Estratto dell’articolo di Mauro Masi per “Italia Oggi”
Solo poche settimane fa il dipartimento della giustizia Usa ha fatto (di nuovo, era già successo tre anni fa) causa a Google per abuso di posizione dominante (questa volta nel settore degli annunci pubblicitari su Internet). Secondo fonti vicine al dipartimento, l'obiettivo del governo è quello di creare uno «spezzatino» della corporation in cui la sua attività in campo pubblicitario venga separata dal resto delle attività della piattaforma. E un obiettivo realistico? Che riflessi avrà sul sistema Internet e quindi su tutti noi?
Per rispondere a queste domande bisogna partire da lontano e specificamente dall'attività di raccolta dei dati. I dati sono infatti per la società dell'informazione quello che era il petrolio per l'economia industriale: «la risorsa critica che alimenta l'innovazione su cui fa affidamento la gente» da Big Data di MayerSchònberger e Cukier).
E di fronte alle capacità di raccogliere e utilizzare i dati di cui sono oggi capaci le aziende over thè top (Google, Amazon, Apple, Facebook, Microsoft) si stanno sviluppando problematiche simili a quelle nate con l'ascesa dei cosiddetti robber baron (i baroni rapinatori) che nell'America del XIX0 secolo dominavano le ferrovie, l'industria dell'acciaio, le reti telegrafiche.
[…] Ora però ci si chiede se la natura peculiare della rete, o meglio della raccolta dei dati attraverso la rete, non renda del tutto superate le tradizionali ricette antitrust. E qui veniamo alla nostra domanda iniziale: spaccare Google in 4 o 5 «Googletes» potrebbe dare solo modo a una di queste di riaggregare attraverso il web il mercato di riferimento e riproporsi entro breve tempo in posizione dominante.
E non è detto poi che in questo scenario di scissioni e riaggregazioni gli utenticonsumatori abbiano a guadagnarne in termini sia di costi (molti dei servizi offerti dalle Over the Top sono gratuiti) sia di qualità dei servizi.
Il tema è apertissimo e le soluzioni anche giudiziarie, se e quando arriveranno, non potranno prescindere da una riflessione sulla natura e sul funzionamento di Internet come fenomeno tipicamente sovranazionale. E da un'altra, forse ancor più importante, riflessione e cioè che chi è in grado di raccogliere megaflussi di dati deve essere comunque obbligato alla massima trasparenza, a iniziare delle stesse istituzioni. […]
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