simona cavallaro sbranata dai cani

IL PEGGIOR AMICO DELL'UOMO - IN PROVINCIA DI CATANZARO UNA 20ENNE È STATA SBRANATA DA UN GRUPPO DI CANI RANDAGI DOPO ESSERSI INOLTRATA COL FIDANZATO IN UNA ZONA CON VEGETAZIONE PIÙ FOLTA SULLE MONTAGNE DURANTE UN PIC NIC - A UN CERTO PUNTO, I DUE HANNO VISTO AVVICINARSI UN GREGGE DI PECORE SEGUITE DA ALCUNI PASTORI MAREMMANI: SIMONA HA INIZIATO A GIOCARE CON I CANI. E POI...

Claudia Guasco per “Il Messaggero

 

simona cavallaro 3

Una gita tra amici, una giornata spensierata nella natura. Fino a quando Simona Cavallaro, vent'anni, si incammina nel bosco in compagnia del fidanzato. All'improvviso si avventa su di lei una muta di cani randagi e per la giovane non c'è scampo, viene sbranata e uccisa.

 

IL BRANCO

Sembra un film dell'orrore ciò che è accaduto ieri pomeriggio sulle montagne che circondano Satriano, comune sul versante ionico delle Serre calabresi in provincia di Catanzaro.

 

simona cavallaro 1

La comunità di Soverato è sconvolta, perché al dolore per la scomparsa di una ragazza si aggiunge il dramma della morte terribile: mangiata viva dagli animali, più di dieci, senza poter fare nulla per difendersi.

 

Simona Cavallaro era arrivata qualche ora prima con degli amici per una scampagnata nella zona di Monte Fiorino, nei pressi di un'area picnic. Poi insieme al fidanzato ha deciso di addentrarsi nei boschi circostanti per un sopralluogo, un luogo impervio dove avrebbero voluto organizzare una gita nei prossimi giorni.

 

cani randagi 5

In lontananza i due ragazzi hanno visto avvicinarsi un gregge di pecore seguite da alcuni pastori maremmani. Il ragazzo impaurito dagli animali si è subito allontanato nascondendosi dietro a un capanno, mentre Simona ha iniziato a giocare con i cani. Accorgendosi, troppo tardi, che erano pericolosi.

 

simona cavallaro 2

Così ha cercato di mettersi in salvo, ma è stata azzannata e subito dopo aggredita da almeno dieci cani spuntati all'improvviso. Il giovane, sconvolto, ha chiamato i soccorsi che hanno impiegato un po' di tempo per raggiungere la zona impervia. I primi ad arrivare sul posto sono stati i vigili urbani di Satriano: per allontanare i cani, che si stavano avventando anche su di loro, hanno dovuto sparare diversi colpi di pistola in aria.

 

cani randagi 3

È toccato ai carabinieri il compito di informare della tragedia i familiari della ragazza. Sotto shock gli amici della vittima che erano partiti con lei per trascorrere qualche ora in spensieratezza. La notizia della morte della ventenne si è subito diffusa a Soverato dove la vittima viveva con la famiglia, conosciuta nella cittadina.

 

cani randagi 6

L'EMERGENZA

La morte di Simona Cavallaro riporta purtroppo in primo piano l'emergenza randagismo in Calabria. Sono circa 15 mila i cani rinchiusi nei rifugi, di cui oltre 5.700 nella sola provincia di Crotone.

 

cani randagi 2

Nel 2019 sono state effettuate 1.492 adozioni, circa 20 milioni di euro è invece la stima del costo annuo per il mantenimento dei cani nelle strutture e per i risarcimenti a carico delle aziende sanitarie per incidenti causati dai randagi. I dati del 2020 sul randagismo in Italia, condivisi dal ministero della Salute, registrano 76.192 ingressi in canili sanitari, 42.665 in canili rifugio e 42.360 adozioni di cani randagi. Ma il numero di quelli fuori dalle strutture sarebbe ben più alto: il dato del 2019 registra 500-700 mila cani randagi.

