feltri napoli rihanna

I NAPOLETANI HANNO UNA MINIERA E NON LA SFRUTTANO – FELTRI E “LO SCHEMA RIHANNA” PER RILANCIARE NAPOLI – LA CITTA’ RINASCE E CRESCE, SE SMETTE DI CONSIDERARE I LUOGHI COMUNI (PIZZA, MANDOLINO E PULCINELLA)  COME PESI INSOPPORTABILI O OFFESE E LI TRASFORMA IN OCCASIONI PER FARE SOLDI. INSOMMA DEVE FARE COME RIHANNA, LA QUALE, DOTATISSIMA DI LATO B, LO GESTISCE COME UN…" - L’UNICO A TENTARE DI MODERNIZZARE NAPOLI FU ACHILLE LAURO - IL LIBRO DI MARCO DEMARCO

Vittorio Feltri per Libero Quotidiano

 

napoli

Ho inseguito a lungo questo libro, dopo averne letto la seduttiva presentazione di Aldo Cazzullo sul Corriere della Sera. Era tanto tempo fa. Più di un mese, che per una novità editoriale è un' eternità. Cercato in libreria, niente da fare. Titolo strambo, credo anglo-arabo: Naploitation.

 

L' autore una garanzia di serietà e limpidezza di prosa e di testa: Marco Demarco. La dimensione incoraggiante: 138 pagine, prezzo basso, 12 euro. Dopo aver lavorato all' Unità, e aver fondato con Paolo Mieli il Corriere di Napoli nel 1997 con Paolo Mieli, è stato richiesto dalla casa madre e ne è diventato la spina dorsale invisibile. Poca scrittura, lavoro faticoso e inventivo da "culo di pietra". Ora è rientrato a Napoli, mi dicono per una nuova avventura giornalistica.

napoli

 

In occasione del ritorno, ecco un volume che Cazzullo descriveva assai urticante se le medesime tesi fossero state esposte da un nordista.

 

È uno di quei napoletani che a Milano hanno illustrato magnificamente la dote connessa alla milanesità, la laboriosità non lamentosa, mai annoiata. Nel giornalismo questa città ha goduto di casi favolosi, Giuseppe Marotta, e quindi Gino Palumbo e Gaetano Afeltra, per me autentici maestri. Hanno obbedito a quella Madonnina d' oro che si ergeva sopra la nebbia (quando c' era), che non è discesa dal cielo come le altre, ma si è arrampicata in cima alle guglie, e se ne sta lì con le braccia aperte e le maniche sempre rimboccate.

 

pizza 5

Così diversa dalle Madonnine partenopee per lo più col cuore spezzato e le sette spade infilate nel petto. Le ricordavo quelle figure, in giro per strade e vicoli, spericolatamente appeso alla Vespa di Paolo Isotta, e le ritroverò poi nel volume. Esse sono tantissime, mai tese a spingere all' azione, ma a conservare. «Mollette di ferro» che tengono insieme una città e classi sociali che altrimenti si disfarebbero.

 

Demarco cita non so quale urbanista: «Il blocco delle abitazioni è tenuto insieme, agli angoli, da immagini murali della Madonna, quasi fossero mollette di ferro». La Vergine Maria è simbolo della napoletanità, una parola che fu criticata aspramente da Raffaele La Capria, per la sua vuotezza, perché alla fine è un alibi per contemplare le rovine, in un rimpianto fatuo.

demarco cover

 

Invece a Milano, ma anche a Bergamo, di cui sono figlio orgoglioso di esserlo, la coesione sociale non ha bisogno di teorizzazioni.

 

LA MILANESITÀ Esistono la milanesità e la bergamaschità, però si preferisce dispiegarle in opere, opifici e oggi grattacieli e metropolitane, musei antichi e resi lindi, autobus e tram puntuali, piuttosto che in dialoghi di profondità esasperanti. Non è questione di ridurre la vita a lavoro e soldi, fabbrichetta e investimenti, ma di impregnare le cose quotidiane, anche affari, produzione e commercio, ma pure cultura, di senso pratico, di desiderio di prosperità persino un po' ironica. Per questo mi serviva leggere, e mi è servito davvero, leggere anzi divorare questo libro: dovevo regolare i miei conti con Napoli e i napoletani.

