
AL VOTO! SENZA SE E SENZA MA - NO, NON È LA SANTANCHÈ, MA L’ANTI-BERLUSCONIANO DOC BILL EMMOTT: “MEGLIO NESSUN GOVERNO CHE UN GOVERNO PARALIZZATO” (LO STESSO PENSIERO DI MERKEL E DRAGHI)
Dagoreport dal "Financial Times" - http://www.ft.com/cms/s/0/e3bc9a98-29b9-11e3-9bc6-00144feab7de.html
Bill Emmott, ex direttore dell' "Economist" e autore del documentario sull'Italia "Girlfriend in a Coma", scrive oggi un editoriale sul "Financial Times" a proposito della nostra situazione politica.
La sua tesi, in sostanza, è che l'Italia dovrebbe andare alle elezioni il prima possibile. Perché "avere un governo paralizzato, anche se condotto da un uomo capace come Letta, è peggio di non avere un governo. L'Occidente dà spesso lezioni al resto del mondo sull'importanza di libere elezioni, ma poi quando ci si avvicina alle urne, si mette a gridare "Instabilità ! Pericolo!". La reazione scomposta dei mercati è comprensibile: nuove incertezze portano nuovi rischi finanziari. Ma l'incertezza data dalle dimissioni dei ministri berlusconiani dal governo di (non)grande coalizione, segue la certezza che il governo era paralizzato".
Secondo Emmott, un esecutivo così debole poteva andare bene per mantenere la barra del Paese e allontanare lo spettro dei grillini, ma non era comunque in grado di approvare le urgenti e serie riforme di cui l'Italia ha bisogno. Il problema però è sempre quello: con questa legge elettorale c'è la concreta possibilità che nuove elezioni portino una nuova impasse e non producano una maggioranza certa.
Il giornalista inglese minimizza: "Forse è così, ma i giornali italiani dimenticano quanto fossero instabili i sondaggi durante l'ultima campagna elettorale. L'importante è che i partiti imparino due lezioni: la prima è che se lasci che Berlusconi determini l'agenda politica, mettendolo al centro dell'attenzione, sarà solo lui a guadagnarne. La seconda, e più grande, lezione è che gli italiani vogliono il cambiamento. Le riforme sono a malapena cominciate e già gli elettori hanno perso la pazienza nei confronti dei leader. E rimandare le elezioni non migliorerà la situazione".





