repubblica affari e finanza john elkann maurizio molinari

MOLINARI, UN DIRETTORE DIMEZZATO! LA REDAZIONE DI "REPUBBLICA" APPROVA UNA MOZIONE DI SFIDUCIA AL DIRETTORE MAURIZIO MOLINARI: I SÌ SONO STATI IL 64% – IL CASO È SCOPPIATO PER LA DECISIONE DI MOLINARI DI SOSTITUIRE L’ARTICOLO DI APERTURA DEL SUPPLEMENTO “AFFARI & FINANZA”, DEDICATO AI RAPPORTI D’AFFARI TRA ITALIA E FRANCIA, COMPRESI QUELLI DI STELLANTIS, L’AZIENDA DI JOHN ELKANN, EDITORE DEL QUOTIDIANO – JOHN ELKANN NON CI PENSA PROPRIO A RIMUOVERE MOLINARI NE’ A VENDERE “REPUBBLICA”, VISTO LO SCONTRO IN CORSO CON PALAZZO CHIGI... 

DAGONEWS

maurizio molinari john elkann

Maurizio Molinari è stato più realista del re nel censurare l’articolo di Giovanni Pons su Affari & Finanza, sostituendolo con un altro pezzo più “morbido” nell’affrontare il tema dei rapporti economici tra Italia e Francia, che coinvolgono anche l'editore del quotidiano di largo Fochetti, attraverso Stellantis.

 

Il direttore di Repubblica è intervenuto, mandando al macero 100mila copie dell'inserto, senza alcun mandato di John Elkann. L’editore, pur essendo preoccupato per il clima travagliato nella redazione di Repubblica, non ha alcuna intenzione di rimuovere Molinari, dopo l'approvazione della mozione di sfiducia proposta dal cdr del giornale.

 

JOHN ELKANN

Anzi, Elkann è molto infastidito dal clima di rivolta nel principale quotidiano del gruppo Gedi, visto soprattutto la battaglia che il rampollo di casa Agnelli sta portando avanti contro Palazzo Chigi e Giorgia Meloni.

 

E, di certo, finché le schermaglie con il governo Ducioni andranno avanti, non ci pensa affatto a privarsi di Repubblica. Così come ha bloccato la  cessione di Radio Capital agli Angelucci. Perché sono “armi” preziose nello scontro con la Ducetta.     

 

 

1 - REPUBBLICA, PEZZO BUTTATO E CAMBIATO: LA REDAZIONE SFIDUCIA IL DIRETTORE MOLINARI

Estratto dell’articolo di www.professionereporter.eu

 

maurizio molinari 6

La redazione di Repubblica ha votato una mozione di sfiducia al Direttore Maurizio Molinari presentata dal Comitato di redazione. I sì sono stati 164, il 64 per cento dei votanti. I no 55 (21 per cento). Gli astenuti 35. Gli aventi diritto al voto erano 328. Le giornaliste e i giornalisti di Repubblica ritirano dal giornale e dal sito le proprie firme per 24 ore il 9 aprile.

 

[…]  Molinari potrà ora naturalmente restare al suo posto, ma con una grave ferita.   L’accelerazione è dovuta al seguente episodio: il numero dell’8 aprile dell’inserto economico del lunedì Affari&Finanza già pronto è stato ritirato dalla Direzione e inviato al macero (100mila copie) a causa del pezzo di apertura sugli intrecci economici tra Italia e Francia.

 

Il pezzo di Giovanni Pons è stato cancellato e sostituito da un pezzo sullo stesso argomento, ma con toni diversi, del vicedirettore Walter Galbiati, coordinatore di tutto il settore Economia di Repubblica. Nelle relazioni economiche fra Italia e Francia diversi capitoli riguardano Stellantis, già Fiat ed Exor, che detiene il Gruppo Gedi, proprietario de la Repubblica. John Elkann è amministratore delegato di Exor e presidente di Gedi.

