mughini merlo

LA VERSIONE DI MUGHINI – "MERLO E’ SICILIANO COME ME E SA CHE I PARTICOLARI CONTANO. ALTRO CHE SE È UN DETTAGLIO IL LEGGERE CHE SONO STATO “RADIATO” DALL’ALBO, COME HA PURTROPPO USATO LUI NEL SUO PEZZO. IL VERBO ‘RADIARE’ SOTTINTENDE UNA QUALCHE SOZZURA MORALE. E’ UNA COSA CHE MI BRUCIA, CHE MI OFFENDE. COSÌ COME MI OFFESE ALL’EPOCA IL SILENZIO DELLA GRANDISSIMA PARTE DEI MIEI COLLEGHI…"

 

https://m.dagospia.com/mughini-le-minacce-a-verdelli-e-merlo-mi-sarebbe-piaciuto-un-suo-cenno-di-solidarieta-quando-234182

 

 

https://www.dagospia.com/rubrica-2/media_e_tv/replica-merlo-mughini-quot-scrissi-prima-pagina-234270.htm

 

 

 

Giampiero Mughini per Dagospia

 

mughini

Caro Dago, Francesco Merlo ci tiene a precisare che una cosa sono le minacce di morte di cui è oggetto il suo amico Carlo Verdelli e una cosa ben diversa (nel senso di inferiore) è l’espulsione da un Ordine professionale come è stato il caso mio alcuni anni fa. Forse sì, o forse no o forse non completamente.

 

Il mondo dei social in cui sono espresse e reiterate le ignobili minacce a Verdelli è un mondo a sé, largamente irreale, una fogna a cielo aperto dove tutto è lecito, anzi più ignobile è e meglio è, e dove qualsiasi delinquente la fa franca. Puoi dire e fare quello che vuoi nel mondo dei tweet  e dei post. Per fortuna è tutta roba che rimane lì, nel fango della fogna. Ogni tanto mi riferiscono del mare di ingiurie di cui sono bersaglio per avere espresso quella o quell’altra opinione. Non mi viene neppure minimamente la curiosità di andare a vedere di che si tratta. Lo sterco in cui ti imbatti quando vai per strada lo raschi via con un semplice movimento della suola delle scarpe. Lo sterco dei social.

francesco merlo foto di bacco

 

Cosa diversa, umanamente e moralmente  - te lo assicuro Francesco, per averlo provato sulla mia pelle - è l’entrare in una cameretta dov’è riunito il gran consiglio regionale dell’Ordine dei giornalisti, un’istituzione di cui ovviamente mi ero larghissimamente strafottuto per tutto il tempo del mio lavoro nei giornali, il vedere come mi guardavano quel gruppo di “colleghi”, gli occhi rosi dalla rivalità e dall’invidia, perché di questo e soltanto di questo si trattava. Non uno di loro aprì bocca, me lo sarei mangiato vivo.

 

giampiero mughini

Solo il loro capo mi chiese se mi avessero pagato per quello spot pubblicitario dove col sorriso sulla bocca dicevo bene di un telefonino, io che nella mia vita non ho mai scritto di telefonini e soprattutto non ho mai scritto una riga di cui non fossi orgoglioso, e io risposi “ci mancherebbe altro”, esattamente come quando ti ho detto della mia solidarietà a Verdelli. Ci mancherebbe altro che non mi avessero pagato, per uno spot in cui non era in questione un ette della mia quarantennale autonomia professionale da tutto e da tutti. Da tutto e da tutti. Un’autonomia pagata con non ricordo più quante dimissioni da vari giornali e con la più perfetta “non carriera” professionale.

 

francesco merlo foto di bacco (2)

Non mi dissero altro. Mi arrivò più tardi la comunicazione che ero “sospeso” dall’attività giornalistica. Quale attività giornalistica? A quel tempo, io me ne stavo a casa a scrivere articoli, un diritto che riposa nelle pagine della nostra Costituzione. Naturalmente continuai a farlo. Mi scrissero che non dovevo. Risposi che ero un “autore di qualità” e che non volevo avere niente a che fare con delle nullità come loro. Ci si misero in due a mandarmi la lettera in cui venivo “cancellato” dall’albo dei giornalisti. Su Wikipedia c’è scritto che io sono stato “radiato”, un verbo che sottintende una qualche sozzura morale. Una mia amica una volta me lo chiese, “Perché sei stato radiato?”, e aveva l’aria di pensare che qualcosa di losco lo avevo fatto.

Carlo Verdelli

 

Sei siciliano come me caro Francesco, e lo sai che i particolari contano, che i dettagli non si dimenticano. Altro che se è un dettaglio il leggere che sei stato “radiato”, e del resto anche tu hai purtroppo usato il termine “radiato” nel tuo pezzo. E’ una cosa che mi brucia, che mi offende. Che qualcuno da due soldi ti dicesse che non eri degno di stare nell’albo di coloro che scrivono sui giornali eccome se bruciava, se era offensivo. Non è una monnezza che sta sui social, è qualcosa che punga la tua pelle, forse la tua anima. Così come mi offese il silenzio della grandissima parte dei miei colleghi, e per quanto l’unico sentimento che io provi per la buona parte dei miei colleghi sia il disprezzo intellettuale.

mughini compagni addio

 

Ps. Merlo scrive che sono arrivato “due minuti prima” di tutti gli altri nell’additare gli errori e gli orrori della mia generazione e che in quei due minuti me ne hanno fatti di tutti i colori. In realtà ci sono arrivato dieci o vent’anni prima e in dieci o vent’anni ne succedono di cotte e di crude. E poi c’è che non te lo perdonano di avere capito le cose vent’anni prima di loro.

