america latina - fratelli dinnocenzo d'innocenzo d innocenzo

IL CINEMA DEI GIUSTI - SE LE VOSTRE ASPETTATIVE NON SONO QUELLE DEL CAPOLAVORO A TUTTI I COSTI DEL CINEMA ITALIANO "IN STATO DI GRAZIA" (NON LO È PROPRIO), VEDRETE "AMERICA LATINA" DEI FRATELLI D’INNOCENZO COME UN OTTIMO FILM SU UN MODELLO DI CINEMA SUDAMERICANO O COREANO O SUB GARRONIANO DA FESTIVAL E TROVERETE GERMANO BRAVISSIMO. CHE È FORSE LA LETTURA PIÙ GIUSTA. E POSIZIONA I D'INNOCENZO, SPERANDO CHE NON SI PERDANO TRA RISPOSTE A CAZZO SUI SOCIAL E ECCESSI MONDANI GUCCESCHI TRA I REGISTI PIÙ MODERNI E INTERESSANTI DI QUESTI ULTIMI ANNI - VIDEO

 

Marco Giusti per Dagospia

 

fratelli dinnocenzo a venezia

Già un caso sui social per le risposte di Fabio D’Innocenzo a chi criticava pesantemente il film, già celebri i suoi “fottiti hater” e “ti compro, fallito”, citazione geniale di Fabrizio Corona in un tvtalktrash a Mughini, arriva in sala, nel disastro di incassi sempre più miserabili causa Omicron, “America Latina”, il terzo film scritto e diretto dai fratelli D’Innocenzo, il primo prodotto da “The Apartment” di Lorenzo Mieli e non dalla famiglia Saccà + Rai Cinema, nonché quinto film italiano presentato in concorso a Venezia e non accolto benissimo in quei giorni proprio dagli stessi critici fofiani, cioè Mereghetti e Morreale, che pure avevano esaltato il precedente "Favolacce", salutato dallo stesso Goffredo Fofi come "un piccolo capolavoro inatteso il cui rilievo va oltre la qualità artistica, indiscussa".

 

elio germano america latina

Visto che non ritenevo "Favolacce" un capolavoro, ma un buon secondo film, forse un po' troppo alla moda, che prendeva qua e là spunti dal cinema sudamericano da festival, non sono rimasto affatto deluso da "America Latina" in quel di Venezia e mi piacerebbe rivederlo adesso in sala, Omicron permettendo, lontano dalle piccole beghe tra critici.

D INNOCENZO VS HATER

 

Diciamo che è una specie di favolaccia ulteriore dedicata agli orrori della piccola borghesia italiana, in questo caso è di scena un dentista di Latina (da cui il titolo…) che formavano già il nucleo narrativo sostanziale del loro film precedente.

elio germano america latina

 

Mi sembra inoltre che questo sia tecnicamente e artisticamente superiore al troppo osannato “Favolacce”, con la musica dei mitici Verdena, la fotografia di Paolo Carnera, il montaggio di Walter Fasano. Magari quello che hanno guadagnato in professionalità lo hanno perso in freschezza rispetto ai film precedenti. Non saprei.

 

FRATELLI DINNOCENZO - AMERICA LATINA

Certo, anche in questo caso saranno divisivi per il pubblico e per i critici, ma comunque avercene di giovani registi aggressivi che parlano della società italiana più profonda e non di inutile commedia borghese. Anche qui, come in “Favolacce”, troviamo Elio Germano come pater familias in crisi in una sorta di assurda villa dalle parti di Latina, dove vive con la moglie e le due belle figlie.

 

Ricco dentista del posto dovrebbe vivere una vita tranquilla. Ma capiamo subito che non è così. Perché anche qui, gli orrori degli ultimi vent'anni di vita italiani, orrori tangibili a cominciare da quelli dell'edilizia residenziale, prendono vita come in un film di vampiri in un maniero tenebroso dove non capiamo se gli occupanti siano demoni o martiri o tutte e due le cose. E se il malessere nasca dal posto o viceversa.

 

america latina fratelli dinnocenzo

Capiamo presto che il dentista ha un problema di memoria, ha un problema con un amico, Simone, che sembra la sua copia, con cui va a bere ogni tanto, ha problemi col vecchio padre, Massimiliano Wertmuller, e soprattutto ha problemi con qualcosa di inaspettato come una ragazza legata in cantina. Chi è? Chi c'è l'ha messa? Da quanto tempo sta lì?

 

america latina fratelli dinnocenzo

Magari, e qui hanno forse un po’ di ragione Mereghetti e Morreale, costruendo il film in maniera così matematica, qualcosa non torna o va a vuoto, ci vorrebbe un Jordan Peele più che un Carlos Reygada a correggere il copione. E non bastano un po’ di numeri di un sempre perfetto Elio Germano per risolvere una costruzione registica che forse poteva essere più controllata.

