RIBALTONE RAI IN ARRIVO - DI MAIO E SALVINI LITIGANO MA QUANDO SI DEVONO SPARTIRE LE POLTRONE CHE CONTANO SONO DUE CUCCIOLI: A VIALE MAZZINI SONO PRONTI A FAR VALERE LA LORO MAGGIORANZA IN PARLAMENTO, CHE CON LA NUOVA LEGGE NOMINA 4 CONSIGLIERI D'AMMINISTRAZIONE - ALTRI DUE SONO IN MANO AL TESORO, MA IL MINISTRO NON C'È, E PADOAN... - I PAPABILI AL RUOLO DI DIRETTORE GENERALE

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Mario Ajello per ''Il Messaggero''

 

 

murale salvini di maio murale salvini di maio

Sono quasi pronti gli scatoloni al settimo piano di Viale Mazzini. Abitato dai vertici della Rai, che il 30 giugno andranno via per scadenza. Si cambia. Via i vecchi, e avanti i nuovi. E qualcuno già sta mandando ai presidenti del Senato e della Camera il curriculum e i titoli, in certi casi solo presunti, di merito. E c' è tempo fino al 30 maggio per auto-candidarsi a guidare la corazzata televisiva. Ma i nuovi chi?

 

Il governo - e due dei prossimi membri del Cda saranno di nomina dell' esecutivo - è ancora una nebulosa, le Camere sono state elette ma non sono ancora attive - e quattro componenti della plancia del Cda della Rai dal Parlamento verranno designati - eppure la spartizione sarebbe già stata decisa. E si tratta soltanto di applicarla, da parte dei 5 stelle e della Lega più Forza Italia che detengono la maggioranza nelle aule.

 

Casomai faranno il governo assieme, si prenderanno tutto. E le nomine in Rai, ma anche in altre caselle importanti del potere italiano, si racconta che facciano parte dell' offerta diplomatica che in queste ore il Carroccio ha inoltrato ai pentastellati per un esecutivo in comune breve ma sostanzioso. Entrambi i possibili contraenti del contrattino di governo hanno mire su Viale Mazzini e su Saxa Rubra.

mario orfeo monica maggioni mario orfeo monica maggioni

 

I CRITERI

I nomi su cui puntare non mancano, da Carlo Freccero possibile presidente o direttore generale in giù (il giornalista Nuzzi è il prediletto di Casaleggio, Paragone è il grillo-leghista per eccellenza, per non dire della Gabanelli uber alles) ma è lo schema quello che conta. Procedere uniti, e anche se il governo non sarà il loro ma sarà tecnico o istituzionale, Lega e M5S sono decisi a far valere in ogni caso sulla Rai il mtodo utilizzato con successo nella spartizione delle presidenze delle Camere e soprattutto delle figure parlamentari di garanzia (il grillino Fraccaro diventato Questore a Montecitorio) o delle commissioni speciali (una a me e una a te).

CARLO FRECCERO RAI CARLO FRECCERO RAI

 

Insomma, dei quattro membri del Cda eletti da Camera e Senato, e dovranno essere votati non più dalla Commissione di Vigilanza ma da tutti e mille i parlamentari, il centrodestra ne prenderebbe due e M5S altri due. Perciò il democrat Michele Anzaldi s' è rivolto al presidente Fico - che da ex numero uno della Vigilanza queste materie le conosce bene - per chiedergli di vigilare sul rispetto del pluralismo. Ossia di evitare la spartizione secca.

DI MAIO FRACCARO DI MAIO FRACCARO

 

E dunque, trionferà il merito nella selezione dei nuovi vertici della televisione pubblica, come Fico parrebbe volere, oppure l' accordo politico già sperimentato tra i vincenti delle elezioni del 4 marzo avrà la meglio su qualsiasi altro criterio? Intanto, c' è da approvare il bilancio aziendale e soprattutto da definire la questione dei diritti sportivi e per il momento la Rai s' è assicurata la Nazionale fino al 2022 e una partita di coppa a settimana.

Nuzzi Casaleggio Nuzzi Casaleggio

 

Ma è la composizione del nuovo potere il tema più sexy. Visto che il dg Mario Orfeo, mai amato dai grillini, è in uscita e la presidente Maggioni resterà probabilmente in azienda ma con altri ruoli. Se un nuovo governo non ci sarà presto, i due membri del Cda in quota Tesoro li nominerà Padoan, e per non dare questo assist al Pd - che comunque com' è ovvio alla Rai ci tiene e ci terrà sempre - i 5 stelle e la Lega faranno di tutto.

 

gianluigi paragone emilio carelli gianluigi paragone emilio carelli

E quello che è stato considerato l' editto bulgaro di Giggino - «Arriveremo molto presto e cambieremo i direttori Rai» - è la riprova degli appetiti. Così come la mancata risposta da parte dei bersagli della sua intemerata è la conferma che la Rai è sempre la Rai: mai criticare quello che può essere il prossimo padrone. Anche se basta affacciarsi nella cittadella di Saxa Rubra, per accorgersi che il grande terrore per l' arrivo grillino al governo, e dunque in redazione, s' è molto stemperato grazie ai guai di Di Maio. Ma mai dire mai.

E molti aspettano di sapere chi vince per conoscere come schierarsi.

 

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