“UN PASTORE SARDO DISSE CHE ERO PIU’ BELLA DELLA SUA CAPRA” – PARLA LA MAMMELLONICA ANGELA CAVAGNA, L’INFERMIERA SEXY DI “STRISCIA”: “DISSI CHE ERO VERGINE A 27 ANNI, DIVENTAI UN SIMBOLO EROTICO - LA LITE CON SABRINA SALERNO: “MI PORTÒ IN TRIBUNALE PERCHÉ L’ACCUSAI DI ESSERSI RIFATTA IL SENO” - SILVIO BERLUSCONI MI INVITAVA SEMPRE ALLE FESTE. UN GIOCATORE DEL MILAN MI TEMPESTAVA DI MESSAGGI (CHI E’?) - LA RIVALITA’ CON LA PARIETTI, "COSCIA LUNGA DELLA SINISTRA": "IO ERO IL SENO DELLA DESTRA. E LA RAI MI..."

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Estratto dell'articolo di Giovanna Cavalli per il Corriere della Sera

 

Medici e infermieri veri si offesero. Le intimarono: «Svergognata, rivestiti!».

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«Esagerati, minacciarono di denunciarmi perché gli rovinavo l’immagine, ma io non volevo prendere in giro nessuno, anzi, avevo il massimo rispetto per la categoria, ci sono rimasta male, però dai, succedeva una vita fa», racconta lieve Angela Cavagna, 57 anni, ex showgirl, che tra il 1990 e il 1992, con camice bianco striminzito su scollatura da maggiorata, baschetto con crocetta rossa e reggicalze turbò i sonni e pure i dormiveglia degli italiani sintonizzati su Striscia la Notizia e la sua sexy infermiera bruna da 100-55-90, allora parlare di misure non era peccato. «In compenso fui difesa da tutti i pazienti del mondo: “Magari l’avessi io una così in corsia!”».

 

(...)

E arrivò il provino per il tg satirico di Canale 5.

«Nel frattempo ero diventata molto famosa in Spagna, avevo inciso l’album Sex is movin’ e per due estati fui prima in classifica. E avevo lavorato su Telecinco con José Luis Moreno. Ricorda? Il ventriloquo amico di Pippo Baudo. Mi chiamò Antonio Ricci. “Cerchiamo una nuova infermiera dopo Sonia Grey, vieni”. Andai che era venerdì, lunedì ero già in onda».

 

angela cavagna angela cavagna

Vista e presa.

«Mi dissero: “Sei perfetta”. Io scioccata. Un dono piovuto dal cielo. Ma avevo 24 anni ed ero incosciente, non tornai nemmeno a casa, rimasi in studio per la prova costume. Restai per due stagioni, che fortuna. Il secondo anno facevo l’Angela consolatrice, vestita di bianco, e l’Angela vendicatrice, in nero con la frusta».

 

Pasticci ne ha combinati?

angela cavagna sabrina salerno angela cavagna sabrina salerno

«No, ero molto seria, puntuale, imparavo tutto a memoria, era una particina, eh. Cercavano miei errori per Paperissima, non ne hanno trovati. Che nostalgia, a Striscia erano tutti buoni e gentili».

 

Accusò Sabrina Salerno di essersi rifatta il seno, lei la denunciò e la vostra lite finì in tribunale.

«Ma era la verità, perché mentire? Siamo di Genova, la conosco da quando aveva 16 anni, bellissima ragazza, ma lì davanti non aveva granché».

E

ravate amiche.

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«Amiche... ci si frequentava, mi era simpatica, però non ho mai capito quelle che vanno dal chirurgo — e non c’è niente di male — ma poi dicono che è tutto naturale. O quelle che a 60 anni ne vogliono dimostrare 30. Invecchiare è una bella cosa, io ne vado orgogliosa, ovvio che non sono più quella di prima. Mi tengo i miei difetti, non metto nemmeno la crema sul corpo. Trovo giusto curare il proprio aspetto, ma senza paranoie».

Chi vinse la contesa?

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«Nessuna delle due. Io chiesi che Sabrina si presentasse in aula per una prova pratica con un esperto. Non è venuta ed è finita così, a tarallucci e vino, non ne ho più saputo niente. Lei ha fatto la sua brillantissima carriera, io la mia, le mando un abbraccio».

Tanto per non farsi mancare nulla, dichiarò ai giornali che a 27 anni era ancora illibata. Un titolo del 1993: «Basta sesso, sono vergine».

«Ci giocavo però era vero. Ero un simbolo erotico e la gente pensava facessi chissà cosa, mi chiedevano sempre di parlare di sesso. Mi imbarazzavo e non sapevo che dire, tanto meno dare consigli».

 

Gigi Marzullo, a «Mezzanotte e dintorni», le fece coprire le grazie.

«Mi ero messa una tuta gialla lunga fino ai piedi, scollata sì, ma non ero mica nuda! E poi il seno si vedeva comunque. Mi disse: “Mia cara Angela, non può andare in onda così, siamo su Raiuno, non sta bene”. Ma era notte. E vestita così ci ero già stata su Raidue di primo pomeriggio e nessuno si era scandalizzato. Rifiutai. E l’intervista saltò».

angela cavagna maurizio mosca angela cavagna maurizio mosca

Frotte di ammiratori le scrivevano lettere adoranti.

«Ci feci un libro: “Sei più bella della mia capra”».

E chi era il romanticone?

«Un pastore sardo».

 

Valletta di «Guida al campionato» con Sandro Piccinini e Maurizio Mosca. Ci provavano pure i calciatori?

«Tanti mi volevano conoscere e mi mandavano messaggi, in particolare uno del Milan, però non ricordo il nome. Non rispondevo».

E alle feste ci andava?

«Silvio Berlusconi mi invitava sempre, non ci sono mai andata. Preferivo restare a casa, ero riservata. Non l’ho mai nemmeno incontrato di persona, credo di essere l’unica al mondo che non l’ha visto nemmeno in cartolina».

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Si propose come «il seno della destra» contro Alba Parietti, definita la «coscia lunga della sinistra».

«Ai tempi dichiararsi di destra era dura, tutti gli artisti erano schierati a sinistra — tranne Giorgio Albertazzi e Lando Buzzanca — altrimenti non lavoravi. Fui invitata da Michele Santoro a Il Rosso e il Nero con Fini e D’Alema. E venni citata in un editoriale sul Corriere perché avevo detto: “I politici si cambiano il cappotto ma mai le mutande”. Intendevo dire che si mostrano diversi fuori, ma sotto sotto restano sempre gli stessi».

E poi come andò?

«Mi cacciarono dalla Rai. “Qui non si fanno dichiarazioni politiche”. E ciao ciao».

Ora c’è Giorgia Meloni premier. L’ha votata?

«Certo e sono felicissima per lei. L’ho conosciuta da giovanissima, alle feste tricolori, era già brava, una di carattere, sapeva parlare».

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