E ORA CO’ STO PALAZZO CHE CE FAMO? - IL VATICANO PREDISPONE UN NUOVO USO PER L’IMMOBILE DA 200 MILIONI DI DOLLARI, ACQUISTATO A LONDRA CON GLI INVESTIMENTI PROPOSTI DA MINCIONE CON I SOLDI DELL’OBOLO DI SAN PIETRO - LA STRUTTURA DOVRÀ TORNARE REDDITIZIO. E ALLORA VAI CON DUE PIANI IN PIÙ, UN PARCHEGGIO SEMINTERRATO, 12 MILA METRI QUADRATI AGGIUNTIVI PER UFFICI - LE MAIL RISERVATE DELLA SEGRETERIA DI STATO…

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Fabrizio Massaro e Mario Gerevini per il “Corriere della sera”

 

«E ora che l' abbiamo comprato, che ne facciamo di questo palazzo a Londra che ci è costato 200 milioni di dollari?». È la domanda che si sono fatti in Vaticano negli ultimi dodici mesi. La risposta ora è arrivata: investiamo ancora, facciamolo rendere. Il palazzo è l' ormai famoso immobile al 60 di Sloane Avenue, già sede di Harrods.

 

stabile di sloane avenue londra stabile di sloane avenue londra

Così, mentre si allarga lo scandalo degli investimenti con il finanziere Raffaele Mincione, si allungano le ombre di altri faccendieri e spuntano (come vedremo) mail interne alla Segreteria di Stato cariche di interrogativi sui negoziati del novembre 2018, ecco il nuovo progetto. È stato presentato a fine settembre agli uffici comunali londinesi (Royal Borough of Kensington and Chelsea): due piani in più, un parcheggio seminterrato, 12 mila metri quadrati aggiuntivi per uffici. Avanti tutta, dunque, «l' immobile dovrà tornare a produrre i proventi che la Santa Sede si aspetta», dice una fonte al lavoro sul progetto. Si deve recuperare quanto perduto nei 5 anni di affari con Mincione, che voleva costruirvi 49 appartamenti di lusso.

 

RAFFAELE MINCIONE RAFFAELE MINCIONE

È il 2014 quando il Sostituto della Segreteria di Stato, Angelo Becciu, decide di sottoscrivere quote per 200 milioni di dollari del fondo Athena di Mincione. Il finanziere utilizza gran parte dei fondi, provenienti dall' Obolo di San Pietro, per far rilevare il 45% del palazzo. A vendere è lo stesso Mincione, che si tiene il 55%.

 

Altri milioni li usa in speculazioni di Borsa (Carige, Retelit, Tas). Poi però le cose si mettono male, gli investimenti perdono. A novembre 2018 le loro strade si separano e nella transazione il Vaticano si prende tutto il palazzo. Una vicenda «opaca», ha detto il Segretario di Stato, Pietro Parolin.

 

Indagano la magistratura del Papa e i pm di Roma. Uno snodo chiave è novembre 2018, quando il Vaticano rompe con Mincione e affida a un intermediario, il broker molisano basato a Londra Gianluigi Torzi, l' acquisto del palazzo. Il 22 novembre il fondo Athena di Mincione e Torzi, finanziato dalla Santa Sede, firma l' accordo. Ma dentro le Mura qualcuno solleva dubbi. Tanto che il 27 novembre viene condiviso ai massimi livelli della Segreteria di Stato un testo domanda-risposta sui passaggi più delicati dell' operazione. Il Corriere ne ha una copia.

stabile di sloane avenue londra stabile di sloane avenue londra

 

Si specifica, tra le altre cose, che nel consiglio della Gutt, la società lussemburghese che rileva il palazzo per conto del Vaticano, siedono, oltre a Torzi, Fabrizio Tirabassi, della Segreteria di Stato (ora tra gli indagati), e l' avvocato Michele Intendente di Ernst&Young (EY) «amministratore indipendente scelto di comune accordo tra le parti», il quale ha anche garantito per Torzi (al Corriere tuttavia risulta che Intendente agisse in proprio e non in quanto partner di E&Y).

 

RAFFAELE MINCIONE RAFFAELE MINCIONE

Sul fronte finanziario «Credit Suisse - è scritto in uno dei passaggi piu eloquenti - è il principale operatore bancario della Segreteria di Stato dopo la chiusura del rapporto con la BSI, su disposizione del Card. Pell. È a conoscenza dell' operazione e quindi ha una capacità di intervento più rapido rispetto ad altri operatori.

 

MONSIGNOR EDGAR PENA PARRA MONSIGNOR EDGAR PENA PARRA

Per questo motivo è stato preventivamente allertato, dal dottor Enrico Crasso, per l' esecuzione del Contratto una volta firmato... l' Istituto ha acceso un conto corrente ad hoc intestato a Gutt a seguito del buon esito della due diligence (verifica, ndr ) sulla Società e sul dott. Torzi». Nonostante i dubbi, Torzi viene considerato affidabile, al punto che il giorno di Santo Stefano è ricevuto con moglie e figli nientemeno che da Papa Francesco nella sua residenza privata.

 

Ma evidentemente non tutto è stato così lineare. Torzi - spiega una fonte in quei giorni a contatto con il nuovo Sostituto della Segreteria di Stato, Edgar Peña Parra - avrebbe ottenuto diritti sulla società che gli consentivano di gestire il palazzo in piena autonomia. Insomma il Vaticano era di nuovo con le mani legate. Da qui la necessità di rompere anche con Torzi: ad aprile 2019 esce di scena incassando 10 milioni di commissioni.

Altri costi londinesi che ora il Vaticano punta a recuperare negli anni, grazie agli affitti. E poi, forse, con la vendita del palazzo. Da qui l' esigenza del nuovo progetto. La municipalità dovrebbe dare il via libera ai lavori entro l' anno.

 

Pietro Parolin Pietro Parolin

Nel frattempo il Vaticano ha bussato anche alla porta degli attuali inquilini. E uno ha già lasciato quelle stanze. È la M Industry Limited, società di produzione di borse da donna. Appartiene a una signora italiana, Maddalena Paggi. La moglie di Mincione. Che avrebbe goduto di un canone scontato, come altri affittuari, in cambio di uno sfratto veloce. Per il nuovo cantiere servono decine di milioni di euro. Il Vaticano potrebbe essere affiancato da un partner finanziario. Un investitore arabo, è la voce che circola a Londra.

 

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