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SE C’E’ ZAIA, C’E’ GIOIA – DOPO IL REFERENDUM SULL’AUTONOMIA, IL GOVERNATORE CHIEDE LO STATUTO SPECIALE PER IL VENETO - IL GOVERNO RIBATTE: "UNA PROVOCAZIONE" - RENZI: "LA VERA PRIORITA’ E’ UN PATTO TRA PARTITI PER RIDURRE LE TASSE” - VIDEO

 

Da repubblica.it

 

 

ZAIA

Il giorno dopo il referendum sull'autonomia, il governatore del Veneto, Luca Zaia, scopre le sue carte e chiede lo statuto speciale per la Regione. Ma da governo arriva una doccia fredda: "È una provocazione", taglia corto Gian Claudio Bressa, sottosegretario agli Affari Regionali.

 

"Siamo pronti ad aprire un tavolo subito - spiega Bressa - ma la condizione di partenza è che le Regioni approvino una legge in attuazione dell'articolo 116 della Costituzione" per chiedere autonomia differenziata. "Il problema è che oggi Zaia ha fatto approvare in Giunta una proposta di modifica costituzionale per inserire il Veneto tra le Regioni a statuto speciale. È una proposta non ricevibile dal Governo, semmai di competenza del Parlamento".

 

Sul referendum interviene anche il segretario del partito democratico che propone un patto tra partiti per ridurre le tasse. La vera priorità per l'Italia, scrive Matteo Renzi su Facebook, è la riduzione della pressione fiscale, "ecco perché - aggiunge - mi piacerebbe che la prossima legislatura cominciasse con un accordo delle forze politiche per un progetto come quello che abbiamo lanciato noi ('Tornare a Maastricht') che permetterebbe la riduzione annuale delle tasse per una cifra che può variare tra i 30 e i 50 miliardi di euro".

 

GENTILONI RIMINI

All'indomani del referendum per l'autonomia in Lombardia e Veneto, il segretario federale della Lega Nord Matteo Salvini dalla sede di via Bellerio a Milano rassicura sul fatto che la linea nazionale del Carroccio non è messa in discussione. Mentre il governatore lombardo Roberto Maroni dà l'annuncio dell'ok all'avvio della trattativa da parte del presidente del Consiglio: "Gentiloni - afferma - mi ha confermato il via libera al confronto su tutte le materie previste dalla Costituzione, con anche il coinvolgimento del ministero dell'Economia", per la parte che riguarda il coordinamento del sistema tributario. ll tema delle risorse sarà al centro della trattativa fra Lombardia e governo, ma questo "non significa che ci sia stata un'apertura formale sul tema del residuo fiscale", precisa Maroni.

 

Insomma la questione del residuo fiscale (ossia la differenza negativa tra ciò che le Regioni versano e ciò che riceve da Roma) resta sul tavolo del negoziato con l'esecutivo. Anche se, come ammette lo stesso governatore della Lombardia, il "ministero dell'Economia sarà un osso duro". 

 

ZAIA MARONI

Anche il governatore del Veneto Luca Zaia tiene una conferenza stampa subito dopo la giunta straordinaria indetta questa mattina per presentare le delibere da portare in Parlamento, tra cui anche quella di inserire il Veneto tra le Regioni a statuto speciale. Oltre a rivendicare tutte e 23 le competenzepreviste dalla Costituzione. Zaia annuncia piena collaborazione con la Lombardia e spera di chiudere la partita "entro l'anno". Quanto alla sua possibile candidatura a premier, ventilata anche da Massimo Cacciari, afferma: "Non esiste, io resto in Veneto".

 

Come detto Salvini sgombra il campo dalle ipotesi di divisioni interne al Carroccio: "Rido quando leggo certe ricostruzioni di divisioni. Quelli che dicevano che la linea nazionale della Lega avrebbe trovato problemi al Nord non ha capito un accidente. Richieste di autonomia hanno convinto 5,5 milioni persone a votare, e Maroni e Zaia avranno pieno mandato a trattare".

 

zaia al congresso della lega

Si complimenta per il risultato, rimarcando che si è trattato di una battaglia di popolo: "Meglio di così non poteva andare. Abbiamo vinto sui poteri forti cinque a zero. Ora mi aspetto che il Governo dica quando intende accogliere questa richiesta che sale dal popolo". E manda un avvertimento a Forza Italia e Fdi: "Gli alleati del centrodestra sappiano che il tema posto dai referendum diventa centrale".

 

Secondo il leader del Carroccio quanto è successo nelle due Regioni è "in linea con quello che accade in tutta Europa: in Repubblica Ceca, in Austria. Il prossimo turno è quello dell'Italia dove noi ci stiamo attrezzando, a differenza dei 5 Stelle che sanno dire solo di no. Meno vincoli stato centrale e meno vincoli europei significa più sviluppo del territorio. Adesso abbiamo venti giorni per passare dalle parole ai fatti".

 

Ribadisce poi quanto già detto dal governatore del Veneto Luca Zaia: "Il nostro interlocutore è Gentiloni". Quanto al flop del voto elettronico in Lombardia, Salvini glissa: "Da lombardo sono stato ben contento di votare in 3 secondi cronometrati. Spero che il ministro dell'Interno garantisca la stessa possibilità anche alle elezioni politiche".

 

MATTARELLA E ZAIA

Non esclude, infine, un coinvolgimento delle regioni del Sud, a cominciare dalla Puglia: "Per me - dice il leader leghista in conferenza stampa - sarebbe ancora più bello se con Zaia e Maroni entrassero a Palazzo Chigi Bonaccini e Emiliano (i governatori di Emilia Romagna e Puglia, ndr)". E conclude con un riferimento ai suoi avversari politici: "Il silenzio di queste ore di Renzi e Grillo, che parlano di tutto e su tutti, è abbastanza particolare". E attacca Giuseppe Sala e il Pd lombardo: "Quando hai un sindaco che dice 'Voto si', anzi non voto perchè sono via... il partito che governa la città è stato assolutamente assente".

 

 

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