emmanuel macron giorgia meloni donald trump

LA QUINTA COLONNA TRUMPIANA – L’UNICA PREOCCUPAZIONE DI GIORGIA MELONI AL VERTICE DEI “VOLENTEROSI” SEMBRAVA ESSERE LA TUTELA DEGLI INTERESSI AMERICANI: HA CHIESTO A MACRON E STARMER DI COINVOLGERE TRUMP AL PROSSIMO INCONTRO (MA SONO GLI USA AD ESCLUDERE GLI EUROPEI), E HA BOCCIATO SENZA APPELLO IL PIANO DI “RASSICURAZIONE” PENSATO DA FRANCIA E REGNO UNITO – IL RETROSCENA SULL’IRRITAZIONE DI MACRON: “NON COMPRENDE IL PERCHÉ DELLA RILUTTANZA DI MELONI, CHE SI SPIEGHEREBBE SOLO NELL’OTTICA DI UNA COMPETIZIONE POLITICA CONSIDERATA FUORI LUOGO, IN QUESTA FASE STORICA”. LA SORA GIORGIA FORSE ROSICA PERCHÉ MACRON SI SENTE AL TELEFONO CON TRUMP OGNI DUE GIORNI: È LUI AD AVERE IL RUOLO DI “PONTE” CHE SOGNAVA PER SÉ LA DUCETTA…

1. NATO EUROPEA, IL PIANO MACRON. MELONI: “NON ROMPIAMO CON TRUMP”

Estratto dell’articolo di Ilario Lombardo per “La Stampa”

 

emmanuel macron e giorgia meloni foto lapresse

Nelle 48 ore precedenti il summit dei volenterosi riunito ieri a Parigi, ci sono state comunicazioni ad alto livello diplomatico tra Francia e Italia sul piano per l’Ucraina che il presidente Emmanuel Macron e il primo ministro britannico Keir Starmer stanno definendo assieme ai partner europei.

 

I contenuti di queste interlocuzioni […] inquadrano con dettagli finora sconosciuti il senso di un’operazione che ambisce a costruire quel «pilastro europeo della Nato» di cui si parla da anni e non più rinviabile alla luce del disimpegno americano […]. […]

 

GIORGIA MELONI AL SUMMIT DEI VOLENTEROSI DI PARIGI - VIGNETTA BY ELLEKAPPA

Quello che hanno discusso i funzionari governativi francesi con la diplomazia italiana, trasmesso poi a Palazzo Chigi, non dispiacerebbe del tutto a Giorgia Meloni. Al netto della personale e storica diffidenza verso il leader francese, dovrebbe essere così in teoria: perché il piano va, in parte, nella direzione da lei auspicata di modulare l’azione europea non in opposizione agli sforzi statunitensi.

 

Il capitolo più complicato sul quale servirà intendersi meglio è il formato e il senso della missione militare dei “volenterosi” in Ucraina che francesi e britannici stanno mettendo in piedi, e che continua a non convincere la premier italiana.

 

Ma è anche il capitolo più interessante e innovativo perché il dispiegamento sul terreno delle truppe europee potrebbe costituire, così lo definiscono, «un laboratorio per testare le modalità di funzionamento del pilastro europeo della Nato post-trumpiana».

 

giorgia meloni emmanuel macron foto lapresse

Si parte da una premessa […]: che il sostegno alle forze armate ucraine sarà a lungo termine e dovrà dispiegarsi su due livelli.

 

Il primo: monitoraggio e sorveglianza di un eventuale accordo di pace, affidati a Onu e Osce, che attira l’interesse degli italiani, meno quello dei francesi, poco orientati a parteciparvi.

 

Il secondo prevede il coinvolgimento della coalizione dei volenterosi a garanzia dell’integrità dell’Ucraina e della difesa dei confini europei. Una doppia missione, dentro e fuori il Paese aggredito militarmente da Putin. […]

 

L’idea è di portare la missione in un Paese alleato (principalmente si parla di Romania) integrando la «coalizione dei volenterosi» a strutture di comando e controllo della Nato già esistenti. I francesi guardano al modello di Eufor Althea – prima operazione in assoluto dell’Ue, creata su mandato Onu e che andò a sostituire quella Nato, a sostegno della Bosnia Erzegovina e del suo esercito, dopo la guerra contro i serbi.

