UN “CUCCHIAIO” PER LA PENSIONE - IL CLAMOROSO ERRORE DEL 35ENNE TOTTI CONTRO IL MILAN, CHE SULL’1-0 TENTA UN ‘’CUCCHIAIO’’ INVECE DI TIRARE A COLPO SICURO E CHIUDERE LA PARTITA, ESPLODE NEL GIORNO DI DEL PIERO, UMILE 37ENNE, CHE ENTRA E SEGNA E SALVA LA CORSA SCUDETTO DELLA JUVE - QUELLO CHE HA SUBITO ALEX, DOPO ANNI DI FANTASTICA CARRIERA (IN PANCHINA COME L’ULTIMO ARRIVATO PER GIOCARE MAGARI POCHI MINUTI), IL PUPONE L’HA SEMPRE RIFIUTATO E ORA PAGA…

1 - TOTTI SI SCOPRE PIÙ SOLO ROMA ADESSO LO CRITICA MAI COSÌ POCHI GOL, MAI COSÌ TANTI DETRATTORI
Luca Valdiserri per il "Corriere della Sera - Edizione Roma"

I risultati della domenica hanno reso ancor più amaro il sabato della Roma. La sconfitta contro un Milan mai così abbordabile si mescola alla vittoria della Lazio e ai pareggi di Napoli, Udinese e Catania. Tutte hanno guadagnato punti rispetto ai giallorossi nella corsa all'Europa.

Ma c'è qualcosa di ancora più doloroso che guardare la classifica: è la triste stagione di Francesco Totti. Il capitano è fermo a 4 gol: due doppiette a inizio 2012, due rigori contro il Chievo e due gol su azione contro il Cesena, l'ultima in classifica. Poco. Pochissimo. Per trovare un Totti non in «doppia cifra» bisogna risalire al campionato 2001-2002 (8 gol in 24 presenze) e per una quota più bassa addirittura al 1995-96 con 2 reti in 28 presenze. Ma aveva soltanto 19 anni.

Il clamoroso errore al terzo del secondo tempo, quando la Roma era in vantaggio per 1-0 e poteva chiudere la partita, è finito in tutte le discussioni dei tifosi. Solo una minoranza si è schierata con Totti, ricordandosi quante sono le partite che ha fatto vincere ai giallorossi. Molti di più quelli che l'hanno criticato, soprattutto per la scelta di cercare un «presuntuoso cucchiaio» anziché «tirare normalmente in porta». C'è anche chi ha voluto leggere un'accusa nelle parole di Luis Enrique nel dopo gara: «Ci manca determinazione nel finalizzare le occasioni create».

Si discute anche sul ruolo di Totti: troppo lontano dalla porta per molti. Nello schieramento di Luis Enrique, però, è quella la posizione che lascia più libertà e richiede un po' meno sacrificio in fase difensiva. Totti, però, sembra intristito nel nuovo ruolo. Lo ha accettato, ma non lo sente suo. E quando non si è convinti al 100% è più facile prendere una decisione sbagliata.

Discorso a parte per le condizioni fisiche. Totti non è sembrato al top e dopo la gara era muscolarmente affaticato. C'è chi ha ventilato l'ipotesi che abbia scelto il «cucchiaio» perché non poteva caricare il tiro sulla gamba sinistra. Così fosse, la cosa sarebbe gravissima: o Luis Enrique ha rinunciato alla legge del «gioca chi sta bene» o Totti ha nascosto all'allenatore una condizione fisica che non gli permetteva di stare in campo.

Oggi, alla ripresa degli allenamenti a Trigoria, ne sapremo di più. Stesso discorso per Borini, che risente di un affaticamento ai flessori.
In vista di Roma-Novara (domenica alle 12,30) Luis Enrique è chiamato a dare molte risposte. Vista la squalifica di Heinze e l'emergenza assoluta in difesa toccherà a De Rossi scalare sulla linea di Kjaer. Per le altre maglie non ci sono padroni sicuri.

2 - AAAH, COME FA COMODO DEL PIERO!
Maurizio Crosetti per "la Repubblica"

Il gol di Del Piero dura un secondo, più un campionato passato quasi tutto a guardare gli altri, più trentasette anni magnifici. Arriva da lontanissimo, dalle remote distanze e dall´antico buio tra Juve e Inter, eppure è freschissimo, ed è pieno di luce.

«Un´altra serata perfetta, sono troppo felice, nessun traguardo è impossibile», dice il capitano. Il suo tiro è il disegno di un bambino, è un guizzo felice, è la sicurezza di restare aggrappati al sogno. Ed è la sua prima rete in campionato, qui dentro, nello stadio tutto nuovo, dopo i due colpi in Coppa Italia contro Roma e Milan, decisivi. Tre firme dall´altissimo peso specifico, in linea con questo inimitabile personaggio.

Stavolta gli hanno dato molto più tempo del solito, l´inaudita possibilità di quasi mezza gara, e Del Piero l´ha usata con leggerezza, senza ansia. Sta diventando uno specialista della staffetta. Mentre gli arzilli vecchietti dell´Inter rientravano al ricovero per la minestrina serale, il bambino Alessandro tornava quello di Padova, quando a 13 anni stava tutto solo in collegio a imparare calcio, lui che era il più piccolo e il più timido del paese.

