UN WEEKEND ALL’AVENTINO - IL PDL CHIEDE “3 GIORNI” DI STOP DELLE CAMERE DOPO L’ANTICIPO DELLA S-CASSAZIONE

1 - CAMERA: BRUNETTA CHIEDE STOP LAVORI PER TRE GIORNI
(ANSA) - Il Pdl intende chiedere ai capigruppo della Camera, tramite il presidente dei deputati Renato Brunetta, il rinvio di ogni attività parlamentare "per tre giorni", in Aula e nelle commissioni. E' quanto si apprende da uno dei partecipanti alla conferenza dei capigruppo che dovrà esprimersi sulla richiesta del Pdl.

2 - SENATO: SCHIFANI CHIEDE SOSPENSIONE LAVORI AULA
(ANSA) - Il presidente dei senatori del Pdl, Renato Schifani, ha chiesto la sospensione dei lavori dell'Aula di palazzo Madama e la convocazione della conferenza dei capigruppo. In Aula si stava esaminando il ddl per le riforme costituzionali. La capigruppo è previsto verso le 11.30. Identica richiesta è stata presentata alla Camera.

3 - SCHIFANI, SOSPENSIONE NON ARRECHERÀ DANNO A RIFORME
(ANSA) - "Vi è un momento in cui le forze politiche parlamentari sentono il bisogno di riunirsi per discutere. Stiamo vivendo come partito un momento estremamente difficile e chiediamo rispetto per le nostre esigenze". E' con questa motivazione che il presidente dei senatori del Pdl Renato Schifani ha chiesto nell'Aula di Palazzo Madama la sospensione dei lavori sulle riforme costituzionali.

"Un'eventuale sospensione dei lavori parlamentari - aggiunge - non diminuirà la nostra esigenza di riforma dello Stato". E "siamo pronti - insiste - a fare in modo che il tempo che dovesse sospendersi per esaminare il ddl possa essere recuperato in percorsi alternativi". "Questa sospensione - assicura Schifani - non arrecherà pregiudizio temporale irreparabile alla scansione dei tempi del ddl costituzionale che abbiamo condiviso e condivideremo in questa legislatura".

4 - GOVERNO: DOPO RICHIESTA PDL FRANCESCHINI VA DA LETTA
(ANSA) - Dopo la sospensione dei lavori della conferenza dei Capigruppo di Montecitorio, il ministro per i Rapporti con il Parlamento Dario Franceschini si è immediatamente recato a Palazzo Chigi, dove si trova il presidente del Consiglio Enrico Letta, per una valutazione della situazione dopo la richiesta di uno stop dei lavori parlamentari per tre giorni avanzata dal Pdl.

5 - BERLUSCONI: GASPARRI,DOPO CAPIGRUPPO RIUNIONE PER FARE PUNTO
(ANSA) - "Dopo la Conferenza dei Capigruppo ci sarà una nostra riunione di Pdl per fare il punto e decidere il da farsi". Lo ha detto il vicepresidente di Palazzo Madama Maurizio Gasparri parlando con i cronisti al Senato dopo la richiesta del capigruppo del Pdl Renato Schifani di sospendere i lavori d'Aula per "fare delle riflessioni politiche" in seguito alla decisione di ieri della Cassazione di calendarizzare al 30 luglio l'esame del processo Mediaset.

"E' evidente - aggiunge Gaparri - che in un momento come questo sia giusto parlare tra di noi per capire il da farsi. Cosa succederà? Non abbiamo ancora la sfera di cristallo. Ne parleremo tra di noi e si vedrà". "Se riprenderanno oggi i lavori dell'Aula? Questo - risponde - lo stabilirà la Conferenza dei capigruppo".


6 - BERLUSCONI RIDUCE L'OSSIGENO AL GOVERNO - GLI AZZURRI SI PREPARANO ALL'AVENTINO
Marco Conti per "Il Messaggero"

L'aria del respiratore che tiene in vita il governo da ieri sera, dopo la decisione della Cassazione e la riunione dei deputati del Pdl, si è drasticamente ridotta. L'ira di Silvio Berlusconi per l'accelerazione delle udienze ha travolto come uno tsunami un Pdl allo sbando che abbandona l'iniziale idea delle dimissioni in massa dei parlamentari, optando per un più soft, ma non meno devastante, Aventino.

