Estratto dell'articolo di Anna Lombardi per "la Repubblica"
Il nuovo esperimento della sempre più indiscussa regina del pop Beyoncé, l’album Cowboy Carter […] pubblicato venerdì, […] in un solo weekend ha rivoluzionato l’industria musicale americana: colpendola allo stomaco, alle orecchie, al cuore.
E lo ha fatto già solo col semplice atto di rivendicare le radici afroamericane (giacché i primi cowboy erano schiavi neri) di quel country usualmente considerato bianco e particolarmente gradito ai conservatori. Lo ha fatto per di più con la complicità di figure leggendarie del genere: su tutte Dolly Parton e Willie Nelson, che hanno contribuito ad alcune delle 27 tracce di un album complesso e lungo 79 minuti che molti già faticano a digerire: anche per il simbolismo di quella copertina dove lei stringe la bandiera a stelle e strisce cavalcando un destriero bianco.
Una provocazione anche verso chi, nel 2016 mal gradì il suo Daddy Lessons, suo primo brano country inserito all’epoca nell’album Lemonade tanto da spingere l’artista nata in Texas – dove storicamente il country ha mischiato le sue radici col jazz e il blues fino ad evolversi nell’hip hop – a scrivere su Instragram: «In un certo mondo non sono la benvenuta». […]
In tanta studiata perfezione fa dunque inusuale scalpore quel che tanti fan hanno scoperto a loro spese acquistando l’album in vinile, decisi ad avere un’edizione fisica di cotanto lavoro. Sì, perché rispetto all’edizione digitale mancano ben cinque canzoni. […] Né va meglio a chi ha acquistato il cd […] Così, a poche ore dall’uscita, lo store online della cantante è stato letteralmente subissato di lamentele, ricevendo in cambio un reply automatico dove ci si scusa: “Avrete risposta entro i prossimi tre-quattro giorni a causa dell’alto e inusuale volume di posta».
Teorie sono dunque già fiorite e animano i forum online: fra queste la più accreditata è che l’artista abbia lavorato al progetto fino all’ultimo, ben dopo la deadline per stampare i vinili che era circa sei mesi fa. Non sarebbe la prima volta. […]
La teoria del ripensamento last minute è rafforzata pure da un altro elemento: sul dorso delle copie è scritto “Beyincé”: riferimento al cognome ancestrale della musicista, scritto poi erroneamente sul certificato di nascita di sua madre a causa di un errore. Molti credono che fosse quello il titolo originario dell’album e l’idea di presentarsi come Cowboy Carter semplicemente arrivata dopo.
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