In pochi istanti lasciava tutti i suoi anni in panchina, e poi mica sono novanta, questo è un atleta ancora perfettamente integro, in grado di giocare da titolare almeno un altro paio di stagioni all´estero, ed è proprio quello che farà. Nell´attesa, però, vuole alzare la Coppa Italia il 20 maggio e vuole tener vive tante altre cose, anche l´ipotesi di un ultimo scudetto. Nessuno più di lui sa come si fa. «Lo scudetto? Tutto è apertissimo».

Eppure era una partita strana, l´Inter degli anni Sessanta (Poli in marcatura come Burgnich su Pirlo) aveva ostruito tutti gli spazi, obbligando poi Buffon a cinque parate, un numero enorme, gigantesco, visto che stiamo parlando dell´Inter di Ranieri. Per risolvere l´obbligo di vincere e restare nella scia del Milan volante, prima è intervenuto Martin Caceres, il difensore tuttofare: già due gol per lui a San Siro, contro i rossoneri, di fatto è stato proprio Caceres ad eliminarli dalla Coppa Italia. Ma ancora non bastava, per la sicurezza ci voleva il raddoppio, e non poteva segnarlo uno juventino qualsiasi.

Ci voleva "la Juve", e la Juve s´incarna in una sola persona, Alessandro Del Piero.
I gol contro Milan e Inter, i massimi avversari possibili, dimostrano che questo campione non è rimasto in bianconero per allungare la sua gara d´addio, e neppure per fare il capitano non giocatore, mica è il tennis. È rimasto per essere, fino in fondo e al cento per cento, semplicemente Del Piero.

Ieri sera lo hanno applaudito molto anche Andrea Agnelli, autore di quell´improvvida frase («Sarà il suo ultimo anno con noi»), e ovviamente Antonio Conte, che troppo spesso gli ha concesso briciole e anche meno. Altri avrebbero reagito, non sarebbero riusciti a mordersi la lingua, e neppure ad allenarsi per essere sempre così pronti, e freschi, e sereni. Ma gli altri non sono Del Piero.

 

 

 

Alessandro Del pieron ri28 francesco tottix itfr21 delpiero coppatotti francescodelpieroer capitano FRANCESCO TOTTI foto mezzelani gmt Alessandro Del Piero

Ultimi Dagoreport

friedrich merz donald trump starmer macron meloni von der leyen jd vance

DAGOREPORT - L’INCONTRO DI GIORGIA MELONI CON VANCE E VON DER LEYEN È STATO SOLO ''ACCIDENTALE'': È STATO POSSIBILE IN VIRTU' DELL’INSEDIAMENTO DI PAPA LEONE XIV (NON È STATA LA DUCETTA A CONVOCARE I LEADER, BENSI' SANTA ROMANA CHIESA) – LA "COMPASSIONE" DI TRUMP, CHE HA COINVOLTO LAST MINUTE "COSETTA" MELONI NELLA CHIAMATA CON MACRON, STARMER E MERZ – LE FAKE NEWS DI PALAZZO CHIGI PROPALATE DALLA STAMPA E MEDIA DI DESTRA COL SUPPORTO DEL “CORRIERE DELLA SERA”:  ALL’ORIZZONTE NON C’È MAI STATO ALCUN INVIO DI TRUPPE EUROPEE AL FIANCO DI KIEV CONTRO MOSCA. SOLO DOPO LA FIRMA DI UNA TREGUA, GRAN BRETAGNA E FRANCIA SONO A FAVORE DI UN INVIO DI TRUPPE, MA UNICAMENTE AL FINE DELLA SALVAGUARDIA DEI CONFINI UCRAINI, E COL FONDAMENTALE SUPPORTO INTELLIGENCE DELLA CIA - ALTRA MINCHIATA DELLA PROPAGANDA ALLA FIAMMA: NON E' MAI ESISTITA LA VOLONTÀ DI ESCLUDERE L’ITALIA DAL GRUPPO DEI ''VOLENTEROSI''. È LA "GIORGIA DEI DUE MONDI" STESSA A ESSERSI CHIAMATA FUORI, IN PREDA ALL'AMBIZIONE SBAGLIATA DI DIVENTARE LA "PONTIERA'' TRA STATI UNITI ED EUROPA, E PER EVITARE GUAI IN CASA CON IL SUO NEMICO PIU' INTIMO, MATTEO SALVINI...

