franca valeri

“SÌ, TE DANNO 100 A TE, E CHI TE CREDI, SORAYA?” – 60 ANNI FA FRANCA VALERI PUNZECCHIAVA IL BIGOTTISMO ITALIANO CON IL FILM “PARIGI O CARA”, IN CUI INTERPRETAVA UNA PROSTITUTA – BARBARA COSTA: “SULLO SCHERMO È UNA ESCORT, UNA STROZZINA, UNA CHE PRENDE A CALCI DIO, LA FAMIGLIA, MA PIÙ LA FINTA SAGGEZZA POPOLARE. NEL FILM PROCACCIAVA CLIENTI SU CLIENTI, E LI SPENNAVA, LI SCOPAVA, GIOVANI E ANZIANI, QUASI TUTTI SPOSATI, E COI SOLDI RICAVATI VI FACEVA LA BELLA VITA, SENZA MAGNACCIA O SIMILI, MA PER SÉ STESSA, SCHIAVA FELICE MA UNICAMENTE DI QUEL BOOM CHE ALLORA E MAI PIÙ L’ITALIA HA GODUTO. NESSUNO ALLORA DISSE…”

Barbara Costa per Dagospia

 

franca valeri 2011

“Sì, te danno 100 a te, e chi te credi, Soraya?”. E questa è sozza e è per intenditori, ma sbanca chi la sa, la capisce e 60 anni fa non c’era! E voi, compatrioti d’un’Italia anno 1962, comu-catto-demo-cristianissima e beghinissima, e core de mamma e papà onesto lavoratore, che facevate? Dove stavate? Al cinema? A veder che? A ridere di chi, di una femmina che sullo schermo senza se e ma e fronzoli e sottintesi vi fa la escort, plateale, e di escortaggio ci vive e ci stravive e vi fa vedere e come, e punge e dove prude di più… e allora ditemi, italiani di allora, come reagivate? Vi dalle risate scompisciavate, prestanti nei soldi minimi e necessari per la p*ttana della sera dopo, o vi segnavate nel timore di Dio?

franca valeri parigi o cara (3)

 

Com’eravate, come siamo oggi la gran parte, perfettini a sbavare consenso e riconoscimento medio, e mediocre, e virtuale… o cosa? Dio santo, ma 60 anni fa, il 5 dicembre di 60 anni fa, una signora di nome Franca Valeri ve lo mostrava, dimostrava, come andava la vita e come era l’Italia, per davvero, sul serio, senza starsela a menare.

 

franca valeri roma

Un Paese di sessuomani. Fobici, danarosi, proni al si fa ma non si dice (come oggi, e no, peggio oggi) erano (sono) i clienti di Delia, e cioè di Franca Valeri, mattatrice assoluta di "Parigi O Cara", film che festeggia i 60 anni, film che nei decenni e che di maroni scassamenti, a ridondarlo e di pregi e attributi, è camp, è kitsch, è pop-art, è cult, e tutto per non dirselo, men che mai a sé stessi, che Franca Valeri – che questo film lo ha voluto e se lo è scritto, e su misura, battuta per battuta, sguardi e sospiri – che "Parigi O Cara" l’ha ideato, e apposta caricato, per fucilarci, per giustiziarci nella nostra ipocrisia la più marcia eppur solida.

 

alberto sordi franca valeri enzo tortora 1963

Franca Valeri – e era il 1962!!! – sullo schermo è una escort, una strozzina, una che prende a calci Dio, la famiglia, ma più la finta saggezza popolare. Il popolo che fa la società più plebe, misera, smidollata. Un personaggio, l’escort Delia/Valeri, che, per farselo in qualche modo mandar giù, i critici gli hanno cucito addosso ogni sorta di accettabile cliché, ma fatemi il favore!!!

 

In sala, 60 anni fa ma da che parte vi giravate, quando sullo schermo Delia/ Valeri si procacciava clienti su clienti, e li spennava, li sc*pava, giovani e anziani, quasi tutti sposati, e coi soldi ricavati vi faceva la bella vita, senza magnaccia o simili, ma per sé stessa, schiava felice ma unicamente di quel boom che allora e mai più l’Italia ha goduto, se non avete mitizzato e marciato pure su quello…?