 

CAMBIAMENTI SIGNIFICATIVI

Il titolo delle due versioni su Affari&Finanza è identico: “Affari ad alta tensione sul fronte Roma-Parigi”. Ma il sommario annullato diceva: “I casi Stm, Tim e la fuga di Arcelor dall’Ilva riaccendono le polemiche sul rapporto sbilanciato tra Italia e Francia”.

 

 Il nuovo sommario, andato in edicola, recita: “I casi Stm, Tim e la fuga di Arcelor dall’Ilva riaccendono le polemiche. Funzionano quando è il business a guidare”. I cambiamenti nel testo sono pochi, ma significativi: criticano gli interventi del governo nella guida delle aziende, parlano di “dirigismo pretestuoso” e rivendicano, appunto, il primato dell’interesse del business e delle aziende.

 

La mozione votata dice che “l’assemblea delle giornaliste e dei giornalisti di Repubblica, denuncia la gravità dei fatti che hanno portato alla censura del servizio di apertura di Affari&Finanza nel numero dell’8 aprile. Il direttore ha la potestà di decidere che cosa venga pubblicato o meno sul giornale, ma non di intervenire a conclusione di un lavoro di ricerca, di verifica dei fatti e di confronto con le fonti da parte di un collega, soprattutto se concordato con la redazione.

 

maurizio molinari john elkann

In questo modo viene lesa l’autonomia di ogni singolo giornalista di Repubblica e costituisce un precedente che mette in discussione, per il futuro, il valore del nostro lavoro. Considera altrettanto grave che l’intervento abbia portato a bloccare la stampa del giornale, in particolare perché la direzione aveva già dato il via libera alla pubblicazione.

 

È indice di una mancata organizzazione che espone ad arbitrarietà incontrollata il lavoro di tutti; condanna lo spreco di tempo e di risorse per la ristampa di una parte di Affari&Finanza, in un momento in cui la redazione con l’ennesimo piano di  prepensionamenti viene chiamata a nuovi sacrifici; segnala come l’accaduto esponga Repubblica in modo negativo di fronte ai suoi interlocutori esterni, non ultimo il fatto che per alcune ore sono circolare in rete le due aperture di Affari&Finanza, prima e dopo l’intervento della direzione; quanto avvenuto è l’ultimo episodio di una serie di errori clamorosi originati dalle scelte della direzione che hanno messo in cattiva luce il lavoro collettivo di Repubblica”.

 

DOCUMENTO CRITICO

copertina di affari e finanza - la repubblica 8 aprile 2024

Per tutti i motivi elencati l’assemblea delle giornaliste e dei giornalisti di Repubblica toglie la fiducia al direttore Maurizio Molinari. A questo atto si arriva attraverso una lunga serie di episodi. Il 28 marzo 2024 i Cdr “superstiti” del Gruppo Gedi hanno prodotto un lungo documento critico sulla gestione editoriale, a partire dall’acquisto avvenuto nel dicembre 2019 e sulle ripetute cessioni di testate come L’Espresso e giornali locali. La sintesi: “Spettacolo deprimente”.

 

A febbraio 2023 l’assemblea di Repubblica ha giudicato “irricevibile” la riorganizzazione del giornale proposta dal Direttore Molinari, basata sulla centralità del digitale. La redazione ha scritto che a Repubblica è in atto una “fuga di lettori superiore alla media di mercato, che lascia campo libero campo libero al diretto concorrente, Corriere della Sera”. La redazione ha chiesto inoltre “più attenzione ai deboli e meno agli interessi dell’editore”.