giuliano amato

AMOR CH’A NULLO AMATO – IL RITRATTONE BY PIROSO DEL DOTTOR SOTTILE: “UN TIPO COERENTE E TUTTO D’UN PEZZO, UN HOMBRE VERTICAL? O UN SUPER-VISSUTO ALLA VASCO ROSSI, ABILE A PASSARE INDENNE TRA LE TURBOLENZE DELLA PRIMA REPUBBLICA, UOMO-OMBRA DI CRAXI, MA ANCHE DELLA SECONDA?” – ALCUNI PASSAGGI STORICI DA PRECISARE: AMATO NON SI CANDIDÒ NEL 2001 A CAUSA DI ALCUNI SONDAGGI-PATACCA SVENTOLATIGLI DA VELTRONI, CHE DAVANO RUTELLI IN VANTAGGIO SU BERLUSCONI – A FERMARE LA CORSA AL QUIRINALE DEL 1999 FU MASSIMO D’ALEMA, CHE LO SCARICÒ PER IL “NEUTRO” CIAMPI  - IL MANCATO VIAGGIO AD HAMMAMET E IL RAPPORTO CON GIANNI DE GENNARO...

ernesto galli della loggia giorgia meloni

DAGOREPORT - FAZZOLARI E' PER CASO IL NUOVO DIRETTORE DEL "CORRIERE"? - IN UNA PRIMA PAGINA CHE NASCONDE LE MENZOGNE DI GIORGIA MELONI, SPUTTANATA DA MACRON, BRILLA UN EDITORIALE VERGOGNOSO DI GALLI DELLA LOGGIA CHE SI DOMANDA: "SE LA GERMANIA (DI AFD) HA DAVVERO FATTO I CONTI CON IL SUO PASSATO NAZISTA. IN ITALIA, INVECE, UN PARTITO CHE PURE HA LE SUE LONTANE ORIGINI NEL FASCISMO GOVERNA DA TRE ANNI IN UN MODO CHE SOLO I COMICI (DUNQUE PER FAR RIDERE…) GIUDICANO UNA MINACCIA PER LA DEMOCRAZIA" - L’EX MAOISTA, POI TERZISTA, QUINDI BERLUSCONIANO, 5STELLE, INFINE MELONIANO  DEVE STUDIARE UN PO’, INVECE DI CAMBIARE PARTITO A OGNI CAMBIO DI GOVERNO. NEL DOPOGUERRA IN GERMANIA, GLI EX NAZISTI RIENTRARONO NEL CONTESTO SOCIALE E OTTENNERO POSTI DI POTERE NELLE INDUSTRIE PIÙ AVANZATE FINO ALLA CONTESTAZIONE DEL '68, SIMBOLEGGIATA DALLO SCHIAFFONE RIFILATO DALLA STUDENTESSA BEATE KLARSFELD AL CANCELLIERE (EX NAZISTA) KURT KIESINGER – IN ITALIA LA DESTRA ALLA FIAMMA DI FINI FU SDOGANATA DAL GOVERNO BERLUSCONI, DOVE IL MINISTRO DELLA GIOVENTU' ERA GIORGIA MELONI. COSA CHE IL GALLI OMETTE ESSENDO ORA COLLABORATORE DEL GOVERNO DUCIONI PER IL SETTORE SCUOLA...

andrea orcel unicredit

DAGOREPORT - IL RISIKO DELLE AMBIZIONI SBAGLIATE - COME PER IL GOVERNO MELONI, ANCHE ANDREA ORCEL NON IMMAGINAVA CHE LA STRADA PER LA GLORIA FOSSE TUTTA IN SALITA - IL RAFFORZAMENTO IMMAGINATO DI UNICREDIT, PER ORA, È TUTTO IN ARIA: IL MURO DI GOLDEN POWER DELLA LEGA HA RESO MOLTO IMPROBABILE LA CONQUISTA DI BANCO BPM; BERLINO RITIENE “INACCETTABILE” LA SCALATA ‘’NON AMICHEVOLE” DI UNICREDIT ALLA SECONDA BANCA TEDESCA COMMERZBANK; LE MOSSE DI NAGEL E DONNET GLI DANNO FILO DA TORCERE; CREDIT AGRICOLE, CHE HA UN CONTRATTO IN SCADENZA PER LA GESTIONE DEL RISPARMIO CHE RACCOGLIE UNICREDIT, HA UN ACCORDO CON BPM, DI CUI E' PRIMO AZIONISTA. E IL CDA DI UNICREDIT NON È PIÙ QUELLA FALANGE UNITA DIETRO AL SUO AZZIMATO CONDOTTIERO. COME USCIRE DAL CUL-DE-SAC? AH, SAPERLO…

orcel giorgetti

DAGOREPORT – GIORGETTI SI CONFERMA UN SUPPLÌ CON LE UNGHIE: ALL’INCONTRO CON I RAPPRESENTANTI DI UNICREDIT PER LA MODIFICA DEL DECRETO GOLDEN POWER CHE BLINDA L'OPS SU BPM, BANCA CARA ALLA LEGA, CHI HA INCARICATO IL MINISTRO DI CAZZAGO? STEFANO DI STEFANO, DIRETTORE GENERALE DELLE PARTECIPAZIONI DEL MEF, MA ANCHE COMPONENTE DEL CDA DI MPS. INSOMMA, LA PERSONA GIUSTA AL POSTO GIUSTO... – CALTA C’È: LA GIRAVOLTA DEL CEO DI MPS, LUIGI LOVAGLIO, SULL'OPERAZIONE MEDIOBANCA-BANCA GENERALI…