glovobot rider glovo

L'ULTIMO STADIO DEL CAPITALISMO: PAGARE PER LAVORARE - TRA I RIDER SI E' DIFFUSA “GLOVOBOT”, L’APP CHE COSTA 50 EURO AL MESE E PERMETTE DI BRUCIARE IL TEMPO SUI COLLEGHI E PRENOTARE PIU’ CONSEGNE - PER 240 DOLLARI SI PUO’ ANCHE UTILIZZARE UN’IDENTITA’ FASULLA SENZA PERMESSO DI SOGGIORNO. E POSSONO USARLA ANCHE QUELLI ALLONTANATI DALLE PIATTAFORME PER AVER LAVORATO MALE - I SINDACATI: “LE AZIENDE DEVONO INTERVENIRE, È INTOLLERABILE..."

Gabriele De Stefani per "la Stampa"

 

GLOVOBOT

Pagano per lavorare. L' ultima frontiera della guerra tra poveri dell' economia digitale spinge i rider a sognare una app da comprare su un sito polacco.

 

Cinquanta euro e sul telefonino arriva un bot efficientissimo, che brucia sul tempo i colleghi e prenota più consegne. L' intelligenza artificiale per un pugno di pizze a domicilio. Solo poche decine di rider in Italia sono clienti di www.glovobot.com.

 

Pagano una rata mensile, i più convinti possono acquistare abbonamenti annuali da 500 euro, chi ha qualche guaio e ha bisogno di un' identità fasulla per lavorare deve sborsare 240 dollari. Il tutto all' insaputa delle piattaforme. La app ora funziona solo con Glovo: applicazioni simili fino a poco tempo fa erano disponibili anche per altre piattaforme, ma la fine del cottimo per Just Eat (passata ad un nuovo contratto con stipendio fisso) e i nuovi meccanismi di arruolamento di Deliveroo e Uber Eats le hanno mandate fuori mercato.

RIDER GLOVO

 

COME FUNZIONA

I rider devono prenotarsi le fasce orarie in cui lavorare, con un meccanismo simile a quello degli slot aeroportuali. Quando Glovo "apre" una casella, il primo che si iscrive vince, cioè si accaparra le consegne. Il bot è come un utente che passi la giornata davanti allo schermo del telefonino, pronto a cliccare non appena si apre una chance: naturalmente, la rapidità dello strumento è massima.

 

RIDER GLOVO

«È come aggiornare compulsivamente la pagina ogni 1-2 secondi - spiega Federico Curcio, 50 anni, informatico che arrotonda facendo consegne a Firenze -. Io non voglio scaricare la app, è assurdo pagare per lavorare, sembra racket. E poi si danneggiano i colleghi. So di altri che lo fanno: spesso sono i più disperati, persone che hanno bisogno anche di pochi euro da mandare alle famiglie nei paesi di origine».

 

Di fronte a consegne che valgono pochi spiccioli l' una, davvero vale la pena pagare 50 euro al mese? «Dipende dai periodi - dice un fattorino che ha usato il bot e chiede di restare anonimo -, di certo ha più senso in inverno o di recente durante i lockdown. Ma non sempre arrivano tutte le consegne promesse». «Ci sono colleghi che in due giorni hanno il lavoro che gli altri hanno in una settimana, è cosa inaccettabile. Ma capisco la tentazione per chi fa questo mestiere a tempo pieno» dice Bruna Oss, rider trentenne.

GLOVOBOT

 

L' ASSISTENZA

Di certo il servizio è strutturato. Il sito è curato, promette sconti, incoraggia. Le comunicazioni tra rider e portale corrono su Telegram: canali dedicati per i quali si ricevono username e password non appena si è scaricata la app. E c' è spazio anche per chi ha bisogno di profili falsi, buoni per rider senza permesso di soggiorno o allontanati dalle piattaforme per aver lavorato male: il sito offre credenziali registrate all' estero. Un' operazione più complicata, perché le piattaforme controllano i documenti: così si giustificano i 240 dollari. Chi ce la fa, rischia penalmente ma può raddoppiare le consegne: due telefonini in tasca, uno con l' identità vera e l' altro con quella falsa, e le chiamate aumentano.