 

ACHILLE LAURO

È un paradosso della mia vita. Passo per un anti-napolitano, perché oso scrivere e far scrivere contro l' abusivismo, le complicità della camorra, l' inettitudine delle classi dirigenti, e la passività del popolo che se li conserva come se fosse la teca di San Gennaro. Non vedo contraddizione con il fatto che i pochi amici che ho sono - quasi tutti - meridionali e napoletani in particolare. Oriana Falalci ne ricaverebbe la battuta che io faccio scappare gli amici come la peste, per cui il fatto che Paolo Isotta, per dirne uno e il più geniale di tutti, abiti lontano, lo preserva dalla fuga e dai litigi. In realtà, come in tutti i veri amori, dopo il fuoco, si sta meglio lontani, probabilmente.

Sono arrivato in ritardo a scrivere di questo libro, qualità direi meridionale, poco lombarda senz' altro. In libreria? Da qualche parte dice il commesso: «Esaurito!», altrove: «Mai visto». Chiedo che verifichino al computer. Nessuna copia neppure dal distributore. Da Libero, Lucia Esposito, capo della cultura, napoletana dell' Arenella, scrive alla casa editrice. Nessuna risposta.

Riscrive: niente.

 

VIA TOLEDO A NAPOLI

Telefona: zero.

Invece di sfruttare il successo meritatisssimo, ristampandolo al volo, buttandolo fuori in massa, poiché di napoletani fuorusciti, e di amanti e odiatori di Napoli è pieno il mondo, che fanno?

Pensano. In questa città dove passeggiò Seneca, compilano riflessioni, esplorano tracce di ragionamento e di poesia. Cioè, il volume che voglio riesco ad averlo tra le mani, per via fortunosa, forse di contrabbando, dopo un mese: ma certo, è la napoletanità.

Un editorepartenopeo meraviglioso, pieno di meriti culturali, collane fascinose, titoli coraggiosi, autori geniali, poi si incarta, inciampa nelle canalizzazioni librarie che trascurano Napoli, o forse è Napoli e i napoletani che si isolano e se ne compiacciono?

 

luigi de magistris

VIA D' USCITA Il libro di Demarco è proprio una protesta calma, e la proposta di una via d' uscita alla strana situazione di questa città e della sua gente. La napoletanità o napolitudine (come la chiama Luciano De Crescenzio) corre continuamente il rischio di scivolare nello stereotipo. E qui Demarco cita un grandissimo scrittore per il quale ho autentica venerazione, Raffaele La Capria. Secondo cui occorre operare due distinzioni: «La prima, tra la napoletanità e la napoletaneria, che ne è la degenerazione. La seconda, tra napoletanità e napolinanità, cioè la vacuità da cui uscire, come la mosca dalla bottiglia». Ecco il punto.

 

Secondo Demarco non si tratta di abbandonarsi alla nostalgia, alzando mura per mummificare le tradizioni. E neppure di rinnegare ideologicamente la napoletanità, come la generazione degli intellettuali progressisti degli anni '60-'70 proposero in odio ad Achille Lauro, bensì di sfruttare tutto, persino gli stereotipi, per conservare il meglio della propria identità.

DE MAGISTRIS IN BARCA

Né Roberto Saviano che racconta solo la camorra, né solo De Magistris che la nega.

E qui Demarco sorprenderà tutti. Infatti chi tira fuori come modello, certo incompleto, certo correggibile, ma purtroppo stroncato dalla cattiveria e dalle fake news dell' "arco costituzionale": sì proprio lui, Achille Lauro.

 

O' SINDACO LAURO Spiega che alla fine forse l' unico tentativo serio fatto per modernizzare Napoli, fu il suo. Leggende false quelle delle scarpe spaiate per farsi votare, e pure quelle delle banconote tagliate a metà.

«Nel vitalismo postbellico tutto ancora si tiene. Napoli resiste anche agli scontri successivi al referendum istituzionale del 1946. Con Lauro, nel bene e nel male, la città appare ancora compatta, quasi a una dimensione: stesse feste popolari, stesse canzoni, stessa euforia. A stravolgere lo scenario è la durezza della lotta politica. 'O sindaco-comandante è incontenibile: mance, favori, promesse, ma anche piazze rifatte, quartieri risanati, la vita che riprende.

feltri

 

Contro di lui, di tutto». Invece vedeva il futuro. I guai cominciano dopo di lui, non con Lauro...

