OLIVIA HUSSEY E LEONARD WHITING, LE STAR DEL FILM "ROMEO E GIULIETTA" DIRETTO DA FRANCO ZEFFIRELLI NEL 1968, HANNO FATTO CAUSA ALLA PARAMOUNT PER LO SFRUTTAMENTO DI IMMAGINI SESSUALI DI MINORENNI - I DUE ATTORI ACCUSANO DI ESSERE STATI "INGANNATI" DAL REGISTA SCOMPARSO NEL 2019: PRIMA AVREBBE ASSICURATO A ENTRAMBI, ALLORA MINORENNI, CHE NEL FILM NON CI SAREBBERO STATE SCENE DI NUDO, MA POI LI AVREBBE "IMPLORATI" DI SPOGLIARSI DAVANTI ALLE TELECAMERE "PERCHÉ ALTRIMENTI IL FILM SAREBBE FALLITO" - LA RICHIESTA DI RISARCIMENTO SUPEREREBBE I 500 MILIONI DI DOLLARI…

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Giovanni Berruti per www.lastampa.it

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Romeo e Giulietta di Franco Zeffirelli, un cult. L’adattamento cinematografico del classico di Shakespeare ottenne nel 1968 ben quattro nomination agli Oscar, oltre a un successo di critica e pubblico. Ma oggi ha suscitato diverse polemiche che hanno portato anche a una causa legale contro la Paramount, intentata dagli stessi protagonisti, Olivia Hussey e Leonard Whiting. Il motivo? Lo sfruttamento di immagini di nudi adolescenziali.

 

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La “scena incriminata”, che all’epoca fu accolta tra censura e scandalo, riguarda i due attori, allora minorenni (lui aveva diciassette anni, lei sedici), senza vestiti e impegnati in uno scambio di effusioni in una camera da letto. Nel dettaglio, la causa sostiene che Zeffirelli, scomparso nel 2019, avesse assicurato a entrambi che nel film non ci sarebbero state scene di nudo e che in occasione delle riprese di quella sequenza avrebbero indossato indumenti intimi color carne.

 

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Ma il regista li avrebbe alla fine implorati di esibirsi nudi e truccati, «perché altrimenti il film sarebbe fallito». Secondo gli attori, Zeffirelli mostrò loro dove sarebbe stata posizionata la cinepresa, assicurando loro che non avrebbe inquadrato alcuna nudità. Come noto, nel montaggio finale sono presenti il seno di lei e il sedere di lui, e di conseguenza è stata sottolineata la «disonestà del regista che ha fatto sì che Whiting e Hussey venissero filmati nudi a loro insaputa».

 

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«Quello che è stato detto loro e quello che è successo sono due cose diverse. Si sono fidati di Franco - ha dichiarato il manager degli attori, Tony Marinozzi - A sedici anni, come attori, avevano deciso che non avrebbe violato la loro fiducia. Franco era loro amico, e onestamente, a sedici anni, cosa si fa? Non ci sono opzioni. Non c'era nessun #MeToo». Le conseguenze sarebbero state devastanti per Hussey e Whiting, costretti ad affrontare angosce e disagi emotivi nei cinquant’anni successivi all'uscita del film.

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Nonostante le loro esibizioni di successo, Hussey e Whiting avrebbero perso addirittura delle opportunità lavorative. Si ritiene che la richiesta dei danni superi i 500 milioni di dollari. «Le immagini di nudo di minori sono illegali e non dovrebbero essere esibite - ha dichiarato l'avvocato degli attori, Solomon Gresen, in un'intervista – Negli anni Sessanta erano bambini, molto piccoli e ingenui, senza alcuna comprensione di ciò a cui sarebbero andati incontro. All'improvviso sono diventati famosi a un livello che mai si sarebbero aspettati, e allo stesso tempo sono stati violati in un modo che non sapevano come affrontare».

 

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Nessun commento da parte della Paramount, ma fino ad oggi gli attori non si erano però mostrati così risentiti nei confronti della scelta artistica di Zeffirelli. Ad esempio, la Hussey, che all’epoca dell’uscita dovette usufruire addirittura di un permesso speciale per partecipare all’anteprima proprio perché minorenne («com’era possibile che mi venisse proibito di guardare sullo schermo qualcosa che vedo allo specchio ogni giorno?», fu il suo commento all’accaduto) difese la scena di nudo, prima in occasione di un’intervista rilasciata a Variety nel 2018 («Nessuno della mia età l'aveva mai fatto prima. Era necessario per il film») e successivamente con Fox News («È stato fatto tutto con molto gusto. Non è stato un grosso problema. E Leonard non era affatto timido! Nel bel mezzo delle riprese, ho completamente dimenticato di non indossare vestiti»).

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