 

franca valeri vittorio caprioli

Ce l’avevate davanti, in Delia/Franca Valeri, l’Italia e il mondo, la realtà com’era e com’è senza starci a ricamare un bel niente, senza filosofie, il sesso com’è, come può essere, e come tutt’oggi per tanti è e sarà, senza amore, senza sentimento che non sia mercimonio, da entrambe le parti, denaro in cambio di orgasmo, e viceversa. Un cinismo di cui la signora Valeri era insuperabile maestra, lei, tra le più grandi se non la più grande, lei, per cui “non c’è uomo che valga la scena”, lei, che con Vittorio Caprioli – coprotagonista e quanto mai superbo regista di "Parigi O Cara" – c’ha convissuto e 11 anni, e alla faccia dei baciapile, e poi se l’è sposato per durarci insieme un altro anno soltanto!!!

 

vittorio caprioli franca valeri

Lei, Franca Valeri, che del chiacchiericcio e di omuncoli e di donnette se n’è fregata, amando uomini più giovani, facendo quel che le pareva e portando la sua illimitata libertà, e non di donna, di persona, a un pubblico, di nicchia sveglio, ma per di più sonnambulo!

Ce la avevate davanti, a uno schermo, la verità, la più nitida, di quel che eravate, allora, e di quel che siamo diventati, oggi: ogni battuta di Delia/Valeri è un proiettile squarciante moralità.

 

Ma com’è che non trovo allarmi, preteschi e associativi i più bigotti, di fronte a una pellicola che ti offre l’omosessualità, la non etero sessualità, come la norma??? E che ti mostra come i bamboccioni hanno appestato la società in ogni èra, in ogni età, e la colpa sta nelle madri, nella "mamma" italiana, intoccabile, madonnesca, e feticcio che Franca Valeri uccide? (per metafora, mito greco…).

franca valeri parigi o cara (2)

 

No, non vi siete (in)civilmente allarmati, 60 anni fa, all’uscita di "Parigi O Cara", perché o 'sto film non lo avete capito, o vi faceva comodo, chiudere gli occhi, far finta di nulla, scrollare le spalle all’arrivo di un cataclisma. Credo sia andata così. Fregarsene fa parte dell’essere italiano il più intimo e inscalfibile. Glielo avete fatto passare, per giunta complimentandovi, magnificandone ciò che sullo schermo vi faceva gelare il sangue: il sesso fatto per il sesso, le donne virago e senza bisogno di uomini, uomini che non servono a nulla se non a specularci su.

 

franca valeri parigi o cara (5)

E uomini che nella loro ignavia non cambia niente che siano etero e no. Donne che se son mamme il loro provincialismo lo trasportano in un estero che le rinchiude a ghetto. Il falso mito dell’italiano all’estero, che ce la fa perché non più bravo ma più furbo degli altri, è in "Parigi O Cara" sventrato e portato in corteo per ciò che nei secoli l’italiano immigrato è stato: nulla, un numero, carne da macello, confinato ai lavori i più servili e senza gloria se non quella che si racconta per illudersi e sopravvivere. Far bella figura con mammà, e coi parenti immobili in Italia in una miseria peggiore della sua.

parigi o cara (4)

 

Intendiamoci: a "Parigi O Cara" nulla tolgo del brio, e del colore, e della forza dell’opera in sé. Per noi adepti della signora Franca Valeri "Parigi O Cara" è un mantra, che sappiamo a memoria, e che ci cantileniamo in noi stessi per farcela nei momenti difficili. Come voleva Valeri stessa, che si sentiva “una dea, sì, una dea tra vendicatrice e giocosa” quando i suoi ammiratori le battute di "Parigi O Cara" gliele declamavano precise, a onore di una donna troppo troppo troppo intelligente. Troppo avanti. Franca Valeri è morta a 100 anni, ma sarà contemporanea nel 3000.  “Un foglio scritto è più sincero d’un confessionale”. Figurarsi una sceneggiatura. L’intelligenza, quando ti si spalanca dinnanzi, ha una potenza che ti impietrisce. “E non è il caso de sbajasse! Lì, se passa pe’ miserabili”.

franca valeri 1962franca valeri vittorio caprioli parigi o carafranca valeri parigi o cara locandina (1)franca valerifranca valeri (1)franca valeri vittorio caprioli (3)franca valeri parigi o carafranca valeri parigi o cara (1)renata mauro franca valeri parigi o carafranca valeri juliette greco vittorio capriolifranca valeri maurizio rinaldifranca valeri parigi o cara (6)franca valeri vittorio caprioli (1)franca valeri anni 80franca valeri (2)franca valeri anni 70franca valeri parigi o cara locandinafranca valeri parigi o cara (4)franca valeri vittorio caprioli (2)vittorio caprioli franca valeri (1)

