70 ANNI DI TEO-CRAZIA - TEOCOLI: “NEL 1965 STAVO IN UNA BAND CHE SI CHIAMAVA ‘I QUELLI’ POI LI MOLLAI E DIVENTARONO LA PFM- ''RIVENDICO DI AVER FATTO MALE SOLO A ME STESSO, MAI AD ALTRI"

“Fabio Fazio è stato il mio crocevia di carriera: due anni di ‘Quelli che il calcio’, tante grandi imitazioni, due Sanremo. Poi feci l’errore di tornare a Mediaset, la Rai mi controprogrammò con fiction di grande presa, andò male. Con la tv pensavo di aver chiuso dopo ‘La domenica sportiva’. Ma è rispuntato Fazio”…

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Luigi Bolognini per “la Repubblica”

 

teocoli fazio quelli che il calcio teocoli fazio quelli che il calcio

L’età migliore è quella che si ha, specie se il corpo invecchia pochissimo e benissimo e la mente è direttamente ferma all’adolescenza. Così Teo Teocoli oggi può festeggiare il compleanno numero 70 essendo restato un fanciullone: stessa istintività, «che mi muove nella comicità e nel vivere», stessa immediatezza di battuta, stessa aria cazzeggiatrice di mezzo secolo fa, quando bello come il sole somigliava a Celentano «che mi volle nel Clan per quello, e le assicuro che sembrando un po’ Adriano si rimorchiava parecchio ». L’avvenire era solo da cogliere. E lui l’ha colto.

 

Teocoli, però sono 70 anni.

giorgio faletti teo teocoli giorgio faletti teo teocoli

«Nel mio quartiere, Niguarda, una fanciulla che si metteva con un 40enne dava scandalo perché stava con un vecchio. Adesso io ne ho quasi il doppio e mi sento un ragazzetto. Per fortuna a teatro reggo due ore e mezza tranquillo e la gioia di tornare a casa a notte fonda mangiando un panino in auto è sempre indescrivibile. Il lavoro mi tiene in forma. Se solo sapessi che lavoro faccio...».

 

Come, non lo sa?

«No, io non faccio un lavoro preciso. Sono un intrattenitore, non un comico, e gli intrattenitori passano e vanno, a parte Walter Chiari. Anzi, io non lavoro affatto, faccio quel che facevo fin da bambino quando facevo ridere tutta la classe. I prof mi davano del cretino, poi ridevano anche loro e sorvolavano sul fatto che mi fossi autoesentato dallo studio. Ero un bambino allo stato brado come adesso».

 

Ma è vero che di cognome in realtà fa Teocle?

Teocoli Galliani Teocoli Galliani

«Così mi hanno detto, pare che una volta in anagrafe l’abbiano deformato ed è rimasto questo. Così come il nome vero è Antonio, ma ho scelto Teo per assonanza. Sono solo cose burocratiche però. Io sono e mi sento Teo, e come unico padrone ho me stesso: mandai al diavolo anche Berlusconi ai tempi. Ero ad Antenna 3, mi voleva a Drive In. “Berlusconi chi?” dissi con notevole preveggenza. Fui l’ultimo ad andare da lui, anche se devo dire che non se l’è legata al dito e ha sempre voluto che lavorassi nelle sue tv».

 

Questo spirito libero però le ha dato anche la fama di caratteraccio: ha mollato trasmissioni di successo come “Mai dire gol” e “Paperissima”.

«La verità con la Gialappa’s è che avevo troppi impegni, tra cinema e tv, lasciai loro. Una lite di ragazzi diciamo. Con Ricci, sa, è che io improvviso, non seguo copioni, lì me ne arrivarono 13 in un botto. Il punto è che sono un cane sciolto, non mi lego a cordate, se devi danneggiare uno danneggi me e vai tranquillo. Ma rivendico di aver sempre fatto male solo a me stesso, mai ad altri».

Teocoli Galliani Teocoli Galliani

 

Quali sono stati gli incontri decisivi della sua vita?

«Tanti. Celentano di certo: per due anni lo aspettai sotto casa tutte le sere, sembravo un innamorato, lo presi per sfinimento. Anni meravigliosi, poi Adriano si fidanzò con la Mori e la magia di quel Clan finì. Jannacci, che mi prese per lo spettacolo Saltimbanchi si muore . Io, Boldi, Cochi e Renato fummo i suoi primi pazienti quando aprì l’ambulatorio medico.

 

Ovviamente proprio Massimo Boldi: sono stato la sua unica vera spalla, dandogli lo spazio che serviva al suo talento. Anzi, un giorno la spalla gliela ruppi anche, dandogli una manata troppo forte. Ma il mio più grande amico è stato Guido Nicheli, sa il cumenda Zampetti: vendeva whisky nei night, immagini che vita mi ha fatto fare per anni».

 

TEOCOLI-CACCAMO TEOCOLI-CACCAMO

Altro incontro fondamentale è Fabio Fazio con cui è appena tornato a far coppia su RaiTre: domenica celebrerà i suoi 70 anni in una puntata speciale di “Che tempo che fa”.

«Fabio è stato il mio crocevia di carriera: due anni di Quelli che... il calcio, tante grandi imitazioni, due Sanremo... Poi feci l’errore di tornare a Mediaset, la Rai mi controprogrammò con fiction di grande presa, andò male. Con la tv pensavo di aver chiuso dopo La domenica sportiva. Ma è rispuntato Fazio. Basta guardarci e iniziamo con le battute. Mi ha affidato una serie di servizi sulla Milano dell’Expo, che offre mille spunti».

 

Ha rimpianti?

TEOCOLI-CACCAMO TEOCOLI-CACCAMO

«Rifarei la stessa vita, e sono felicissimo, circondato dalle mie donne, moglie e tre figlie meravigliose. Certo, nel 1965 stavo in una band che si chiamava I Quelli, sa Una bambolina che fa no no no, Per vivere insieme... Poi li mollai e pam! diventarono la Pfm. Mi girano ancora se ci penso. E mi fa rabbia che abbia chiuso il Derby, un locale di cabaret semplicemente unico, ma anche e soprattutto un gruppo di amici».

 

E il cinema?

«No, lì non ho rimpianti. Ho fatto poco e male, ma bisognava alzarsi troppo presto e onestamente gente come Tognazzi e Sordi era irraggiungibile ».

 

Guardando avanti?

FOTO DA CHI I SOLITI IDIOTI BIGGIO E MANDELLI E TEO TEOCOLI FOTO DA CHI I SOLITI IDIOTI BIGGIO E MANDELLI E TEO TEOCOLI

«Anagraficamente so che il più è passato. Artisticamente sono ancora libero e voglioso. Il prossimo passo è il musical che sto scrivendo con Marco Posani: Pasqua in casa Caccamo , che rispolvererà uno dei miei personaggi più famosi. Tra poco sarà pronta, ci divertiremo ancora molto».

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