 

volodymyr zelensky emmanuel macron keir starmer foto lapresse

Altro modello è il Berlin Plus, composto da accordi che vincolano Nato e l’Unione europea. In questo caso andrebbe rimodellato sulla “coalizione dei volenterosi”, perché non tutti i Paesi Ue parteciperebbero.

 

Questa soluzione garantirebbe l’azione europea sul terreno in coordinamento con un eventuale backstop statunitense. Ed è un passaggio che potrebbe far cadere molte delle resistenze di Meloni: perché andrebbe a rafforzare il pilastro Ue della Nato senza duplicazioni.

 

GIORGIA MELONI VLADIMIR PUTIN DONALD TRUMP

Sarebbe già pronto un meccanismo per attuare il progetto: è il Cjef, Combined Joint Expeditionary Force, task force che mette in comune forze armate di Parigi e di Londra.

 

Le sue strutture riceverebbero il comando della missione a guida anglo-francese. In attesa di pianificare il numero di uomini necessari e dei Paesi disposti a farne parte, il governo britannico starebbe insistendo molto anche sulla necessità di una copertura aerea, un modo anche per tenere dentro gli Stati Uniti, e su una deterrenza navale.

 

 

volodymyr zelensky keir starmer emmanuel macron foto lapresse

Il confronto con i francesi ha permesso ai diplomatici italiani di chiarire a Farnesina e Palazzo Chigi i contorni del piano di Macron e Starmer e di offrire uno scenario di opportunità: perché il pilastro europeo della Nato avrebbe il suo seme nei meccanismi sperimentati ai confini est dell’Europa.

 

In questo senso i funzionari ministeriali francesi hanno spiegato ai diplomatici che Macron non comprende del tutto il perché della riluttanza di Meloni, che si spiegherebbe solo non nell’ottica di una competizione politica considerata fuori luogo dal presidente francese, in questa fase storica dove è necessaria, sostiene, «l’unione di tutti i leader europei».

 

la stretta di mano tra donald trump ed emmanuel macron 2

Anche perché, come riferito alla controparte italiana, Macron si sente al telefono con Trump ogni due giorni, e quotidianamente con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. È lui ad avere quel ruolo di “ponte” tra Washington e Bruxelles con cui Meloni si era proposta una sera di inizio gennaio, con un improvviso blitz aereo nella villa di Trump, a Mar-a-Lago, Florida.

 

2. MELONI AVVERTE GLI ALLEATI “NO A TRUPPE SENZA L’ONU GLI USA VANNO COINVOLTI”

Estratto dell’articolo di Tommaso Ciriaco per “la Repubblica”

https://www.repubblica.it/politica/2025/03/28/news/meloni_parigi_vertice_volenterosi_ucraina-424090528/

 

von der leyen macron meloni

Pesano anche i dettagli. Quando il sole è alto sull’Eliseo, Keir Starmer esce accanto a Volodymyr Zelensky, passeggiando ostentatamente nel cortile presidenziale. Qualche gradino più indietro, Giorgia Meloni lo osserva. Quando è il suo turno, va via senza concedersi alle telecamere. «Buongiorno», saluta i cronisti, e via in auto. Resterà a Parigi per altre tre ore, prima di volare verso Ciampino.

 

Nel chiuso del vertice convocato da Emmanuel Macron, però, si espone. E dice al presidente francese, ancora una volta, che l’Italia ha una linea rossa: niente soldati europei in Ucraina senza le bandiere dell’Onu.

 

DONALD TRUMP - JD VANCE - PETE HEGSETH - MIKE WALTZ

Boccia l’annuncio francese di impegnare militari nel cuore del Paese aggredito, sottolinea che mosse avventate espongono al rischio di una pericolosa escalation. Semmai, aggiunge, non si capisce perché Francia e Regno Unito continuino a tenere fuori gli Stati Uniti da questo format. «La prossima riunione — propone — dovremmo coinvolgerli». A dire il vero, è Washington ad escludere da settimane gli europei.

 

Il mondo corre veloce, i “volenterosi” si muovono. La presidente del Consiglio, però, ritiene necessario non abbandonare alcuni pilastri che la collocano distante soprattutto da Macron. Il primo, come detto, è il coinvolgimento delle Nazioni Unite.

 

emmanuel macron e donald trump foto lapresse 1

[…] L’Europa si muove, anche decidendo di fornire milioni di munizioni all’Ucraina. Meloni, intanto, tiene a rimarcare pubblicamente la distanza dal progetto anglo-francese: «Non è prevista alcuna partecipazione nazionale — fa scrivere nella nota — ad una eventuale forza militare sul terreno ».

 

Lo ripete in ogni contesto, anche se i diplomatici continentali ritengono assai improbabile l’opzione di una spedizione militare europea nel cuore dell’Ucraina senza il consenso russo e delle Nazioni Unite: si tratta, semmai, di annunci che Francia e Regno Unito offrono a Zelensky come carta negoziale. Anche i distinguo di Meloni, d’altra parte, sono tattici: l’Italia sarà della partita, alla fine, in qualche modo. Per adesso, comunque, meglio concentrarsi sul rafforzamento delle capacità difensive degli ucraini.

 

volodymyr zelensky emmanuel macron keir starmer foto lapresse

È un punto di contatto con gli anglofrancesi. Non a caso, Palazzo Chigi fa sapere che la premier ha ribadito la necessità di un «continuo sostegno all’Ucraina» e di «garanzie di sicurezza solide e credibili» che possono essere assicurate solo «nel contesto euroatlantico». […]

 

È però evidente che l’obiettivo politico di non assecondare fino in fondo il protagonismo dell’Eliseo continua a orientare la posizione italiana.

 

Anche perché il francese ha costruito un ponte solido con Trump. E la presidente del Consiglio tenta di ritagliarsi un ruolo, per non restare ai margini. Nasce anche da qui l’invito rivolto agli altri “volenterosi” di «continuare a lavorare con gli Stati Uniti per fermare il conflitto e raggiungere una pace che assicuri la sovranità e la sicurezza dell’Ucraina». La premier propone di «coinvolgere una delegazione americana al prossimo incontro di coordinamento». Si spende insomma per un dialogo con gli americani che — a dire il vero — Washington si guarda bene dal voler coltivare.

trump meloni

 

Di certo, è anche un modo per tenere a bada l’attivismo di Matteo Salvini. Il leghista progetta un viaggio negli Stati Uniti, dialoga con J.D. Vance e flirta con il progetto Starlink di Elon Musk. Non a caso, in un continuo inseguimento a marcare il territorio trumpiano, è proprio il vicepremier del Carroccio a sentire il dovere di benedire la posizione meloniana: «Bene la linea del governo, saggia e prudente, con la richiesta di coinvolgere gli Usa. Mai come ora si lavora alla pace, quindi è doveroso soffocare le pulsioni belliciste».

volodymyr zelensky emmanuel macron foto lapressekeir starmer volodymyr zelensky foto lapresse

Ultimi Dagoreport

salvini rixi meloni bignami gavio

DAGOREPORT - I FRATELLINI D’ITALIA CI SONO O CI FANNO? SULLA QUESTIONE PEDAGGI, CI FANNO: FINGONO DI CASCARE DAL PERO DI FRONTE ALL’EMENDAMENTO LEGHISTA CHE AUMENTA IL COSTO DELLE AUTOSTRADE, MA SAPEVANO TUTTO DALL’INIZIO. QUELLO DEL CARROCCIO È STATO UN BALLON D’ESSAI PER VEDERE COSA SAREBBE SUCCESSO. MA DI FRONTE ALL’INDIGNAZIONE DI CONSUMATORI E OPPOSIZIONE LA MELONI HA ORDINATO LA RETROMARCIA – ORA IL CETRIOLONE PASSA AI CONCESSIONARI: CHE DIRANNO I VARI TOTO, BLACKSTONE, MACQUARIE E GAVIO DI FRONTE AL FORTE DIMAGRIMENTO DEI LORO DIVIDENDI? – I PIANI ECONOMICI FINANZIARI BLOCCATI E I MOLTI INCROCI DI GAVIO CON IL GOVERNO: HA APPENA VENDUTO 250MILA AZIONI DI MEDIOBANCA, FACENDO UN FAVORE, INDIRETTO A “CALTA” E ALLA SCALATA AL POTERE FINANZIARIO MILANESE PROPIZIATA DALLA FIAMMA MAGICA…

