“LE CANZONI? LE SCRIVEREMO SOLO VIVENDO” – MOGOL: “IO DIRETTORE ARTISTICO A SANREMO? IL PROBLEMA E’ CHE SONO PRESIDENTE SIAE. MA UNA SOLUZIONE SI TROVA SEMPRE…” – ‘ANIMA LATINA’ È IL DISCO CHE HA VENDUTO DI MENO. COLPA DI BATTISTI CHE CANTAVA A VOCE BASSA" - I TALENT? SPETTACOLI E NON SCUOLE. OGGI BATTISTI NON RIUSCIREBBE MAI A EMERGERE” – VIDEO

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Massimo Cotto per “il Messaggero”

 

giulio rapetti mogol foto di bacco giulio rapetti mogol foto di bacco

Davanti al Gran Mogol, padre nobile della canzone italiana, c'è un orizzonte vicino e uno lontano. Il primo è a Ostia Antica, per uno spettacolo di canzoni e ricordi, con Gianmarco Carroccia, allievo del Cet, e un'orchestra di 16 elementi, che sta portando in tour per l'Italia e che approderà al Teatro Romano sabato 13 luglio; il secondo porta direttamente alla città dei fiori. Ed è questa la prospettiva più sorprendente e affascinante.

 

Mogol, è vero che sarà il nuovo direttore artistico del festival di Sanremo?

«Il problema è la Siae. Come presidente, qualcuno potrebbe chiedere perché privilegio alcuni nomi a scapito di altri. Ho proposto come direttori artistici al posto mio i miei più stretti collaboratori, Anastasi e Barbera. Dicono che non è la stessa cosa».

 

Quindi gliel'hanno proposto. E vuole che non si trovi una soluzione?

«Una soluzione si trova sempre. Bisogna capire se è quella giusta».

 

mogol mogol

Che spettacolo sarà, Emozioni. Viaggio tra le canzoni di Mogol e Battisti?

«Se le dico di emozioni, penserà che mi voglio citare, ma è così. È di questo che è fatta la musica. Può aggiungere o sottrarre strumenti, però se al centro non ci sono le emozioni, tutto si sgonfia come un soufflé venuto male. Sono felice anche perché recupereremo brani di Anima latina».

 

Uno degli album migliori della coppia Battisti-Mogol.

«Peccato sia anche il disco che ha venduto di meno. Colpa di Lucio. Aveva deciso di tenere basso il volume della sua voce, che era quasi sempre coperta dall'orchestra o dagli effetti sonori. Si era messo in testa di complicare la vita agli ascoltatori. Diceva che dovevano aguzzare le orecchie, sforzarsi di capire le parole. Fu quella una delle due volte in cui non fui in grado di convincerlo».

 

mogol gianmarco carroccia e gino castaldo al riverside di roma 4 mogol gianmarco carroccia e gino castaldo al riverside di roma 4

Mi dice la seconda?

«I produttori dei Beatles volevano un nostro disco in inglese da distribuire in tutto il mondo. A spingere era stato Paul McCartney, che aveva a casa tutta la discografia di Battisti. Ci proposero cifre strabilianti, il 75% dei guadagni. Lucio, forse consigliato male, disse che preferiva non fare nulla. Io, che pure ero e sono un tipo molto orgoglioso, gli dissi: Può servire se mi metto in ginocchio?. Lucio rispose che non serviva».

 

mogol al maurizio costanzo show mogol al maurizio costanzo show

Lei ha scritto capolavori per chiunque, però il suo nome è legato in prima battuta a quello di Battisti. Si è mai chiesto perché?

«Pensi che il mio brano che rende di più come diritti d'autore è L'emozione non ha voce, che ho composto con Gianni Bella per Celentano. Però, tutti pensano a Battisti. Credo che sia perché le canzoni scritte con lui sono universali. Raggiungono tutti. Oggi i rapper si rivolgono a un pubblico ristretto, pensano che basti citare in un testo un social per creare identificazione. Sono giovani che si rivolgono a giovani. Io ero una persona che scriveva per altre persone. E che parlava della sua vita. Ho sempre e solo scritto delle mie esperienze».

mogol gianmarco carroccia gino castaldo al riverside di roma 3 mogol gianmarco carroccia gino castaldo al riverside di roma 3

 

Chi è il più grande autore di oggi?

«Nessuno raggiunge le vette di Gianni Bella. La capinera

è una delle opere più belle del Novecento, il primo melodramma moderno. Dietro, c'è una storia dolorosa e bellissima: Gianni Bella finì l'incisione, dopo notti insonni e sforzi tremendi. Fece un brindisi e la sera fu colpito da ictus. La storia di un uomo che per la musica ha dato tutto. Senza pentimenti».

 

Se dovesse riassumere il lavoro con Lucio, cosa direbbe?

mogol battisti mogol battisti

«Fino a un certo punto è stato tutto semplicissimo. Non voleva nemmeno cantare. Preferiva essere un autore puro. Sono stato io a convincerlo. Per fortuna mi ha ascoltato. Io ero orizzontale, lui verticale. Mi dava le musiche, io scrivevo i testi. In auto, mentre facevo la barba, mentre camminavo. Gli consegnavo il testo e lui lo ricopiava in bella. Era un tipo molto preciso. Poi tutto si è complicato».

 

Perché la infastidisce essere chiamato paroliere?

«I parolieri sono quelli che fanno la Settimana enigmistica. Io scrivo canzoni. Sono un autore. Chiamiamo le cose con il loro nome».

Che cosa pensa dei talent?

«Nessun problema, a patto che si riconosca che sono spettacoli e non scuole. Di scuole c'è bisogno, perché spesso il talento è latente. Bisogna riconoscerlo e coltivarlo. Lo studio è fondamentale.

 

mogol gianni bella mogol gianni bella

L'io psicologico è composto da Dna più ambiente. Il Dna lo riceviamo al momento del concepimento, l'ambiente è figlio di quello che assorbiamo dalle persone che frequentiamo, dai libri che leggiamo, dai dischi che ascoltiamo. Una volta si riteneva che fosse più importante il Dna, oggi si crede sia l'ambiente. La cultura popolare è in recessione. Abbiamo il dovere di farla avanzare».

 

Si rende conto che Emozioni oggi forse non avrebbe successo perché le radio non la trasmetterebbero?

mogol gianni bella dante ferretti mogol gianni bella dante ferretti

«Oggi, Lucio Battisti non riuscirebbe mai a emergere. Io, comunque, la radio non la ascolto oggi come non la ascoltavo ieri. Le canzoni si scrivono vivendo, non ascoltando».

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