ZAMPOLLI E POLLASTRE - TRUMP HA TROVATO MOGLIE GRAZIE ALL’AIUTO DELL’ ITALIANO PAOLO ZAMPOLLI, EREDE DELLA FAMIGLIA CHE HA FATTO SUCCESSO CON IL”DOLCE FORNO” - “CI SIAMO CAMBIATI LA VITA A VICENDA. IO GLI HO PRESENTATO MELANIA. LUI MI HA FATTO DIVENTARE UN IMMOBILIARISTA: POTREI ANCHE DIVENTARE IL SUO REFERENTE ALL’ONU”

Condividi questo articolo


PAOLO ZAMPOLLI PAOLO ZAMPOLLI

Giovanni Audiffredi per GQ Italia

 

Darling, he can’t keep it in his pants. Tipica frase della donna di mondo newyorkese che inquadra il traditore seriale, asciugando le lacrime della figlia  cornificata: «Tesoro, non riesce a tenerlo nei pantaloni». Combacia con il profilo del seduttore seriale Donald Trump, candidato repubblicano alla Casa Bianca nelle elezioni dell’8 novembre.

 

Milionario, cinque figli da tre diversi matrimoni, un fiume carsico di flirt che riaffiorano tra le voragini di credibilità spalancate da una serie di denunce per molestie sessuali. Anche quando ha conosciuto Melania Knauss, sua attuale consorte dal 2005, Donald era un uomo occupato. Non aveva ancora chiuso la pratica di divorzio con la seconda moglie, Marla Maples. E aveva anche un’amante, una donna d’affari norvegese, Celina Midelfart. Ma teneva ugualmente il radar acceso.

 

DONALD E MELANIA TRUMP DONALD E MELANIA TRUMP

È qui che entra in scena Paolo Zampolli, rampollo di una famiglia milanese che ha fatto successo con la Herbert, la fabbrica di giocattoli del “Dolce Forno”: «Ci siamo cambiati la vita a vicenda. Io gli ho presentato Melania e lui mi ha trasformato in Director of International Development del suo impero del real estate. Grazie a Donald ho preso il patentino da immobiliarista. Se lo chiamo, nel giro di 24 ore mi risponde sempre».

 

Oggi Zampolli è ambasciatore presso l’Onu per la Dominica, una paradise island del Commonwealth, celebre covo dei corsari dove è stato girato un episodio dei Pirati dei Caraibi. «Ma quando, nel ’96, ho conosciuto Donald a uno spettacolo di David Copperfield, avevo fondato da poco la ID Models. Facevamo una vita da limousine. Trump era uno di quei tycoon a cui piaceva divertirsi e che tutti volevano invitare agli eventi. Per questo, due anni dopo, alla festa della mia agenzia durante la Fashion Week di New York, lui era sulla lista Vip».

 

Di certo, Trump non poteva perdersi l’occasione di assistere a una parata di belle ragazze. Così si presenta al Kit Kat Club, accompagnato dalla platinata Celina Midelfart, che poi pianterà in asso. «Lo porto subito al tavolo dove c’era Edith, la mia fidanzata di allora, che aveva insistito per fare venire alla festa anche Melania, sua grande amica. Erano due meraviglie dell’Est: una ungherese, l’altra slovena. Donald si sedette e rimase stregato.

 

PAOLO ZAMPOLLI PAOLO ZAMPOLLI

Melania aveva 25 anni, ma faceva la modella già da un po’. Il suo volto, in una pubblicità delle sigarette Camel, scattata da Ellen von Unwerth, dominava Times Square. Donald le chiese il numero di telefono, ma lei non glielo diede». Melania non voleva entrare nella collezione di Trump, come una delle tante. «Noi lavoravamo con modelle da campagne. Ragazze con le curve, richieste da Esquire, Sports Illustrated. Poche mannequin da sfilata. Melania era disciplinata, usciva poco, non beveva, aveva un piglio competitivo. Guadagnava bene, scattava due o tre volte la settimana».

 

Però Trump è Trump. Tanto che dopo qualche settimana, a una cena a casa di Zampolli, la cui fama di principe delle notti newyorchesi era in forte ascesa, Donald si presenta con Melania sottobraccio. «Non ho fatto domande. È nata così una relazione solida, costruita per tappe fine alle nozze (il 22 gennaio del 2005, ndr). Quel giorno a Palm Beach io c’ero. Fu sensazionale».

MELANIA E DONALD TRUMP MELANIA E DONALD TRUMP

 

 Oltre a essere stato il suo Cupido, c’è anche un altro motivo che rende solida l’amicizia tra Melania e Paolo Zampolli. È stato lui a farle avere il visto per lavorare negli Usa: «Una volta, per una modella, bastava che un’agenzia presentasse una serie di ritagli di giornale per dimostrare che la ragazza lavorava. Si pagava la tassa del modulo e tanti saluti. Poi, a seconda del Paese di provenienza, il visto aveva una durata variabile: per le slovene, un anno. Per questo, Melania ha dovuto rifarlo più volte». Possibile che, intanto, l’uomo al centro del «Pussy-gate» a un mese dal voto per la Casa Bianca si fosse saziato?

 

In realtà, no. Ci sono stati momenti bui: «Dopo due anni, la relazione ha avuto uno stop, è vero, ma il bisticcio è durato non più di tre settimane, mi pare. Melania ha un tocco glamour, ideale per portare a Washington il jet set internazionale». Parola di ambasciatore e amico di famiglia: «Eppoi, Trump di me si è sempre fidato. Potrei anche diventare il suo referente all’Onu».

DONALD E MELANIA TRUMP DONALD E MELANIA TRUMP DONALD E MELANIA TRUMP DONALD E MELANIA TRUMP PAOLO ZAMPOLLI PAOLO ZAMPOLLI

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT – JOE BIDEN VUOLE CHE GIORGIA MELONI METTA ALL’ORDINE DEL GIORNO DEL G7 L’USO DEI BENI RUSSI CONGELATI. PER CONVINCERE LA DUCETTA HA SPEDITO A ROMA LA SUA FEDELISSIMA, GINA RAIMONDO, SEGRETARIO AL COMMERCIO – GLI AMERICANI PRETENDONO DALL’EUROPA UN'ASSUNZIONE DI RESPONSABILITÀ DOPO TUTTI I MILIARDI CHE WASHINGTON HA POMPATO A ZELENSKY. MA METTERE MANO AI BENI RUSSI È UN ENORME RISCHIO PER L’UNIONE EUROPEA: POTREBBE SPINGERE ALTRI PAESI (CINA E INDIA SU TUTTI) A RIPENSARE AI LORO INVESTIMENTI NEL VECCHIO CONTINENTE…