“SONO RIUSCITI A FARE DI ME UN PERSONAGGIO DIABOLICO” - IL GUARDAMUTANDE DI MACRON, ALEXANDRE BENALLA, DAVANTI ALLA COMMISSIONE D’INCHIESTA DEL SENATO, FA AUTOCRITICA: “FORSE HO CONTRIBUITO ALLA COSTRUZIONE DI QUESTO PERSONAGGIO PER IL MIO ATTEGGIAMENTO TROPPO DISINVOLTO…” - I SUOI VIAGGI CON I PASSAPORTI DIPLOMATICI ANCHE DOPO IL LICENZIAMENTO DALL'ELISEO - I DUBBI DEGLI INVESTIGATORI

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Stefano Montefiori per il “Corriere della Sera”

 

BENALLA E MACRON BENALLA E MACRON

Alexandre Benalla torna protagonista davanti alla commissione d'inchiesta del Senato, dopo essere stato di nuovo fermato e interrogato dalla polizia, venerdì scorso, per avere usato i passaporti diplomatici anche dopo il licenziamento dall' Eliseo. Come sempre molto a suo agio davanti alle telecamere e ai senatori che gli chiedevano chiarimenti, il giovane (26 anni) ex responsabile della sicurezza personale di Macron ha ammesso «un certo numero di errori», ma poi ha provato a giocare il ruolo della vittima di una persecuzione mediatica.

 

«In sei mesi sono riusciti a fare di me un personaggio diabolico, infrequentabile», si è lamentato Benalla, aggiungendo di avere subito un linciaggio. C'è una parte di autocritica, perché «ho forse contribuito alla costruzione di questo personaggio, un po' per le frasi che posso avere detto o per il mio atteggiamento magari troppo disinvolto. In qualche occasione posso avere offerto una cattiva immagine di me stesso».

macron benalla macron benalla

 

Ma a parte le questioni di stile, e nonostante il presidente della Commissione d' inchiesta Philippe Bas (Les Républicains) gli abbia ricordato che rischiava due anni di galera e 7.500 euro di multa per falsa testimonianza, quanto alla sostanza Benalla è rimasto molto evasivo. E in più occasioni ha fatto valere l'esistenza di un' inchiesta in corso e il diritto a non auto-incriminarsi.

 

A settembre Benalla aveva detto ai senatori di avere lasciato i passaporti diplomatici all'Eliseo, una volta terminato il rapporto di lavoro. Si è scoperto poi che non era vero, perché lo scorso autunno Benalla ha compiuto molti viaggi in Africa e in Israele usando quei passaporti diplomatici che gli erano stati attribuiti nell' ambito delle sue funzioni di collaboratore stretto del presidente.

BENALLA BRIGITTE E MACRON BENALLA BRIGITTE E MACRON

 

«È stata una sciocchezza, ho sbagliato - ha riconosciuto ieri -. Oltretutto il passaporto diplomatico non mi ha granché facilitato la vita, non ho evitato alcun controllo alla frontiera». Quei documenti sono stati usati 23 volte, delle quali 10 in occasione di viaggi effettuati da Benalla in aereo privato, per esempio in Ciad per incontrare il presidente Idriss Déby, pochi giorni prima della visita ufficiale di Emmanuel Macron.

 

BENALLA E MACRON BENALLA E MACRON

«Quella missione non ha alcun rapporto con le mie precedenti funzioni all'Eliseo», ha detto, aggiungendo però di avere avvisato «alcune persone dell' insieme delle mie trasferte, in particolare alcuni membri della presidenza della Repubblica», senza specificare quali. Benalla sembra talvolta un brillante mitomane coinvolto in un caso più grande di lui, ma in altre circostanze mostra frequentazioni e conoscenze inspiegabili per una guardia del corpo 26enne. L'inchiesta e gli interrogativi continuano.

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