INCORONARE "SUA MAESTA' GIORGIA I" FA STORCERE IL NASO ANCHE AI VARI POTENTATI SOTTERRANEI DEI FRATELLINI D’ITALIA (LOLLOBRIGIDA-LA RUSSA-RAMPELLI)...

zaia stefani salvini meloni fico schlein de luca

DAGOREPORT – L'ESITO DELLE REGIONALI IN VENETO, CAMPANIA E PUGLIA E' GIA’ SCRITTO MA SARA' IMPORTANTISSIMO PER “PESARE” OGNI PARTITO IN VISTA DELLE STRATEGIE PER LE POLITICHE DEL 2027 – I VOTI DELLE VARIE LISTE POTREBBERO CAMBIARE GLI EQUILIBRI INTERNI ALLE COALIZIONI: SE IN CAMPANIA E PUGLIA LE LISTE DI DECARO E DI DE LUCA FARANNO IL BOTTO, PER L'EX ROTTAMATRICE DI ''CACICCHI'' ELLY SCHLEIN SAREBBE UNO SMACCO CHE GALVANIZZEREBBE LA FRONDA RIFORMISTA DEL PD - ANCHE PER CONTE, UN FLOP DEL SUO CANDIDATO ALLA REGIONE CAMPANIA, ROBERTO FICO, SCATENEREBBE LA GUERRIGLIA DEI GRILLINI CHE DETESTANO L'ALLEANZA COL PD - LADY GIORGIA TIENE D’OCCHIO LA LEGA: SE PRECIPITA NEI CONSENSI IN VENETO, DOVE E' STATA FATTA FUORI LA LISTA ZAIA, PROVEREBBE A SOSTITUIRE IL MALCONCIO CARROCCIO CON AZIONE DI CARLETTO CALENDA...

villa casa giorgia meloni antonio tajani matteo salvini

DAGOREPORT - AH, CHE STREGONERIA È IL POTERE: TRAFIGGE TUTTI. SOPRATTUTTO I PARVENU. E COSÌ, DA PALAZZO GRAZIOLI, CHE FU LA SEDE INFORMALE DI GOVERNO E DI BUNGA-BUNGA DI BERLUSCONI PREMIER, SIAMO PASSATI A "VILLA GRAZIOLI" CON LA NUOVA DOVIZIOSA DIMORA DELL’EX ABITANTE DELLA GARBATELLA, DOVE OCCUPAVA CON MADRE E SORELLA DUE DISGRAZIATE CAMERE E CUCINA - UN IMMOBILE CHE STA SOLLEVANDO UN POLVERONE DI POLEMICHE: VILLA O VILLINO? COL SOLITO AGOSTINO GHIGLIA CHE AVREBBE SOLLECITATO GLI UFFICI DELLA PRIVACY DI TROVARE UN MODO PER LIMITARE LE INFORMAZIONI DA RENDERE PUBBLICHE ALLA CAMERA, IN RISPOSTA A UN’INTERROGAZIONE DELLA BOSCHI SULLA RISTRUTTURAZIONE DELLA VILLA – LA SINDROME DI "IO SO' GIORGIA E NUN ME FIDO DE NESSUNO!" HA POI TRASFORMATO LA MAGIONE NEL SUO BUNKER PERSONALE, LONTANO DAGLI SGUARDI E ORECCHIE INDISCRETE CHE INFESTANO PALAZZO CHIGI - TUTTO BENE QUANDO VENGONO CHIAMATI A RAPPORTO I SUOI FEDELISSIMI, MOLTO MENO BENE QUANDO TOCCA AGLI ALTRI, AGLI “ESTRANEI” DELLA CONVENTICOLA MELONIANA. DAL CENTRO DI ROMA PER RAGGIUNGERE “VILLA GRAZIOLI” CI VOGLIONO, IN LINEA D’ARIA, BEN 40 MINUTI DI MACCHINA. ANCHE DOTATI DI SIRENE E LAMPEGGIANTI, È “UN VIAGGIO”…. - VIDEO

simone canettieri giorgia arianna meloni

DAGOREPORT - MASSÌ, CON I NEURONI SPROFONDATI NELLA IRRITABILITÀ PIÙ SCOSSA, ARIANNA MELONI AVEVA URGENTE BISOGNO, A MO’ DI SOLLIEVO, DELL’ARTICOLO DI DEBUTTO SUL “CORRIERONE” DI SIMONE CANETTIERI - MESSA DALLA SORELLA GIORGIA A CAPO DELLA SEGRETERIA DI FDI, ARIANNA NON NE HA AZZECCATA UNA - ALLA PARI DI QUALSIASI ALTRO PARTITO DI MASSA, OGGI FDI SI RITROVA ATTRAVERSATO DA UNA GUERRIGLIA INTESTINA FATTA DI COLPI BASSI, RIPICCHE E SPUTTANAMENTI, INTRIGHI E COMPLOTTI – DALLA SICILIA (CASINO CANNATA-MESSINA) A MILANO (AFFAIRE MASSARI-LA RUSSA), FINO AL CASO GHIGLIA-RANUCCI, DOVE IL FILO DI ARIANNA SI È ATTORCIGLIATO PERICOLOSAMENTE INTORNO AL COLLO - CHE LA SORELLINA NON POSSIEDA LA ‘’CAZZIMMA’’ DEL POTERE, FATTA DI SCALTREZZA E ESPERIENZA, SE N'E' AMARAMENTE ACCORTA ANCHE LA PREMIER. E PUR AMANDOLA PIÙ DI SE STESSA, GIORGIA L’AVREBBE CHIAMATA A RAPPORTO PER LE SCELTE SBAGLIATE: SE IL PARTITO VA AVANTI COSÌ, RISCHIA DI IMPLODERE… - VIDEO