quanto vale un albero

QUANTO VALE UN ALBERO? E UN'APE? LA NATURA E' LA NUOVA FRONTIERA DEL BUSINESS - "FINANCIAL TIMES": CRESCONO GLI INVESTIMENTI NEL SETTORE: NON SOLO OBBLIGAZIONI VERDI E FORNITORI VIRTUOSI, MA PARTECIPAZIONI IN SOCIETA' CHE SI OCCUPANO DI TUTELA E CONSERVAZIONE DI BIODIVERSITA' - D'ALTRA PARTE LE ORGANIZZAZIONI CI TENGONO A RISPETTARE IL LIMITE DELLE EMISSIONI ZERO, E SONO SEMPRE PIU' INTERESSATE AL MERCATO DELLE COMPENSAZIONI... 

Articolo del "Financial Times" - dalla rassegna stampa estera di "Epr comunicazione"

 

Foresta

Wall Street deve la sua fortuna allo scambio di azioni e obbligazioni, ma oggi inizia a guardare al valore finanziario della natura e a come inserirlo nelle strategie di investimento. Difficile stabilire, per fare un esempio, quanto vale un'ape.

 

All'inizio di quest'anno è nata la Natural Capital Investment, una joint venture tra più società che si propone di raccogliere 10 miliardi di dollari entro il 2022. I soldi saranno destinati a progetti per la protezione o il ripristino di foreste, oceani e barriere coralline.

 

Quanto vale un albero

Operazioni come questa sono frequenti, e spaziano dagli investimenti in aziende che prevengono l'inquinamento da plastica al risanamento di interi terreni.

 

A lungo termine la speranza è quella di creare una gamma diversificata di beni legati alla natura. Le banche stanno iniziando a includere obiettivi di sostenibilità tra i requisiti dei prestiti. L'anno scorso BNP Paribas ha concesso un incentivo finanziario alla messicana Cemex che aveva in progetto di preservare la biodiversità delle sue cave e migliorare la fornitura d'acqua nelle regioni aride.

 

Natural Capital Investment

Molti attivisti combattono l'idea che per impedire alle aziende di distruggere il pianeta si debba pagare. I sostenitori della finanza verde, invece, lo vedono come un buon investimento per chi crede nell'ecologia, alternativo al semplice acquisto di obbligazioni verdi o al limitare i fornitori ai più virtuosi.

 

Quest'anno le Nazioni Unite hanno avvertito che la lotta contro le emissioni di gas serra non deve essere l'unico obiettivo degli sforzi verdi. Un rapporto del 2020 sull'economia della biodiversità del professor Partha Dasgupta ha mostrato che la distruzione della natura comporta seri rischi finanziari. «Per l'industria è suonato come una chiamata alle armi» ha detto Michael Ridley, senior responsible investing specialist di HSBC.

 

Cemex

Le fonti di reddito che derivano dall'investire in natura sono tutte legate alla vendita di compensazioni di carbonio. Sono unità che le organizzazioni possono acquistare per compensare le loro emissioni e che vengono generate da progetti per la riduzione del volume di carbonio nell'atmosfera. Ma queste iniziative variano significativamente in qualità e legittimità. E stanno diventando sempre più interessanti per le aziende, impegnate a rispettare l'obiettivo delle emissioni zero.

 

HSBC Pollination Climate Asset Management intende lanciare un fondo di compensazioni di carbonio fino a 2 miliardi di dollari. Un terzo del fondo di capitale naturale da 500 milioni di euro lanciato da Mirova, uno dei primi a muoversi in questo spazio, è legato a progetti di compensazione del carbonio. Mirova ha detto che si aspetta che i crediti legati ad altri risultati ambientali, come il ripristino della biodiversità di una regione, diventeranno un'area su cui crescere.

 

Mirova

La maggior parte del fondo di Mirova si divide tra prestiti per la produzione di materie prime sostenibili e investimenti di tipo azionario in aziende che affrontano l'inquinamento da plastica o sostengono la pesca sostenibile.

 

Tuttavia, secondo i gestori degli investimenti stanno emergendo opportunità insolite. Per HSBC Pollination l'acquisto e il ringiovanimento delle "terre marginali" per l'uso agricolo è un'opportunità chiave, anche se il gruppo non può indicare alcun esempio di accordo.

