AFRICA A TINTE GIALLE - PECHINO ALLA CONQUISTA DEL CONTINENTE: INFRASTRUTTURE E CASE PER POTER POI DEPREDARE LE RISORSE DEL SOTTOSUOLO - GIA’ COSTRUITI COMPLESSI RESIDENZIALI RIMASTI VUOTI PERCHE’ TROPPO CARI PER I 'LOCALS' - MA C'E' ANCHE UN MEGA ESODO NEI PIANI DELLA CINA: DECINE DI MILIONI PRONTE A TRASFERIRSI

-

Condividi questo articolo


Azzurra Noemi Barbuto per Libero quotidiano

 

complesso residenziale in angola 2 complesso residenziale in angola 2

Tra 50 anni l'Africa sarà il continente giallo e non più quello nero. La progressiva «cinesizzazione», se così si può dire, del continente africano segue regole nuove rispetto alla colonizzazione operata dagli europei nei secoli passati. Questi ultimi, infatti, si sono sempre imposti con la forza e con la violenza; i cinesi, invece, conquistano silenziosamente, mentre le altre nazioni non si accorgono che piano piano, mattone dopo mattone, la Cina si sta trasferendo nei territori più ricchi di risorse energetiche e minerarie di tutto il pianeta Terra.

 

complesso redidenziale in angola complesso redidenziale in angola

Materie prime che nel mercato internazionale valgono più dell' oro, ricchezze di cui il colosso cinese in piena espansione economica ha assolutamente bisogno e che i Governi africani non sono né in grado di estrarre né di sfruttare. A farlo ci pensano però i cinesi che, senza fare rumore, stanno migrando già in massa verso il continente (ancora per poco) nero. Nell' ultimo decennio hanno traslocato in Africa quasi un milione di cinesi. Ma entro il 2020 il Governo pechinese ha progettato un esodo dalle proporzioni bibliche - tra i 300 ed i 500 milioni di persone - concentrato in un brevissimo spazio temporale.

 

«Timeo Danaos et dona ferentes», scriveva Virgilio nell' Eneide, ossia «temo i greci specialmente quando portano doni». Oggi dovremmo temere i cinesi quando recano omaggi e costruiscono intere città in Africa, metodo di conquista sicuramente più efficace dell' uso della forza. I gialli si impegnano a costruire infrastrutture, case, strade, ferrovie e in cambio ottengono dai Governi di quei Paesi lo sfruttamento delle risorse del sottosuolo. Insomma, africani e cinesi formano un' accoppiata vincente (per la Cina).

cinesi in africa cinesi in africa

 

Da un lato, i primi hanno le risorse ma non possiedono una cultura né produttiva né del lavoro; i secondi, invece, non hanno le materie prime ma negli ultimi 50 anni hanno acquisito il know-how industriale. L' accesso alle risorse naturali africane li renderà così la più grande potenza mondiale. E loro sono già pronti. Mentre le migrazioni di massa dall' Africa all' Europa destabilizzano e mettono in crisi l' Occidente, la Cina pianifica l' occupazione silente del continente da cui prendono il largo i migranti che quotidianamente ci invadono.

 

cinesi in africa 5 cinesi in africa 5

Intere città sono state costruite negli ultimi anni. Vere e proprie China Town africane, dotate di migliaia di palazzi, parcheggi sotterranei, centinaia di negozi, decine e decine di scuole. Piccolo dettaglio: esse sono interamente disabitate. Le chiamano «città fantasma», sebbene tale termine sia inappropriato, dal momento che può essere considerata «fantasma» solo quella località che un tempo fu abitata e che è stata poi abbandonata. Tali cittadine costruite dai cinesi, invece, non sono mai state popolate e sono in attesa di essere un giorno non lontano riempite di vita. Una di queste, Nova Cidade de Kalimba, alla periferia di Luanda, in Angola, è costituita da 750 palazzi di 8 piani ciascuno, 12 scuole ed un centinaio di negozi e potrebbe accogliere oltre 500 mila persone.

 

cinesi in africa 4 cinesi in africa 4

Si dice che le «ghost cities» siano un fallimento cinese: sono costate miliardi di euro e sono rimaste deserte. Ma se si trattasse davvero di un investimento errato, di certo i cinesi, popolo parsimonioso, non avrebbero continuato a costruire altre cities in Nigeria, Guinea equatoriale, Ciad, Sudan, Zambia, Zimbabwe e Mozambico. «Si tratta di grossi complessi residenziali che sono rimasti cattedrali nel deserto, a causa dei costi proibitivi per le popolazioni indigene, che vivono nelle baraccopoli. I cinesi, come formiche, costruiscono nelle stesse zone oggetto di acquisizione di materie prime da parte del Governo cinese, soprattutto nella fascia occidentale dell' Africa, dove la Cina ha impiantato grandi società di costruzioni di ferrovie, porti e aeroporti», ci spiega Vincenzo Cotroneo, ricercatore del Laboratorio di Intelligence dell' Università della Calabria.

 

cinesi in africa 3 cinesi in africa 3

Un appartamento in una città fantasma costerebbe infatti intorno ai 90 mila euro, una cifra impossibile per le famiglie locali. Ma l' obiettivo dei cinesi è proprio quello di rendere queste cities inaccessibili ai neri, al fine di trasformarle in distaccamenti della Cina in territorio africano. «Il governo di Pechino non può fornire energia e acqua agli oltre due miliardi di cinesi. Così questi furboni hanno deciso di incentivare le migrazioni verso altre nazioni, proponendo ai cinesi la possibilità di usufruire di assemblamenti già pronti ad ospitarli, identici ai quartieri tipici dei vari distretti della provincia pechinese», continua Cotroneo.

 

Dunque, il neo-colonialismo cinese si fonda su esigenze di natura logistica, energetica ed anche ecologica, dato che la Cina è afflitta anche da un grave problema di inquinamento. Di fatto, la ricerca di giacimenti energetici porta ogni anno 250/500 mila contadini cinesi a doversi spostare in maniera continuativa. Vengono fatti muovere interi villaggi e le popolazioni diventano seminomadi, per questo si è deciso di esfiltrare persone dalla campagna per mandarle in altre aree del mondo.

cinesi in africa 2 cinesi in africa 2

 

«Non si tratta di una mera azione di alleggerimento, c' è anche un' ipotesi di colonizzazione delle terre africane poco sviluppate e senza lavoro da parte di un popolo notoriamente portato al lavoro e alla gestione di beni colletti», conclude l' esperto.

 

Il futuro è in africa, insomma. E sarà «made in China» (persino quello), perché i cinesi, che hanno lì anche grossi investimenti finanziari, saranno i primi presenti sul territorio in pianta stabile. Pur di garantire la serena transumanza di parte della sua gente dall' Asia, il Governo cinese potrebbe anche essere disposto ad assorbire parte del debito pubblico dei paesi africani in difficoltà. Ipotesi che Cotroneo non esclude affatto.

 

XI JINPING XI JINPING

Mette in guardia l' Europa dalla tacita avanzata cinese in Africa Gianpiero Spinelli, ex contractor, intelligence analist di Stam Strategic e Partners Group di Londra. «I cinesi, che si stanno preparando alla conquista del continente africano insieme ai sauditi e ai russi, in Africa hanno avviato da alcuni anni grandi operazioni di land grabbing (accaparramento della terra), cioè acquisiscono su larga scala terreni agricoli nei Paesi in via di sviluppo con il fine entro 10 anni di garantirsi il totale controllo anche delle risorse alimentari», mette in luce l' analista, secondo il quale, «se l' Europa vuole sopravvivere, deve essere essa stessa a colonizzare e non a farsi colonizzare dall' Africa.

 

Se non saremo noi a controllare quei territori, lo faranno le altre potenze e useranno quelle risorse e quella demografia come vere e proprie armi». Per adesso, però, l' unico dato certo pervenuto è che l' avanzata dell' Africa in Europa continua.

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

MI SI NOTA DI PIU’ SE FACCIO IL MARTIRE? – L’ASSENZA DI SAVIANO DAL SALONE DEL LIBRO DI FRANCOFORTE STAVOLTA NON E’ FRUTTO DELL’EPURAZIONE MELONIANA – E’ STATO CHIESTO ALL’ASSOCIAZIONE ITALIANA EDITORI QUALI SCRITTORI INVITARE ED E’ VENUTO FUORI UN ELENCO DI SINISTRELLI MICA MALE, DA NICOLA LAGIOIA A CHIARA VALERIO – MANCAVA SAVIANO SOLO PERCHE’ LE DUE CASE EDITRICI CHE POTEVANO INDICARLO NON L’HANNO FATTO. LA PRIMA È “FUORISCENA” DEL GRUPPO SOLFERINO-CAIRO EDITORE (CHE NON È NEANCHE ASSOCIATO ALL’AIE) - L’ALTRO EDITORE CHE POTEVA INSERIRE LO SGOMORRATO NELLA LISTA ERA BOMPIANI, GRUPPO GIUNTI, PER LA QUALE, SEMPRE QUEST’ANNO, SAVIANO HA PUBBLICATO “SOLO È IL CORAGGIO” (MEZZO FLOP). L’EDITOR PRINCIPE DEL GRUPPO GIUNTI È ANTONIO FRANCHINI, CHE SI È MESSO IN TESTA DI…

DAGOREPORT - IN VATICANO LA TENSIONE SI TAGLIA CON L’OSTIA: DOPO IL DAGO-SCOOP PAPALINO SULLA “FROCIAGGINE” E LE "CHECCHE IN SEMINARIO", OLTRETEVERE LO SGOMENTO HA TOCCATO OGGI IL CLIMAX CON L'ATTACCO DELLA MELONA AL CARDINALE MATTEO MARIA ZUPPI, PRESIDENTE DEI VESCOVI E CANDIDATO NATURALE ALLA SUCCESSIONE DI PAPA FRANCESCO, REO DI AVER SCOMUNICATO IL PREMIERATO DELLA COATTA PREMIER E L'AUTONOMIA DIFFERENZIATA DI SALVINI - LA CURIA ROMANA NON SA COME GESTIRE LA "FOLLIA" DEL PAPA ARGENTINO E SVELENANO (“IN DELIRIO DI ONNIPOTENZA”, “UN PERONISTA INTERESSATO SOLO ALLA VISIBILITÀ SUI GIORNALI”) - LA DESTRA ANTI-BERGOGLIO TREMA IN VISTA DEL PROSSIMO CONCLAVE, BLINDATO DA FRANCESCO CON NOMINE DI CARDINALI PROGRESSISTI, MA LA SPERANZA E' L'ULTIMA A MORIRE: MORTO IL PAPA, I SUOI FEDELISSIMI “OBBEDIRANNO” ALLA MEMORIA O FARANNO COME JE PARE?

DAGOREPORT – ATTENZIONE: LA COATTA PREMIER DE' NOANTRI POTREBBE RIENTRARE IN PARTITA DOPO LE EUROPEE. SE IL CONSIGLIO EUROPEO, NONOSTANTE LA FATWA DI MACRON E SCHOLZ, SCEGLIESSE URSULA COME CANDIDATA ALLA PRESIDENZA DELLA COMMISSIONE, LA TEDESCA POTREBBE CHIEDERE I VOTI ALLA MELONA PER EVITARE DI ESSERE UCCELLATA DAI FRANCHI TIRATORI DEL PPE CHE LA DETESTANO (IL PARLAMENTO DI STRASBURGO VOTA  A SCRUTINIO SEGRETO). A QUEL PUNTO LA DUCETTA POTREBBE SIGLARE UN PATTO: I MIEI VOTI IN CAMBIO DELLA VICE-PRESIDENZA O D'UN COMMISSARIO DI PESO E RINEGOZIAZIONE DELL'INSOSTENIBILE PATTO DI STABILITA'...

DAGOREPORT – GIORGETTI È DISPERATO: NON SA DOVE TROVARE I SOLDI PER LA PROSSIMA FINANZIARIA (SI PRESENTA A OTTOBRE MA ANDAVA CUCINATA IERI), MENTRE I PARTITI DELLA MAGGIORANZA, IN PIENA SBORNIA DA EUROPEE, SPARANO PROMESSE IRREALIZZABILI. MA DOPO IL 9 GIUGNO SI CHIUDERA' IL CORDONE DELLA BORSA: E SARANNO BOTTI TRA GIORGETTI E IL PERICOLANTE SALVINI (LEGA VICINA ALL'IMPLOSIONE) – "MELONI, DETTA GIORGIA" SI ILLUDE DI POTER RIDISCUTERE L'INSOSTENIBILE PATTO DI STABILITÀ, BARATTANDOLO ALLA RATIFICA DEL MES - MA A BRUXELLES LA REGINA DI COATTONIA SARA' IRRILEVANTE (I VOTI DI ECR NON SERVIRANNO PER LA COMMISSIONE UE) E GLI EURO-POTERI PREPARANO GIA' UNA BELLA PROCEDURA D'INFRAZIONE PER L'ITALIA – LA PREOCCUPAZIONE DELL'UE PER LA DEBOLEZZA STRUTTURALE DELL’ECONOMIA ITALIANA: NEMMENO I MOLTI MILIARDI DEL PNRR STANNO FACENDO VOLARE IL PIL...

DAGOREPORT – ASPETTANDO IL VOTO, MACRON E SCHOLZ HANNO TROVATO UN ACCORDO DI MASSIMA: SILURATA URSULA ED ESCLUSA OGNI ALLEANZA CON LA MELONI, I DUE LASCERANNO AL PPE, GRUPPO DI MAGGIORANZA, L’ONERE DI TROVARE UN NOME ALTERNATIVO A VON DER LAYEN PER LA COMMISSIONE (NO A WEBER, UN PO' TROPPO DI DESTRA, IN POLE IL BAVARESE SÖDER) – I SOCIALISTI PUNTANO ALLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO EUROPEO, DOVE SANCHEZ FA PRESSIONE SU SCHOLZ PER IL PORTOGHESE COSTA. MA SE LA SCELTA RICADESSE SUI LIBERALI, MACRON PROPORREBBE MARIO DRAGHI - MORALE DELLA FAVA: ALLA FACCIA DEL CAMALEONTISMO, LA DUCETTA IN EUROPA SARA' IRRILEVANTE...