 

E qui viene buono il titolo.

«La parola chiave è Naploitation. È una parola-macedonia, inventata mettendone insieme due: Naples e exploitation, sfruttamento, in modo da avere a disposizione una variante di blaxpoitation.

 

Cioè del neologismo che gli americani usano per indicare lo sfruttamento mediatico (exploitation) dell' essere neri (black) da parte degli stessi neri». Insomma, Napoli rinasce e cresce, cuore pulsante, ma anche civiltà moderna se trasforma proprio quelle che paiono essere pesi insopportabili e stantii, pizza e mandolino, Pulcinella e Masaniello, e li trasforma da luoghi comuni in luoghi selvatici, nuovi, misteriosi, e redditizi. Insomma propone di usare lo schema della pop-star Rihanna.

rihanna

 

La quale, dotatisssima di lato B, invece di farselo sfruttare da chi in fondo la disprezza, lo gestisce come un giacimento d' oro. E posa i suoi piedi sul mondo che credeva di chiuderla nello stereotipo delle sue chiappe.

 

Ho costruito il finale con questo concetto tondo, perché porta bene. In onore della napoletanità.

rihannarihannarihanna 7

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni gennaro sangiuliano

DAGOREPORT - LE RESURREZIONI DI “LAZZARO” SANGIULIANO NON SI CONTANO PIÙ: “BOCCIATO” DA MINISTRO, RIACCIUFFATO IN RAI E SPEDITO A PARIGI, ORA SBUCA COME CAPOLISTA ALLE REGIONALI CAMPANE - ESSÌ: DIVERSAMENTE DAGLI IRRICONOSCENTI SINISTRATI, A DESTRA LA FEDELTÀ NON HA SCADENZA E GLI AMICI NON SI DIMENTICANO MAI - DURANTE I TRE ANNI A PALAZZO CHIGI, IL “GOVERNO DEL MERITO COME ASCENSORE SOCIALE” (COPY MELONI) HA PIAZZATO UNA MAREA DI EX DEPUTATI, DIRIGENTI LOCALI, TROMBATI E RICICLATI NEI CDA DELLE AZIENDE CONTROLLATE DALLO STATO - COME POTEVA LA STATISTA DELLA GARBATELLA DIMENTICARE SANGIULIANO, IMMARCESCIBILE DIRETTORE DEL TG2 AL SERVIZIO DELLA FIAMMA? IL FUTURO “GENNY DELON” ‘’ERA SALITO TALMENTE TANTO NELLE GRAZIE DELLA FUTURA PREMIER DA ESSERE CHIAMATO A SCRIVERE PARTE DEL PROGRAMMA DEI MELONIANI, INVITATO A CONVENTION DI PARTITO E, ALLA FINE, RICOMPENSATO ADDIRITTURA CON UN POSTO DI GOVERNO’’ - E’ COSÌ A DESTRA: NESSUNA PIETÀ PER CHI TRADISCE, MASSIMO PRONTO SOCCORSO PER CHI FINISCE NEL CONO D’OMBRA DEL POTERE PERDUTO, DOVE I TELEFONINI TACCIONO E GLI INVITI SCOMPAIONO… - VIDEO

