
LA ZUPPA DEL CAZZARO – RENZI SI FA RICONOSCERE ANCHE IN ISRAELE: CON NETANYAHU SFODERA “IL DEVID DI MAICHELANGELO” – POI SI BARCAMENA COME PUÒ SULL’ACCORDO CON L’IRAN INVISO A ISRAELE – IN MISSIONE A TEL AVIV ANCHE IL “FACILITATORE” CARRAI
Wanda Marra per il “Fatto Quotidiano”
Nella mia città c’è il Devid di Maichelangelo, simbolo di lotta per la libertà. In questo momento tutti siamo un David contro il Golia della barbarie. Credo che la sicurezza di Israele sia la sicurezza dell’Europa. Per questo sosteniamo il compromesso di Vienna e vigileremo sulla sua applicazione ”. Quando deve spingere sul pedale della complicità, Matteo Renzi si trasforma di nuovo nel sindaco di Firenze. E così per rassicurare il premier israeliano, Benyamin Netanyahu si rifugia nel campanilismo fiorentino, americanizzando anche i nomi.
L’altro ricambia: “Buonasera Matteo...”. Calore chiama calore: “Per me venire in Israele è come tornare a casa”. Renzi è il primo leader europeo ad andare in Israele dopo l’accordo sul nucleare iraniano (fortemente osteggiato da Netanhyahu). Una visita programmata da mesi, da parte di un governo particolarmente filo ebraico.
Nella delegazione italiana c’è anche Marco Carrai, il suo “Gianni Letta”, il manager fiorentino al centro delle relazioni con ambienti americani e israeliani che contano, e che in Israele fa business. Non c’è, ma fa parte del gruppo di pressione nel nome di Israele anche il consigliere economico Yoram Gutgeld.
Molle sulle quali ha spinto lo stesso Nethanyahu: “C’è una relazione speciale tra i nostri due Paesi, Italia e Israele. Può diventare molto più forte, con collaborazioni nel commercio, nella tecnologia, nella difesa, nella cyber sicurezza”. Rispetto a questo non ha esitato a ribadire: “L’accordo con l’Iran permetterà a Teheran tra un decennio di arricchire quanto uranio vuole.
Il che vuol dire che sarà in grado di realizzare l’atomica in tempo zero. È un errore storico”. Ma con Renzi usa toni e atteggiamenti ben diversi da quelli riservati al responsabile della Difesa Usa, Asthon Carter, sottratto alla stampa al termine di un incontro durato circa 3 ore per evitare che emergessero platealmente i dissensi. Renzi si è barcamenato.
L’obiettivo numero uno della missione era rassicurare Israele, senza rompere i contatti con l’Iran. E soprattutto senza irritare l’alleato numero uno, Obama. “Abbiamo differenti posizioni” ma “sosteniamo il compromesso” di Vienna. Ennesimo “ma anche” in politica estera. Oggi parlerà al Parlamento: l’ultimo premier italiano a farlo è stato Berlusconi, nel 2010. Poi, una visita pro-forma ad Abu Mazen, leader Anp, a Betlemme.