 

favolacce 2

Ma se le vostre aspettative non sono quelle del capolavoro a tutti i costi del cinema italiano "in stato di grazia"(non lo è proprio, mi sembra), vedrete "America latina" come un ottimo film molto dark su un modello di cinema sudamericano o coreano o sub garroniano da festival e troverete Germano bravissimo.

 

Che è forse la lettura più giusta. E posiziona i D'Innocenzo, sperando che non si perdano tra risposte a cazzo sui social e eccessi mondani gucceschi tra i registi più moderni e interessanti di questi ultimi anni assieme a Alice Rohrwacher, Pietro Marcello e a Jonas Carpignano, che sono forse meno fragili. Ma, assieme, formano quello che è oggi il giovane cinema italiano da seguire. Che ci piaccia o no.

favolacce

 

Insomma. Se vi aspettavate il capolavoro sarete delusi.  Ma rimane un buon film. E la musica dei Verdena è una grande sorpresa. E dei cinque film italiani che erano in concorso a Venezia è certo quello più contemporaneo. In sala da oggi. 

america latina fratelli dinnocenzo 2america latina america latina fratelli dinnocenzo 3america latina fratelli dinnocenzo america latina dei fratelli dinnocenzo

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – LE REGIONALI SONO ANDATE A FINIRE COME NON VOLEVA, SALTELLANDO FUNICULÌ-FUNICULÀ, GIORGIA MELONI: LA "STATISTA DELLA SGARBATELLA", CHE RISCHIA DI NON TORNARE A PALAZZO CHIGI TRA DUE ANNI, ACCELERA SULLA DOPPIETTA PREMIERATO-LEGGE ELETTORALE, MA NON TUTTO FILA LISCIO A PALAZZO CHIGI: SALVINI E TAJANI SPUTERANNO SANGUE PUR DI OPPORSI ALL’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, CHE FINIREBBE PER CANNIBALIZZARLI - LA LEGA È CONTRARISSIMA ANCHE AL PREMIO DI MAGGIORANZA ALLA COALIZIONE (CON LA SOGLIA AL 40%, LA LEGA DIVENTEREBBE SACRIFICABILE) – ALTRA ROGNA: IGNAZIO LA RUSSA SCENDE IN CAMPO IN MODALITÀ SCASSA-MELONI: HA RINFOCOLATO LA POLEMICA SU GAROFANI E SE NE FOTTE DEI DIKTAT DELLA DUCETTA (FIDANZA SINDACO DI MILANO? NO, MEJO LUPI; PRANDINI GOVERNATORE DELLA LOMBARDIA? NO, QUELLA È ROBA MIA)

francesco de tommasi marcello viola daniela santanche ignazio leonardo apache la russa davide lacerenza pazzali

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE INCHIESTE MILANESI SULLA SANTANCHE', SUL VISPO FIGLIO DI LA RUSSA, SUL BORDELLO DELLA "GINTONERIA" AFFOLLATA DI POLITICI, IMPRENDITORI E MAGISTRATI, OPPURE SULL'OSCURA VENDITA DELLA QUOTA DI MPS DA PARTE DEL GOVERNO A CALTAGIRONE E COMPAGNI? - A TALI ESPLOSIVE INDAGINI, LE CUI SENTENZE DI CONDANNA AVREBBERO AVUTO UN IMMEDIATO E DEVASTANTE RIMBALZO NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, ORA SI AGGIUNGE IL CASO DEL PM FRANCESCO DE TOMMASI, BOCCIATO DAL CONSIGLIO GIUDIZIARIO MILANESE PER “DIFETTO DEL PREREQUISITO DELL’EQUILIBRIO” NELL’INDAGINE SUL CASO DI ALESSIA PIFFERI – MA GUARDA IL CASO! DE TOMMASI È IL PM DELL’INCHIESTA SUI DOSSIERAGGI DELL’AGENZIA EQUALIZE DI ENRICO PAZZALI, DELICATISSIMA ANCHE PER I RAPPORTI DI PAZZALI CON VERTICI GDF, DIRIGENTI DEL PALAZZO DI GIUSTIZIA MILANESE E 007 DI ROMA - SE IL CSM SPOSASSE IL PARERE NEGATIVO DEL CONSIGLIO GIUDIZIARIO, LA CARRIERA DEL PM SAREBBE FINITA E LE SUE INDAGINI SUGLI SPIONI FINIREBBERO NEL CESTINO - LA PROCURA DI MILANO RETTA DA MARCELLO VIOLA, CON L'ARRIVO DELL'ARMATA BRANCA-MELONI, E' DIVENTATA IL NUOVO ''PORTO DELLE NEBBIE''?

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”