 

giampiero mughini

GIAMPIERO MUGHINI

mughinimughiniroberto d'agostino giampiero mughini foto di baccomughini

Ultimi Dagoreport

barigelli cairo

DAGOREPORT - PANDEMONIO ALLA "GAZZETTA DELLO SPORT"! IL DIRETTORE DELLA “ROSEA” STEFANO BARIGELLI VIENE CONTESTATO DAL COMITATO DI REDAZIONE PER LE PRESSIONI ANTI-SCIOPERO ESERCITATE SUI GIORNALISTI – LA SEGRETARIA GENERALE FNSI DENUNCIA: “I COLLEGHI DELLA 'GAZZETTA' CHE VOGLIONO SCIOPERARE VENGONO RINCORSI PER I CORRIDOI DAI LORO CAPIREDATTORI E MINACCIATI: ‘NON TI FACCIO FARE PIÙ LA JUVENTUS…” - BARIGELLI AVREBBE RECLUTATO UNA VENTINA DI GIORNALISTI PER FAR USCIRE IL GIORNALE SABATO E DIMOSTRARE COSI' ALL’EDITORE URBANETTO CAIRO QUANTO CE L’HA DURO – LA VICE-DIRETTRICE ARIANNA RAVELLI AVREBBE PURE DETTO IN MENSA A BARIGELLI: “STIAMO ATTENTI SOLO CHE NON CI SPUTTANI DAGOSPIA...” - VIDEO

giorgia meloni ignazio la russa matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – LE REGIONALI SONO ANDATE A FINIRE COME NON VOLEVA, SALTELLANDO FUNICULÌ-FUNICULÀ, GIORGIA MELONI: LA "STATISTA DELLA SGARBATELLA", CHE RISCHIA DI NON TORNARE A PALAZZO CHIGI TRA DUE ANNI, ACCELERA SULLA DOPPIETTA PREMIERATO-LEGGE ELETTORALE, MA NON TUTTO FILA LISCIO A PALAZZO CHIGI: SALVINI E TAJANI SPUTERANNO SANGUE PUR DI OPPORSI ALL’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, CHE FINIREBBE PER CANNIBALIZZARLI - LA LEGA È CONTRARISSIMA ANCHE AL PREMIO DI MAGGIORANZA ALLA COALIZIONE (CON LA SOGLIA AL 40%, LA LEGA DIVENTEREBBE SACRIFICABILE) – ALTRA ROGNA: IGNAZIO LA RUSSA SCENDE IN CAMPO IN MODALITÀ SCASSA-MELONI: HA RINFOCOLATO LA POLEMICA SU GAROFANI E SE NE FOTTE DEI DIKTAT DELLA DUCETTA (FIDANZA SINDACO DI MILANO? NO, MEJO LUPI; PRANDINI GOVERNATORE DELLA LOMBARDIA? NO, QUELLA È ROBA MIA)

francesco de tommasi marcello viola daniela santanche ignazio leonardo apache la russa davide lacerenza pazzali

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE INCHIESTE MILANESI SULLA SANTANCHE', SUL VISPO FIGLIO DI LA RUSSA, SUL BORDELLO DELLA "GINTONERIA" AFFOLLATA DI POLITICI, IMPRENDITORI E MAGISTRATI, OPPURE SULL'OSCURA VENDITA DELLA QUOTA DI MPS DA PARTE DEL GOVERNO A CALTAGIRONE E COMPAGNI? - A TALI ESPLOSIVE INDAGINI, LE CUI SENTENZE DI CONDANNA AVREBBERO AVUTO UN IMMEDIATO E DEVASTANTE RIMBALZO NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, ORA SI AGGIUNGE IL CASO DEL PM FRANCESCO DE TOMMASI, BOCCIATO DAL CONSIGLIO GIUDIZIARIO MILANESE PER “DIFETTO DEL PREREQUISITO DELL’EQUILIBRIO” NELL’INDAGINE SUL CASO DI ALESSIA PIFFERI – MA GUARDA IL CASO! DE TOMMASI È IL PM DELL’INCHIESTA SUI DOSSIERAGGI DELL’AGENZIA EQUALIZE DI ENRICO PAZZALI, DELICATISSIMA ANCHE PER I RAPPORTI DI PAZZALI CON VERTICI GDF, DIRIGENTI DEL PALAZZO DI GIUSTIZIA MILANESE E 007 DI ROMA - SE IL CSM SPOSASSE IL PARERE NEGATIVO DEL CONSIGLIO GIUDIZIARIO, LA CARRIERA DEL PM SAREBBE FINITA E LE SUE INDAGINI SUGLI SPIONI FINIREBBERO NEL CESTINO - LA PROCURA DI MILANO RETTA DA MARCELLO VIOLA, CON L'ARRIVO DELL'ARMATA BRANCA-MELONI, E' DIVENTATA IL NUOVO ''PORTO DELLE NEBBIE''?

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…