La riunione serale si trasforma quindi in assemblea permanente con i deputati del Pdl che allungano la riunione ad oggi ritrovandosi con i colleghi senatori. Una sorta di paralisi parlamentare che finisce per trasferirsi sul governo che per oggi ha convocato una nuova riunione della cabina di regia per decidere le sorti dell'Iva e forse anche dell'Imu.

Berlusconi non si aspettava l'accelerazione e nemmeno l'avvocato Coppi che ieri ha mostrato di avere meno dimistichezza del collega Ghedini alle sortite delle toghe che si occupano del Cavaliere. D'altra parte Berlusconi, a differenza di molti suoi parlamentari, ieri mattina non ha tirato un sospiro di sollievo leggendo l'analisi pubblicata dal Corriere sui tempi del processo Mediaset nella quale si raccontava della possibile prescrizione e della possibilità da parte dell'ex premier di evitare l'interdizione dai pubblici uffici.

«Non abbiamo mangiato la foglia, era chiaro sin da questa mattina (ieri ndr) l'avviso della Procura», spiegava ieri sera l'avvocato Ghedini all'attonito Galan che da giorni picchia duro sul governo e sul ministro Saccomanni. Sempre per l'avvocato, l'accelerazione della Cassazione un primo effetto lo ha prodotto ed è quello di evitare che il processo finisse alla sezione della Cassazione che si era già pronunciata sul tema dei diritti tv in maniera favorevole agli imputati.

«Ora è un terno a lotto», ragionavano ieri a palazzo Grazioli i più ottimisti. L'accelerazione dà ragione a coloro che nel Pdl non volevano dar vita all'attuale governo: «In maggioranza non c'è il partito dei giudici, era chiaro sin dall'inizio che doveva finire così», spiega un ex ministro ora senatore.

INCENDIARI
Ieri pomeriggio, dal "pellegrinaggio" che c'è stato a palazzo Grazioli, emerge un Berlusconi affranto, amareggiato. Prima con il capogruppo Brunetta e poi con il vicepremier Alfano ripercorre gli ultimi «otto anni di persecuzione giudiziaria». «Nulla rispetto a quanto mi hanno fatto prima», ha sostenuto il Cavaliere. Lo sconcerto, la preoccupazione, ed infine l'ira, hanno spinto l'avvocato Coppi a chiedere al Cavaliere di soprassedere dalla riunione serale con i deputati. Per non prestare il fianco a coloro che nelle procure lo preferiscono incendiario, Berlusconi ha accettato il consiglio, ma da ieri ha azzerato «ogni speranza di pacificazione» perché «quelli mi vogliono vedere dietro le sbarre».

La reazione dei ministri del Pdl (Lorenzin, Lupi, Quagliariello e Alfano) hanno rincuorato il Cavaliere che per ora non ha intenzione di far cadere il governo sulle questioni della giustizia, argomento non redditizio come quello fiscale. Continua, e si inasprisce, la battaglia su Iva e Imu preparando per l'autunno un cortocircuito tra questioni economiche, questioni giudiziarie e tensioni dentro l'altro partito di maggioranza, da rendere molto difficile persino il varo della legge di stabilità.

Se in Cassazione dovesse andar male, Berlusconi, aiutato dallo stratega e coordinatore Denis Verdini, andrà a caccia di alibi per far saltare governo e legislatura. Contando magari sulla stessa voglia di "menare le mani" di Matteo Renzi.

QUIRINALE
Da ieri è certo che l'abbassamento del rating deciso da Standard&Poor's preoccupa il Cavaliere ovviamente meno della sua sorte e del rischio di finire fuori dal Parlamento e magari agli arresti domiciliari. «Sul governo di pacificazione avevo sperato molto, ma come al solito la sinistra forcaiola non ci sta», ha sostenuto ieri Berlusconi che ha anche più volte chiamato in causa il Quirinale e Giorgio Napolitano: «Aveva creduto come me alla possibilità di far qualcosa insieme per il bene del Paese». Mentre la pioggia batteva sui vetri di palazzo Grazioli, Berlusconi racconta l'ultimo incontro con il Capo dello Stato e delle riforme che «si potrebbero fare solo se ci fosse un giudice a Berlino».

Il timore di aver sbagliato a credere che ci potesse essere una via giudiziaria per risolvere un processo che ha sempre considerato «politico», assedia da ieri il Cavaliere che ora si prepara a venti giorni di passione prima della sentenza, ma nel frattempo dispone il Pdl in assetto di guerra bloccando di fatto ogni intesa, ma ufficialmente «il governo va avanti» anche per non mettere a dura prova la resistenza dell'alleato Pd.

 

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