FINCHÉ MORTE VI SEPARI – IL COMUNE DI ALBA ADRIATICA, IN ABRUZZO, PROIBISCE DI SEPPELLIRE INSIEME UNA COPPIA DI ULTRA 80 ENNI CHE AVEVA CONVISSUTO PER 30 ANNI – IL FIGLIO DELLA DONNA VOLEVA TUMULARLA INSIEME AL GRANDE AMORE DELLA SUA VITA, MA IL VECCHIO REGOLAMENTO COMUNALE LO IMPEDISCE PERCHÉ NON ERANO SPOSATI…

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Giovanni Sgardi per “il Messaggero”

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Diritti civili nella tomba. Nemmeno. Perché aver vissuto una vita insieme, senza essere sposati, non dà diritto a una coppia di fatto di riposare fianco a fianco per l' eternità. Così, per lo meno, vuole un vecchio regolamento della Polizia cimiteriale di Alba Adriatica (riviera di Teramo).

Una norma che tutela la pubblica decenza impedendo, sia mai, l' infinito abbraccio di cuori votati all' amore, senza il suggello del matrimonio.

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Non se ne sapeva nulla, o quanto meno non si era mai verificato un caso degno di cronaca, vista la bizzarria della scartoffia, fino a quando lo scorso 29 dicembre è morta Maria Angelini, alla bella età di 87 anni. Maria è stata per una vita accanto a Dante Caponi, il suo grande amore. E così il figlio di lui, per un omaggio postumo alla coppia, ha pensato di tumulare Dante e Maria insieme. Niet.

Così i costumi del secolo breve, almeno prima della metà, non permettevano. E nessuno si era preso la briga di cambiare quella norma diventata bislacca.

 

E ora, mettendo da una parte dolore e pudore, Daniele (ex consigliere comunale di Alba) il figlio di Dante, accusa: «Voglio denunciare il mio massimo sconcerto verso un regolamento cimiteriale che solo Alba Adriatica applica. Nel 1988 ho perso mia madre, dopo un paio di anni mio padre ha avuto la fortuna d' incontrare Maria Angelini. Lei è stata una bravissima donna che ha dato di nuovo un sorriso a mio padre e nei nostri confronti ha avuto sempre un affetto amorevole. Per me è stata come una mamma.

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Nei numerosi colloqui di mio padre con me e con mio fratello Dino c' è stata sempre la raccomandazione che, se fosse morto lui, noi avremmo dovuto prenderci cura di Maria e trovarle posto vicino alla sua tomba nella cappella di famiglia». Poi l' imprevisto. «Il primo aprile mio padre è deceduto e subito noi figli ci siamo occupati amorevolmente di Maria fino a quando si è spenta in modo sereno. A questo punto ci siamo adoperati per esaudire l' ultimo volere di mio padre, ma è arrivata l' amara sorpresa. Il Comune di Alba Adriatica ci impedisce la tumulazione di Maria nella cappella di famiglia.

 

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Una convivenza (comprovata dallo stesso stato di famiglia) di quasi 30 anni per il Comune non è sufficiente e ci invitano a parcheggiare Maria in un loculo provvisorio (dietro pagamento di 1000 euro in qualità di acconto) in attesa che si costruiscano nuovi loculi. Rimango molto amareggiato e penso a mio padre». Per ora finisce così la storia di Dante Caponi, già titolare di una camiceria, e Maria Angelini, operaia di Monterotondo.

 

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Con il loro amore sbocciato sulla riva dell' Adriatico. Che mai e poi mai avrebbero pensato di dare scandalo per quella dolce unione. E che invece hanno creato un putiferio per quella tomba negata. Tanto che il sindaco promette di cambiare quella assurda norma. Con buona pace del cimitero di Alba.

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