 

In questo momento, il mercato è piccolo, ma crescerà. Nel gennaio 2021 una serie di aziende tra cui BlackRock, Fidelity International, Bank of America e Schroders hanno firmato l'iniziativa Terra Carta del principe Carlo che si propone di «mettere la natura, le persone e il pianeta al centro della creazione del valore globale».

 

Partha Dasgupta

Una delle difficoltà a sviluppare prodotti finanziari innovativi legati alla natura è valutare accuratamente le risorse naturali. Gli accademici del Natural Capital Project della Stanford University stanno riunendo ricercatori di università e ONG di tutto il mondo per sviluppare modelli che «mappino e valutino i beni e i servizi della natura che sostengono e realizzano la vita umana».

 

Il loro software open-source, l'Integrated Valuation of Ecosystem Services and Trade-offs, offre una serie di strumenti per valutare il modo in cui gli ecosistemi, attraverso processi come l'impollinazione delle colture e la mitigazione delle inondazioni, contribuiscono all'economia.

 

Il principe Carlo

Ma dare un prezzo alla natura non è sufficiente a preservarla, ha detto Gretchen Daily, direttore di facoltà del Natural Capital Project. «Dire "questo è ciò che vale" non cambierà assolutamente nulla se non c'è una politica ambientale e un qualche meccanismo che garantisca, nell'investimento, il capitale naturale».

 

Johan Floren, a capo della sostenibilità all'AP7, il fondo pensione svedese da 80 miliardi di euro, crede che proteggere la biodiversità e il capitale naturale sia una priorità, ma resta scettico che possa diventare un'attività a sé. Invece di investire sul capitale naturale, AP7 preferisce spingere le società del suo portafoglio a ripulirsi.

 

«Non è che ogni obiettivo di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite sia un investimento possibile», ha detto.

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni maurizio belpietro francesco saverio garofani sergio mattarella

DAGOREPORT - IL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE MELONI” NON ESISTE: LO “SCOOP” DELLA “VERITÀ” È STATO CONFEZIONATO CON L’OBIETTIVO DI PRENDERE DI MIRA SERGIO MATTARELLA, COME MASSIMA RAPPRESENTANZA DI QUEL "DEEP STATE" CHE I CAMERATI DI PALAZZO CHIGI HANNO SUL GOZZO – LA STATISTA DELLA SGARBATELLA SOGNA L’EGEMONIA ISTITUZIONALE: BOCCIATO IL PREMIERATO, VUOLE CAMBIARE CON LA FORZA IL SISTEMA MODIFICANDO LA LEGGE ELETTORALE E INSERENDO IL NOME DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO SULLA SCHEDA (COSI' DA BYPASSARE DI FATTO I POTERI DI NOMINA DEL PREMIER CHE SPETTANO AL COLLE) - MA NON TUTTO FILA LISCIO: LEGA E FORZA ITALIA SI OPPONGONO PERCHE' NON VOGLIONO ESSERE CANNIBALIZZATI DA FDI E IN CAMPANIA E PUGLIA SI PROSPETTA UNA BATOSTA PER IL CENTRODESTA - DA QUESTO DERIVA QUEL NERVOSISMO, CON VITTIMISMO PARACULO ANNESSO, CHE HA SPINTO GIORGIA MELONI A CAVALCARE IL “COMPLOTTO DEL COLLE” – E SE FDI, PER BOCCA DI BIGNAMI E MALAN, NON AVESSE RINCULATO, DAL QUIRINALE SAREBBE PARTITO UN SILURO A TESTATA MULTIPLA...