Ultimi Dagoreport

giuseppe conte matteo ricci

FLASH – È ALTAMENTE PROBABILE CHE MATTEO RICCI, CANDIDATO DEL CAMPO LARGO ALLA REGIONE MARCHE, SIA PROSCIOLTO  DALL’ACCUSA DI CORRUZIONE NELL’INCHIESTA “AFFIDOPOLI” A PESARO, PRIMA DELLE ELEZIONI REGIONALI, PREVISTE PER IL 28-29 SETTEMBRE. È LA RASSICURAZIONE CHE VOLEVA GIUSEPPE CONTE, PER SCIOGLIERE LA RISERVA DEL SOSTEGNO DEL M5S ALL’EX SINDACO DI PESARO. E INFATTI OGGI PEPPINIELLO HA DATO IL SUO VIA LIBERA: “NON VEDIAMO ALCUNA RAGIONE PER CHIEDERE A MATTEO RICCI UN PASSO INDIETRO. SAREBBE UN BRUTTO PRECEDENTE. NON CI SONO ELEMENTI A CARICO DELLA SUA COLPEVOLEZZA

emmanuel macron john elkann donald trump

DAGOREPORT – A PARIGI SI VOCIFERA CHE MACRON SIA UN PO' INCAZZATO CON JOHN ELKANN PER LA SUA AMERICANIZZAZIONE FILO-TRUMP (VEDI LA VISITA CON LA JUVE AL SEGUITO, ALLA CASA BIANCA) - IN BALLO LA GESTIONE DI STELLANTIS, GRUPPO AUTOMOBILISTICO DI CUI LA FRANCIA POSSIEDE IL 6,2%: DOPO TAVARES, MACRON VOLEVA UN CEO FRANCESE MA TRUMP SI E' OPPOSTO, ED E' ARRIVATO L’ITALIANO FILOSA - I CONTI IN ROSSO DI STELLANTIS PREOCCUPANO YAKI, COME DEL RESTO L’EDITORIA CHE NON GENERA PROFITTI MA SOLO ROGNE COL GOVERNO MELONI. E A PRENDERSI "REPUBBLICA" E "LA STAMPA" NON CI PENSA PIU' NESSUNO (IMPOSSIBILE RIBALTARE LA LORO LINEA ANTI-GOVERNATIVA) - LA TENTAZIONE DI ELKANN DI MOLLARE TUTTO PER DEDICARSI AGLI INVESTIMENTI FINANZIARI DI EXOR È OGNI GIORNO PIU' ALTA, MA LA SOLUZIONE STENTA, PER ORA, A FARSI AVANTI...

ursula von der leyen donald trump emmanuel macron

DAGOREPORT - COME MAI IL SEMPRE LOQUACE EMMANUEL MACRON TACE DI FRONTE ALL’UMILIAZIONE EUROPEA CON TRUMP SUI DAZI? IL TOYBOY DELL’ELISEO, CHE SI È SPESO PER NON SCENDERE A COMPROMESSI CON IL TYCOON (ERA IL FAUTORE DELLA LINEA DURA, CONTRO QUELLA MORBIDA PROPUGNATA DAL DUO MELONI-MERZ), HA PREFERITO CONTATTARE DIRETTAMENTE URSULA VON DER LEYEN. E LE HA POSTO TRE DOMANDE: 1) HAI PARLATO CON TRUMP DELLA WEB TAX? 2) CHI FIRMERÀ L’ACCORDO MONSTRE PER L’ACQUISTO DI 750 MILIARDI IN ENERGIA USA? 3) CHE FINE FANNO I CONTRATTI GIÀ FIRMATI CON ALGERIA, QATAR, AZERBAIGIAN? LI STRACCIAMO?

giorgia meloni

DAGOREPORT - DOPO TRE ANNI DI FANFARE E BACI, UNA MELONI IN COSÌ TOTALE DIFFICOLTÀ NON S'ERA MAI VISTA - PER ESSERE COERENTE AL SUO ATTEGGIAMENTO DA "PONTIERA" USA-UE, FAVOREVOLE ALLA TRATTATIVA IN GINOCCHIO DI URSULA CON IL BOSS DELLA CASA BIANCA, MELONI È FINITA NEL TRITACARNE, FATTA LETTERALMENTE A PEZZI NON SOLO DALL'OPPOSIZIONE MA DA TUTTI: PER CONFINDUSTRIA, COLDIRETTI, FEDERACCIAI, CISL, ETC.: "L'ACCORDO CON TRUMP È UNA CAZZATA" - FUORI CASA, IL DILUVIO: LA ''GIORGIA DEI DUE MONDI'' È STATA RIDICOLIZZATA PURE A DESTRA DAL LEPENISTA BARDELLA ALL'ANTI-UE, ORBAN – QUANDO IL SUO ALLEATO TRATTATIVISTA MERZ HA RINCULATO, TERRORIZZATO DAI POSSIBILI CONTRACCOLPI ALLA MAGGIORANZA DEL SUO GOVERNO, LA "PONTIERA" (SENZA PONTE) E' FINITA DA SOLA, COL CERINO IN MANO, A DIFENDERE URSULA VIOLENTATA DAL CETRIOLO DI TRUMP, MA GUARDANDOSI BENE DAL RIVENDICARE L'AMICIZIA (IMMAGINARIA) COL "PADRINO" DELLA CASA BIANCA – SE IL SOGNO MELONIANO DI AGGANCIARE FDI AL PPE SI ALLONTANA, LA RINTRONATA URSULA RIMARRÀ AL SUO POSTO: ALTERNATIVA NON C'È, HANNO TUTTI PAURA CHE LA DESTRA DEI ''PATRIOTI'' CONQUISTI BRUXELLES...