 

cani randagi 4

Un fenomeno diffuso soprattutto in alcune regioni, dove prosperano colonie di animali vaganti e dove gli abbandoni di animali domestici si intensificano nel periodo estivo o in concomitanza con l'apertura della stagione di caccia. Le differenze tra regioni, tuttavia, sono marcate, con un profondo divario tra nord e sud. Il 67% dei cani rinchiusi è nel Mezzogiorno e il 43% dei canili è concentrato sempre al sud.

 

cani randagi 1

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – LE REGIONALI SONO ANDATE A FINIRE COME NON VOLEVA, SALTELLANDO FUNICULÌ-FUNICULÀ, GIORGIA MELONI: LA "STATISTA DELLA SGARBATELLA", CHE RISCHIA DI NON TORNARE A PALAZZO CHIGI TRA DUE ANNI, ACCELERA SULLA DOPPIETTA PREMIERATO-LEGGE ELETTORALE, MA NON TUTTO FILA LISCIO A PALAZZO CHIGI: SALVINI E TAJANI SPUTERANNO SANGUE PUR DI OPPORSI ALL’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, CHE FINIREBBE PER CANNIBALIZZARLI - LA LEGA È CONTRARISSIMA ANCHE AL PREMIO DI MAGGIORANZA ALLA COALIZIONE (CON LA SOGLIA AL 40%, LA LEGA DIVENTEREBBE SACRIFICABILE) – ALTRA ROGNA: IGNAZIO LA RUSSA SCENDE IN CAMPO IN MODALITÀ SCASSA-MELONI: HA RINFOCOLATO LA POLEMICA SU GAROFANI E SE NE FOTTE DEI DIKTAT DELLA DUCETTA (FIDANZA SINDACO DI MILANO? NO, MEJO LUPI; PRANDINI GOVERNATORE DELLA LOMBARDIA? NO, QUELLA È ROBA MIA)

francesco de tommasi marcello viola daniela santanche ignazio leonardo apache la russa davide lacerenza pazzali

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE INCHIESTE MILANESI SULLA SANTANCHE', SUL VISPO FIGLIO DI LA RUSSA, SUL BORDELLO DELLA "GINTONERIA" AFFOLLATA DI POLITICI, IMPRENDITORI E MAGISTRATI, OPPURE SULL'OSCURA VENDITA DELLA QUOTA DI MPS DA PARTE DEL GOVERNO A CALTAGIRONE E COMPAGNI? - A TALI ESPLOSIVE INDAGINI, LE CUI SENTENZE DI CONDANNA AVREBBERO AVUTO UN IMMEDIATO E DEVASTANTE RIMBALZO NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, ORA SI AGGIUNGE IL CASO DEL PM FRANCESCO DE TOMMASI, BOCCIATO DAL CONSIGLIO GIUDIZIARIO MILANESE PER “DIFETTO DEL PREREQUISITO DELL’EQUILIBRIO” NELL’INDAGINE SUL CASO DI ALESSIA PIFFERI – MA GUARDA IL CASO! DE TOMMASI È IL PM DELL’INCHIESTA SUI DOSSIERAGGI DELL’AGENZIA EQUALIZE DI ENRICO PAZZALI, DELICATISSIMA ANCHE PER I RAPPORTI DI PAZZALI CON VERTICI GDF, DIRIGENTI DEL PALAZZO DI GIUSTIZIA MILANESE E 007 DI ROMA - SE IL CSM SPOSASSE IL PARERE NEGATIVO DEL CONSIGLIO GIUDIZIARIO, LA CARRIERA DEL PM SAREBBE FINITA E LE SUE INDAGINI SUGLI SPIONI FINIREBBERO NEL CESTINO - LA PROCURA DI MILANO RETTA DA MARCELLO VIOLA, CON L'ARRIVO DELL'ARMATA BRANCA-MELONI, E' DIVENTATA IL NUOVO ''PORTO DELLE NEBBIE''?

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”