trump zelensky meloni putin

DAGOREPORT - DONALD TRUMP È STATO CHIARO CON ZELENSKY: SE CEDE LE QUATTRO REGIONI OCCUPATE DAI RUSSI, OLTRE LA CRIMEA, A PUTIN, USERÀ IL SUO SÌ PER MINACCIARE MOSCA. SE “MAD VLAD” NON ACCETTA DI CHIUDERE SUBITO IL CONFLITTO, ARMERÀ FINO AI DENTI KIEV – IL TYCOON PUTINIZZATO FINGE DISTANZA DALLO ZAR DEL CREMLINO: "VUOLE ANDARE FINO IN FONDO, CONTINUARE A UCCIDERE, NON VA BENE...". MA È SCHIACCIATO SULLE PRETESE DI MOSCA: HA PROMESSO A PUTIN CHE L’UCRAINA INDIRÀ ELEZIONI UN ATTIMO DOPO IL CESSATE IL FUOCO – LA RISATA DA VACCARO DEL CALIGOLA DI MAR-A-LAGO DI FRONTE ALLA CONFERENZA PER LA RICOSTRUZIONE BY GIORGIA MELONI: MA COSA VUOI RICOSTRUIRE SE C’È ANCORA LA GUERRA?

antonio tajani giorgia meloni neri nero bambini immigrati migranti matteo salvini

DAGOREPORT – AH, TAJANI DELLE MERAVIGLIE! RICICCIARE PER L'ENNESIMA VOLTA LO IUS SCHOLAE E, DOPO UN BATTAGLIERO RUGGITO, RINCULARE SUBITO A CUCCIA (''NON E' LA PRIORITA'"), E' STATO UN FAVORE FATTO A GIORGIA MELONI, DETERMINATA A SEMINARE ZIZZANIA TRA LE FILE LEGHISTE SPACCATE DA VANNACCI, PER CUI UNA PROPOSTA DI LEGGE PER LA CITTADINANZA AI RAGAZZI CHE COMPLETANO GLI STUDI IN ITALIA, E' PEGGIO DI UNA BESTEMMIA SULL'ALTARE - IL MINISTRO DEGLI ESTERI (SI FA PER DIRE: SUGLI AFFARI INTERNAZIONALI DECIDE TUTTO LA STATISTA DELLA GARBATELLA), UNA VOLTA APPOGGIATO IL BIANCO TOVAGLIOLO SUL BRACCIO, SI E' PRESTATO COSI' A SPARARE UN AVVISO A MATTEO SALVINI: SI PREGA DI NON TIRARE TROPPO LA CORDA, GRAZIE!

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – OGGI DONALD TRUMP CHIAMERÀ VOLODYMYR ZELENSKY E GLI PRESENTERÀ “L’OFFERTA” DI PUTIN: “MAD VLAD” VUOLE IL RICONOSCIMENTO DELLE ZONE ATTUALMENTE OCCUPATE DAI SUOI SOLDATI (OLTRE ALLA CRIMEA, CHE CONSIDERA RUSSA DAL 2014). IL PIANO DEL TYCOON È CONVINCERE L’EX COMICO UCRAINO A DARE L’OK, E POI TORNARE DA PUTIN E FINIRE LA GUERRA. CON UNA SOTTESA MINACCIA: SE, NONOSTANTE LE REGIONI ANNESSE, MOSCA CONTINUASSE IL CONFLITTO, A QUEL PUNTO GLI USA SAREBBERO PRONTI A RIEMPIRE DI ARMI KIEV PER FARE IL CULO A STELLE E STRISCE ALLO ZAR DEL CREMLINO - MA QUANTO CI SI PUO' ANCORA FIDARE DELLE PROMESSE DI TRUMP, VISTE LE CAZZATE CHE HA SPARATO FINORA?