ursula von der leyen donald trump friedrich merz giorgia meloni emmanuel macron

DAGOREPORT - SIAMO DAVVERO SICURI CHE L’UNICA GRANDE COLPEVOLE DELLA ''DOCCIA SCOZZESE'' EUROPEA, COI DAZI TRUMPIANI AL 15%, PIÙ PESANTI IMPOSIZIONI SU GAS E ARMI, SIA LADY URSULA? - SE TRUMP NON DEVE RENDERE CONTO A NESSUNO, URSULA SI RITROVA 27 PAESI ALLE SPALLE, OGNUNO CON I SUOI INTERESSI, SPESSO CONFLIGGENTI: MENTRE MACRON AVREBBE VOLUTO USARE IL BAZOOKA CONTRO IL ''DAZISTA'', COME LA CINA, CHE HA TENUTO TESTA, DA VERA POTENZA, A WASHINGTON, MERZ E MELONI ERANO PER IL “DIALOGO”, TERRORIZZATI DALLE “VENDETTE” POLITICHE CHE TRUMP AVREBBE POTUTO METTERE IN ATTO (UCRAINA, NATO, MEDIORIENTE) - MELONI SA BENE CHE IL PEGGIO DEVE ANCORA VENIRE: LA STANGATA SULL’ECONOMIA ITALIANA DOVUTA AI DAZI SI ANDRÀ AD ACCAVALLARE ALLA FINE DEL PNRR E AI SALARI PIÙ BASSI D’EUROPA - SE L'AUTUNNO SARA' ROVENTE, NON SOLO ECONOMICAMENTE MA ANCHE  POLITICAMENTE (CON IL TEST DELLE REGIONALI), IL 2026 SI PREANNUNCIA DA SUDORI FREDDI... 

riccardo muti concerto agrigento alessandro giuli

DAGOREPORT - “AGRIGENTO CAPITALE DELLA CULTURA 2025” DOVEVA ESSERE PER IL MINISTERO GIULI-VO UN “APPUNTAMENTO CON LA STORIA” ED È FINITO NEL SOLITO “APPUNTAMENTO CON LA CASSA” - PER “INTERPRETARE IL SENSO DI UNA MEMORIA CONTINENTALE EURO-AFRICANA CONDIVISA E FARNE IL FERMENTO DI UN RITROVATO BENESSERE INDIVIDUALE DI CRESCITA COLLETTIVA” (SEMPRE GIULI), COME È POSSIBILE CHE LA REGIONE SICULA ABBIA SBORSATO LA FOLLIA DI 650MILA EURO PER UN SINGOLO CONCERTO NELLA VALLE DEI TEMPLI DELL’ORCHESTRA GIOVANILE CHERUBINI DIRETTA DA RICCARDO MUTI? LO STESSO EVENTO, ORGANIZZATO L’ANNO SCORSO DAL COMUNE DI LAMPEDUSA, ERA COSTATO APPENA 100MILA EURO - DEL RESTO, CON BUDGET DI 150 MILIONI, I 461MILA EURO PER LA “PROMOZIONE E PUBBLICITÀ DEL PARCO ARCHEOLOGICO” CI STANNO. COME IL “MOVITI FEST”: PER 473.360 MILA EURO, UN “PROGETTO CHE MIRA A COINVOLGERE E ANIMARE I LUOGHI DEL CENTRO STORICO AD AGRIGENTO” - ALLE CRITICHE, IL SINDACO DELLA CITTÀ DELLA CUCCAGNA, FRANCESCO MICCICHÈ, SI OFFENDE: “BASTA DILEGGIO STERILE. SE VINCE AGRIGENTO, VINCE LA SICILIA”! (QUI CE NE VOGLIONO 100 DI MONTALBANO…”)