giorgia meloni sigfrido ranucci elly schlein bomba

DAGOREPORT – DOBBIAMO RICONOSCERLO: GIORGIA MELONI HA GESTITO IN MANIERA ABILISSIMA IL CASO DELL'ATTENTATO A RANUCCI, METTENDO ANCORA UNA VOLTA IN RISALTO L'INETTITUDINE POLITICA DI ELLY SCHLEIN - GETTARE INDIRETTAMENTE LA RESPONSABILITA' DELL'ATTO TERRORISTICO ALLA DESTRA DI GOVERNO, COME HA FATTO LA SEGRETARIA DEL PD, È STATA UNA CAZZATA DA KAMIKAZE, ESSENDO ORMAI LAMPANTE CHE LE BOMBE SONO RICONDUCIBILI AL SOTTOMONDO ROMANO DEL NARCOTRAFFICO ALBANESE, OGGETTO DI UN'INCHIESTA DI "REPORT" - E QUELLA VOLPONA DELLA PREMIER HA RIBALTATO AL VOLO LA FRITTATA A SUO VANTAGGIO: HA CHIAMATO RANUCCI PER MANIFESTARGLI SOLIDARIETÀ E, ANCORA PIÙ IMPORTANTE, HA INVIATO TRE AUTOREVOLI ESPONENTI DI FRATELLI D’ITALIA (TRA CUI, BIGNAMI E DONZELLI) ALLA MANIFESTAZIONE INDETTA DAL M5S PER RANUCCI E LA LIBERTÀ DI STAMPA - DOPO L’ATTENTATO, NESSUNO PARLA PIÙ DI UN POSSIBILE PASSAGGIO DI "REPORT" A LA7: SIGFRIDO, ORA, È INTOCCABILE… - VIDEO

giorgia meloni antonio tajani maurizio casasco marina pier silvio berlusconi salvini

DAGOREPORT - TAJANI, UNA NE PENSA, CENTO NE SBAGLIA. IL SEGRETARIO DI FORZA ITALIA CI HA MESSO 24 ORE AD ACCORGERSI CHE GIORGIA MELONI HA STRACCIATO UNO DEI SUOI CAVALLI DI BATTAGLIA IN EUROPA: IL SUPERAMENTO DEL DIRITTO DI VETO. IL MINISTRO DEGLI ESTERI È RIUSCITO A PARTORIRE SOLO UNA DICHIARAZIONE AL SEMOLINO (“HA DETTO LA SUA OPINIONE, IO PENSO INVECE CHE SI DEBBA FARE QUALCHE PASSO IN AVANTI”), MENTRE È STATO ZITTO DI FRONTE ALLE INVETTIVE ANTI-RIARMO E CONTRO L’UE DEI PARLAMENTARI LEGHISTI. IL POVERINO È ANCORA STORDITO DALLA PROMESSA, SCRITTA SULLA SABBIA, CON CUI L'HA INTORTATO LA DUCETTA: SE FAI IL BRAVO, NEL 2029 TI ISSIAMO AL QUIRINALE AL POSTO DI MATTARELLA (E CI CREDE DAVVERO) – IN TUTTO QUESTO BAILAMME, TAJANI PROVA A METTERE LE MANI SULLA CONSOB CON UNA MOSSA DA ELEFANTE IN CRISTALLERIA: NOMINARE IL DEPUTATO AZZURRO MAURIZIO CASASCO. MA SI È DIMENTICATO DI COORDINARSI CON LA FAMIGLIA BERLUSCONI, CHE NON L’HA PRESA BENE…

donald trump vladimir putin benjamin netanyahu volodymyr zelensky

DAGOREPORT – TRUMP HA FINALMENTE CAPITO CHE NON POTEVA PERMETTERSI, COME È SUCCESSO A FERRAGOSTO IN ALASKA, DI FARSI PRENDERE DI NUOVO PER CULO IN MONDOVISIONE DA PUTIN - L’INCONTRO DI BUDAPEST NON POTEVA ASSOLUTAMENTE FINIRE CON UN NUOVO FALLIMENTO, MA DI FRONTE AL NIET DI MOSCA A OGNI COMPROMESSO, HA DOVUTO RINUNCIARE – ORA CI SONO DUE STRATEGIE: O RIEMPIE KIEV DI TOMAHAWK, MISSILI IN GRADO DI COLPIRE IN PROFONDITÀ LA RUSSIA, OPPURE SCEGLIE LA STRADA MORBIDA CHE VERRÀ LANCIATA DOMANI DAL CONSIGLIO EUROPEO (L’INVIO A KIEV DI 25 BATTERIE DI MISSILI PATRIOT) – L’INNER CIRCLE “MAGA” LO PRESSA: “L’UCRAINA? LASCIA CHE SE NE OCCUPI L’UE” –  IN USA MONTA L’ONDATA DI SDEGNO PER LA SALA DA BALLO ALLA CASA BIANCA - LA STRIGLIATA A NETANYAHU DEL TRIO VANCE-WITKOFF-KUSHNER… - VIDEO

niaf francesco rocca daniela santanche arianna meloni claudia conte zampolli peronaci