 

JOHN ELKANN

A novembre il Cdr ha presentato una serie di principi per contrastare le continue invasioni della pubblicità negli spazi redazionali e Molinari ha fornito una serie di rassicurazioni. A dicembre, in una lettera ai 350 colleghi, il Cdr ha definito Repubblica “una nave che affonda”. A febbraio 2024 è stata tolta dalla pagina un’intervista al cantante Ghali perchè si era rifiutato di rispondere a una domanda sulla strage di Hamas del 7 ottobre al confine di Gaza. A marzo è stato firmato, fra Proprietà e Cdr, un accordo importante, che prevede 46 nuovi esodi con incentivi e assunzioni.

 

2 - AFFARI ITALIA-FRANCIA, REP BLOCCA ARTICOLO SGRADITO ALL’EDITORE

Estratto dell’articolo di Gianni Barbacetto per “il Fatto Quotidiano”

 

maurizio molinari 4

La censura si è consumata nella notte. Centomila copie di Affari&Finanza mandate al macero e sostituite con una ristampa dell’inserto economico di Repubblica da cui è sparito l’articolo di Giovanni Pons che non era piaciuto al direttore Maurizio Molinari. Era la storia di copertina, dedicata ai rapporti d’affari tra Italia e Francia: tra questi, anche quelli di Stellantis, l’azienda automobilistica in cui è confluita la Exor (e dunque Fiat) di John Elkann, editore di Repubblica.

 

Pons scriveva che “l’Italia e le aziende italiane sono state trattate negli ultimi vent’anni come terre da conquistare con le bandierine francesi”. Ricordava che Gianni Agnelli “spianò la strada alla conquista di Edison da parte del colosso francese statale Edf”. E poi chiudeva l’articolo così: “In conclusione si può dire che i francesi sono più bravi a muoversi uniti e a individuare le debolezze altrui, gli italiani sono specialisti nel farsi la guerra tra loro”.

 

maurizio molinari 3

Nell’in serto arrivato ieri in edicola questi brani erano spariti e l’articolo erafirmato dal vicedirettore Walter Galbiati. Il titolo, “Affari ad alta tensione sull’asse Roma-Parigi”, è diventato “Affari ad alta tensione sul fronte Roma-Parigi”. E “le polemiche sul rapporto sbilanciato tra Italia e Francia” sono state trasformate in affari che “funzionano quando è il business a guidare”. [...]

maurizio molinari 2

Ultimi Dagoreport

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA LITIGIOSA DINASTIA DEL VECCHIO? RISPETTO ALLO SPARTITO CHE LO VEDE DA ANNI AL GUINZAGLIO DI UN CALTAGIRONE SEMPRE PIÙ POSSEDUTO DAL SOGNO ALLUCINATORIO DI CONQUISTARE GENERALI, IL CEO DI DELFIN HA CAMBIATO PAROLE E MUSICA - INTERPELLATO SULL’OPS LANCIATA DA MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI, MILLERI HA SORPRESO TUTTI RILASCIANDO ESPLICITI SEGNALI DI APERTURA AL “NEMICO” ALBERTO NAGEL: “ALCUNE COSE LE HA FATTE… LUI STA CERCANDO DI CAMBIARE IL RUOLO DI MEDIOBANCA, C’È DA APPREZZARLO… SE QUESTA È UN’OPERAZIONE CHE PORTA VALORE, ALLORA CI VEDRÀ SICURAMENTE A FAVORE” – UN SEGNALE DI DISPONIBILITÀ, QUELLO DI MILLERI, CHE SI AGGIUNGE AGLI APPLAUSI DELL’ALTRO ALLEATO DI CALTARICCONE, IL CEO DI MPS, FRANCESCO LOVAGLIO - AL PARI DELLA DIVERSITÀ DI INTERESSI BANCARI CHE DIVIDE LEGA E FRATELLI D’ITALIA (SI VEDA L’OPS DI UNICREDIT SU BPM), UNA DIFFORMITÀ DI OBIETTIVI ECONOMICI POTREBBE BENISSIMO STARCI ANCHE TRA GLI EREDI DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO RISPETTO AL PIANO DEI “CALTAGIRONESI’’ DEI PALAZZI ROMANI…

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO