cinecitta - sparatoria al bar a via flavio stilicone

FAR WEST CAPITALE - L’OMBRA DEI CLAN DIETRO L’AGGUATO A UN BAR A CINECITTA' - RICERCATI I DUE UOMINI CHE HANNO GAMBIZZATO DUE PREGIUDICATI CON PRECEDENTI PER DROGA E RAPINA – GLI INQUIRENTI IPOTIZZANO UN REGOLAMENTO DI CONTI MA NON ESCLUDONO CHE IL BLITZ SIA UN SEGNALE DEI GRUPPI CRIMINALI EMERGENTI - NELLA ZONA E' IN CORSO UNA GUERRA TRA VECCHIA MALA ROMANA E NUOVE LEVE DELLA CAMORRA - IL RUOLO DI SENESE, GRANDE CONSIGLIERE DEGLI EQUILIBRI MAFIOSI CHE ATTRAVERSANO ROMA…

Maria Lombardi e Alessia Marani per “il Messaggero”

 

CINECITTA - SPARATORIA AL BAR A VIA FLAVIO STILICONE

Due tazzine di caffè rovesciate sul tavolino fuori da bar. Accanto, un pacchetto di sigarette lasciato lì nella fuga. A pochi passi, sul marciapiede un macchia di sangue cerchiata dal gessetto, e le lettere gialle che segnano il tragitto dei proiettili. Cinque colpi sparati tra la gente, in via Fulvio Stilicone, a Cinecittà, periferia Sud-Est. Un regolamento di conti tra clan, in pieno giorno, e il quartiere piomba nel terrore. Sono le 15,38, un negoziante ha controllato l' ora. Due giovani su uno scooter nero sfrecciano lungo la via, si fermano davanti al Petit Bar, al civico 211. Hanno il volto coperto con i caschi.

 

L' obiettivo dell' agguato sono Mauro Gizzi, 65 anni, e Maurizio Salvucci, 51. I banditi sanno di trovarli lì, quei due passano intere giornate seduti a quel bar. Li chiamano per nome. Uno scende dallo scooter, passa in mezzo a due tavolini e colpisce Maurizio alla gamba. Mauro si alza, prova a scappare ma fa appena pochi passi. Una pallottola lo prende di striscio e lo ferma. Il tipo con il volto coperto e la pistola spara ancora, alcuni proiettili finiscono sulla serranda della tabaccheria accanto al bar, a quell' ora chiusa, altri danneggiano la vetrata dell' edicola.

 

RAPINE E MINACCE Cinque colpi, un avvertimento per le vittime, poi la fuga. I due si allontanano con lo scooter mentre sulla strada è il panico, c' è chi urla, chi scappa. I due feriti vengono soccorsi, Fabio Eleuteri, il barista prende una busta di plastica e nell' attesa dell' ambulanza la stringe attorno alla gamba di Maurizio per arrestare l' emorragia. Sul posto arrivano i carabinieri della compagnia Casilina e i colleghi del Nucleo Investigativo di via In Selci per i rilievi tecnico scientifici. Gli investigatori transennano l' area e raccolgono testimonianze. I due feriti vengono trasportati al policlinico Casilino, piantonati dai carabinieri. Non sono gravi. Chi ha sparato i cinque colpi di un calibro piccolo, forse da una semiautomatica del tipo Makarov dell' Est europeo, non voleva uccidere ma metter paura.

 

CINECITTA - SPARATORIA AL BAR A VIA FLAVIO STILICONE

Perché? Mauro Gizzi è il cugino di Franco, 65 anni, incappato in un' operazione anti-camorra del Gico della Finanza nel 2009 e a capo, secondo gli inquirenti, di un gruppo criminale con base nel sud pontino capace di importare fiumi di hashish e cocaina dalla Spagna e dal Marocco stringendo affari direttamente con i ras internazionali del narcotraffico.

 

Non solo, Oltre ai precedenti per stupefacenti, i due cugini hanno in comune quelli per rapina. Franco, di recente, è stato arrestato dalla Mobile di Roma per il raid in una banca del Portuense. Anche Maurizio ha alle spalle precedenti per spaccio e rapina.

 

Droga e rapine il loro mondo comune e condiviso ai tavolini del bar. Gli inquirenti non escludono nulla. Nè che l' agguato sia il segnale di una egemonia che gruppi emergenti vogliono ribaltare o ricomporre a suon di piombo, né che vi siano dietro regolamenti di conti per spartizioni non andate a buon fine. Mauro ha anche precedenti di polizia per minacce. Una prima risposta potranno darla le immagini delle telecamere poste sulla strada e sul negozio di servizi immobiliari.

 

I TESTIMONI «Li conosco bene qui due, stanno sempre qui», racconta Fabio Eleuteri, il titolare del Petit bar. «Passano le giornate seduti al tavolino, bevono caffé e giocano a carte. Cosa fanno non lo so, Mauro e Maurizio per me sono clienti, quasi amici dato che li vedo tutti i giorni. Mica vado a indagare sugli affari loro. Paura? No, volevano colpire loro e non me. Mi sono spaventato per mio nipote di 15 anni e mia sorella che erano seduti al tavolino accanto. Mia sorella è sotto choc, si è barricata in casa».

CINECITTA - SPARATORIA AL BAR A VIA FLAVIO STILICONE

La strada è sotto choc. «Mia figlia stava uscendo, era proprio sulla porta. Due centimetri e beccavano anche lei». Il padre della bambina di 11 anni è il titolare dell' agenzia di servizi immobiliari a pochi metri dal bar della sparatoria. «Sto ancora tremando, lei non si è resa conto subito di quello che succedeva».

 

Anche la signora che abita di fronte al Petit bar racconta delle giornate passate ai tavolini dalle due vittime. «E che volete che fanno tutto il giorno su un marciapiede? Traffici». C' è chi evita di passare lì davanti. «Brutte facce, è pieno di balordi che non combinano niente tutto il giorno. Quando devo andare a casa di mia suocera, attraverso la strada e passo dall' altra parte pur di non finire in mezzo a quei tipi». Simona stava tornando a casa da scuola, con il figlio piccolo, quando ha ricevuto il messaggio della sparatoria.

 

NELLA CAPITALE LA GUERRA TRA VECCHIA CRIMINALITÀ E NUOVE LEVE DELLA CAMORRA

M.D.R. e A.Mar. per “il Messaggero”

 

La droga, gli omicidi, le estorsioni e le rapine. C' erano una volta i napoletani della Tuscolana. Anzi, no: ci sono ancora. Perché se Mimì Domenico Pagnozzi, occhi di ghiaccio è in galera e nel 2013 è finito dietro le sbarre anche O' Pazzo, Michele Senese, il mandante romano della Nuova Famiglia, i sodali di un tempo continuano a dettare legge e a mandare avanti gli affari, tra spaccio, estorsioni e le incursioni in banca armi in pugno.

Michele Senese

 

Ma c' è chi scalpita per emergere e riprendersi il territorio. La periferia Sud-Est della Capitale dall' Appio a Cinecittà, con le appendici fino ai Castelli Romani, è zona presidiata dalla malavita autoctona nata all' ombra dell' alleanza stretta tra i Casalesi vicini a Mimì o' professore (mandato in soggiorno obbligato a Roma nel 2005) e i camorristi al seguito di Senese (approdato nella Capitale negli anni 90, mandato per eliminare i cutoliani e ritenuto il grande consigliere degli equilibri mafiosi che attraversano Roma).

 

Una joint-venture capace di investire cifre da capogiro nel narcotraffico importando fiumi di cocaina sulle piazze di mezza Roma e diventata così potente nei primi anni 2000 da ipotizzare persino l' eliminazione dei Casamonica per non avere più rivali in questo spicchio di città conteso. Il patto siglato con l' uccisione di Giuseppe Carlino il boss della Marranella nemico di Senese e fatto fuori con la complicità di Mimì.

 

GLI EQUILIBRI Con i boss in galera, però, la pax mafiosa è diventata molto sottile, l' aria si è fatta pesante. Anche a Cinecittà.

 

E gli spari di ieri ai tavolini del Petit Bar di via Flavio Stilicone indirizzati ai due pregiudicati non più di primo pelo, 65 anni Mauro Gizzi, 51 Maurizio Salvucci, fanno pensare a emergenti che vogliono alzare la testa. Mauro è il cugino di Franco, 65 anni, residente a Rocca Priora. Nel 2009 i loro nomi spuntarono fuori nel corso dell' operazione Nuovo Impero del Gico della Finanza.

 

carminati michele senese

Franco, di recente arrestato per una rapina in banca al Portuense, era a capo di un gruppo criminale dedito al narcotraffico, con base logistica nel sud pontino: l' organizzazione in affari con la Camorra, secondo gli investigatori, si riforniva di stupefacenti dal Marocco e dalla Spagna, trattando direttamente con trafficanti di quei due Paesi.

 

Era sempre il 2009 quando i carabinieri del Ros arrestarono 40 persone nell' operazione Orchidea della Dda, e altre 30 finirono indagate. I reati? Associazione mafiosa, associazione finalizzata al traffico internazionale di stupefacenti, riciclaggio, ricettazione e violazione della legge sulle armi. L' organizzazione aveva importato hascisc e cocaina a volontà dalla Spagna e dall' Olanda, per commercializzarle a Roma e nel Napoletano.

 

agguato via flavio stilicone

Ruolo di spicco lo avrebbe avuto Senese. Ma subito emersero i rapporti con esponenti storici della criminalità romana, come Enrico Nicoletti, la camorra napoletana, la criminalità pugliese e uomini di Cosa Nostra: Crocifisso Rinzivillo, della famiglia di Gela, Stefano Fontana, della famiglia palermitana dell' Acquasanta, Salvatore Buccafusca, collegato al clan di Santa Maria del Gesù. Arrestato nell' operazione Camorra Capitale, per Pagnozzi, a ottobre, è stata confermata la condanna a trent' anni di galera. Arrivò in soggiorno obbligato e si prese questa parte di Roma. Adesso, in ballo c' è la spartizione militare di una grossa fetta di città, non solo al Tuscolano, ma anche a San Basilio fino alle borgate del Casilino.

Enrico Nicoletti

 

IL PENTITO Un pentito, Giuseppe Pandolfo, il killer di Serafino Cordaro boss di Tor Bella Monaca, ed ex luogotenente di Stefano Crescenzi, agli uomini della Squadra Mobile romana ammise: «C' è una sorta di Padrino, Un boss capace di esprime una vera e propria potenza criminale con duecento persone se non di più al suo seguito. La droga viene presa a Napoli o comunque da una persona potente di Roma che ha importanti legami con Napoli. Non voglio parlare di questa persona perché ho paura».

POLIZIAENRICO NICOLETTI NEL 1996ENRICO NICOLETTI

 

Ultimi Dagoreport

pupi avati antonio tajani

PUPI, CHIAGNE E FOTTI – ASCESE, CADUTE E AMBIZIONI SBAGLIATE DI PUPI AVATI, “CONSIGLIERE PER LE TEMATICHE AFFERENTI AL SETTORE DELLA CULTURA” DI ANTONIO TAJANI - IL REGISTA CHE AI DAVID HA TIRATO STOCCATE ALLA SOTTOSEGRETARIA AL MIC, LUCIA BORGONZONI, È LO STESSO CHE HA OTTENUTO DAL DICASTERO FONDI PER OLTRE 8 MILIONI DI EURO TRA IL 2017 E IL 2023 – L’IDEA DI UN MINISTERO DEL CINEMA AVALLATA DA TAJANI (“IL GOVERNO VALUTERÀ") PER TOGLIERE I QUASI 700 MILIONI DI EURO CHE IL MIC HA IN PANCIA PER PROMUOVERE, A SPESE DEI CITTADINI, IL CINEMA ITALICO – IL SEQUESTRO DEI BENI PER EVASIONE IVA DA 1,3 MILIONI CON L'INCREDIBILE REPLICA DI PUPI: “NON E’ UN BEL MOMENTO PER IL CINEMA ITALIANO...” - LA SUA SOCIETA', ‘’DUEA FILM’’, CHE DA VISURA PRESSO LA CAMERA DI COMMERCIO DI ROMA È IN REGIME DI CONCORDATO PREVENTIVO, DEVE A CINECITTÀ CIRCA 400 MILA EURO PER UTILIZZO DEGLI STUDI - L’86ENNE AVATI STA PER INIZIARE IL SUO 46ESIMO FILM (“NEL TEPORE DEL BALLO”) PER UN BUDGET DI 3,5 MILIONI CHE GODE GIÀ DI UN DOVIZIOSO FINANZIAMENTO DI RAI CINEMA DI UN MILIONE... – VIDEO

al thani bin salman zayed donald trump netanyahu saudita sauditi

DAGOREPORT – DOMANI TRUMP VOLA NEL GOLFO PERSICO, AD ATTENDERLO MILIARDI DI DOLLARI E UNA GRANA - PER CAPIRE QUANTI AFFARI SIANO IN BALLO, BASTA APRIRE IL PROGRAMMA DEL FORUM DI INVESTIMENTI USA-ARABIA SAUDITA. CI SARANNO TUTTI I BIG DELL’ECONOMIA USA: MUSK, ZUCKERBERG, ALTMAN, BLACKROCK, CITIGROUP, ETC. (OLTRE AL GENERO LOBBISTA DI TRUMP) - SAUDITI, EMIRATINI E QATARIOTI SONO PRONTI A FAR FELICE L'AMERICA "MAGA". MA PER INCASSARE LA CUCCAGNA, TRUMP QUALCOSA DEVE CONCEDERE: I REGNI MUSULMANI ARABI PERDEREBBERO LA FACCIA SENZA OTTENERE IL RICONOSCIMENTO DI UNO STATO PALESTINESE - L'INCONTRO DEI MINISTRI DEGLI ESTERI SAUDITA E IRANIANO PER UNA PACE TRA SCIITI E SUNNITI - PRESO PER IL NASO DA PUTIN SULL’UCRAINA E COSTRETTO DA XI JINPING A RINCULARE SUI DAZI, IL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA HA DISPERATAMENTE BISOGNO DI UN SUCCESSO INTERNAZIONALE, ANCHE A COSTO DI FAR INGOIARE IL ROSPONE PALESTINESE A NETANYAHU…

starmer - zelensky - macron - tusk - merz - a kiev giorgia meloni fico putin

DAGOREPORT – DOVEVA ESSERE UNA “PONTIERA”, GIORGIA MELONI ORMAI È UNA “PORTIERA”. NEL SENSO CHE APRE E CHIUDE IL PORTONE AGLI OSPITI IN ARRIVO A PALAZZO CHIGI: L’ULTIMO CHE SAREBBE DOVUTO ARRIVARE TRA FRIZZI E LAZZI È ROBERT FICO, IL PREMIER SLOVACCO UNICO LEADER EUROPEO PRESENTE ALLA PARATA MILITARE, A MOSCA, SCAMBIANDOSI SMANCERIE CON PUTIN - PER NON PERDERE LA FACCIA, LA DUCETTA HA DOVUTO RIMANDARE LA VISITA DI FICO A ROMA AL 3 GIUGNO - QUESTI SONO I FATTI: L’AUTOPROCLAMATASI “PONTIERA”, TOLTA LA PROPAGANDA RILANCIATA DAI TROMBETTIERI DI ''PA-FAZZO'' CHIGI, NON CONTA NIENTE SULLO SCENA INTERNAZIONALE (LA PROVA? IL VIAGGIO DI MACRON, MERZ, STARMER E TUSK A KIEV E IL LORO ACCORDO CON TRUMP) - RUMORS: IL TEDESCO MERZ PERPLESSO SUL VIAGGIO IN ITALIA DI LUGLIO. E MELONI PUNTA A INTORTARLO DOMENICA ALLA MESSA DI INIZIO PONTIFICATO DI LEONE XIV, IN PIAZZA SAN PIETRO...

orchesta la scala milano daniele gatti myung whun chung myung-whun ortombina fortunato

DAGOREPORT: CHE GUEVARA VIVE ALLA SCALA – ALLA FINE DEL 2026, SARÀ IL DIRETTORE D’ORCHESTRA COREANO MYUNG-WHUN CHUNG IL SUCCESSORE DI RICCARDO CHAILLY - IL CONIGLIO (CONIGLIO, NON CONSIGLIO) DI AMMINISTRAZIONE DELLA SCALA AVEVA SUGGERITO IL NOME DEL MILANESE DI FAMA MONDIALE DANIELE GATTI. MA LA CGIL DELL’ORCHESTRA, SOTTOTRACCIA, HA SUBITO FATTO CAPIRE CHE NON ERA DI SUO GRADIMENTO: A GATTI VENIVA “RIMPROVERATO” UN ATTEGGIAMENTO UN PO’ SEVERO VERSO GLI ORCHESTRALI (POCO INCLINI A NON FARE QUEL CHE VOGLIONO) – ORA I SINDACATI RECLAMANO L’AUMENTO DI PERSONALE (DEL RESTO, LA SCALA, HA SOLO MILLE DIPENDENTI!), AUMENTI RETRIBUTIVI, SCELTA DELL’UFFICIO STAMPA ALL’INTERNO DEL TEATRO, FINANCO LA RICHIESTA DI PARCHEGGIARE I MONOPATTINI NEL CORTILETTO INTERNO…

orcel giorgetti nagel castagna bpm unicredit

DAGOREPORT - RISIKO INDIGESTO: LA PROTERVIA DI GIORGETTI A DIFESA DI BPM DALLE GRINFIE DI UNICREDIT, INDISPETTISCE FORZA ITALIA E I FONDI CHE HANNO INVESTITO MILIARDI IN ITALIA - GLI SCAZZI SUL DECISIONISMO DI ORCEL NEL BOARD DI UNICREDIT: IL CDA PRENDE TEMPO SULL'OFFERTA DI SCAMBIO SU BPM, CHE LA LEGA CONSIDERA LA "SUA" BANCA - LA STILETTATA DI NAGEL A LOVAGLIO ("PER BUON GUSTO NON RIPERCORRO LA STORIA DEL MONTE DEI PASCHI") E L'INSOFFERENZA DI CALTAGIRONE PER IL CEO DI BPM, CASTAGNA...

keir starmer emmanuel macron e friedrich merz sul treno verso kiev giorgia meloni mario draghi olaf scholz ucraina donald trump

DAGOREPORT - IL SABATO BESTIALE DI GIORGIA MELONI: IL SUO VELLEITARISMO GEOPOLITICO CON LA GIORNATA DI IERI FINISCE NEL GIRONE DELL'IRRILEVANZA. LA PREMIER ITALIANA OGGI CONTA QUANTO IL DUE DI PICCHE. NIENTE! SUL TRENO DIRETTO IN UCRAINA PER INCONTRARE ZELENSKY CI SONO MACRON, STARMER, MERZ. AD ATTENDERLI, IL PRIMO MINISTRO POLACCO TUSK. NON C'È PIÙ, COME TRE ANNI FA, L’ITALIA DI MARIO DRAGHI. DOVE È FINITA L’AUTOCELEBRATOSI “PONTIERA” TRA USA E UE QUANDO, INSIEME CON ZELENSKY, I QUATTRO CABALLEROS HANNO CHIAMATO DIRETTAMENTE IL ‘’SUO CARO AMICO” TRUMP? E COME HA INCASSATO L’ENNESIMA GIRAVOLTA DEL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA CHE SI È DICHIARATO D’ACCORDO CON I VOLENTEROSI CHE DA LUNEDÌ DOVRÀ INIZIARE UNA TREGUA DI UN MESE, FUNZIONALE AD AVVIARE NEGOZIATI DI PACE DIRETTI TRA UCRAINA E RUSSIA? IN QUALE INFOSFERA SARANNO FINITI I SUOI OTOLITI QUANDO HA RICEVUTO LA NOTIZIA CHE TRUMP FA SCOPA NON PIÙ CON IL “FENOMENO” MELONI MA CON...