 

LE CONTROMOSSE DI GLOVO

RIDER GLOVO

«Le aziende devono intervenire, è intollerabile che ci siano persone che pagano per lavorare» protesta Ilaria Lani, segretaria Nidil-Cgil Firenze. L' allerta dei sindacati trova sponda in Glovo, che fin qui non ha presentato denunce ma ha messo al lavoro i tecnici: «Adottiamo costantemente azioni mirate a identificare eventuali anomalie nelle prenotazioni degli slot orari in cui un rider si rende disponibile per collaborare - dice l' azienda -. È un' attività continuativa e che ha l' obiettivo di scoprire nuovi sistemi di prenotazioni irregolari. Poi è prevista l' introduzione del riconoscimento facciale anche per la prenotazione degli slot, che integri quello già attivo durante lo svolgimento di una consegna, e lavoriamo all' identificazione di coloro che hanno usato in modo improprio i nostri sistemi».

 

IL PAGAMENTO RIDOTTO

RIDER DI GLOVO A ROMA

Intanto il nuovo sistema di pagamento scelto da Glovo per i rider che lavorano in bici sta agitando nuove proteste: fin qui il valore della corsa si calcolava in base al percorso suggerito da Google Maps per le auto, ora si userà quello per i ciclisti. Cioè la strada effettivamente percorsa. Conseguenza: i tragitti sono più brevi. L' azienda parla di un meccanismo che «rende più congruo il calcolo dei percorsi tra chi si muove in bici, in scooter o auto» e che non comporta riduzioni nei compensi, mentre per i sindacati il valore delle corse in centro si riduce del 30%.

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – LE REGIONALI SONO ANDATE A FINIRE COME NON VOLEVA, SALTELLANDO FUNICULÌ-FUNICULÀ, GIORGIA MELONI: LA "STATISTA DELLA SGARBATELLA", CHE RISCHIA DI NON TORNARE A PALAZZO CHIGI TRA DUE ANNI, ACCELERA SULLA DOPPIETTA PREMIERATO-LEGGE ELETTORALE, MA NON TUTTO FILA LISCIO A PALAZZO CHIGI: SALVINI E TAJANI SPUTERANNO SANGUE PUR DI OPPORSI ALL’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, CHE FINIREBBE PER CANNIBALIZZARLI - LA LEGA È CONTRARISSIMA ANCHE AL PREMIO DI MAGGIORANZA ALLA COALIZIONE (CON LA SOGLIA AL 40%, LA LEGA DIVENTEREBBE SACRIFICABILE) – ALTRA ROGNA: IGNAZIO LA RUSSA SCENDE IN CAMPO IN MODALITÀ SCASSA-MELONI: HA RINFOCOLATO LA POLEMICA SU GAROFANI E SE NE FOTTE DEI DIKTAT DELLA DUCETTA (FIDANZA SINDACO DI MILANO? NO, MEJO LUPI; PRANDINI GOVERNATORE DELLA LOMBARDIA? NO, QUELLA È ROBA MIA)

francesco de tommasi marcello viola daniela santanche ignazio leonardo apache la russa davide lacerenza pazzali

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE INCHIESTE MILANESI SULLA SANTANCHE', SUL VISPO FIGLIO DI LA RUSSA, SUL BORDELLO DELLA "GINTONERIA" AFFOLLATA DI POLITICI, IMPRENDITORI E MAGISTRATI, OPPURE SULL'OSCURA VENDITA DELLA QUOTA DI MPS DA PARTE DEL GOVERNO A CALTAGIRONE E COMPAGNI? - A TALI ESPLOSIVE INDAGINI, LE CUI SENTENZE DI CONDANNA AVREBBERO AVUTO UN IMMEDIATO E DEVASTANTE RIMBALZO NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, ORA SI AGGIUNGE IL CASO DEL PM FRANCESCO DE TOMMASI, BOCCIATO DAL CONSIGLIO GIUDIZIARIO MILANESE PER “DIFETTO DEL PREREQUISITO DELL’EQUILIBRIO” NELL’INDAGINE SUL CASO DI ALESSIA PIFFERI – MA GUARDA IL CASO! DE TOMMASI È IL PM DELL’INCHIESTA SUI DOSSIERAGGI DELL’AGENZIA EQUALIZE DI ENRICO PAZZALI, DELICATISSIMA ANCHE PER I RAPPORTI DI PAZZALI CON VERTICI GDF, DIRIGENTI DEL PALAZZO DI GIUSTIZIA MILANESE E 007 DI ROMA - SE IL CSM SPOSASSE IL PARERE NEGATIVO DEL CONSIGLIO GIUDIZIARIO, LA CARRIERA DEL PM SAREBBE FINITA E LE SUE INDAGINI SUGLI SPIONI FINIREBBERO NEL CESTINO - LA PROCURA DI MILANO RETTA DA MARCELLO VIOLA, CON L'ARRIVO DELL'ARMATA BRANCA-MELONI, E' DIVENTATA IL NUOVO ''PORTO DELLE NEBBIE''?

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”