DAGOREPORT: METTI UNA SERA A CENA…I FRATELLI D’AMERICA! -SEMBRAVA DI ESSERE IN UN FILM DEI VANZINA AL GRAN GALA DEL NIAF, 2180 INVITATI, 218 TAVOLI DA 150MILA DOLLARI OGNUNO, OCCUPATI DAI BOSS DELLE PARTECIPATE DI "PA-FAZZO CHIGI" (DONNARUMMA, CATTANEO, FOLGIERO, ETC.), JOHN ELKANN CHE HA TRASFORMATO IL GIARDINO DELL'AMBASCIATA IN UN AUTOSALONE (TRA MASERATI E FERRARI, TRONEGGIAVA UN TRATTORE!), FINANZIERI VARI E DE LAURENTIIS, IL GOVERNATORE ROCCA E SANTANCHÉ - CAUSA SHUTDOWN DEL GOVERNO USA, NON C'ERA ALCUN TIRAPIEDI DI TRUMP: DELUSI COLORO CHE SOGNAVANO, ATTRAVERSANDO L'ATLANTICO, DI BANCHETTARE CON SUA MAESTÀ "THE DONALD" E LA SUA "RAGAZZA PONPON" GIORGIA MELONI - QUELLI DEL NIAF HANNO "COPERTO" IL BUCO DELLE AUGUSTE PRESENZE INVITANDO ARIANNA MELONI, UNICO SEGRETARIO POLITICO PRESENTE, CHE HA COSÌ RICEVUTO IL SUO BATTESIMO NELL'AGONE INTERNAZIONALE - NON POTEVA MANCARE L’ONNIPRESENTE CLAUDIA CONTE CHE SI È FATTA RITRARRE INSIEME ALL’AMBASCIATORE PERONACI, GIA’ CONSIGLIERE DIPLOMATICO DI PIANTEDOSI, E A QUEL MARPIONE DI PAOLO ZAMPOLLI, INVIATO SPECIALE DI TRUMP - LA PASTA SCOTTA E L’ESIBIZIONE DEL PREZZEMOLONE BOCELLI - VIDEO

matteo salvini alberto stefani luca zaia

DAGOREPORT - LUCA ZAIA MINACCIAVA DI DIVENTARE UN SERIO “PROBLEMA” PER MATTEO SALVINI E FORSE LO SARÀ: NON POTENDO IL “DOGE”, PER ORDINE DI SALVINI IN COMBUTTA CON MELONI, GUIDARE UNA LISTA A SUO NOME, UNA VOLTA SBATTUTO A CAPOLISTA IL SUO ENTUSIASMO POTREBBE SCEMARE E LA LEGA IN VENETO CORRE IL RISCHIO DI UN SORPASSO DI FRATELLI D'ITALIA - EVENTUALITA' CHE METTEREBBE DI NUOVO IN DISCUSSIONE LA LEADERSHIP DEL "CAPITONE" - I RAS LOCALI HANNO CRITICATO PER ANNI SALVINI, SENZA MAI AVERE IL CORAGGIO DI SFIDUCIARLO. QUESTA VOLTA, TRA UN VANNACCI CHE SI PRENDE I PIENI POTERI NEL PARTITO E I MALUMORI PER LA "CESSIONE" DELLA LOMBARDIA A FDI, UN FLOP IN VENETO POTREBBE ESSERE LA GOCCIA CHE FA TRABOCCARE IL VASO - SE SALVINI NON RIDE IN VENETO, ELLY SCHLEIN POTREBBE PIANGERE IN CAMPANIA: IL GRILLONZO ROBERTO FICO NON ENTUSIASMA E FA INCAZZARE DE LUCA CON LE SUE LEZIONCINE ETICHE SUI CANDIDATI. TANT'E' CHE TRA I FEDELISSIMI DI DON VICIENZO È PARTITO IL FUGGI FUGGI VERSO LE SIRENE DELLA DESTRA DI POTERE...