francesco saverio garofani sergio mattarella giorgia meloni maurizio belpietro

DAGOREPORT - MA QUALE “COMPLOTTO DEL QUIRINALE CONTRO GIORGIA MELONI”! DIETRO ALLA DIFFUSIONE DELLE PAROLE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI ALLA “VERITÀ” DI BELPIETRO C'E' UNA “GOLA PROFONDA” UN PO’ PASTICCIONA, CHE SI E' FATTA SGAMARE IN MEZZA GIORNATA - DAGOSPIA È IN GRADO DI AGGIUNGERE ALCUNI DETTAGLI SULLA CENA DI GIOVEDÌ 13 NOVEMBRE ALLA TERRAZZA BORROMINI. A TAVOLA C’ERANO SEDICI PERSONE: OLTRE ALL’ORGANIZZATORE, LUCA DI BARTOLOMEI E A FRANCESCO GAROFANI, C’ERANO MANAGER, CONSULENTI, UN AD DI UNA BANCA, DUE CRONISTI SPORTIVI E…UN GIORNALISTA CHE IN PASSATO HA LAVORATO IN UN QUOTIDIANO DI DESTRA, GIA' DIRETTO DA BELPIETRO. SARÀ UN CASO CHE LA MAIL A FIRMA “MARIO ROSSI”, DA CUI È NATO LO “SCANDALO”, SIA STATA INVIATA ANCHE AL MELONIANO "IL GIORNALE" (CHE PERO' L'HA IGNORATA)? - IL CONTESTO ERA CONVIVIALE, SI PARLAVA DI CALCIO E DEL PD, MA GAROFANI NON HA MAI PRONUNCIATO LA PAROLA “SCOSSONE”, CHE INFATTI NELLA MAIL ORIGINALE NON C’È - L’AUDIO? ANCHE SE CI FOSSE, BELPIETRO NON POTREBBE PUBBLICARLO PERCHÉ SAREBBE STATO CARPITO ILLEGALMENTE...

maurizio belpietro giorgia meloni la verita

DAGOREPORT - IL GIOCO DI PRESTIGIO DI MAURIZIO BELPIETRO: LO "SCOOP" SUL PRESUNTO “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È BASATO SULLE PAROLE “PROVVIDENZIALE SCOSSONE”, CHE IL CONSIGLIERE DEL COLLE, FRANCESCO SAVERIO GAROFANI, AVREBBE PRONUNCIATO ALLA CENA DOPO L’EVENTO IN RICORDO DI AGOSTINO DI BARTOLOMEI. MA NELLA MAIL ANONIMA CHE SEGNALA LA VICENDA A "LA VERITA'" QUELLE DUE PAROLE NON SONO VIRGOLETTATE: SEMBRANO ESSERE UN RAGIONAMENTO DELL’AUTORE, IL MISTERIOSO "MARIO ROSSI" – “LINKIESTA”: “PER CAPIRE COSA PENSI MELONI BISOGNA LEGGERE ‘LA VERITÀ’, ESATTAMENTE COME PER CAPIRE COSA PENSI GIUSEPPE CONTE BISOGNA LEGGERE ‘IL FATTO’. QUANTI SI BEVONO OGGI LA FAVOLA DELLA SVOLTA ATLANTISTA ED EUROPEISTA DI MELONI, FAREBBERO BENE A LEGGERE ‘LA VERITÀ’, SMACCATAMENTE FILO-PUTINIANO, NO VAX E NO EURO. LA VERITÀ DEL GOVERNO MELONI STA LÌ”

tommaso cerno antonio giampaolo angelucci alessandro sallusti il giornale

FLASH! – COME PREVISTO, ANTONIO E GIAMPAOLO ANGELUCCI HANNO DECISO CHE, A PARTIRE DAL PRIMO DICEMBRE, AVVERRÀ IL CAMBIO DI DIREZIONE DE “IL GIORNALE” CON L’ARRIVO DI TOMMASO CERNO CHE, A SUA VOLTA, VERRÀ RIMPIAZZATO A “IL TEMPO” DA DANIELE CAPEZZONE – MALGRADO LA PROPOSTA DI ANDARE ALLA DIREZIONE EDITORIALE DE “IL GIORNALE”, AL POSTO DI VITTORIO FELTRI, CHE PASSEREBBE A QUELLA DI “LIBERO”, ALESSANDRO SALLUSTI NON L’HA PRESA BENE: IL BIOGRAFO DI GIORGIA MELONI LO CONSIDERA UNA DIMINUTIO PER IL SUO PRESTIGIO E MIREREBBE A DARE VITA A UN PROGETTO MEDIATICO CON NICOLA PORRO…